Pazienti invitate a spogliarsi e toccate nelle parti intime senza alcun motivo. Sarebbero almeno sette – anche se sono probabilmente destinati ad aumentare – gli episodi contestati al dott. Alessandro Antonelli, un medico di Medicina Generale (medico di famiglia) comasco, con ambulatorio a Cernobbio (Como), arrestato martedì pomeriggio dai carabinieri di Como. È accusato di Continua a leggere
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Dark number e delitti: quando un reato non viene denunciato
Parlando di criminalità, si comincia presto a discutere e ad avere pareri in genere molto discordanti. Neanche su numeri e percentuali, per non parlare di tendenze e prospettive, è facile giungere a Continua a leggere
Estetista denunciata per esercizio abusivo della professione medica e lesioni colpose
La forma fisica può diventare un’ossessione, talvolta questa voglia di apparire perfetti provoca anche danni alla salute. Capita soprattutto se si fa affidamento a personale non qualificato per certi trattamenti. E’ quello che è accaduto ad una donna che a Continua a leggere
Anziana legata in ospedale: ritrovata agitata ed impregnata di urina e sangue
“Ci hanno impedito di assistere nostra madre, ricoverata all’ospedale civile di Caserta in seguito a una caduta accidentale“. E’ la denuncia Continua a leggere
Dimenticata una garza nella vagina dopo il parto
Una 31enne ha presentato una denuncia alla procura di Ivrea riferendo di accusare da mesi gravi disturbi dopo aver partorito il 9 ottobre all’ospedale di Chivasso. A portare alla luce la vicenda è Repubblica. Fra gli episodi che la donna segnala spicca l’espulsione dal canale vaginale, nove giorni dopo, di un tampone di garza medica: il giorno successivo telefonò in ospedale per chiedere spiegazioni e – a quanto racconta – le venne detto che “un tampone si lascia sempre dopo una sutura” in quanto “viene assorbito dall’organismo o espulso”. La circostanza, nella querela, viene definita “alquanto singolare”. Il 9 novembre un’analisi del sangue ha rilevato segni di un’infezione attribuibile, secondo la querela, alla presenza prolungata della garza e l’infiammazione sarebbe stata rilevata ancora il 21 dicembre.
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È da denuncia fare sesso in macchina per strada?
Un giovane lettore ha chiesto al sezione legale del nostro Staff, se “fare sesso in automobile per strada è illegale anche nel caso si tratti di una zona appartata ed in un orario in cui non c’è nessuno in giro?”
Si, praticare da soli o in due un atto sessuale nella propria automobile senza nascondersi costituisce un reato perché offende il pudore e la pubblica decenza anche se il luogo è appartato, non illuminato e non c’è nessuno per la strada. Praticare sesso in auto, anche se in un luogo isolato e non illuminato, è reato perché offende il pudore e la pubblica decenza, come precisato più volte dalla Cassazione. Per evitare di commettere il reato è necessario che la vettura sia stata interamente coperta, ad esempio comprendo finestrini, parabrezza e lunotto posteriore con i classici fogli di giornale per i finestrini.
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Differenza tra denuncia, querela ed esposto
La denuncia, presentata da chiunque, è uno dei mezzi attraverso il quale il Pubblico Ministero o la polizia giudiziaria prendono conoscenza di un fatto costituente reato (artt. 331 e ss. c.p.p.). Ai privati è anche concessa la facoltà di presentare denuncia oralmente (art. 333 c.p.p.). Nel caso di denuncia, il procedimento si avvia d’ufficio, cioè senza che la persona offesa dal reato chieda personalmente la punizione dell’autore del reato stesso.
Per poter invece procedere in ordine ad alcuni reati specifici, la legge richiede una ulteriore condizione (c.d. condizione di procedibilità) che consiste frequentemente nella cosiddetta querela (ad esempio per i reati di lesioni, percosse, diffamazione, etc.). Per querela si intende la manifestazione di volontà della persona offesa che si proceda in ordine ad uno specifico reato e che venga punito l’autore dello stesso (artt. 336 e ss. c.p.p.). Anche la querela può essere presentata oralmente (e in questo caso si redige un verbale per iscritto ad opera dell’autorità che la riceve), e può essere anche rimessa (cioè ritirata se già presentata), o rinunciata (se non è stata ancora presentata). La legge prevede inoltre che la querela debba essere presentata entro il termine perentorio di tre mesi, salvo alcuni rari casi specifici in cui i termini sono più lunghi.
In definitiva, le sostanziali differenze tra denuncia e querela sono che:
- la denuncia può essere presentata da chiunque, mentre la querela può essere presentata solo dalla persona offesa;
- affinché si proceda penalmente per un reato procedibile a querela è, appunto, necessario che venga formalizzata una querela, mentre per tutti gli altri reati procedibili di ufficio è sufficiente la notizia di reato, cioè sostanzialmente una denuncia;
- la querela deve necessariamente contenere la manifestazione di volontà affinché venga punito il reo.
Dalla denuncia e dalla querela si distingue l’esposto il quale è una segnalazione alla autorità di publica sicurezza della presenza di un dissidio tra privati.
Con l’esposto, in pratica, l’esponente chiede all’autorità di intervenire per comporre il contrasto. Se l’esposto contiene la notizia di un reato procedibile di ufficio allora esso sarà a tutti gli effetti una denuncia e, dunque, l’Autorità dovrà iniziare un procedimento penale.
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