Joseph Merrick, la triste storia dell’Uomo Elefante che morì perché voleva essere normale

MEDICINA ONLINE FREDERICK TREVES DR JOSEPH MERRICK THE ELEPHANT MAN UOMO ELEFANTE SINDROME DI PROTEO GIGANTISMO GH ACROMEGALIA FROM HELL JACK RIPPER STORIA MALATTIA MORTE STORIA VERAJoseph Carey Merrick, conosciuto semplicemente come “Joseph Merrick“, volgarmente noto come l’Uomo Elefante (The Elephant Man) è stato un cittadino britannico diventato famoso a causa della sua severa deformità fisica, probabilmente determinata dalla Continua a leggere

Sindrome di Proteo: storia, cause, sintomi, diagnosi, terapie, complicanze

lind_f1_oa1104017_6La sindrome di Proteo (anche chiamata “sindrome Proteus” o “sindrome di Wiedemann”, in inglese “Proteus syndrome” o “partial gigantism-nevi-hemihypertrophy-macrocephaly syndrome” o “Wiedemann syndrome”) è una rarissima malattia congenita (già presente alla nascita) probabilmente ad eziologia genetica, che può causare una crescita eccessiva dei Continua a leggere

Frederick Treves, il medico che salvò la vita a Joseph Merrick

MEDICINA ONLINE FREDERICK TREVES DR JOSEPH MERRICK THE ELEPHANT MAN UOMO ELEFANTE SINDROME DI PROTEO GIGANTISMO GH ACROMEGALIA FROM HELL JACK RIPPER STORIA MALATTIA MORTE STORIA VERA.jpgQuesta storia comincia il 5 agosto 1869, quando a Leicester nasce Joseph Merrick. Per una malattia che oggi è stata identificata come sindrome di Proteo, il corpo di Joseph era quasi interamente deformato, tale che il suo aspetto risultava grottesco al punto che veniva da tutti chiamato “uomo elefante” (la sua storia è narrata nel meraviglioso film “The Elephant Man” di David Lynch, che vi consiglio di vedere, oltre ad apparire nel film “From hell – La vera storia di Jack lo squartatore“). Quando era piccolo subì anche una brutta caduta e si ruppe la gamba sinistra: la famiglia, essendo povera, non poté pagare le cure mediche, così Joseph dovette rassegnarsi a vivere con la gamba storpia non solo per effetto della malattia, ma anche per la frattura che non si era mai del tutto risanata.

Sua madre morì quando lui era ancora piccolo e la matrigna che prese il suo posto lo cacciò di casa: era solo un bambino e finì letteralmente per strada, solo, malato, di aspetto ripugnante e senza un soldo. Riusciva a racimolare di che vivere mostrandosi al circo come fenomeno da baraccone e la sua vita era un continuo venir guardato male e deriso da chiunque lo incontrasse. Joseph aveva un carattere mite, dolce e socievole, tuttavia veniva allontanato da tutti e guardato con paura e disgusto a causa del suo aspetto deforme. Il giovane passò lunghi anni da solo, triste, senza cure mediche, a convivere con una malattia che gli impediva anche solo di guardarsi allo specchio.

Un giorno si trovava a girare senza meta alla stazione ferroviaria di Londra, solo e malato di una brutta infezione ai polmoni, quando per puro caso incontrò un chirurgo chiamato Frederick Treves. Frederick fece un gesto semplice ma straordinario: al contrario di chiunque altro, si avvicinò a lui e iniziò a parlargli chiedendogli se avesse bisogno di un aiuto. Presosi a cuore la tristissima situazione del giovane, il medico riuscì a fargli ottenere gratuitamente un posto fisso in una stanza dell’ospedale di Whitechapel di Londra, divenuto in seguito Royal London Hospital ed ancora esistente oggi. Joseph, grazie a quella sistemazione, visse gli anni più sereni della sua vita, venendo curato all’ospedale dove viveva lontano da sguardi indiscreti e maligni ed avendo la possibilità di coltivare la sua passione: scrivere componimenti in prosa ed in poesia. Tutto grazie a Frederick Treves.

Ti ringrazio Frederick per ricordarmi che l’umanità, per un medico, è la prima ed insostituibile qualità. Sento tanti miei amici dire che il loro mito è un calciatore, o una star del cinema. Il mio mito è invece Frederick Treves, l’uomo che superò l’aspetto fisico e arrivò al cuore, salvando la vita dello sfortunato Joseph Merrick.

“Mai. Oh, mai. Niente morirà mai. L’acqua scorre. Il vento soffia. La nuvola fugge. Il cuore batte… Niente muore.”
Nothing Will Die di Alfred Tennyson, frase citata nel film The Elephant Man.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Sindrome di Proteo: l’uomo che non può smettere di crescere

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dietologo Dieta Perdere Peso Roma Cellulite Sessuologia Sesso Gigantismo Proteo Ecografie Dermatologia Robert Smith Smettere CrescereTutti noi, se potessimo, vorremo crescere qualche centimetro in più. Tutti, o quasi: ci sono persone al mondo che invece hanno il problema opposto, come nel caso di Robert Smith. Conosciamo la sua storia grazie al Daily Mail. Robert Smith è un uomo di 24 anni, cittadino del Regno Unito. E’ prigioniero in casa propria perché soffre di una rara condizione medica, la Sindrome di Proteo, per la quale le sue ossa e la sue pelle non smettono di crescere.

É la stessa sindrome che si pensa abbia colpito nel 19° secolo Joseph Merrick, ai più conosciuto come “The Elephant Man” da cui è stato tratto il famoso omonimo film di David Lynch. La sindrome di Proteo è una rarissima malattia congenita, identificata per la prima volta dal dottor Michael Cohen nel 1979, e il cui nome è stato attribuito nel 1983 dal dottor Hans-Rudolf Wiedemann, in omaggio al dio Proteo della mitologia greca, in grado di trasformare il proprio aspetto fisico; probabilmente il riferimento era al fatto che le manifestazioni del morbo erano ogni volta differenti nei vari pazienti a cui era stata diagnosticata questa malattia.

Robert pesa 120 Kg e porta il 50 di scarpe, inoltre ha problemi di vista e di udito, soffre di idrocefalo ed epilessia e ha subito 74 operazioni chirurgiche. Come se non bastasse, è afflitto anche dal gigantismo, il che significa che la sua statura (circa 2 metri e 10) è destinata ad aumentare, così come l’idrocefalo e l’epilessia. La madre di Robert, ha affermato: «L’unico sollievo che ho è quando una badante si occupa di Robert per tre ore a settimana, ma io non cambierei Robert per nulla al mondo, è un gigante buono e affettuoso. Sarà meraviglioso quando riusciremo finalmente a comprare la sedia a rotelle».

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