Coprostasi e colica: tumore, terapia, cosa mangiare e rischi

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  • non coincide né con la stipsi né con la stipsi cronica;
  • non è una caratteristica obbligatoria né della stipsi né della stipsi cronica;
  • a differenza della stipsi e della stipsi cronica che sono “sindromi” e sintomi in cui il percepito e vissuto del paziente è parte fondamentale dei criteri diagnostici (si veda specie riguardo alla stipsi cronica), la coprostasi è un dato obiettivo sperimentalmente rilevabile a livello organico dai devices medici;
  • mentre la stipsi e la stipsi cronica in media sono anzitutto autodiagnosticate (e quindi percepite dal paziente) e poi eventualmente clinicamente confermate, la coprostasi non è per forza avvertita dal paziente.

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Cause e fattori di rischio della coprostasi

Molteplici possono essere i motivi per cui il fisiologico ciclo di eliminazione dei rifiuti dall’apparato gastrointestinale può subire delle modifiche di tipo temporale, ma, in ogni caso, occorre specificare che la coprostasi non è una patologia in quanto tale, bensì il sintomo di una patologia a monte. La coprostasi può generarsi anche in modo acuto quale sintomo di un impedimento alla normale canalizzazione all’interno del lume intestinale a causa di una occlusione intestinale (ad esempio da coprolita), o anche di una alterazione delle funzioni intestinali insorte in modo improvviso nello stesso intestino, la quale porti a spasmi a carico della tunica muscolare (ileo spastico) o, all’opposto, alla paralisi della stessa (ileo paralitico).

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Alcune patologie di natura infettiva ed acute, tra le quali ricordiamo il tifo e la peritonite, possono dare origine a coprostasi (tifloatonia post-tifo). Qualora, al contrario, l’evento occlusivo di verifichi in modo lento, come può avvenire in presenza di carcinomi o esiti cicatriziali da ulcere che producono una restrizione progressiva del lume intestinale, la costipazione inizia a carattere appena accennato per subire poi aggravamenti successivi e progressivi in relazione e proporzionali all’entità della stessa occlusione.

I tumori possono essere causa di coprostasi, specie quelli del tratto discendente e terminale del colon, dal momento che in questa zona i tumori tendono a svilupparsi in modo circonferenziale sulla parete dell’intestino (e non longitudinale, come avviene più frequentemente nel colon ascendente) e quindi il lume del colon è ridotto. Inoltre le feci che transitano nel tratto più distale del colon sono mediamente più disidratate e dure rispetto ai primi tratti del colon. Questi sono entrambi fatti che aumentano il rischio di coprostasi.

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Altre tipologie di coprostasi abituale possono insorgere in caso si soffra di alcune malformazioni intestinali particolari e congenite, soprattutto all’intestino crasso ed ai legamenti relativi, in risposta alle quali alcuni tratti intestinali, e soprattutto il colon sigmoideo, il colon trasverso, ed il cieco possono presentare una morfologia ectopica o essere comunque troppo mobili, o, ancora, trovarsi fissi in posizioni non fisiologiche ed anche, magari, contemporaneamente angolati e stirati a causa di qualche aderenza peritoneale (malattia di lane, di Hirschsprung, periviscerite…).

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Segni e sintomi di coprostasi

In caso di coprostasi connessa a stipsi e specie stipsi cronica l’atto della defecazione o evacuazione è accompagnato a dolori che potranno essere anche intensi o molto intensi e può portare in casi gravi (se presente compattazione delle feci) all’occlusione intestinale. Altri sintomi e segni di una coprostasi, sono:

  • mancata defecazione;
  • malessere;
  • gonfiore addominale;
  • incontinenza fecale;
  • nausea;
  • vomito (anche di tipo fecaloide);
  • mal di testa;
  • anoressia (perdita di appetito);
  • calo del peso corporeo;
  • sintomi e segni di disidratazione;
  • sintomi e segni di emorragia intestinale;
  • febbre;
  • confusione;
  • letargia;
  • meteorismo;
  • diarrea;
  • emorroidi anche con sanguinamento rosso vivo;
  • melena (feci nere);
  • tachicardia (aumento della frequenza cardiaca);
  • tachipnea (aumento della frequenza respiratoria);
  • ipotensione arteriosa;
  • dolore anche molto intenso di tipo crampiforme ed intermittente a livello addominale (colica addominale);
  • alvo chiuso solo a feci o a feci e gas;
  • sintomi e segni di ischemia e necrosi intestinale.

Non tutti i sintomi e segni elencati sono necessariamente presenti: essi dipendono dalle cause a monte che hanno determinato la coprostasi.

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Rischi legati alla coprostasi

I disturbi che possono trarre origine da una coprostasi sono causati sostanzialmente dal riassorbimento di quei materiali di natura tossica i quali erano destinati all’espulsione insieme alle feci e che invece a causa del disturbo restano in sede a fare danni. Queste intossicazioni croniche si riflettono anche su altre funzionalità della vita di tipo vegetativo, e soprattutto su quelle relative allo stomaco (dispepsie, bocca impaniata, fenomeni di inappetenza…); sui centri nervosi superiori, con una attività di limitazione e disturbo delle funzioni più complesse ed importanti, anche, ad esempio, sulla prontezza nella ideazione e sulla memoria: in questo senso l’umore del paziente è facilmente influenzabile dalla coprostasi, potendosi manifestare fenomeni depressivi, tendenza ad essere insolitamente pessimisti ed eccessivamente irritabili. Di questo quadro sintomatologico fanno parte anche emicranie e cefalee ed anche frequentemente, poi anche vertigini, ronzio alle orecchie e sintomi simili. C’è poi da considerare che lo sforzo richiesto dall’evacuazione nel paziente con coprostasi, può essere causa di lesioni ed emorroidi; inoltre negli stadi avanzati, l’addome può dilatarsi e divenire diffusamente dolente, con crampi e, occasionalmente, con aumentati borbottii viscerali. L’aumentato tempo di contatto tra le feci e le pareti intestinali è un fattore di rischio per il cancro del colon. I casi più gravi di coprostasi (“compattazione fecale“) possono portare a coproliti, occlusione intestinale, (con vomito anche fecaloide), traumi alla mucosa del colon e “diarrea paradossa”, in cui feci morbide dall’intestino tenue bypassano la materia compattatasi nel colon. In caso di occlusione intestinale non trattata, possono comparire sintomi e segni di sofferenza ischemica e necrosi (morte) della porzione interessata dall’occlusione, con rischio di peritonite, perforazione della parete intestinale, setticemia, shock e perfino decesso del paziente.

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Diagnosi di coprostasi

Per diagnosticare una coprostasi e soprattutto la causa a monte che l’ha determinata, il medico si può servire di vari strumenti diagnostici come l’anamnesi (la raccolta dei dati del paziente, dei suoi sintomi, delle sue altre patologie…), l’esame obiettivo (con palpazione, percussione ed auscultazione dell’addome), esami di diagnostica per immagini (radiografie e TC, con o senza mezzo di contrasto, ecografia addominale, colonscopia…) ed esami di laboratorio (esami del sangue, analisi di un campione di feci, ricerca di sangue occulto nelle feci, biopsie…). L’esame delle feci con coprocoltura e ricerca di sangue occulto è in molti casi utile al medico per raggiungere la diagnosi, come anche la defecografia e la colonscopia tradizionale e virtuale. Se coinvolto anche l’ano, può essere effettuata anche una visita proctologica con anoscopia ed esplorazione digitale rettale.

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Terapia della coprostasi

Il trattamento per la coprostasi variare in base alle cause che l’hanno generata. Generalmente sono sconsigliati i lassativi, soprattutto se di natura salina, anche perché l’intestino ci si abitua rapidamente e facilmente, reagendo, poi, in modo esattamente opposto a quello per il quale abbiamo assunto il farmaco perché si ingenera uno stato spastico. Sono consigliate, invece, delle sostanze di natura oleosa, tra le quali oggi è molto frequente ed utilizzato l’olio di paraffina. Anche l’utilizzo di antispastici può essere ritenuto particolarmente utile, e tra questi ricordiamo l’atropina e la belladonna. Sono utilizzabili anche delle sostanze che subiscono un rigonfiamento quando si trovano nel tratto intestinale perché riassorbono l’acqua, come, ad esempio, alcune tipologie di alghe o alcuni estratti di questi tipi di alghe (agar – agar, ad esempio) che agiscono, a causa di questa loro caratteristica, al pari di masse estranee che eccitano la peristalsi dell’intestino. Tra le sostanze lassative ricordiamo il preparato di bile, la cascara sagrada ed il rabarbaro per citarne solo le più utilizzate. Se la stitichezza ostinata è legata a qualche particolare malformazione anatomica, si può intervenire con le terapie chirurgiche eseguite possibilmente in laparoscopia.

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Dieta consigliata

Per migliorare il transito intestinale ed evitare coprostasi è sempre necessario adottare una dieta ricca in fibre ed acqua ed evitare cibi che possono acuire la stipsi quali riso, banane, pane, pizza, carote e finocchi crudi.

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I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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