I termini “fatto giuridico” ed “atto giuridico” ricorrono con frequenza nel linguaggio giuridico: qual è la differenza?
Fatto giuridico
Per “fatto giuridico” si intende qualunque evento Continua a leggere
I termini “fatto giuridico” ed “atto giuridico” ricorrono con frequenza nel linguaggio giuridico: qual è la differenza?
Per “fatto giuridico” si intende qualunque evento Continua a leggere
Un atto respiratorio è fondamentalmente costituito da:
Nel respiro spontaneo di un soggetto normale le fasi inspiratorie durano circa la metà del tempo delle fasi espiratorie. Un atto respiratorio dura circa 3 – 4 secondi. La frequenza respiratoria negli adulti normalmente si attesta su un range di valori tra i 16 ed i 20 atti respiratori al minuto a riposo (più elevati nei bambini). Sotto i 12 atti respiratoti al minuto si parla di bradipnea, mentre sopra i 20 si parla di tachipnea, ma sia bradipnea che tachipnea possono essere non solo patologici, ma anche fisiologici (ad esempio rispettivamente negli sportivi allenati e in soggetti sani sotto sforzo.
L’inspirazione è la fase attiva della respirazione. I centri troncoencefalici inviano impulsi motori al midollo, da li questi raggiungono attraverso i nervi frenici e gli intercostali il diaframma e i muscoli interfcostali. Si assiste all’espansione dalla gabbia toracica. Questa è determinata in primis dalla contrazione a quindi dall’abbassamento del muscolo diaframma, a forma di cupola posto tra il torace e l’addome che provoca un aumento in altezza del torace. In secundis i muscoli intercostali esterni muovono le coste(a parte le prime due, che risultano più rigide) verso l’alto e verso l’esterno (esemplificando: a manico di secchio): ciò provoca una aumento in sezione trasversa della cavità toracica. L’espansione cavitaria è seguita dall’espansione pleurica ad essa accollata. Tra la pleura parietale e quella viscerale c’è un sottile foglietto mucoso che riduce gli attriti e consente un agevole scorrimento dei polmoni. Conseguentemente la pressione nello spazio pleurico(attorno ai polmoni) si riduce e ciò determina un espansione dei polmoni, che sono distensbili.a coadiuvare l’inspirazione sono presenti muscoli detti inspiratori accessori; questi sono i muscoli scaleni e i muscoli sternocleidomastoidei che con l loro contrazione distendono ancor più la gabbia toracica. Normalmente non sono attivi.
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L’espirazione segue l’inspirazione. In genere è un processo passivo dovuto al rilasciamento dei muscoli inspiratori e quindi all’innalzamento del diaframma e al ritorno in situ delle coste. È coadiuvato dai muscoli intercostali interni, che sono disposti perpendicolarmente agli intercostali esterni e facilitano con la loro contrazione il ritorno delle coste alla posizione di riposo. Anche i muscoli addominali anteriori aumentando la pressione addominale facilitano il ritorno del diaframma. I muscoli accessori e i muscoli espiratori intervengono solo in caso di respirazioni forzate o durante l’esercizio fisico. In generale l’aria entra ed esce dai polmoni seguendo il gradiente pressorio. In inspirazione la pressione toracica negativa provoca l’espansione dei polmoni e quindi una pressione alveolare negativa, che richiama aria dall’esterno. In espirazione si verifica il meccanismo opposto.
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Lo staff di Medicina OnLine
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