La genetica quantitativa è quel campo della genetica che studia l’eredità dei caratteri continui, o quantitativi, quei caratteri che presentano una gamma di fenotipi. I caratteri continui sono di solito il risultato dell’influenza di numerosi geni e di fattori ambientali. Per descrivere i caratteri continui possono essere utilizzate statistiche quali la media, la varianza e la deviazione standard; la correlazione, la regressione e l’analisi della varianza sono procedure statistiche utili per lo studio dei caratteri continui.
I caratteri poligenici sono controllati da geni a molti loci, ognuno dei quali segue i principi dell’eredità mendeliana. L’ipotesi poligenica assume che gli effetti degli alleli ad un locus siano piccoli ed additivi, ma allo stato attuale delle cose questo rappresenta soltanto un’ipotesi lavorativa che richiede ancora molto lavoro.
L’ereditabilità in senso lato è quella proporzione della varianza fenotipica in una popolazione che è dovuta alle differenze genetiche. L’ereditabilità in senso stretto indica quella proporzione della varianza fenotipica che risulta dalla varianza genetica additiva.
La risposta alla selezione è la quantità di cui varia un carattere in una generazione come risultato della selezione; dipende dall’ereditabilità in senso stretto e dal differenziale di selezione.
La correlazione genetica si ha quando due caratteri sono influenzati dagli stessi geni. Quando un carattere risponde alla selezione, tutti i caratteri correlati geneticamente mostreranno una risposta alla selezione. Questo influenzerà notevolmente la direzione e la velocità con cui la selezione, sia naturale che artificiale, farà variare la struttura genotipica e fenotipica delle popolazioni. Le risposte evolutive che sono il risultato degli effetti della selezione naturale dipendono dall’ereditabilità in senso stretto.
Il campo della genetica quantitativa cerca di mettere in luce le relazioni tra un’architettura genetica complessa ed un’architettura fenotipica ugualmente complessa. La maggior parte dei caratteri quantitativi è controllata da numerosi geni con piccolo effetto, o da relativamente pochi geni con grande effetto? Quanto pesano le interazioni epistatiche e gli effetti pleiotropici? Non si tratta di domande a cui sia facile dare una risposta. Ma le risposte a questi interrogativi nascondono implicazioni molto rilevanti circa il modo con cui interpretiamo la relazione tra genotipo e fenotipo, il che a sua volta ha un impatto sulla nostra comprensione della biologia dello sviluppo e dell’evoluzione.
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