Con “cherry picking” (che in italiano significa “raccogliere le ciliege”) si indica una fallacia logica in cui il soggetto tende a selezionare le sole prove a sostegno della propria tesi, ignorando contemporaneamente tutte le altre che la potrebbero confutare, anche nel caso in cui queste ultime siano oggettivamente considerabili più attendibili rispetto alle prime. Tale meccanismo può essere attuato sia in modo conscio che inconscio. Ad esempio un antivaccinista convinto, messo di fronte a due articoli di cui uno è scientificamente autorevole e pro vaccini mentre l’altro è una palese fake news contro i vaccini, viene portato automaticamente a selezionare solo le “prove” elencate nell’articolo schierato contro i vaccini e che quindi favoriscono la propria tesi, ignorando quelle dell’articolo scientificamente più attendibili ma contrarie alla propria tesi. Sempre lo stesso antivaccinista convinto, messo di fronte a me medico che gli parlo a favore dei vaccini portando come prove ricerche scientifiche autorevoli, ed il portiere del proprio palazzo, no vax e che cita il famoso “cugino esperto che ha un amico che conosce prove segrete sull’industria farmaceutica”, viene portato automaticamente a credere all’antivaccinista.
Il cherry picking in parole semplici “chiude la mente” dell’interlocutore a idee diverse da quelle che già possiede, anche perché esso tenderà talmente tanto ad eliminare le prove a lui contrarie, da arrivare a pensare che esse non esistano.
L’esempio più tipico di cherry picking è il bias di conferma, ma prima di spiegare in cosa consista quest’ultimo, cerchiamo di capire meglio cosa sono le fallacie logiche ed i bias cognitivi.
Cos’è una fallacia logica?
Ricordiamo al lettore che una fallacia logica è un errore di logica nascosto nel ragionamento che comporta la violazione delle regole di un confronto argomentativo corretto tra due interlocutori: in genere tale fallacia è retoricamente così ben argomentata ed “apparecchiata”, che l’ascoltatore poco esperto può accogliere il ragionamento illogico come perfettamente logico e coerente, specie se è funzionalmente analfabeta.
Cos’è un bias cognitivo?
Ricordiamo inoltre al lettore che un bias cognitivo è un automatismo mentale inconscio che ci porta a prendere decisioni in fretta e senza fatica, decisioni che però sono sbagliate poiché l’automatismo mentale su cui si basano è fondato su percezioni errate o deformate da pregiudizi ed ideologie. Ad esempio se due persone sono sospettate di furto ed uno dei due è bianco e l’altro è di colore, un bias mentale basato su pregiudizi razziali potrebbe portarci a decidere in fretta e senza prove che l’autore del furto è quello di colore.
Bias di conferma e di illusione della frequenza
A causa del bias di conferma (confirmation bias) tendiamo a cercare, a prendere in considerazione ed a valorizzare solo notizie, pareri o evidenze che confermano quello di cui già siamo convinti. E’ in pratica quel bias che ci spinge a comprare il giornale che più favorisce la nostra parte politica, quando invece – per ampliare il modo di vedere il mondo – dovremmo comprare quello che favorisce la parte politica opposta che vede quindi le cose da un lato completamente diverso. Per lo stesso motivo ci iscriviamo allo stesso gruppo Facebook che conferma le nostre idee. A causa di questo bias, non solo cerchiamo di ottenere le informazioni da chi molto probabilmente confermerà le nostre idee, ma soprattutto ci ostiniamo ad ignorare tutte le evidenze che contraddicono le nostre convinzioni, in primo luogo (ma non solo) quelle politiche o religiose. Il bias di conferma, quindi, ci permette di vivere “tranquilli” perché grazie ad esso vediamo che le nostre idee sono condivise da molte altre persone, quindi sicuramente giuste.
Il bias di conferma è connesso al bias dell’illusione della frequenza: il cervello tende a selezionare solo le informazioni che si riferiscono a quello che interessa, sovrastimando di conseguenza la frequenza di informazioni possedute e reputandole erroneamente più frequenti e quindi necessariamente più giuste di altre (reputate) meno frequenti. Una visione “razzista” della società, verrà ad esempio confermata da un certo giornale che tenderà a condannare più volte il “migrante cattivo” in più episodi: il soggetto quindi non solo vede confermato il suo odio verso il “diverso” dal giornale (o media) di riferimento, ma arriva a sovrastimare la frequenza degli episodi negativi relativi al “diverso”. Entrambi questi bias sono connessi con l’hostile media effect.
Hostile media effect
Come appena visto, un soggetto con bias di conferma tende ad ignorare tutto ciò che è in contrasto con la sua opinione, trovando “ovunque” riscontri della sua visione del mondo, soprattutto nella ideologia politica e religiosa. Strettamente correlato al bias di conferma, è l’hostile media effect cioè la tendenza paranoica a percepire la copertura mediatica come ostile alla propria visione politica e affine agli avversari. In pratica il soggetto si sente accerchiato da media (giornali, televisioni, blog…) che lo attaccano da ogni lato. Vedendo come tutta la stampa, che lui considera “distopica” e “di regime”, attacchi la sua visione del mondo, ciò non fa che confermare il fatto che le sue idee siano giuste e l’unica verità “contro il sistema” in grado di smascherare il “complotto”.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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