Vari tipi di radiazioni e molte sostanze chimiche aumentano la frequenza con la quale le cellule diventano cancerose. Questi agenti vengono definiti cancerogeni. Tutti i cancerogeni agiscono provocando danni al genoma delle cellule. Pochi cancerogeni agiscono direttamente sul genoma; la maggior parte di essi invece agisce in modo indiretto. Quest’ultimi tipi di cancerogeni vengono trasformati metabolicamente in cancerogeni secondari che si legano al DNA e causano mutazioni. I danni genici sono di due tipi principali:
- danni endogeni:
- causati dall’attacco di radicali reattivi dell’ossigeno derivanti da sottoprodotti del normale metabolismo cellulare (mutazioni spontanee);
- determinati da danni nella replicazione;
- danni esogeni, causato da agenti esterni come:
- radiazioni ultraviolette provenienti dal sole (UVA 315-400 nm – UVB 280-315 nm e UVC 100-280 nm) tra questi si pensa che gli UVB rappresentano i più pericolosi anche se a causa dell’assottigliamento dell’ozono anche i raggi UVC hanno dimostrato particolare pericolosità;
- radiazioni di diversa frequenza, comprendenti i raggi X ed i raggi gamma;
- idrolisi o distruzione termica;
- alcune tossine vegetali;
- mutageni chimici prodotti dall’uomo, come gli idrocarburi derivanti dal fumo di sigaretta;
- chemioterapia o radioterapia.
Mentre è possibile eliminare o minimizzare l’esposizione ambientale a cancerogeni chimici, risulta molto più difficile eliminare l’esposizione alle radiazioni, nelle loro varie forme. Nelle nostre vite siamo infatti esposti a varie tipologie di radiazioni, come ad esempio quelle contenute nei raggi che ci arrivano dal Sole, quelle dei telefoni cellulari, quelle del gas radio radioattivo, quelle dalle linee elettriche e da alcuni elettrodomestici. Ovviamente non tutte queste radiazioni sono nocive e/o cancerogene. Le radiazioni agiscono come cancerogeni diretti, determinando mutazioni nel DNA.
Raggi ultravioletti
Si calcola che il 12% circa di tutti i decessi per cancro siano dovuti a radiazione e la maggior parte di questi è rappresentato dal melanoma, una forma molto aggressiva di
cancro della pelle che può essere indotto per effetto dell’esposizione ai raggi UV del Sole. La luce ultravioletta (UV) è emessa dal sole insieme alla luce visibile ed a quella a infrarossi.
La luce UV che raggiunge la Terra viene suddivisa in due classi, basate sulle lunghezze d’onda: la luce ultravioletta A (UVA) che va dai 320 ai 400 nm di lunghezza d’onda e la luce ultravioletta B (UVB) che va dai 290 ai 320 nm. L’intensità di UVA e UVB che raggiunge un individuo sulla Terra dipende da numerosi fattori, che comprendono l’ora del giorno, l’altitudine e le particelle presenti nell’atmosfera, come la polvere. In generale il livello ambientale di UVA è circa tre volte superiore a quello di UVB.
La luce UV causa vari tipi di cancro della pelle, il più pericoloso dei quali è quello direttamente collegato con una lunga esposizione alle radiazioni UV. Sia gli UVA che gli UVB sono coinvolti nella cancerogenesi. Le scottature solari sono generalmente causate da UVB, che induce al cancro della pelle perché la radiazione di lunghezza d’onda della UVB causa mutazioni. UVA ha un ruolo nella cancerogenesi perché amplifica gli effetti mutageni di UVB. I rischi di cancro della pelle dovuti alla luce UV possono essere minimizzati riducendo l’esposizione alla luce del sole, o ad ogni sorgente di luce UV e applicando filtri solari efficaci. L’efficacia di un filtro solare viene indicato in termini di fattore di protezione solare. Il fattore di protezione dice quante volte oltre la protezione naturale il filtro è in grado di fornire. Bisogna comunque stare attenti e capire bene il significato dei diversi valori. Per esempio un filtro solare con un fattore di protezione 15 blocca il 93% di UVB, un filtro solare con fattore di protezione 50 blocca il
98% di UVB. La maggior parte dei filtri solari dà una protezione molto limitata o addirittura nulla contro UVA e ciò può essere comunque pericoloso se la protezione del filtro solare induce a esposizioni al sole molto prolungate. Fortunatamente molti cancri della pelle possono essere individuati facilmente e rimossi chirurgicamente. Per approfondire:
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Raggi X
Le radiazioni ionizzanti, quelle emesse per esempio dagli strumenti a raggi X (radiografie e TC), dalle bombe atomiche, dal processo di decadenza di materiale radioattivo e dal gas radio sono potenzialmente cancerogene, anche se il rischio per la gente è generalmente piuttosto basso, in particolare se l’esposizione ai raggi X è limitata (poche radiografie e non effettuate su donne incinte). Le radiazioni ionizzanti causano in generale leucemia e cancro alla tiroide. Per approfondire: Radiografie, TAC, PET, scintigrafie provocano tumori e cancro?
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Lo Staff di Medicina OnLine
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