Dipendenza da internet: in Cina banditi i videogiochi da mezzanotte

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CINA BAMNDITI VIDEOGIOCHI Legge No Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina AnoLa Cina è il primo stato al mondo per consumo di videogiochi e dilaga la dipendenza da internet e dai giochi online, un fenomeno preoccupante specie perché i videogiocatori (537 milioni) sono quasi un terzo della popolazione cinese ed un videogiocatore su quattro è minorenne. Ma il governo si è mosso, anche in maniera piuttosto drastica, perché sta per mettere sulla testa dei cinesi il divieto per legge di giocare online dopo la mezzanotte fino alle 8 del mattino.
Non è neanche la prima volta che accade qualcosa di simile: timoroso dei cattivi effetti sulla gioventù, già nell’anno 2000 il governo cinese aveva issato il solito bando, questa volta su ogni tipo di playstation: dalla classica Sony all’Xbox di Microsoft. Così gli Internet Cafè pieni zeppi di pc sono prosperati molto più che da noi, raggiungendo la cifra incredibile di oltre 113 mila botteghe. E dando vita a un mercato che s’è sviluppato prima online e oggi soprattutto sul mobile, dove adesso cresce a ritmi ovviamente cinesi, con percentuali del 300 per cento. Come tanti proibizionismi, il divieto di console – caduto solo scorso anno – ha però avuto l’effetto contrario. Lontani da casa i ragazzini si sono persi in questi internet cafè dove giocano per ore consecutive a Starcraft o World of Warcraft. Vedremo se ora questa ennesima, drastica, misura per contrastare il fenomeno, darà gli effetti sperati.

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Sarà vietato fumare le sigarette elettroniche nei luoghi pubblici?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SIGARETTA ELETTRONICA FUMARE NICOTINA FUMO SMETTEREDal mio punto di vista è una ottima notizia, ma purtroppo non sarà altrettanto ottima per gli appassionati di sigaretta elettronica: l’Italia, sulla regolamentazione delle sigarette elettroniche, potrebbe seguire il modello francese. Il Consiglio superiore di sanità (Css), che si riunirà oggi alle 14 per discutere a 360 gradi di regole sulle e-cig, sarebbe intenzionato a seguire la strada già intrapresa in Francia pochi giorni fa. La notizia è stata anticipata da Adnkronos Salute. Per gli esperti francesi, fumare la sigaretta elettronica è pur sempre fumare: di conseguenza bisogna applicare le stesse misure adottate per il tabacco, tra cui il divieto nei luoghi pubblici. Anche gli esperti del Css sarebbero intenzionati a seguire questa strada, dal momento che considerano il documento francese “molto importante”. E’ dunque presumibile che anche l’Italia “si muova in questo senso”.

Nel frattempo, in Francia

Solo pochi giorni fa è stato annunciato che la sigaretta elettronica sarà vietata nei luoghi pubblici nel paese. Lo ha deciso il ministro francese della Sanità, Marisol Touraine, dopo la consegna al suo dicastero di uno studio (qui trovate lo studio, ma è in francese!) di Bertrand Dautzenberg, professore di Pneumologia dell’Università Pierre et Marie Curie di Parigi. Dalle anticipazioni, il responso del luminare è poco incoraggiante: si consiglia il divieto di consumo in luoghi pubblici e di pubblicità, oltre all’istituzione di un sistema di autorizzazioni per la vendita. È vero che l’e-cig può aiutare a smettere di fumare, ma secondo l’esperto, non è sana al 100% e il suo libero uso potrebbe incitare al consumo.

Nel nostro paese considera urgente divieto di fumare le sigarette elettroniche nei luoghi pubblici anche il Codacons, che ha inviato una diffida al ministero della Salute e a quello dello Sviluppo economico, chiedendo di analizzare i liquidi che alimentano le e-cigarettes “al fine di eliminare ogni rischio di diffusione di sostanze tossiche e/o nocive per la salute umana e per l’ambiente”.

I dati dei fumatori elettronici

Secondo un’indagine dell’Istituto superiore di sanità-Doxa, 500.00 fumatori sono passati abitualmente alla e-cig, spesso abbinandola a quella tradizionale. Piacciono, soprattutto a giovani e giovanissimi, anche perché si pensa che le sigarette elettroniche facciano meno male e possano essere utili a smettere con le ‘bionde’ tradizionali. Nella fascia d’età 15-24 anni, infatti, la prevalenza dei consumatori di e-cig è più del doppio rispetto ai consumatori di sigarette tradizionali. Dallo studio emerge però che solo il 10% di chi è passato alla e-cig (in genere da non più di qualche mese) ha effettivamente detto addio alle ‘bionde’. Sei su dieci tra i consumatori abituali, invece, stanno riducendo (chi poco, chi drasticamente) il fumo delle sigarette tradizionali mentre c’è uno ‘zoccolo duro’, circa il 22%, che non ha cambiato le sue abitudini rispetto alle bionde e fuma le une e le altre.

FONTE La Repubblica – 4.06.2013

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