Lo statunitense Robert Pershing Wadlow (Alton, 22 febbraio 1918 – Manistee, 15 luglio 1940) è stato – secondo il Guinness World Records – l’uomo più alto del mondo con i suoi 272 cm di altezza. Pesava quasi 200 kg. Era noto anche come Continua a leggere
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Organizzazione mondiale della sanità: “Il coronavirus è una pandemia”
Alcuni minuti fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente Continua a leggere
I Am Mother (2019) trama e spiegazione del film e del finale
“I Am Mother” è un film thriller fantascientifico australiano-americano del 2019 diretto da Grant Sputore, con Clara Rugaard nella parte di Continua a leggere
La scienza non conosce confini: è la torcia che illumina il mondo intero
La science n’a pas de patrie, car la connaissance appartient à Continua a leggere
Cambiare la prospettiva sulle cose può cambiarti la vita
Cosa dire? Ho messo l’immagine del mondo al contrario? Ma chi lo dice che è al contrario? Il sopra ed il sotto nell’universo non esistono quindi il pianeta Terra dallo spazio potrebbe essere osservato anche come vedete in alto e girare in senso orario… Perché no!
Perché perfino una brutta giornata di vento può essere bella, se la valuti con gli occhi di un Continua a leggere
Quanto è alto l’uomo più alto del mondo?
Al momento l’uomo più alto del mondo riconosciuto dal Guinness World Record è Sultan Kösen, alto ben 251 cm, nato a Mardin (Turchia) il 10 dicembre 1982. Sultan Kösen (che vedete in foto accanto a quello che è stato l’uomo più basso del mondo: Chandra Bahadur Dangi) è nato e cresciuto in un piccolo borgo della Turchia formato da Continua a leggere
Frederick Treves, il medico che salvò la vita a Joseph Merrick
Questa storia comincia il 5 agosto 1869, quando a Leicester nasce Joseph Merrick. Per una malattia che oggi è stata identificata come sindrome di Proteo, il corpo di Joseph era quasi interamente deformato, tale che il suo aspetto risultava grottesco al punto che veniva da tutti chiamato “uomo elefante” (la sua storia è narrata nel meraviglioso film “The Elephant Man” di David Lynch, che vi consiglio di vedere, oltre ad apparire nel film “From hell – La vera storia di Jack lo squartatore“). Quando era piccolo subì anche una brutta caduta e si ruppe la gamba sinistra: la famiglia, essendo povera, non poté pagare le cure mediche, così Joseph dovette rassegnarsi a vivere con la gamba storpia non solo per effetto della malattia, ma anche per la frattura che non si era mai del tutto risanata.
Sua madre morì quando lui era ancora piccolo e la matrigna che prese il suo posto lo cacciò di casa: era solo un bambino e finì letteralmente per strada, solo, malato, di aspetto ripugnante e senza un soldo. Riusciva a racimolare di che vivere mostrandosi al circo come fenomeno da baraccone e la sua vita era un continuo venir guardato male e deriso da chiunque lo incontrasse. Joseph aveva un carattere mite, dolce e socievole, tuttavia veniva allontanato da tutti e guardato con paura e disgusto a causa del suo aspetto deforme. Il giovane passò lunghi anni da solo, triste, senza cure mediche, a convivere con una malattia che gli impediva anche solo di guardarsi allo specchio.
Un giorno si trovava a girare senza meta alla stazione ferroviaria di Londra, solo e malato di una brutta infezione ai polmoni, quando per puro caso incontrò un chirurgo chiamato Frederick Treves. Frederick fece un gesto semplice ma straordinario: al contrario di chiunque altro, si avvicinò a lui e iniziò a parlargli chiedendogli se avesse bisogno di un aiuto. Presosi a cuore la tristissima situazione del giovane, il medico riuscì a fargli ottenere gratuitamente un posto fisso in una stanza dell’ospedale di Whitechapel di Londra, divenuto in seguito Royal London Hospital ed ancora esistente oggi. Joseph, grazie a quella sistemazione, visse gli anni più sereni della sua vita, venendo curato all’ospedale dove viveva lontano da sguardi indiscreti e maligni ed avendo la possibilità di coltivare la sua passione: scrivere componimenti in prosa ed in poesia. Tutto grazie a Frederick Treves.
Ti ringrazio Frederick per ricordarmi che l’umanità, per un medico, è la prima ed insostituibile qualità. Sento tanti miei amici dire che il loro mito è un calciatore, o una star del cinema. Il mio mito è invece Frederick Treves, l’uomo che superò l’aspetto fisico e arrivò al cuore, salvando la vita dello sfortunato Joseph Merrick.
“Mai. Oh, mai. Niente morirà mai. L’acqua scorre. Il vento soffia. La nuvola fugge. Il cuore batte… Niente muore.”
Nothing Will Die di Alfred Tennyson, frase citata nel film The Elephant Man.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Quello che lasceremo al mondo
Io e te non siamo artisti e non lasceremo al mondo una nuova Gioconda.
Io e te non siamo astronomi e non lasceremo al mondo la scoperta di un nuovo pianeta abitabile dall’uomo.
Io e te non siamo scienziati e non lasceremo al mondo la cura per una malattia importante.
L’unica cosa che lasceremo, quando andremo via da questo mondo, saranno le tracce d’amore che avremo seminato lungo i sentieri che abbiamo percorso nelle nostre esistenze. Sotto forma di figli, di volontariato, di buone azioni, di vite che avremo salvato col nostro lavoro, di un aiuto disinteressato dato ad un bisognoso, di alberi piantati, di sangue donato, di cani salvati dal canile, di cose insegnate ai nostri allievi, di emozioni che rimangono impresse nella memoria di chi ci ha conosciuto.
Questo si: lo lasceremo. E resterà per sempre.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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