Calazio: cause scatenanti, sintomi, quanto dura, rimedi, cure, dieta, rischi

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Calazio in una bambina

Il calazio è una cisti, precisamente un lipogranuloma, localizzata nel mezzo della palpebra e dovuta all’infiammazione cronica della ghiandola di Meibomio causata dall’ostruzione del dotto escretore della stessa. Se è interessato il bordo delle ciglia, il calazio sarà esterno; se è la congiuntiva a essere infiammata, allora il calazio sarà interno; se a essere coinvolte sono tutte e due le palpebre, si parlerà di calaziosi. Colpisce frequentemente tra i 30 ed i 50 anni ed è più raro in età pediatrica e negli anziani.

Cause e fattori di rischio

L’ostruzione della ghiandola di Meibomio alla base del calazio, è generalmente dovuta al recidivare cronico di un orzaiolo, ma può essere causata da qualsiasi disturbo che favorisce il blocco dei dotti delle ghiandole di Meibomio, tra cui:

  • blefarite cronica;
  • acne rosacea;
  • dermatite seborroica;
  • tracoma;
  • infezioni virali della palpebra;
  • traumi;
  • interventi chirurgici delle palpebre;
  • iperlipidemia;
  • tubercolosi;
  • carcinoma squamocellulare;
  • carcinoma microcistico.

Se un calazio tende a ripresentarsi in una persona anziana, è più brobabile un carcinoma, mentre se si presenta spesso nei bimbi, è più probabile che il calazio sia causato da congiuntivite virale.

Il calazio è favorito da vari fattori, tra cui:

  • dieta ricca di grassi;
  • abuso di alcolici;
  • alti livelli di ormoni androgeni;
  • sovrappeso ed obesità;
  • scarsa igiene.

Calazio od orzaiolo

Il termine “calazio” è spesso usato come sinonimo di “orzaiolo”, ma ciò non è corretto, poiché tecnicamente il calazio deve essere considerato una entità a parte ed è una complicanza dell’orzaiolo. L’orzaiolo è un’infiammazione acuta delle ghiandole sebacee della palpebra (quasi sempre le ghiandole di Zeis o di Moll) generalmente causata da infezione batterica determinata dal batterio Staphylococcus aureus. L’infiammazione si rende evidente con una tumefazione arrossata e dolorosa sul bordo della palpebra superiore o inferiore. Semplificando, il calazio:

  • si forma nel mezzo della palpebra (nel suo contesto);
  • si viene a formare con gradualità nel giro di settimane;
  • è causato dall’ostruzione del dotto escretore della ghiandola di Meibomio;
  • è generalmente monolaterale;
  • è favorito dall’orzaiolo cronico;
  • è spesso non doloroso.

Un orzaiolo invece generalmente:

  • si forma sul bordo della palpebra (al suo limite);
  • compare in modo più improvviso (anche un paio di giorni);
  • è causato dall’infezione acuta delle ghiandole sebacee della palpebra ad opera del batterio Staphylococcus aureus;
  • è estremamente doloroso;
  • può accompagnarsi a lieve febbre;
  • si può diffondere facilmente all’altro occhio.

NOTA: Calazio ed orzaiolo possono anche presentarsi contemporaneamente.

Per approfondire, leggi anche: Differenza tra orzaiolo e calazio: cause, sintomi, cure, contagio

Sintomi

La tumefazione, pur essendo fastidiosa a causa della delicata posizione che può interferire con la vista, non è tuttavia dolorosa, non si accompagna a febbre, compare in modo graduale ed è generalmente monolaterale. La tumefazione si presenta generalmente nel mezzo della palpebra e NON sul bordo. La congiuntiva può apparire arrossata. Pur essendo indolore, la palpazione della palpebra può evocare dolore nel paziente. Si può formare una crosta sul bordo esterno della tumefazione provocando fastidi all’occhio a causa dello sfregamento.

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Diagnosi

La diagnosi di un calazio si basa su anamnesi ed esame obiettivo, non richiedendo quasi masi ulteriori esami. La diagnosi differenziale si pone nei confronti dell’orzaiolo o di un tumore palpebrale.

Quanto dura

Il calazio ha durata molto variabile ma generalmente negli individui sani regredisce spontaneamente nel giro di 2 o 3 settimane, tuttavia nei casi più rari e gravi, può sparire del tutto solo dopo mesi o anni.

Complicanze

Un calazio non determina generalmente complicanze, tuttavia nel caso di calazio di grosse dimensioni, si può provocare astigmatismo, pressione sulla cornea, difficoltà visive, lacrimazione ed infiammazioni delle zone circostanti. Un calazio tende a recidivare.

Terapie

Il calazio tende generalmente a regredire senza trattamenti nel giro di alcune settimane. Il primo approccio è l’applicazione di un collirio od un unguento antibiotico (cloramfenicolo o acido fusidico). Nel calazio in fase iniziale la guarigione può essere facilitata applicando bende tiepide all’occhio interessato per circa 15 minuti 4 volte al giorno. Il contemporaneo massaggio della cute sovrastante il calazio aiuta la regressione spontanea, promuovendo il drenaggio e la guarigione ammorbidendo le secrezioni sebacee che occludono il condotto e favorendo la liberazione del dotto escretore. Se il calazio continua ad ingrandirsi, diventa difficile una risoluzione spontanea e le lesioni più piccole necessitano di essere iniettate con una sostanza corticosteroide, ad esempio triamcinolone, mentre le lesioni di dimensioni maggiori possono invece essere rimosse chirurgicamente utilizzando l’anestesia locale. Il disturbo potrebbe recidivare.

Prevenzione

Per la prevenzione di un calazio, l’igiene è importante: assicurarsi sempre che ogni oggetto che entri in contatto con palpebra ed occhio, ad esempio le lenti a contatto, sia accuratamente pulito e lavarsi sempre le mani prima di toccare le palpebre. La normale pulizia dell’occhio aiuta a mantenere puliti i dotti escretori delle ghiandole di Meibomio. In alcune persone particolarmente predisposte all’insorgenza del calazio si può provvedere mattina e sera ad una pulizia più accurata delle ciglia e delle palpebre con Cotton fioc imbevuti di acqua calda o olio d’oliva[senza fonte] o, in casi particolari, di shampoo per bambini. I soggetti predisposti devono curare inoltre il modo di struccarsi: particolarmente sconsigliate sono le salviette; l’alternativa consiste nel massaggiare delicatamente le palpebre con dischetti di cotone imbevuti di struccante bifasico.

Dieta

Il calazio è favorito dall’abuso di alcol e da un eccesso di grassi con la dieta, quindi una dieta ipolipidica e l’esclusione degli alcolici ne riducono il rischio. Leggi anche: Classifica dei cibi con maggior quantità di grassi esistenti

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