Differenza tra acufene o tinnito tonale e non tonale

MEDICINA ONLINE ANATOMIA ORECCHIO ESTERNO MEDIO INTERNO SORDITA IPOACUSIA SISTEMA UDITIVO NERVO 8 VIII CRANICO VESTIBOLO COCLEARE LIEVE PROFONDA DECIBEL TIPI GRADI APPARECCHI ACUSTICI SENSO UDITOL’acufene o tinnito non è una vera e propria malattia in sé, bensì – nella maggioranza dei casi – un sintomo medico, cioè un qualcosa avvertito dal paziente che, in alcuni casi, potrebbe essere la Continua a leggere

Perché fischiano le orecchie? Da cosa dipende e come si cura?

MEDICINA ONLINE ORECCHIO OTORINO CONDOTTO COCLEA CELLULE CILIATE TIMPANO OSSICINI MARTELLO INCUDINE STAFFA LABIRINTITE OTOLITI ACUFENE FISCHIO UDIRE SENSO ESTERNO MEDIO INTERNO.jpgIl termine “acufene” (anche chiamato “tinnito“) indica un sintomo caratterizzato dalla percezione di un rumore simile ad un fischio o un ronzio, in una o in entrambe le orecchie, oppure nella testa, anche se dall’esterno non proviene alcun suono. L’acufene non è una malattia, bensì un sintomo e può essere la spia di una malattia che lo provoca a monte. L’acufene può essere temporaneo, ad esempio quello che si avverte subito dopo aver udito un suono improvviso molto forte e che generalmente dura da alcuni secondi a poche ore, o può durare molto più a lungo, anche mesi, anni o, in alcuni casi, per tutta la vita.

Non esiste una terapia specifica che possa curare tutti gli acufeni: se l’acufene è secondario, si interviene sulla patologia a monte che lo provoca e si suppone che – eliminando la causa – l’acufene sparisca o almeno diminuisca di intensità; se l’acufene è idiopatico, non esistono ad oggi terapie risolutive al 100%. Anche nei casi di acufene secondario, pur trattando efficacemente la causa a monte, non è purtroppo detto che l’acufene scompaia o diminuisca di intensità.
Il disturbo ha caratteristiche diverse a seconda del paziente. Alcune persone percepiscono ronzii, fischi, sibili o suoni ad alta o altissima frequenza, altri descrivono suoni simili ad un coro di cicale o a delle interferenze. L’intensità può essere molto variabile: alcuni descrivono un sintomo più lieve, con un suono percepito “in lontananza”, minimo o sfumato, mentre per altri l’acufene può essere avvertito come molto forte, invasivo, ravvicinato, “centrale” e che arriva perfino a coprire i suoni ambientali, rappresentando quindi un problema per la normale capacità uditiva.
Molti pazienti riferiscono un peggioramento del sintomo quando le condizioni atmosferiche cambiano, ad esempio quando si verificano episodi di bassa pressione (pioggia, temporali e tempo uggioso in generale). Un aumento della pressione arteriosa (ipertensione) o una sua diminuzione (ipotensione), possono determinare la comparsa di un acufene o peggiorarne uno già esistente e lo stesso possono fare l’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue (iperglicemia) e la sua diminuziuone (ipoglicemia). Stati di forte ansia, depressione, attacchi di panico, sonno, fame, sete e stress psico-fisico possono determinare la comparsa di un acufene o peggiorarne uno già esistente. La tachicardia può rendere più fastidioso un acufene pulsante.
Ogni persona ha un proprio livello di tolleranza al rumore prodotto dall’acufene sia in base al tipo ed al livello di gravità dell’acufene, sia in base alla capacità del soggetto di imparare a gestirlo, ad esempio imparando ad ignorarlo il più possibile. Pur trattandosi di una esperienza molto personale, tuttavia da quasi tutti i pazienti viene descritta come fastidiosa o addirittura estremamente fastidiosa, specie nei momenti di silenzio. Quando la persona con acufene si trova in ambienti rumorosi, infatti, il fischio tende ad essere coperto dal rumore ambientale: nei momenti di silenzio, invece, il sintomo diventa molto più evidente ed invasivo. Non a caso l’acufene viene avvertito soprattutto la sera e la notte, quando l’igiene del sonno prevederebbe il silenzio assoluto per potersi addormentare. Al momento di addormentarsi, l’udire l’acufene può generare ansia e l’ansia può peggiorare l’acufene o comunque la sua percezione, in un circolo vizioso difficile da spezzare: nei casi più gravi l’acufene notturno può generare forme di insonnia estremamente difficili da trattare.
L’acufene cronico grave rappresenta un vero e proprio handicap ed è capace di interferire fortemente con il funzionamento della persona in campo sociale, relazionale e professionale, abbassando di netto la qualità della vita del soggetto e rappresentando un fattore di rischio per malattie psichiatriche come la depressione. Non sono rare le ideazioni suicidarie in soggetti con acufene grave, continuo e che perdura da anni, senza possibilità di una cura che elimini del tutto il problema.

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Diffusione

Si stima che l’acufene sia piuttosto frequente e in grado di interessare circa 10% ÷ 15% delle persone; nella maggior parte dei casi viene tollerato ragionevolmente bene, mentre nell’1-2% degli individui può causare problemi di adattamento al disturbo particolarmente significativi. Circa 2.5-5 milioni di italiani convivono con l’acufene.

Età di insorgenza

L’acufene non fa distinzioni: può colpire a qualsiasi età, anche se non si tratta di un sintomo diffuso tra i bambini, che riferiscono la patologia più raramente rispetto agli adulti, in parte perché è più probabile che i bambini affetti da acufene abbiano problemi di udito fin dalla nascita. Potrebbero quindi non notare l’acufene e non preoccuparsi, proprio perché sono abituati a questo problema fin dalla nascita.

Modalità di insorgenza

Un acufene può comparire improvvisamente, senza alcun motivo apparente o legato a episodi acuti, come traumi cerebrali. Altri acufeni possono invece presentarsi in modo graduale, senza alcun motivo o in seguito a svariati motivi, come otiti, alterazioni dell’articolazione temporo-mandibolare o tumori.

Classificazione e tipi di acufene

In base alla durata, l’acufene può essere di tre tipi principali:

  • acufene acuto: ha una durata di massimo tre mesi;
  • acufene subacuto: ha una durata compresa tra tre mesi ed un anno;
  • acufene cronico: ha una durata superiore ad un anno e nei casi più gravi può persistere per tutta la vita.

Un acufene acuto, se non si interviene prontamente (ad esempio con antibiotici ed antinfiammatori) per curare la causa a monte che lo determina, può diventare subacuto e cronico. In genere è più facile intervenire per curare efficacemente un acufene acuto che uno subacuto o cronico. Quando un acufene viene avvertito in modo continuo per oltre un mese, è alta la probabilità che diventi cronico e che persista per tutta la vita.
L’acufene può essere definito “recidivante“, quando si presenta periodicamente, per poi diminuire di intensità e sparire, per poi ripresentarsi nuovamente a distanza di tempo variabile.

In base alla zona in cui viene avvertito l’acufene, si ha:

  • acufene monolaterale: il suono viene avvertito solo nell’orecchio destro o in quello sinistro;
  • acufene bilaterale: il suono viene avvertito sia nell’orecchio destro che in quello sinistro, a volte contemporaneamente, a volte in modo alternato, in alcuni casi avvertendo lo stesso identico suono nelle due orecchie, in altri avvertendo suoni di tipo diverso;
  • acufene centrale: il suono viene avvertito in modo centrale, “nel mezzo della testa”.

In base alla causa, l’acufene è secondario o idiopatico. L’acufene viene definito “secondario“, quando è causato a monte da svariate patologie, in particolare quelle che interessano l’orecchio, come le otiti. In molti casi l’acufene è “idiopatico“, cioè non si riesce a capire con esattezza da cosa sia procurato. Se l’acufene è secondario, in genere curando la patologia a monte che lo provoca, tende a scomparire gradatamente. I casi idiopatici possono anch’essi sparire nel tempo, tuttavia tendono più frequentemente ad essere cronici e purtroppo a durare anni o per tutta la vita, causando gravi disagi alla persona.

L’acufene può essere caratterizzato da un suono unico (acufene monotonale) o due suoni insieme (acufene bitonale) o più suoni contemporanemanete (acufene pluritonale). Il volume di un acufene può variare da appena percettibile a estremamente alto.

A seconda del fatto che l’acufene possa o non possa essere ascoltato da altre persone oltre al paziente, avremo:

  • acufene soggettivo (acufene propriamente detto): il suono viene percepito solo dall’individuo che ne soffre, ma non può essere ascoltato da un osservatore esterno, neanche usando strumenti amplificatori. E’ il tupo di acufene più diffuso;
  • acufene oggettivo: il suono può essere percepito anche da ascoltatori esterni. L’acufene è generato da rumori interni dell’organismo, come quelli legati al flusso sanguigno) e può quindi essere ascoltato anche dal medico. E’ il tipo di acufene più raro.

L’acufene può essere definito continuo quando non si smette mai di udirlo, oppure intermittente: in questo caso la persona tende ad averlo in orari della giornata specifici, magari in corrispondenza di determinate attività (ad esempio solo a pranzo o duranze sforzi fisici) oppure può avvertirlo in orari imprevedibili, mentre in altri momenti l’acufene è totalmente assente o comunque talmente limitato da essere avvertito come molto lontano e poco invasivo. Un acufene continuo può diminuire fortemente di intensità per poi ripresentarsi ad intensità normale, tanto da apparire intermittente.

Alcuni tipi di acufene sono detti “pulsanti“. L’acufene pulsante è un tipo particolare di acufene che – anziché essere continuo – è di tipo ritmico e pulsante. Nella maggioranza dei casi il suoni va a tempo con il battito cardiaco, quindi ad esempio aumenta in frequenza durante una tachicardia. Di solito, ma non sempre, l’acufene pulsante è oggettivo e quindi può essere udito dal medico durante l’esame obiettivo, ad esempio appoggiando lo stetoscopio sul collo del paziente, oppure mediante un microfono collocato all’interno del condotto uditivo e collegato con un amplificatore e un trasduttore esterno. Nonostante non sia una forma frequente di acufene alcune delle sue cause sono note, come ad esempio ipertensione arteriosa, soffi al cuore, patologie a carico delle trombe di Eustachio, tumore glomico ed anomalie in una vena o in un’arteria cerebrale.

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Possibili cause e fattori di rischio

La causa esatta dell’acufene è tuttora sconosciuta, ma potrebbe essere legato al modo in cui i suoni vengono percepiti a livello dell’orecchio e/o interpretati dal cervello; in alcuni casi potrebbe non essere legato a una causa unica, ma a una combinazione di diversi fattori. Di fatto il tinnito è quindi un sintomo e non una malattia. Tra i diversi fattori di rischio e possibili cause dell’acufene, ci sono:

  • Infiammazione del nervo acustico. Il nervo acustico si trova nell’orecchio interno, esattamente dietro la coclea e trasmette al cervello informazioni su udito ed equilibrio: una sua infiammazione potrebbe essere la causa di un acufene.
  • Meningite. Un acufene può comparire in caso di infezioni delle meningi, le membrane che rivestono il sistema nervoso.
  • Problemi di udito provocati dall’esposizione a rumori intensi. L’esposizione acuta o cronica a rumori molto forti può danneggiare e persino distruggere le cellule dotate di filamenti (le cellule ciliate) che si trovano nell’orecchio interno. Una volta danneggiate le cellule ciliate non possono essere ricostruite o sostituite. Tra i soggetti colpiti da acufene circa due su tre hanno difficoltà di udito, questa sembra quindi essere la causa più comune.
  • Accumulo di cerume nel condotto uditivo. La quantità di cerume prodotta dalle orecchie varia da persona a persona. A volte si produce una quantità di cerume tale da compromettere l’udito o da far sembrare più forte l’acufene; se vi accorgete di un eccesso di cerume chiedete al vostro medico di famiglia di farvelo togliere manualmente: quest’operazione non può essere effettuata con un semplice cotton fioc (che può anzi peggiorare la situazione), ma deve essere eseguita da un otorinolaringoiatra (medico specialista che si occupa delle orecchie, del naso e della gola) o dal medico stesso.
  • Alcuni farmaci. Alcuni farmaci sono ototossici, cioè pericolosi per l’orecchio e potrebbero determinare l’acufene come effetto collaterale (acufene “iatrogeno”). Gli effetti collaterali, che possono dipendere dal dosaggio del farmaco, possono essere temporanei oppure permanenti. Prima di assumere un qualsiasi farmaco, assicuratevi che il medico che ve lo prescrive sappia che soffrite di acufene e informatevi sulle terapie alternative che potrebbero essere adatte nel vostro caso.
  • Infezioni dell’orecchio o sinusite. Molte persone, compresi i bambini, possono soffrire di acufene durante un’infezione dell’orecchio (ad esempio una otite media secretiva che interessi la cassa timpanica o la tuba di Eustachio, con presenza di catarro tubarico) o una sinusite. Una volta curata l’infezione, di solito l’acufene diminuisce fino a scomparire gradualmente.
  • Disordini temporo-mandibolari. Alcune persone hanno i muscoli o le articolazioni della mandibola (ATM, cioè articolazioni temporo-mandibolari) non correttamente allineate: questo non provoca soltanto l’acufene, ma può anche influire negativamente sui muscoli e sui nervi cranici e sulle strutture incaricate di ammortizzare i colpi, che si trovano all’interno dell’articolazione della mascella. Molti dentisti sono specializzati nella cura dei disordini temporo-mandibolari e mascellari e potranno consigliarvi efficacemente nella scelta della terapia.
  • Malattie cardiovascolari. Una piccola percentuale di persone affette da acufene soffre di acufene pulsante: di solito in questo caso si avverte una pulsazione ritmica, che spesso va a tempo con il battito cardiaco. L’acufene pulsante può indicare la presenza di una malattia cardiovascolare (cioè di una compromissione del normale flusso sanguigno nelle vene e nelle arterie), come ad esempio soffio al cuore, ipertensione arteriosa o arteriosclerosi (indurimento della parete esterna delle arterie).
  • Alcuni tipi di tumore. Succede molto raramente, ma a volte si può essere affetti da un tumore benigno che cresce lentamente nei nervi acustici, vestibolari o facciali. Questi tumori possono causare: acufene, sordità, paralisi facciale e problemi di equilibrio. Ad esempio il neurinoma del nervo acustico o il meningioma possono determinare acufene.
  • Traumi alla testa e al collo. Anche i traumi alla testa e al collo possono provocare l’acufene, specie se estesi, con fratture e con emorragie.
  • Alcune malattie, come ad esempio l’ipotiroidismo o ipertiroidismo, la malattia di Lyme, la fibromialgia, la malattia di Ménierè e la sindrome di presa toracica, possono presentare l’acufene come sintomo.
  • Anomalie anatomiche congenite o secondarie. Strutture anatomiche anomale già presenti alla nascita o secondarie a traumi o altre cause, come ossa e vasi sanguigni, possono favorire la comparsa di acufene.
  • Lesioni che colpiscono il sistema nervoso centrale. Qualsiasi lesione neurologica che può interessare direttamente o indirettamente le vie uditive, può favorir la comparsa di acufene, ad esempio l’ictus cerebrale ischemico o emorragico e la sclerosi multipla.

Acufene idiopatico

In alcuni casi l’acufene è il sintomo di una malattia specifica, che viene individuata dal medico. Ciò è un bene perché, intervendondo se possibile per curare tale malattia, l’acufene dovrebbe sparire o comunque diminuire di intensità (anche se purtroppo a volte neanche curare la malattia a monte elimina l’acufene). In altri casi, invece, l’acufene insorge senza alcuna causa specifica nota ed in questo caso viene definito “acufene idiopatico”. Quando si presenta un acufene idiopatico, è più complicato intervenire con cure specifiche, sia perché non essendo nota una causa ben determinata del problema, non si può intervenire su di essa, sia perché non esistono cure specifiche capaci di eliminare l’acufene. Un acufene idiopatico può diventare cronico o, in altri casi, sparire da solo.

Un rumore molto forte è sufficiente a causare acufene?

Molti si chiedono se un’esposizione non ripetuta a un rumore forte, avvenuta magari molto tempo prima, può provocare l’acufene. La risposta è si: i bambini, come del resto le persone di ogni età, possono essere a rischio di acufene se esposti a rumori molto forti. Alcune occasioni del tempo libero, come le sagre, i concerti, le corse automobilistiche o gli eventi sportivi possono essere attività molto rumorose che potrebbero danneggiare le orecchie dei bambini. Vi consigliamo di proteggere le orecchie, di mettere in guardia i bambini dai pericoli dei rumori forti e di valutare la possibilità di non far partecipare i bambini all’evento o di farli allontanare dalla fonte di rumore. Si può parlare di un danno vero e proprio se:

  • vi devono parlare a voce alta perché voi sentiate,
  • le orecchie vi fanno male,
  • oppure se il vostro udito è peggiorato immediatamente dopo l’esposizione al rumore.

L’esposizione al rumore può essere unica oppure ripetuta per mesi o per anni. Il volume del rumore può influire sul livello della perdita di udito, ad esempio i rumori di 100 decibel percepiti per più di un quarto d’ora possono provocare la sordità, come i rumori di 110 decibel, uditi anche solo per più di un minuto. Ricordiamo però che l’esposizione non ripetuta a un rumore di forte intensità non provoca automaticamente l’acufene o la sordità permanente, poiché la sensibilità uditiva varia da persona a persona. È anche possibile che il danno dovuto all’esposizione al rumore non venga notato per molti anni.

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Acufene ed ereditarietà

Potrebbe esserci una qualche predisposizione ereditaria per alcune persone, ma non si sa con certezza se l’acufene sia già scritto nei nostri geni. Gli scienziati che lavorano alla mappatura del genoma umano, ad esempio, non hanno ancora scoperto nessun gene dell’acufene, ma hanno identificato i geni responsabili di alcuni problemi d’udito molto rari, della disfunzione temporo-mandibolare, della sindrome di Ménière e del neurinoma acustico. Queste patologie spesso comprendono l’acufene come effetto collaterale e questo indica che ci potrebbe essere un qualche collegamento, ma l’argomento è ancora lontano dall’essere esplorato sufficientemente.

Tipo di suono udito

Spesso l’acufene viene definito “ronzio nelle orecchie”, ma alcune persone percepiscono rumori come:

  • sibili,
  • rombi,
  • fischi,
  • stridori,
  • tintinnii,
  • fruscii,
  • crepitii,
  • interferenze;
  • soffi,
  • pulsazioni.

Sintomi e segni associati

L’acufene è esso stesso un sintomo. In base alla causa a monte che lo ha determinato o favorito, potrebbe essere associato ad altri sintomi e segni, tra cui:

  • rinorrea (naso che cola);
  • ipoacusia;
  • sordità;
  • sensazione di orecchio ovattato;
  • dolore alle tempie;
  • dolore all’orecchio;
  • dolore nella parte centrale del volto, in corrispondenza dei seni paranasali;
  • paralisi facciale;
  • difficoltà visive di varia natura (visione sfocata, visione appannata, visione distorta, perdita della vista…);
  • mal di testa;
  • difficoltà di concentrazione;
  • letargia;
  • ansia;
  • vertigini;
  • amnesie;
  • improvvisi cambi comportamentali;
  • alterazioni neurologiche motorie e/o sensoriali;
  • allucinazioni visive e/o uditive;
  • perdita di coscienza.

La presenza di uno o più di questi sintomi e segni, rilevati dal medico durante l’anamnesi e l’esame obiettivo, lo aiutano nella diagnosi.

Diagnosi

Oltre all’anamnesi ed all’esame obiettivo, il medico può servirsi di vari strumenti per individuare la possibile causa a monte dell’acufene, tra cui:

  • esame del sangue;
  • esame audiometrico;
  • esame impedenziometrico;
  • esame vestibolare;
  • endoscopia;
  • ecografia;
  • radiografia;
  • TC;
  • risonanza magnetica.

Pericoli del fischio nell’orecchio

Raramente l’acufene è sintomo di una condizione grave e nella maggior parte dei casi è fondamentalmente solo una causa di fastidio. In alcuni casi è tuttavia possibile che l’impatto sul quotidiano sia tale da influire su concentrazione e qualità del sonno, fino a diventare una vera e propria causa di depressione; può interferire con la normale vita di relazione e con le altre attività quotidiane e tutto questo fa sì che il malato, specie se è già predisposto, possa scivolare verso uno stato depressivo, ansia, stanchezza e stress. In letteratura si trovano le prove che la maggior parte delle persone affette da acufene non è depressa e nemmeno seriamente disturbata dal sintomo, ma i pazienti che già erano depressi, al contrario, si sentono molto più danneggiati dal problema rispetto ai pazienti non depressi. Nei soggetti predisposti è quindi assolutamente raccomandabile un supporto psicologico.

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Cura e terapia del fischio nell’orecchio

Ad oggi non esiste alcuna cura definitiva per l’acufene, non esiste cioè nessuna bacchetta magica che permetta ai milioni di persone che ne soffrono di non sentire più quel rumore nelle orecchie e nella testa, ma tendenzialmente il sintomo tende a migliorare nel tempo e in alcuni casi si può trovare sollievo dall’acufene, soprattutto quando sia possibile individuare esattamente la causa scatenante. Ad esempio alcune persone producono cerume in eccesso che impedisce ai rumori provenienti dall’esterno di penetrare nell’orecchio: quando il cerume o un qualsiasi oggetto esterno (come un capello) toccano il padiglione auricolare può prodursi come risultato l’acufene. Facendo rimuovere il cerume dal medico o dall’otorino, si rimuove anche la causa che provoca il disturbo. Alcune persone con gravi problemi di udito hanno sperimentato che un impianto cocleare li aiuta a sentire il mondo intorno a loro e questo in parte rende l’acufene nella loro testa meno fastidioso. Nessuno di questi esempi rappresenta una cura rapida e definitiva, ma tutti indicano con certezza che esistono metodi per alleviare il disturbo.

Stile di vita

Anche se spesso si tende a sottovalutare l’impatto di un corretto stile di vita, sono numerose le testimonianze di pazienti che hanno trovato un enorme sollievo correggendo alcuni aspetti come:

  1. Smettere di fumare.
  2. Bere almeno 1.5-2 l di acqua al giorno.
  3. Ridurre drasticamente l’uso del sale e degli alimenti salati (attenzione ai cibi industriali!).
  4. Evitare gli alcolici.
  5. Evitare la caffeina (caffè, cola, bibite energetiche, …).
  6. Evitare pasti troppo ricchi di grassi, piccanti, …

Terapie disponibili

Esistono diverse terapie contro l’acufene, ma vi consigliamo comunque di sentire il vostro medico, audiologo o specialista per scoprire la migliore terapia nel vostro caso. L’acufene è un disturbo che varia molto da persona a persona, quindi terapie diverse hanno effetti diversi a seconda del paziente.

Le terapie dell’acufene, proprio come le cause del disturbo, sono svariate, e ciò che funziona per un paziente potrebbe non funzionare in tutti i casi. Anche la ricerca clinica controllata è limitata, e quindi non ci sono dati che affermino con certezza che una terapia è nettamente migliore delle altre.

I mascheratori e i generatori di rumore sono per molti versi simili, il protocollo di entrambe le terapie introduce rumori estranei nella vita del paziente. I mascheratori spesso rappresentano una valida opzione per gestire l’acufene, perché il loro scopo è quello di alleviare immediatamente la percezione del disturbo. Gli ausili per l’udito, gli apparecchi combinati e diversi tipi di generatori di suoni possono realizzare un mascheramento totale o parziale. Nello specifico i mascheratori posti all’interno dell’orecchio emettono rumori che coprono parzialmente o totalmente l’acufene. Generalmente vengono impostati per emettere un rumore ad alta frequenza.

Emettendo un rumore poco intenso i generatori di rumore permettono a chi soffre di acufene di continuare a udirlo. L’intenzione è quella di permettere al paziente di abituarsi all’acufene, mescolando il rumore prodotto dall’acufene con quello emesso dal generatore di rumore. Questi apparecchi spesso sono usati insieme a quello che viene definito counseling direttivo. Lo scopo dell’unione di queste due terapie è quello di riabituare il cervello ed aiutare il paziente ad abituarsi al rumore dell’acufene fino quasi a non sentirlo più.

Mentre il mascheramento di solito è efficace fin da subito, i generatori di rumore impiegano più tempo ad alleviare il disturbo in maniera significativa e misurabile: il periodo può variare da alcuni mesi fino a uno, a volte due, anni.

L’inibizione residua è la scomparsa temporanea dell’acufene nel momento in cui viene spento il mascheratore. A volte, dopo aver acceso il mascheratore, averlo indossato per pochissimo tempo e averlo spento, si può scoprire che l’acufene si è molto ridotto oppure è scomparso totalmente. Il lasso di tempo in cui l’acufene può scomparire dopo il mascheramento può variare da alcuni minuti ad alcuni giorni. Le persone che sperimentano l’inibizione residua devono avere un acufene che può essere mascherato, cioè il mascheramento deve essere una terapia valida per il vostro acufene.

In commercio non esiste alcun farmaco specifico per curare l’acufene, tuttavia ci sono diversi farmaci che hanno alleviato l’acufene nel caso di molti pazienti. Ovviamente ci sono delle precauzioni da osservare quando li si usa, ad esempio alcuni farmaci che alleviano l’acufene possono causare dipendenza e dovrebbero essere usati solo sotto supervisione di un medico specializzato.

Se avete delle domande su una cura naturale potete consultare un medico naturopata della vostra zona per avere ulteriori informazioni, è comunque consigliabile mantenere un sano scetticismo nei confronti di tutti i prodotti che pretendono di curare l’acufene e, in generale, di tutte le terapie per questo disturbo. Da un altro punto di vista, se davvero c’è qualcosa che non fa male e può migliorare la qualità della vita o il benessere generale, vale la pena di parlarne con il vostro medico e magari di provarlo.

Da un punto di vista scientifico non ci sono inoltre evidenze che multivitaminici e prodotti simili possano condurre a miglioramenti.

Psicoterapia

La psicoterapia cognitivo comportamentale è un approccio che ha dimostrato di permettere grandi risultati in pazienti affetti da ansia e depressione; è basato sull’idea che i pensieri del paziente influiscano in modo determinante sui modi in cui poi agisce e percepisce le emozioni.

Questa tecnica può essere efficacemente applicata anche allo stress e all’ansia connessi alla percezione dell’acufene; ad esempio, se conoscenze del paziente su questo fenomeno sono limitate, è molto probabile che possa diventare ansioso e stressato, emozioni in grado di peggiorare l’entità del sintomo (o almeno di come viene percepito).

Cambiare il modo di pensare al disturbo può contribuire a ridurre l’ansia e consentire di accettare più facilmente il rumore, che nel tempo diventerà così meno evidente e invasivo.

Prevenzione del fischio nell’orecchio

Per prevenire gli acufeni la strategia più importante è proteggere il proprio udito, sia in ambito ricreativo che professionale: indossare i tappi per le orecchie o le cuffie, limitare il periodo di tempo trascorso nell’ambiente rumoroso e attenzioni simili possono davvero fare la differenza sia in termini di prevenzione che riduzione del rischio di peggioramento del disturbo. Anche il rumore durante il tempo libero può avere ripercussioni sul vostro udito. La prossima volta che vi ritrovate nel bel mezzo di un rumore che vi dà fastidio (per esempio durante un evento sportivo, un concerto o mentre siete a caccia) indossate una protezione per le vostre orecchie, che può ridurre il rumore da 15 a 20 decibel. Per le situazioni in cui il rumore è davvero eccessivo, potrebbe essere necessario indossare le cuffie sopra i tappi per le orecchie. Fate attenzione anche alle altre attività che provocano rumori forti, come asciugarvi i capelli o usare il tosaerba. Ricordatevi di proteggervi le orecchie: lasciate le cuffie appese alle maniglie del tosaerba, oppure tenete i tappi per le orecchie in bagno vicino al phon. L’esposizione ripetuta ai rumori forti può avere un effetto complessivo dannoso per il vostro udito.

Cosa può far peggiorare il fischio nell’orecchio?

L’esposizione ai rumori forti, come già detto in precedenza, può avere un effetto negativo sul vostro udito e far peggiorare l’acufene. Fate attenzione a proteggervi con tappi per le orecchie o cuffie, oppure evitando di partecipare a eventi particolarmente rumorosi. Anche alcuni farmaci possono far peggiorare l’acufene. Comunicate al vostro medico di famiglia (e non solo al vostro otorino) tutti i farmaci con e senza obbligo di ricetta che state assumendo o avete assunto di recente. Molte persone trovano che l’alcool, la nicotina e la caffeina, come pure alcuni alimenti, possono far peggiorare l’acufene. Altri, invece, trovano che gli alimenti con un alto contenuto di zucchero o con una quantità qualsiasi di chinino (acqua tonica) possono far sembrare più forte l’acufene. Controllate la vostra risposta a diversi stimoli e trovate un giusto compromesso: evitate di eliminare tutti gli alimenti che vi piacciono, ma anche di far peggiorare l’acufene senza un buon motivo. Da ultimo ricordiamo che anche lo stress e la fatica possono avere ripercussioni sull’acufene. Fate delle pause per rilassarvi, ricordate che gli eventi della vita possono manifestarsi nel vostro organismo sotto forma di peggioramento dell’acufene.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Conflitto neuro vascolare, VIII nervo cranico e fischi nell’orecchio

MEDICINA ONLINE ORECCHIO OTORINO CONDOTTO COCLEA CELLULE CILIATE TIMPANO OSSICINI MARTELLO INCUDINE STAFFA LABIRINTITE OTOLITI ACUFENE FISCHIO UDIRE SENSO ESTERNO MEDIO INTERNOIl conflitto neuro-vascolare è il contatto tra un nervo cranico ed una struttura vascolare (arteriosa o venosa). Questo contatto può essere causa di vari disturbi quali emi-spasmo facciale, nevralgia trigeminale, disfagia e disfonia, acufene o tinnitus.

Il tinnitus o tinnito, è la sensazione fastidiosa di ronzio alle orecchie recepito come rumore talvolta pulsante, fischio, tintinnio, fruscio.È dovuto a una stimolazione anomala dei recettori sensoriali uditivi e può comparire assieme a disturbi del condotto uditivo (cerume, otite), otosclerosi, oppure con malattie dell’orecchio interno, del nervo uditivo, dei centri uditivi oppure associata a ipotensione o ipertensione.

Solitamente ad essere coinvolto è il circolo vertebro-basilare per la sua posizione di contiguità con il tronco dell’encefalo, struttura dalla quale emergono tutti i nervi cranici.
In caso di conflitto neuro-vascolare, il vaso coinvolto presenta progressive alterazioni della mielina che riveste il nervo, così che a livello delle fibre nervose si crea un contatto diretto e quindi patologico, con il vaso suddetto. Ciò comporta un’alterazione della conduzione dello stimolo nervoso che si manifesta con uno o più dei sintomi sopra rammentati.

Nel caso specifico di acufene o tinnitus da conflitto neuro-vascolare, il nervo cranico interessato è l’VIII o stato-acustico. Solitamente con una indagine di risonanza magnetica ad elevato campo (almeno 1.5 Tesla) e sequenze dedicate a strato sottile nella regione di interesse è possibile documentare la presenza di una dolico-ectasia dell’arteria basilare che contatta la superficie anteriore del ponte di Varolio, ovvero la presenza di “loop” delle arterie cerebellari che giungono in contatto diretto con il nervo stato-acustico a livello della cisterna liquorale cerebello-pontina.
In caso di interessamento dell’VIII nervo cranico, oltre all’acufene è possibile in alcuni casi evidenziare una ipo-acusia o iper-acusia e vertigini.

Trattamento:

Nel caso oggetto dell’argomento trattato ovvero il tinnitus da conflitto neuro-vascolare, le opzioni terapeutiche vanno valutate nello specifico caso e da paziente a paziente. Esistono possibilità di trattamento farmacologico (di competenza neurologica), tecniche di mascheramento ovvero di stimolazione sonora (di competenza otorino/audiologica), e nei casi più gravi e refrattari è possibile ricorrere alla opzione microchirurgica (di competenza neurochirurgica).

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Fischio all’orecchio (acufene): significato, cure, quando è pericoloso

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Si stima che la condizione sia piuttosto frequente e in grado di interessare circa 10% ÷ 15% delle persone; nella maggior parte dei casi viene tollerato ragionevolmente bene, mentre nell’1-2% degli individui può causare problemi di adattamento al disturbo particolarmente significativi. Circa 2.5-5 milioni di italiani convivono con l’acufene, ma il disturbo ha caratteristiche diverse a seconda del paziente. Alcune persone percepiscono tintinnii o altri suoni immediatamente dopo l’esposizione a rumori molto forti, come ad esempio dopo un concerto, ma il rumore percepito dopo un po’ sparisce. Altre persone, invece, dicono di sentire un rumore flebile ogni volta che prestano attenzione, ma la maggior parte di esse non può distinguere il rumore tra gli altri suoni ambientali. Altri fattori possono influire sulla gravità del disturbo a seconda del paziente, come ad esempio la diversa gravità dei problemi di udito e i diversi tipi di suoni che vengono percepiti. È interessante notare che il volume dell’acufene, se misurato con strumenti da laboratorio, non è correlato alla gravità dell’acufene percepita dagli stessi pazienti. Ogni persona ha il proprio livello di tolleranza al rumore prodotto dall’acufene. Si tratta di un’esperienza molto personale.

Curiosità: secondo una credenza popolare si dice che quando sentiamo un leggero fischio nell’orecchio sinistro, vuol dire che qualcuno sta parlando bene di noi, al contrario, quando il fischio si avverte nell’orecchio destro, significa che stanno parlando male di noi. Ovviamente è solo una credenza popolare che non fa riferimento a nessuna ricerca scientifica.

Età di insorgenza

L’acufene non fa distinzioni: può colpire a qualsiasi età, anche se non si tratta di una malattia diffusa tra i bambini, che riferiscono la patologia più raramente rispetto agli adulti, in parte perché è più probabile che i bambini affetti da acufene abbiano problemi di udito fin dalla nascita. Potrebbero quindi non notare l’acufene e non preoccuparsi, proprio perché sono abituati a questo problema fin dalla nascita. I bambini, come del resto le persone di ogni età, possono essere a rischio di acufene se esposti a rumori molto forti. Alcune occasioni del tempo libero, come le sagre, i concerti, le corse automobilistiche o gli eventi sportivi possono essere attività molto rumorose che potrebbero danneggiare le orecchie dei bambini. Vi consigliamo di proteggere le orecchie, di mettere in guardia i bambini dai pericoli dei rumori forti e di valutare la possibilità di non far partecipare i bambini all’evento o di farli allontanare dalla fonte di rumore. Se viene individuata una causa scatenante un trattamento mirato può portare a miglioramenti, diversamente si agisce sullo stile di vita per ridurne l’intensità ed eventualmente alla psicoterapia per aiutare il soggetto colpito a conviverci.

Acufene pulsante

L’acufene pulsante è un suono ritmico e pulsante, che nella maggior parte dei casi va a tempo con il battito cardiaco. Di solito, ma non sempre, può essere udito con un esame obiettivo appoggiando lo stetoscopio sul collo del paziente, oppure mediante un microfono collocato all’interno del condotto uditivo.

Nonostante non sia una forma frequente di acufene alcune delle sue cause sono note:

  • ipertensione,
  • soffio al cuore,
  • patologie a carico delle trombe di Eustachio,
  • tumore glomico,
  • anomalie in una vena o in un’arteria, …

Molto spesso questo genere di acufene può essere curato. In caso di comparsa di acufene pulsante si raccomanda una visita medica.

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Cause

La causa esatta dell’acufene è tuttora sconosciuta, ma potrebbe essere legato al modo in cui i suoni vengono percepiti a livello dell’orecchio e/o interpretati dal cervello; in alcuni casi potrebbe non essere legato a una causa unica, ma a una combinazione di diversi fattori. Di fatto il tinnito è quindi un sintomo e non una malattia. Tra le diverse cause probabili,in grado di scatenare peggiorare l’acufene individuiamo:

  • Problemi di udito provocati dal rumore. L’esposizione a rumori molto forti può danneggiare e persino distruggere le cellule dotate di filamenti (le cellule ciliate) che si trovano nell’orecchio interno. Una volta danneggiate le cellule ciliate non possono essere ricostruite o sostituite. Tra i soggetti colpiti da acufene circa due su tre hanno difficoltà di udito, questa sembra quindi essere la causa più comune.
  • Accumulo di cerume nel condotto uditivo. La quantità di cerume prodotta dalle orecchie varia da persona a persona. A volte si produce una quantità di cerume tale da compromettere l’udito o da far sembrare più forte l’acufene; se vi accorgete di un eccesso di cerume chiedete al vostro medico di famiglia di farvelo togliere manualmente: quest’operazione non può essere effettuata con un semplice cotton fioc (che può anzi peggiorare la situazione), ma deve essere eseguita da un otorinolaringoiatra (medico specialista che si occupa delle orecchie, del naso e della gola) o dal medico stesso.
  • Alcuni farmaci. Alcuni farmaci sono ototossici, cioè pericolosi per l’orecchio. Altri farmaci, invece, provocano l’acufene come effetto collaterale, senza danneggiare l’orecchio interno. Gli effetti collaterali, che possono dipendere dal dosaggio del farmaco, possono essere temporanei oppure permanenti. Prima di assumere un qualsiasi farmaco, assicuratevi che il medico che ve lo prescrive sappia che soffrite di acufene e informatevi sulle terapie alternative che potrebbero essere adatte nel vostro caso.
  • Infezioni dell’orecchio o sinusite. Molte persone, compresi i bambini, possono soffrire di acufene durante un’infezione dell’orecchio o una sinusite. Una volta curata l’infezione, di solito l’acufene diminuisce fino a scomparire gradualmente.
  • Disordini temporo-mandibolari. Alcune persone hanno i muscoli o le articolazioni della mascella non correttamente allineate: questo non provoca soltanto l’acufene, ma può anche influire negativamente sui muscoli e sui nervi cranici e sulle strutture incaricate di ammortizzare i colpi, che si trovano all’interno dell’articolazione della mascella. Molti dentisti sono specializzati nella cura dei disordini temporo-mandibolari e mascellari e potranno consigliarvi efficacemente nella scelta della terapia.
  • Malattie cardiovascolari. Una piccola percentuale di persone affette da acufene soffre di acufene pulsante: di solito in questo caso si avverte una pulsazione ritmica, che spesso va a tempo con il battito cardiaco. L’acufene pulsante può indicare la presenza di una malattia cardiovascolare (cioè di una compromissione del normale flusso sanguigno nelle vene e nelle arterie), come ad esempio soffio al cuore, ipertensione o arteriosclerosi (indurimento della parete esterna delle arterie).
  • Alcuni tipi di tumore. Succede molto raramente, ma a volte si può essere affetti da un tumore benigno che cresce lentamente nei nervi acustici, vestibolari o facciali. Questi tumori possono causare: acufene, sordità, paralisi facciale e problemi di equilibrio.
  • Traumi alla testa e al collo. Anche i traumi alla testa e al collo possono provocare l’acufene. Tra gli altri sintomi troviamo: mal di testa, vertigini e amnesie.
  • Alcune malattie, come ad esempio l’ipotiroidismo o ipertiroidismo, la malattia di Lyme, la fibromialgia, la malattia di Ménierè e la sindrome di presa toracica, possono presentare l’acufene come sintomo.

Quando l’acufene è un sintomo di un’altra malattia, la cura di questa può contribuire ad alleviare anche l’acufene. Nonostante tutte queste possibilità, in molti casi lo sviluppo del disturbo avviene senza alcuna ragione (almeno apparente).

Un rumore molto forte è sufficiente a causare acufene?

Molte si chiedono se un’esposizione non ripetuta a un rumore forte, avvenuta magari molti anni prima, può provocare l’acufene. Si può parlare di un danno vero e proprio se:

  • vi devono parlare a voce alta perché voi sentiate,
  • le orecchie vi fanno male,
  • oppure se il vostro udito è peggiorato immediatamente dopo l’esposizione al rumore.

L’esposizione al rumore può essere unica oppure ripetuta per mesi o per anni. Il volume del rumore può influire sul livello della perdita di udito, ad esempio i rumori di 100 decibel percepiti per più di un quarto d’ora possono provocare la sordità, come i rumori di 110 decibel, uditi anche solo per più di un minuto. Ricordiamo però che l’esposizione non ripetuta a un rumore di forte intensità non provoca automaticamente l’acufene o la sordità permanente, poiché la sensibilità uditiva varia da persona a persona. È anche possibile che il danno dovuto all’esposizione al rumore non venga notato per molti anni.

Acufene ed ereditarietà

Potrebbe esserci una qualche predisposizione ereditaria per alcune persone, ma non si sa con certezza se l’acufene sia già scritto nei nostri geni. Gli scienziati che lavorano alla mappatura del genoma umano, ad esempio, non hanno ancora scoperto nessun gene dell’acufene, ma hanno identificato i geni responsabili di alcuni problemi d’udito molto rari, della disfunzione temporo-mandibolare, della sindrome di Ménière e del neurinoma acustico. Queste patologie spesso comprendono l’acufene come effetto collaterale e questo indica che ci potrebbe essere un qualche collegamento, ma l’argomento è ancora lontano dall’essere esplorato sufficientemente.

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Sintomi

Spesso l’acufene viene definito “ronzio nelle orecchie”, ma alcune persone percepiscono rumori come:

  • sibili,
  • rombi,
  • fischi,
  • stridori,
  • tintinnii,
  • ronzii,
  • fruscii,
  • crepitii,
  • soffi,
  • pulsazioni.

L’acufene può essere intermittente oppure costante, può generare un rumore unico oppure diversi rumori e il suo volume può variare da appena percettibile a estremamente alto. È infine interessante la seguente classificazione:

  • Acufene soggettivo: Si tratta dei più comuni e individuano i casi in cui il suono/rumore viene percepito dall’individuo, ma non può essere ascoltato da un osservatore esterno.
  • Acufene oggettivo: Decisamente rari, descrivono i casi in cui il suono è di fatto generato nell’organismo (per esempio dal flusso sanguigno) e può quindi essere ascoltato anche dal medico.

Pericoli

Raramente l’acufene è sintomo di una condizione grave e nella maggior parte dei casi è fondamentalmente solo una causa di fastidio. In alcuni casi è tuttavia possibile che l’impatto sul quotidiano sia tale da influire su concentrazione e qualità del sonno, fino a diventare una vera e propria causa di depressione; può interferire con la normale vita di relazione e con le altre attività quotidiane e tutto questo fa sì che il malato, specie se è già predisposto, possa scivolare verso uno stato depressivo, ansia, stanchezza e stress. In letteratura si trovano le prove che la maggior parte delle persone affette da acufene non è depressa e nemmeno seriamente disturbata dal sintomo, ma i pazienti che già erano depressi, al contrario, si sentono molto più danneggiati dal problema rispetto ai pazienti non depressi. Nei soggetti predisposti è quindi assolutamente raccomandabile un supporto psicologico.

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Cura e terapia

Ad oggi non esiste alcuna cura definitiva per l’acufene, non esiste cioè nessuna bacchetta magica che permetta ai milioni di persone che ne soffrono di non sentire più quel rumore nelle orecchie e nella testa, ma tendenzialmente il sintomo tende a migliorare nel tempo e in alcuni casi si può trovare sollievo dall’acufene, soprattutto quando sia possibile individuare esattamente la causa scatenante. Ad esempio alcune persone producono cerume in eccesso che impedisce ai rumori provenienti dall’esterno di penetrare nell’orecchio: quando il cerume o un qualsiasi oggetto esterno (come un capello) toccano il padiglione auricolare può prodursi come risultato l’acufene. Facendo rimuovere il cerume dal medico o dall’otorino, si rimuove anche la causa che provoca il disturbo. Alcune persone con gravi problemi di udito hanno sperimentato che un impianto cocleare li aiuta a sentire il mondo intorno a loro e questo in parte rende l’acufene nella loro testa meno fastidioso. Nessuno di questi esempi rappresenta una cura rapida e definitiva, ma tutti indicano con certezza che esistono metodi per alleviare il disturbo.

Stile di vita

Anche se spesso si tende a sottovalutare l’impatto di un corretto stile di vita, sono numerose le testimonianze di pazienti che hanno trovato un enorme sollievo correggendo alcuni aspetti come:

  1. Smettere di fumare.
  2. Bere almeno 1.5-2 l di acqua al giorno.
  3. Ridurre drasticamente l’uso del sale e degli alimenti salati (attenzione ai cibi industriali!).
  4. Evitare gli alcolici.
  5. Evitare la caffeina (caffè, cola, bibite energetiche, …).
  6. Evitare pasti troppo ricchi di grassi, piccanti, …

Terapie disponibili

Esistono diverse terapie contro l’acufene, ma vi consigliamo comunque di sentire il vostro medico, audiologo o specialista per scoprire la migliore terapia nel vostro caso. L’acufene è un disturbo che varia molto da persona a persona, quindi terapie diverse hanno effetti diversi a seconda del paziente.

Le terapie dell’acufene, proprio come le cause del disturbo, sono svariate, e ciò che funziona per un paziente potrebbe non funzionare in tutti i casi. Anche la ricerca clinica controllata è limitata, e quindi non ci sono dati che affermino con certezza che una terapia è nettamente migliore delle altre.

I mascheratori e i generatori di rumore sono per molti versi simili, il protocollo di entrambe le terapie introduce rumori estranei nella vita del paziente. I mascheratori spesso rappresentano una valida opzione per gestire l’acufene, perché il loro scopo è quello di alleviare immediatamente la percezione del disturbo. Gli ausili per l’udito, gli apparecchi combinati e diversi tipi di generatori di suoni possono realizzare un mascheramento totale o parziale. Nello specifico i mascheratori posti all’interno dell’orecchio emettono rumori che coprono parzialmente o totalmente l’acufene. Generalmente vengono impostati per emettere un rumore ad alta frequenza.

Emettendo un rumore poco intenso i generatori di rumore permettono a chi soffre di acufene di continuare a udirlo. L’intenzione è quella di permettere al paziente di abituarsi all’acufene, mescolando il rumore prodotto dall’acufene con quello emesso dal generatore di rumore. Questi apparecchi spesso sono usati insieme a quello che viene definito counseling direttivo. Lo scopo dell’unione di queste due terapie è quello di riabituare il cervello ed aiutare il paziente ad abituarsi al rumore dell’acufene fino quasi a non sentirlo più.

Mentre il mascheramento di solito è efficace fin da subito, i generatori di rumore impiegano più tempo ad alleviare il disturbo in maniera significativa e misurabile: il periodo può variare da alcuni mesi fino a uno, a volte due, anni.

L’inibizione residua è la scomparsa temporanea dell’acufene nel momento in cui viene spento il mascheratore. A volte, dopo aver acceso il mascheratore, averlo indossato per pochissimo tempo e averlo spento, si può scoprire che l’acufene si è molto ridotto oppure è scomparso totalmente. Il lasso di tempo in cui l’acufene può scomparire dopo il mascheramento può variare da alcuni minuti ad alcuni giorni. Le persone che sperimentano l’inibizione residua devono avere un acufene che può essere mascherato, cioè il mascheramento deve essere una terapia valida per il vostro acufene.

In commercio non esiste alcun farmaco specifico per curare l’acufene, tuttavia ci sono diversi farmaci che hanno alleviato l’acufene nel caso di molti pazienti. Ovviamente ci sono delle precauzioni da osservare quando li si usa, ad esempio alcuni farmaci che alleviano l’acufene possono causare dipendenza e dovrebbero essere usati solo sotto supervisione di un medico specializzato.

Se avete delle domande su una cura naturale potete consultare un medico naturopata della vostra zona per avere ulteriori informazioni, è comunque consigliabile mantenere un sano scetticismo nei confronti di tutti i prodotti che pretendono di curare l’acufene e, in generale, di tutte le terapie per questo disturbo. Da un altro punto di vista, se davvero c’è qualcosa che non fa male e può migliorare la qualità della vita o il benessere generale, vale la pena di parlarne con il vostro medico e magari di provarlo.

Da un punto di vista scientifico non ci sono inoltre evidenze che multivitaminici e prodotti simili possano condurre a miglioramenti.

Psicoterapia

La psicoterapia cognitivo comportamentale è un approccio che ha dimostrato di permettere grandi risultati in pazienti affetti da ansia e depressione; è basato sull’idea che i pensieri del paziente influiscano in modo determinante sui modi in cui poi agisce e percepisce le emozioni.

Questa tecnica può essere efficacemente applicata anche allo stress e all’ansia connessi alla percezione dell’acufene; ad esempio, se conoscenze del paziente su questo fenomeno sono limitate, è molto probabile che possa diventare ansioso e stressato, emozioni in grado di peggiorare l’entità del sintomo (o almeno di come viene percepito).

Cambiare il modo di pensare al disturbo può contribuire a ridurre l’ansia e consentire di accettare più facilmente il rumore, che nel tempo diventerà così meno evidente e invasivo.

Prevenzione

Per prevenire gli acufeni la strategia più importante è proteggere il proprio udito, sia in ambito ricreativo che professionale: indossare i tappi per le orecchie o le cuffie, limitare il periodo di tempo trascorso nell’ambiente rumoroso e attenzioni simili possono davvero fare la differenza sia in termini di prevenzione che riduzione del rischio di peggioramento del disturbo.

Anche il rumore durante il tempo libero può avere ripercussioni sul vostro udito. La prossima volta che vi ritrovate nel bel mezzo di un rumore che vi dà fastidio (per esempio durante un evento sportivo, un concerto o mentre siete a caccia) indossate una protezione per le vostre orecchie, che può ridurre il rumore da 15 a 20 decibel. Per le situazioni in cui il rumore è davvero eccessivo, potrebbe essere necessario indossare le cuffie sopra i tappi per le orecchie. Fate attenzione anche alle altre attività che provocano rumori forti, come asciugarvi i capelli o usare il tosaerba. Ricordatevi di proteggervi le orecchie: lasciate le cuffie appese alle maniglie del tosaerba, oppure tenete i tappi per le orecchie in bagno vicino al phon. L’esposizione ripetuta ai rumori forti può avere un effetto complessivo dannoso per il vostro udito.

Cosa può far peggiorare l’acufene?

L’esposizione ai rumori forti, come già detto in precedenza, può avere un effetto negativo sul vostro udito e far peggiorare l’acufene. Fate attenzione a proteggervi con tappi per le orecchie o cuffie, oppure evitando di partecipare a eventi particolarmente rumorosi.

Anche alcuni farmaci possono far peggiorare l’acufene. Comunicate al vostro medico di famiglia (e non solo al vostro otorino) tutti i farmaci con e senza obbligo di ricetta che state assumendo o avete assunto di recente.

Molte persone trovano che l’alcool, la nicotina e la caffeina, come pure alcuni alimenti, possono far peggiorare l’acufene. Altri, invece, trovano che gli alimenti con un alto contenuto di zucchero o con una quantità qualsiasi di chinino (acqua tonica) possono far sembrare più forte l’acufene. Controllate la vostra risposta a diversi stimoli e trovate un giusto compromesso: evitate di eliminare tutti gli alimenti che vi piacciono, ma anche di far peggiorare l’acufene senza un buon motivo.

Da ultimo ricordiamo che anche lo stress e la fatica possono avere ripercussioni sull’acufene. Fate delle pause per rilassarvi, ricordate che gli eventi della vita possono manifestarsi nel vostro organismo sotto forma di peggioramento dell’acufene.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine