Le amilasi sono enzimi importanti nei processi digestivi che coinvolgono i carboidrati. Le amilasi possono essere ritrovate nella saliva, nel sangue e nelle urine; sono prodotte principalmente nel pancreas e nelle ghiandole salivari, di conseguenza, un loro aumento nel sangue o nelle urine, è spesso sintomo di una patologia che interessa la ghiandola pancreatica, ad esempio una pancreatite, ma anche un’ostruzione del dotto pancreatico o una alterata funzionalità dei reni. In particolare durante una pancreatite acuta l’amilasemia aumenta spesso fino a 6 volte oltre i valori massimi: tale aumento si verifica entro 12 ore dall’evento e generalmente le amilasi nel sangue rimangono elevate per tre – quattro giorni, mentre l’amilasi nelle urine si alza dopo circa 24 ore dall’evento e può permanere alta fino a 10 giorni. L’amilasi nel sangue viene spesso misurata in associazione alla lipasi. Esistono diverse amilasi:
- alfa-amilasi;
- beta-amilasi;
- glucan 1,4-alfa-glucosidasi (o gamma-amilasi);
- glucano 1,4-alfa-maltoidrolasi (o amilasi maltogenica).
Funzioni delle amilasi
Le amilasi sono enzimi necessari alla digestione; l’amilasi (isoenzima pancreatico) viene riversata dal pancreas nell’intestino tenue attraverso il dotto pancreatico, dove interviene nella digestione dei carboidrati assunti con la dieta, in arrivo dallo stomaco. In particolare le amilasi catalizzano la degradazione dei legami oligosaccaridici e polisaccaridici dei carboidrati per ottenere composti più semplici, come i disaccaridi.
Produzione delle amilasi
Le amilasi sono prodotte da:
- pancreas (quasi il 40% del totale);
- ghiandole salivari (quasi il 60% del totale);
- intestino tenue;
- fegato;
- polmoni;
- placenta;
- tube di Falloppio.
Come potete notare la produzione di amilasi è quasi completamente a carico di pancreas e ghiandole salivari.
Amilasi salivare
L’amilasi presente nella saliva è l’enzima “ptialina” che, insieme alla masticazione, si può considerare l’inizio della digestione, che avviene proprio in bocca. la ptialina inizia a degradare l’amido degli alimenti cotti, liberando maltosio e destrine ed è questo il motivo per cui alimenti ricchi di amido e poveri di zucchero – come patate, riso o pane, se masticati per lunghi periodi, acquistano un sapore dolciastro. Le amilasi “lavorano” ad un pH abbastanza neutro (tra 6.7 e 7) quindi, quando vengono sospinte nello stomaco, dove il pH scende ad alti livelli di acidità (tra 1.5 e 3), la ptialina viene inattivata.
Amilasi nel sangue
La concentrazione di amilasi nel sangue è detta “amilasemia”. Variazioni dell’amilasemia prendono il nome di:
- iperamilasemia: la concentrazione di amilasi nel sangue è più elevata del normale;
- ipoamilasemia: la concentrazione di amilasi nel sangue è più bassa del normale.
Per determinare l’amilasemia è sufficiente un campione di sangue venoso, ottenuto tramite un prelievo.
Amilasi nelle urine
Le amilasi circolanti nel sangue vengono in parte eliminate con le urine. La concentrazione di amilasi nelle urine è detta “amilasuria”. Variazioni dell’amilasuria prendono il nome di:
- iperamilasuria: la concentrazione di amilasi nelle urine è più elevata del normale;
- ipoamilasuria: la concentrazione di amilasi nelle urine è più bassa del normale.
La concentrazione dell’enzima nelle urine rispecchia quella del sangue, ma l’aumento e la riduzione sono ritardati rispetto a quella ematica. Quando si forma un accumulo di liquido nella cavità addominale (ascite), il test dell’amilasi può essere effettuato su liquido peritoneale come supporto nella diagnosi di pancreatite. L’amilasuria viene a volte prescritta con la determinazione della clearance della creatinina, per valutare il rapporto tra amilasi e creatinina filtrata dai reni. Questo test è usato per indagare la funzionalità renale (se ridotta, questa comporta una riduzione della quota di escrezione dell’amilasi).
Valori normali e patologici di amilasi ematiche, salivari e urinarie
Nell’individuo adulto sano, i valori di amilasi sono:
- amilasi nel sangue: 1-225 U.I./l (unità internazionali per litro);
- frazione pancreatica: 17-115 U.I./l;
- frazione salivare: 17-135 U.I./l;
- amilasuria: 25-1.500 U.I. nelle 24 ore.
In quali casi è utile conoscere la concentrazione di amilasi?
Conoscere le amilasi è utile al medico per diagnosticare e/o monitorare varie condizioni e patologie, tra cui:
- pancreatite acuta;
- infezione pancreatica;
- tumore pancreatico;
- altri tipi di tumore;
- colecistite;
- calcoli della colecisti;
- calcoli pancreatici;
- epatite cronica;
- ostruzione del dotto pancreatico (da tumore del pancreas o calcoli).
Il medico può essere spinto a conoscere le amilasi del paziente se esso presenta alcuni di questi sintomi:
- anoressia (mancanza di appetito);
- perdita di peso inspiegabile;
- dolore addominale;
- febbre;
- dispepsia (cattiva digestione);
- gonfiore addominale;
- meteorismo;
- nausea e vomito inspiegabili.
Cause di amilasi alte
La cause principali di un aumento delle amilasi nel sangue, e di conseguenza nelle urine, sono:
- pancreatite acuta;
- insufficienza renale;
- calcoli alla colecisti;
- ostruzioni dei dotti biliari;
- calcoli pancreatici;
- ostruzion del dotto pancreatico;
- colecistite;
- ostruzione intestinale;
- ulcera;
- cancro al pancreas;
- cancro alle ovaie;
- cancro ai polmoni;
- fibrosi cistica;
- macroamilasemia;
- infezione delle ghiandole salivari (ad esempio orecchioni);
- ostruzione delle ghiandole salivari;
- gastroenterite;
- gravidanza ectopica.
Come potete notare l’iperamilasemia può essere determinata da molte patologie: pur avendo un’elevata sensibilità diagnostica per la pancreatite acuta, ha una bassa specificità, il che significa che se il paziente ha tutti i sintomi di una pancreatite, l’iperamilasemia conferma certamente la patologia, ma se il paziente ha invece i sintomi di una gastroenterite, difficilmente l’iperamilasemia confermerà al 100% la patologia.
Amilasi e lipasi
In presenza di macroamilasi (le amilasi formano aggregati con le globuline del sangue), il dosaggio sierico delle lipasi può fornire utili indicazioni su un eventuale coinvolgimento del pancreas. Anche le lipasi sono dosabili e, non venendo prodotte dalle ghiandole salivari, sono un indice più specifico di danno pancreatico rispetto alle amilasi, anche perché la lipasemia tende a diminuire meno rapidamente rispetto all’amilasemia.
Cause di amilasi basse
L’ipoamilasemia si può verificare nell’insufficienza pancreatica e nella cirrosi epatica. L’ipoamilasuria si può verificare invece nelle nefropatie con riduzione della filtrazione glomerulare.
Una contemporanea grave ridotta concentrazione ematica e urinaria delle amilasi può indicare un grave danno al pancreas, ma anche a disfunzione renale oppure a tossiemia gravidica, tuttavia valori lievemente più bassi rispetto alla norma non hanno generalmente alcun significato clinico.
Altri parametri di laboratorio
Altri parametri di laboratorio utili per indagare direttamente o indirettamente varie malattie pancreatiche, spesso con interessamento di fegato, stomaco e/o colecisti, sono:
- amilasi;
- lipasi;
- transaminasi;
- fosfatasi alcalina (ALP);
- bilirubina totale e frazionata;
- gamma glutamil transferasi (GGT o gamma GT);
- tripsina e chimotripsina;
- albumina;
- marker tumorale CA 19-9;
- lattato deidrogenasi (LDH);
- velocità di eritrosedimentazione (VES);
- proteina C reattiva (PCR);
- pepsina e pepsinogeno;
- elastasi;
- ammoniemia;
- test della coagulazione PT, INR PTT, aPTT, TT;
- fibrinogeno.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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