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Giornate più corte, meno luce e Sindrome da depressione autunnale: come combatterla
I sintomi sono abbastanza tipici: insonnia, inappetenza o al contrario di troppa fame, risveglio difficile al mattino, senso di stanchezza, difficoltà di concentrazione e brusca riduzione del desiderio sessuale. Sono sintomi tipici che molte persone sperimentano in questo periodo dell’anno, quando, dopo l’equinozio del 21 settembre, è cominciato ufficialmente l’autunno e fa buio sempre più presto, cosa che può ulteriormente condizionare il nostro carattere. Questa condizione ha un nome preciso nell’ambito della psicologia: Sindrome da depressione autunnale (SAD, che curiosamente in inglese significa “triste”) e tende a manifestarsi maggiormente in individui che già si trovano in una situazione di equilibrio dell’umore precario o che soffrono di depressione.
Come poter fronteggiare questo problema?
Esistono molti “trucchi” psicologici per provare a gestire questa sindrome:
- impara a prendere la vita così com’è, senza risentire a livello emozionale dei suoi alti e bassi;
- riempi la giornata di cose belle, di momenti interessanti ed evolutivi, cioè capaci di farci migliorare, di esperienze piacevoli sia per il corpo che per la mente, può sicuramente essere uno strumento per impedire all’umore di scivolare giù”;
- riconosci una positiva immagine di te, un buon tessuto di relazioni, esperienze in grado di gratificarci facendoci sentire importanti. L’umore si nutre di feed back positivi che giungono dalle relazioni, quelle significative: dunque è importante distaccarsi dalle persone cosiddette negative e coltivare relazioni in grado di stimolare in modo positivo la nostra creatività, il nostro entusiasmo, facendoci nascere passioni e idee;
- impara a ritagliarti nell’arco di ogni giornata cinque minuti per te, da dedicare a te ed al tuo benessere, cinque minuti per “stare bene”, significa far crescere il picco di benessere dell’umore, mantenendolo ben oltre il livello soglia che può risentire degli agenti destabilizzanti ambientali, garantendogli stabilità;
- prenditi cura del tuo corpo: è molto importante aver cura del proprio corpo con una attività fisica moderata e momenti di profondo benessere (come le sedute in una spa), e della propria mente, con interessi da coltivare a livello personale, ad esempio la lettura, o passioni da far nascere e grazie alle quali stimolare la fantasia creativa;
- sole: se possibile trascorrere 30 minuti al giorno all’aria aperta senza occhiali da sole e arrotolando le maniche dei vestiti (se è il caso) per far prendere sole alla pelle. Tutto ciò contribuisce ad alleviare i sintomi di malessere.
- luce: luogo di lavoro e casa devono essere se possibile ben illuminate. Meglio tirare le tende per far entrare la luce naturale;
- farmaci: se luce, sole ed esercizio non sono abbastanza per contrastare il malessere, si può consultare un professionista della salute mentale. Due classi di farmaci (che devono essere prescritti dal medico) possono essere efficaci (Inibitori della monoamino ossidasi e Inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina).
Ovviamente questi sono consigli che possono anche non risolvere il problema: in questi casi è importante il supporto di uno psicoterapeuta e di uno psichiatra.
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Sindrome del tramonto o del crepuscolo: cause, sintomi e cura
Forse siete qui perché avete appena visto il film “The Visit” del 2015, diretto da M. Night Shyamalan (da cui è tratta la foto in alto), dove questa sindrome viene menzionata, oppure è stata diagnosticata ad un vostro caro e volete saperne di più. Cerchiamo oggi di fare chiarezza su questa patologia.
Cos’è la Sindrome del tramonto?
La sindrome del tramonto, anche chiamata sindrome del crepuscolo o sindrome crepuscolare o sindrome del sole calante, o in inglese “sundowning” o “sundown syndrome” è una condizione caratterizzata da un insieme di sintomi psichiatrici (principalmente stato confusionale, agitazione e deliri) che si verificano in soggetti anziani, specie quelli con demenza senile ed Alzheimer, nelle ore del tardo pomeriggio, serali, notture, ma anche diurne se posti in ambienti senza luce. E’ una manifestazione non certo di recente scoperta: gli effetti del calar del sole furono già descritti da Ippocrate nella teoria degli “umori” e nei quattro elementi che possono influenzare la salute dell’uomo.
Frequenza
La Sindrome del tramonto tende a colpire soprattutto soggetti anziani (circa il 10% degli anziani ne soffre), specie i soggetti con demenza senile o altra patologia neurologica progressivamente debilitante. Mediamente la sindrome del tramonto si verifica in un malato di Alzheimer su cinque. Altre stime alzano decisamente questo dato portandolo a 4 su cinque.
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Quando si verifica?
La Sindrome del tramonto compare la sera o anche prima, quando inizia a fare buio, ma anche durante il giorno se il paziente si trova in ambienti poco illuminati. Cambi repentini di ambiente possono agire negativamente sulla Sindrome del tramonto, accentuandone i sintomi.
Cause
Le cause non sono ancora chiare a questo punto, anche se il National Institutes of Health afferma che può essere causato da cambiamenti nei cicli sonno-veglia. Altre teorie sono che può dipendere da stanchezza, sete o fame, dal dolore, dalla noia o dalla depressione:
- la stanchezza: a chiunque capita la sera di percepire una “stanchezza mentale”. Per una persona con demenza, le cui energie mentali sono ridotte, ciò è maggiormente valido e non è necessario aver lavorato per essere stanca alla sera: è sufficiente il sovraccarico di stimoli visivi e uditivi a cui giornalmente siamo tutti sottoposti, per essere stanchi e affaticati;
- la sera c’è meno luce per cui tutto risulta meno nitido. La poca luce, infatti, agevola la perdita dei punti di riferimento dati dall’ambiente che appare come nuovo e ostile, specie per il soggetto anziano o demente;
- la depressione: soggetti anziani con depressione hanno un rischio maggiore di sviluppare Sindrome del tramonto. I sintomi stessi della depressione tendono a peggiorare per chiunque di notte, quando si è soli con i propri pensieri, al buio e magari si soffre anche di insonnia;
- i colori. Uno degli aspetti più particolari della demenza consiste nella perdita progressiva della vista ed in particolare della capacità di distinguere i colori. In molti casi le persone con demenza avanzata non sono in grado di percepire correttamente il colore bianco e sembra che tutte le superfici di questo colore vengano percepite come trasparenti o inesistenti. Proprio per questo motivo le pareti delle case di riposo, così come i camici degli infermieri sono colorati e non bianchi. Tale difficoltà tende ad aumentare la sera, fatto che contribuisce a creare maggiore paura e confusione nel soggetto demente;
- stagioni: sembrerebbe esserci anche una correlazione con le stagioni, ad esempio durante l’inverno sembra che, nelle persone affette da demenza di Alzheimer, possano alterarsi i meccanismi che regolano la temperatura nell’organismo. Sicuramente la poca luce e gli ambienti poco illuminati possono influenzare pesantemente la comparsa di questa sindrome;
- cambi repentini di ambiente: per un anziano anche cambiare residenza, come ad esempio un ricovero in ospedale o l’istituzionalizzazione, può agire negativamente e scatenare questa sindrome. I pazienti perdono i loro punti di riferimento, si ritrovano in un ambiente a loro sconosciuto e ritenuto ostile e potenzialmente pericoloso.
Le stesse manovre assistenziali la sera, i rumori notturni ed i risvegli obbligati sono molto spesso causa di deliri e confusione.
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Sintomi ed aggressività
La Sindrome del tramonto è caratterizzata dalla comparsa o dal peggioramento serale di alcuni sintomi che durante il giorno non sono presenti o sono presenti ma in modo meno marcato. I sintomi della Sindrome del tramonto, sono solitamente:
- stato confusionale,
- disorganizzazione del pensiero e del linguaggio,
- disorientamento spazio-temporale,
- agitazione,
- inversioni dei ritmi di sonno e veglia,
- deliri,
- allucinazioni visive ed uditive,
- comportamenti aggressivi.
In alcuni casi la sindrome del tramonto può portare gli anziani a comportamenti aggressivi, determinati spesso non da una reale volontà di fare del male, bensì da un mancato controllo degli impulsi o dalla paura. Bisogna sempre ricordare che gli anziani affetti da demenza sono soggetti a un calo cognitivo e percettivo abbastanza consistente e possono interpretare male anche un gesto affettuoso.
Le persone con Alzheimer in particolare possono esibire una svolta drammatica nel tardo pomeriggio o nella prima serata. Possono diventare più confusi o agitati. Possono muoversi senza sosta o ripetere i comportamenti. Possono diventare confusi circa il tempo e il luogo, o diventare più aggressivi verso gli altri.
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A quale medico rivolgersi?
Se sospettate tale sindrome in un vostro amico o parente, potete rivolgervi al vostro medico di medicina generale, ad un geriatra, ad uno psichiatra o comunque ad un medico che abbia esperienza in questi campi.
Consigli comportamentali per ridurre i sintomi
Anche se non sappiamo esattamente cosa provochi la Sindrome del tramonto, si possono diminuire i suoi effetti sulle persone con Alzheimer, seguendo alcuni accorgimenti:
- Rispettare gli orari. Prevedere i tempi del sonno, della veglia e dei pasti può contribuire a ridurre gli effetti, soprattutto se sono innescati dalla stanchezza o dalla fame. Ridurre caffeina e zucchero nel pomeriggio.
- Andare a letto presto. E’ preferibile andare a letto prima che faccia buio.
- Pianificare le attività alla mattina. La sera, quando i sintomi tendono a comparire, cercare di creare un’atmosfera calma e tranquilla.
- Tenere le luci accese. Dal momento che la luce affievolita del sole può scatenare il sundowning, può aiutare avere una casa o una stanza illuminata: può essere utile un sistema di illuminazione che eviti zone di ombra o penombra. Una luce notturna nella camera da letto può essere utile per prevenire l’agitazione al risveglio.
- Controllare il tuo atteggiamento. Alcune agitazioni del soggetto possono essere una risposta ai segnali verbali e non verbali delle persone che gli sono attorno.
- Facilitare sempre la presenza di un familiare di riferimento;
- Prestare attenzione. L’insorgenza del sundowning varia per ogni persona, ma tende ad essere in qualche modo coerente per il singolo paziente. Tieni delle note su quello che riserva ogni giorno per far emergere lo schema. Riduci tali stimoli scatenanti, per alleviare i sintomi.
- Creare un ambiente accogliente, cercando di usare nelle stanze oggetti (quadri, bomboniere, mobili, poltrone…) che il soggetto conosce bene e riconosce come appartenenti a sé.
- Proporre un bagno caldo e rilassante la sera, magari sempre alla stessa ora, che possa predisporre al riposo notturno;
- Evitare stimoli eccessivi durante il giorno: ciò può determinare maggiore stanchezza la sera e peggiorare i sintomi.
- Evitare stimoli eccessivi la sera, prima di andare a dormire. Prima di andare a letto è importante evitare attività che impegnino e stanchino fisicamente e mentalmente. Sono, invece, consigliabili attività tranquille e rilassanti come, per esempio, un bagno caldo, della musica rilassante o qualsiasi cosa che rassereni la persona, tenendo conto delle sue caratteristiche personali.
- Evitare il cambio repentino di ambiente che, come abbiamo visto, tende a peggiorare i sintomi.
- Evitare riposi pomeridiani coinvolgendo il soggetto in attività semplici ma che possono comunque far rimanere sveglia la persona, in modo da limitare il rischio di insonnia;
- Evitare bevande eccitanti (alcol, caffè, the), specie dopo le 5 del pomeriggio, prediligendo invece bevande rilassanti come la camomilla.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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