Polidipsia e sete intensa: cause, psicogena, diabete, primaria

MEDICINA ONLINE BERE ACQUA BEVANDA CALORIE SODIO MINERALI GASSATA OLIGOMINARALE DISTILLATA INGRASSARE DIMAGRIRE FONTANA MARE PISCINA POTABILE COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIETA CIBCon “polidipsia” in medicina si intende una sete intensa che porta il paziente a ingerire notevoli quantità di liquidi, maggiore di Continua a leggere

Tronco cerebrale (mesencefalo, ponte e bulbo) anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE SISTEMA NERVOSO ANATOMIA FUNZIONI CERVELLO CENTRALE PERIFERICO SIMPATICO PARASIMPATICO MIDOLLO SPINALE TRONCO ENCEFALICO CEREBRALE MESENCEFALO PONTE BULBO MIDOLLO ALLUNGATO.jpgIl tronco encefalico (anche chiamato “tronco cerebrale”) è una parte del sistema nervoso centrale (SNC) o – più precisamente – dell’encefalo costituita dal mesencefalo e dal romboencefalo. Il romboencefalo è a sua volta diviso in due parti:

  • metencefalo: composto da ponte di Varolio (o più semplicemente “ponte”) e cervelletto;
  • mielencefalo: composto dal midollo allungato (o “bulbo”).

Il tronco encefalico viene quindi ad essere formato da 3 segmenti che sono, dall’alto verso il basso:

  • mesencefalo (a sua volta diviso in tetto e tegmento);
  • ponte di Varolio (o ponte);
  • midollo allungato (o “bulbo”).

Il cervelletto, pur facendo parte del romboencefalo assieme al ponte, non è invece considerato parte del tronco encefalico. Più in basso il tronco encefalico, nella sua parte più inferiore (il midollo allungato) si continua col midollo spinale che, al contrario di quello che abbiamo visto fino ad ora, non è più considerato “encefalo” (ricordiamo infatti che l’encefalo si compone di cervello propriamente detto, cervelletto e tronco encefalico).

Funzioni del tronco encefalico

Il tronco encefalico è costituito da strutture molto complesse, deputate a svolgere innumerevoli funzioni e a regolarne tante altre, tutte fondamentali per la sopravvivenza dell’organismo, è infatti sede:

  • dei riflessi e del controllo di molti visceri;
  • dei centri che regolano il respiro da cui partono i segnali che garantiscono gli automatismi respiratori;
  • dei centri che regolano la temperatura corporea partono i segnali che mantengono costante la temperatura in modo da permettere tutti i processi biologici e chimici indispensabili per la vita;
  • dei centri che regolano la circolazione sanguigna.

Se questi centri vengono direttamente danneggiati – ad esempio nei traumi che coinvolgono la testa e la colonna vertebrale cervicale, volgarmente chiamati “rottura del collo” – le conseguenze sono sempre di estrema gravità al punto di condurre il paziente alla morte cerebrale o, nel caso in cui la lesione intervenga poco più in basso, a livello del midollo spinale, determinare tetraplegia e dipendenza da un respiratore automatico come accaduto ad esempio al famoso attore Christopher Reeve. Nel tronco encefalico la sostanza bianca e la sostanza grigia non si distinguono facilmente. Soprattutto nel ponte e nel bulbo le fibre formano la sostanza reticolare, dove si trovano i centri che regolano il ritmo sonno/veglia, la circolazione sanguigna e la respirazione.

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Sezioni del tronco encefalico

Mesencefalo

Il mesencefalo è la porzione più alta e breve del tronco encefalico essendo lunga in media 2 cm, è diviso in “tetto” e “tegmento” ed è contenuto come il resto del tronco encefalico nella fossa cranica posteriore. Nel mesencefalo vengono convenzionalmente distinte due parti, i peduncoli cerebrali, laterali e il tetto del mesencefalo tra essi compreso. I peduncoli cerebrali sono ulteriormente divisi dalla sostanza nera in una parte anteriore detta piede e in una parte posteriore detta parte tegmentale. A dividere tra loro i peduncoli si trova la fossa interpeduncolare, all’interno della quale scorre liquido cerebrospinale. Il nervo oculomotore esce tra i peduncoli, e quello trocleare è visibile arrotolato attorno l’esterno dei peduncoli. Il tetto del mesencefalo è invece diviso nei collicoli inferiori e superiori che insieme sono chiamati corpi o tubercoli quadrigemini e dall’area pretettale. Essi aiutano a decussare diverse fibre del nervo ottico, e a causa della loro sistemazione controlaterale si forma il chiasma ottico. Comunque alcune fibre mostrano una disposizione anche ipsilaterale, cioè corrono parallele sullo stesso lato senza decussare. Il tubercolo superiore è coinvolto nei movimenti saccadici dell’occhio, mentre quello inferiore è un punto di sinapsi per le informazioni sonore. Il nervo trocleare esce dalla superficie posteriore del mesencefalo, sotto al tubercolo inferiore. Anteriormente al tetto del mesencefalo decorre lo stretto canale detto acquedotto di Silvio, continuazione antero-superiore del quarto ventricolo, circondato dalla sostanza grigia periacqueduttale. Inferiormente al mesencefalo vi è il ponte.

Funzioni del mesencefalo e nervi cranici

Il mesencefalo è attraversato per tutta la sua lunghezza dalle fibre ascendenti e discendenti di numerose vie di collegamento tra centri nervosi superiori e inferiori. Esso inoltre è sede di nuclei motori e centro di regolazione e di integrazione di diverse funzioni nervose. I tubercoli quadrigemini anteriori appartengono alle vie ottiche e costituiscono centri di numerosi riflessi visivi (riflessi pupillari alla luce, riflessi motori a stimoli luminosi o visivi ecc.). Analoga funzione di centri riflessi hanno i tubercoli quadrigemini posteriori, che invece appartengono alle vie uditive. Nella profondità del mesencefalo sono contenuti i nuclei motori di alcuni nervi cranici: il nervo oculomotore comune (III paio) e il nervo trocleare (IV paio). Altre due formazioni di sostanza grigia sono invece centri del sistema motorio extrapiramidale: sono il nucleo rosso (così denominato perché in sezione presenta un colorito rosso bruno pallido) e la sostanza nera di Sommering, formazione allungata situata dorsalmente ai fasci di fibre dei peduncoli cerebrali formata da cellule nervose ricche di melanina.La sostanza grigia che circonda l’acquedotto di Silvio svolge probabilmente un ruolo nella percezione del dolore e quindi nella regolazione del tono affettivo tale attività si esplica forse tramite la liberazione di particolari mediatori chimici di natura polipeptidica detti encefaline ed endorfine, i quali hanno azione analgesica. Le cellule nervose disperse tra i fasci di fibre nella porzione centromediale del mesencefalo costituiscono la formazione reticolare, che si continua nel ponte e nel bulbo essa è collegata con molte altre parti del sistema nervoso centrale e costituisce un importante sistema di integrazione in grado di modulare i messaggi sensoriali, di regolare l’attività motoria dei centri spinali, il tono posturale e diverse funzioni vegetative, di controllare l’attività elettrica corticale e il ritmo sonno-veglia.

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Ponte di Varolio (o “ponte”)

Il ponte è una grossa protuberanza del tronco cerebrale, che costituisce parte del pavimento del quarto ventricolo cerebrale, e posteriormente si unisce con il cervelletto tramite il peduncolo cerebellare medio. Insieme al cervelletto, il ponte forma il metencefalo, ma è importante ricordare che il cervelletto NON fa parte del tronco encefalico. Il ponte di Varolio è convesso in senso trasversale e poco convesso in senso longitudinale. Il suo peso, variabile in base alla mole del cervelletto, è in media pari a 18 g, è alto 27 mm e largo 38 mm. Il suo nome deriva dal fatto che i peduncoli cerebrali, continuandosi verso il basso, vengono ricoperti ventralmente da una massa di fibre nervose trasversali provenienti dal cervelletto che attraversano come un ponte la linea mediana. Il ponte è situato tra il mesencefalo (posto più in alto, da cui è separato dal solco ponto-mesencefalico) e il bulbo (posto più in basso, da cui è separato dal solco bulbo-pontino).

Funzioni del ponte

Le funzioni del ponte sono molto importanti sia per attività accessorie di minore importanza, sia per il mantenimento vitale dell’organismo. Nel piede trovano posto i nuclei pontini, formanti le vie corticopontine che, a loro volta, innervano il cervelletto nelle vie pontocerebellari. I nuclei pontini, inoltre, sono connessi ad altri centri nervosi, anche a livello del bulbo. Il ponte ha un ruolo attivo nel mantenimento dello sguardo su una posizione fissa anche al variare dell’inclinazione del cranio. Questa particolarità deriva dalla presenza di tre fasci, chiamati longitudinale e mediale, tettospinale e tegmentale che controllano la muscolatura oculare modulando i dovuti aggiustamenti quando il soggetto muove tridimensionalmente il cranio. Un altro, importante, compito del ponte è relativo al controllo della respirazione; l’organo accoglie, difatti, dei centri nervosi che modulano la respirazione.

Nervi emergenti del ponte

Dal ponte emergono quattro paia di nervi cranici:

  • V nervo (trigemino);
  • VI nervo (abducente);
  • VII nervo (faciale).

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Bulbo (o “midollo allungato”)

Il midollo allungato o bulbo corrisponde al mielencefalo ed è la parte più inferiore dell’intero tronco cerebrale, rappresentando il confine tra encefalo e midollo spinale, che gli fa seguito in basso attraverso il canale vertebrale. A livello del bulbo si incrociano le vie piramidali. Contiene centri per la regolazione delle funzioni viscerali respirazione, pressione sanguigna.

Porzione media del bulbo

In sezione la forma della porzione media del bulbo ricorda quella di una farfalla a causa della comparsa posteriormente della cavità nota come quarto ventricolo e per l’approfondirsi dei solchi antero-laterali a causa della comparsa dell’oliva. Il cordone anteriore della sostanza bianca è ancora una volta costituito quasi esclusivamente dalle piramidi che contengono il fascio corticospinale che decussa a livello del bulbo inferiore. Anteriormente a esse si possono distinguere i piccoli nuclei arcuati e le fibre arciformi esterne. Posteriormente a esse vi è il lemnisco mediale, originatosi dalle fibre arciformi interne, assoni di neuroni del nucleo cuneato e del nucleo gracile. Lateralmente al lemnisco mediale vi è il nucleo olivare accessorio mediale, dalla forma ondulata. Posteriormente al lemnisco mediale decorre il fascicolo longitudinale mediale e posteriormente a questo il fascio tettospinale. I nuclei dei nervi cranici sono spostati posteriormente dal lemnisco mediale e si dispongono anteriormente al margine del quarto ventricolo che costituisce la caratteristica più posteriore di questo livello del bulbo ed è triangolare in sezione, con la base posteriore e l’apice anteriore. Sulla parete posteriore del quarto ventricolo vi sono i plessi corioidei. Sul margine anteriore del quarto ventricolo, in direzione mediolaterale si trovano il nucleo del nervo ipoglosso, che invia le sue fibre antero-lateralmente, separando le piramidi dall’oliva, il nucleo motore dorsale del vago, che a sua volta invia le sue fibre antero-lateralmente separando l’oliva dal tratto spinale e dal nucleo del trigemino, e infine, il più laterale, è il nucleo del tratto solitario con il tratto solitario stesso. Tra le radicole dei nervi ipoglosso e vago compare il nucleo olivare inferiore, dalla forma convoluta, con l’ilo rivolto postero-medialmente, supero-medialmente a esso compare anche il nucleo olivare accessorio superiore mentre superiormente permangono il nucleo ambiguo e più lateralmente il fascio spinotalamico e il fascio spinoreticolare. Superiormente alle fibre in uscita dal bulbo del nervo vago si trova il tratto spinale del nervo trigemino con il suo nucleo, lateralmente a esso il peduncolo cerebellare inferiore e superiormente il nucleo cuneato (mediale) e il nucleo cuneato accessorio (laterale). Dal nucleo cuneato accessorio hanno origine le fibre ascendenti che costituiscono il fascio cuneocerebellare che si portano all’interno del peduncolo cerebellare inferiore.

Porzione superiore del bulbo

La porzione superiore del bulbo in sezione ha una forma a farfalla ancora più accentuata rispetto alla porzione media, dal momento che il quarto ventricolo si allarga, estendendo quindi la porzione posteriore (che si sposta lateralmente da ambo le parti) che risulta doppiamente larga rispetto alla anteriore. La parte anteriore a questo livello è formata al centro dalle piramidi che contengono il fascio corticospinale e tutt’attorno alle piramidi numerosi nuclei arcuati, dei nuclei pontini ectopici. Postero-lateralmente alle piramidi si trova il nucleo olivare inferiore dell’oliva e lateralmente a questo decorre il fascio spinotalamico insieme al fascio spinoreticolare. Posteriormente alle piramidi vi sono i nuclei del rafe fiancheggiati da ambo le parti dal lemnisco mediale anteriormente e dal fascicolo longitudinale mediale posteriormente. Posteriormente al nucleo olivare inferiore vi è il fascio tegmentale centrale.

Postero-lateralmente a questo il tratto spinale del trigemino e il nucleo spinale del trigemino. Lateralmente al tratto spinale del trigemino compare il nucleo cocleare anteriore, che riceve fibre dal nervo statoacustico (VIII). A questo livello esce anche il nervo glossofaringeo (IX), anteriormente allo statoacustico. Posteriormente al nucleo cocleare anteriore, tondeggiante, vi è l’arcuato nucleo cocleare dorsale, che segue il margine postero-laterale del bulbo; tra i due è compreso il peduncolo cerebellare inferiore. La formazione reticolare riempie gli spazi centrali del bulbo, appena lateralmente al fascicolo longitudinale mediale, ai nuclei del rafe e al lemnisco mediale. Anteriormente alla parete anteriore del quarto ventricolo compaiono, in direzione medio-laterale, il nucleo vestibolare laterale (di Deiters) e il nucleo vestibolare inferiore. Il nucleo vestibolare laterale è l’origine del tratto vestibolo spinale laterale.

Funzioni del bulbo

Dal bulbo passano le informazioni inerenti al gusto, al tatto e principalmente all’udito. Vi hanno sede i centri bulbari della respirazione, bersaglio di svariate sostanze quali l’eroina e numerosi farmaci come gli antidepressivi, i sonniferi e i tranquillanti che inibiscono i centri respiratori. Presenta al suo interno anche il centro vasomotore responsabile principale del controllo del tono muscolare dei vasi, della frequenza cardiaca, del volume-sistole e quindi della pressione sanguigna. Il midollo allungato, assieme al ponte di Varolio controlla il pH del sangue. Nel caso in cui questo dovesse diventare troppo basso (a causa dell’eccessiva formazione di acido carbonico, dovuta al legame tra anidride carbonica e acqua) queste due regioni del cervello inviano uno stimolo di contrazione ai muscoli intercostali e al diaframma.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenza tra proencefalo, mesencefalo, romboencefalo, telencefalo, diencefalo

MEDICINA ONLINE SISTEMA NERVOSO ANATOMIA DIENCEFALO MESENCEFALO ROMBOENCEFALO TELE CERVELLO CENTRALE PERIFERICO SIMPATICO PARASIMPATICO MIDOLLO SPINALE TRONCO ENCEFALICO CEREBRALE MESENCL’anatomia macroscopica del sistema nervoso può essere a volte difficile da capire, specie per i giovani studenti che tendono a fare confusione tra vari termini che si somigliano tra loro. Cerchiamo oggi di fare chiarezza con uno schema sintetico e di facile comprensione.

Il sistema nervoso umano è diviso in due parti fondamentali:

  • il sistema nervoso centrale (SNC);
  • il sistema nervoso periferico (SNP) diviso in sistema motorio e sensoriale, quest’ultimo suddiviso a sua volta in somatico e autonomo (l’autonomo ancora diviso in sistema simpatico e sistema parasimpatico).

Il sistema nervoso centrale è a sua volta diviso in due parti fondamentali:

  • l’encefalo posto nella scatola cranica;
  • il midollo spinale situato nel canale vertebrale.

L’encefalo è virtualmente diviso dal midollo spinale tramite un piano convenzionale passante subito sotto la decussazione delle piramidi. Molti usano le parole “encefalo” e “cervello” come sinonimi, ma ciò è un errore, in quanto il cervello propriamente detto è solo una parte dell’encefalo. L’encefalo (anche chiamato “proencefalo”, “prosencefalo” o “cerebro”) è infatti costituito da tre parti fondamentali:

  • cervello: a sua volta diviso in telencefalo e diencefalo;
  • tronco encefalico: costituito da mesencefalo e romboencefalo;
  • cervelletto.

Il tronco encefalico (anche chiamato “tronco cerebrale”) è quindi quella parte dell’encefalo costituita dal mesencefalo e dal romboencefalo. Il romboencefalo è a sua volta diviso in due parti:

  • metencefalo: composto da ponte di Varolio (o più semplicemente “ponte”) e cervelletto;
  • mielencefalo: composto dal midollo allungato (o “bulbo”).

Il tronco encefalico viene quindi ad essere formato da 3 segmenti che sono, dall’alto verso il basso:

  • mesencefalo (a sua volta diviso in tetto e tegmento);
  • ponte di Varolio (o ponte);
  • midollo allungato (o “bulbo”).

Il cervelletto, pur facendo parte del romboencefalo assieme al ponte, non è invece considerato parte del tronco encefalico.

Più in basso il tronco encefalico, nella sua parte più inferiore (il midollo allungato) si continua col midollo spinale che, al contrario di quello che abbiamo visto fino ad ora, non è “encefalo”.

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Differenza tra metencefalo e mielencefalo

MEDICINA ONLINE SISTEMA NERVOSO ANATOMIA DIENCEFALO MESENCEFALO ROMBOENCEFALO TELE CERVELLO CENTRALE PERIFERICO SIMPATICO PARASIMPATICO MIDOLLO SPINALE TRONCO ENCEFALICO CEREBRALE MESENCEFALO PONTE BULBO MIDOLLO ALLUNGATOCerchiamo di capire oggi la differenza anatomica tra metencefalo e mielencefalo, dal momento che vengono spesso confusi dai nostri studenti. Cominciamo dal principio: il sistema nervoso centrale dell’uomo è diviso in due parti fondamentali:

  • l’encefalo posto nella scatola cranica;
  • il midollo spinale situato nel canale vertebrale.

L’encefalo (anche chiamato “proencefalo”, “prosencefalo” o “cerebro”) è costituito da tre parti fondamentali:

  • cervello: a sua volta diviso in telencefalo e diencefalo;
  • tronco encefalico: costituito da mesencefalo e romboencefalo;
  • cervelletto.

Il tronco encefalico è quindi quella parte dell’encefalo costituita dal mesencefalo e dal romboencefalo. Il romboencefalo è a sua volta diviso in due parti:

  • metencefalo: composto da ponte di Varolio (o più semplicemente “ponte”) e cervelletto;
  • mielencefalo: composto dal midollo allungato (o “bulbo”).

Il tronco encefalico viene quindi ad essere formato da 3 segmenti che sono, dall’alto verso il basso:

  • mesencefalo (a sua volta diviso in tetto e tegmento);
  • ponte di Varolio (o ponte);
  • midollo allungato (o “bulbo”).

Il cervelletto, pur facendo parte del romboencefalo assieme al ponte, non è invece considerato parte del tronco encefalico.

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Diencefalo: anatomia, struttura e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE CERVELLO BRAIN TELENCEFALO MEMORIA EMOZIONI CARATTERE ORMONI EPILESSIA STRESS RABBIA PAURA FOBIA  NERVO FACIALE ATTACCHI PANICO ANSIA IPPOCAMPO IPOCONDRIA PSICOLOGIA DEPRESSIONE TRISTE DIENCEFALO.jpgIl diencefalo è una porzione dell’encefalo. Assieme al telencefalo (gli emisferi cerebrali più i nuclei della base) costituisce il cervello. Mediano e simmetrico, con forma di piramide tronca, è intercalato tra i centri assiali inferiori (midollo spinale, tronco encefalico) e quelli superiori (telencefalo). Al suo interno si ritrova la cavità del terzo ventricolo. Il diencefalo è situato rostralmente rispetto al mesencefalo, con il quale condivide alcune formazioni nucleari, ed è completamente rivestito dal telencefalo (ad eccezione della sua superficie ventrale, che affiora liberamente sulla superficie encefalica). Di conseguenza, esso risulta visibile solo dopo ampia demolizione degli emisferi telencefalici e della sostanza bianca che lo avvolge.

Il diencefalo deriva dalla primitiva vescicola prosencefalica del tubo neurale, la quale, attorno al 32º giorno di gravidanza, si divide ulteriormente in due vescicole distinte, telencefalica e diencefalica. Da quest’ultima derivano poi il diencefalo e le altre formazioni comunicanti, quali la retina.

Posizione e rapporti

Il diencefalo si trova al centro della scatola cranica, ed è delimitato rispetto al telencefalo dalla capsula interna. Per la sua descrizione si usa suddividerlo in una faccia dorsale, una faccia ventrale o ipotalamica, due facce laterali, una faccia anteriore ed una faccia posteriore.

  • La faccia dorsale del diencefalo è ricoperta dalla tela corioidea superiore, che contribuisce alla costituzione dei ventricoli laterali: questa si riflette nel punto in cui viene a contatto con la superficie diencefalica, dando luogo ad una linea molto spessa, orientata in senso sagittale, che prende il nome di tenia del talamo. All’estremo posteriore della faccia dorsale del diencefalo troviamo due formazioni, l’epifisi e l’abenula.
  • La faccia ventrale o ipotalamica è l’unica porzione del diencefalo ad affiorare sulla superficie encefalica, e pertanto risulta visibile ad occhio nudo senza bisogno di demolire nessun’altra formazione. La faccia ventrale è delimitata posteriormente dal tronco encefalico (e precisamente dai peduncoli cerebrali), anteriormente dal chiasma ottico che la separa dai lobi frontali, e lateralmente dai poli temporali dei due emisferi. In direzione anteroposteriore, si riconoscono nella faccia ventrale tre strutture fondamentali assegnate all’ipotalamo, e cioè il chiasma ottico, il tuber cinereum o peduncolo ipofisario ed i corpi mammillari.
  • Le facce laterali del diencefalo sono costituite dai due talami, le più voluminose delle diverse strutture che compongono il diencefalo stesso. Queste facce sono a stretto contatto con il telencefalo, dal quale sono separate solo per l’interposizione della capsula interna; dorsalmente, i talami sono invece ricoperti dal nucleo caudato, un nucleo telencefalico, per cui diventa molto difficile stabilire un confine tra queste due formazioni, ed in genere si sceglie a questo scopo il solco optostriato.
  • La faccia anteriore comprende anch’essa i poli anteriori dei soli talami, ed ha un’estensione abbastanza modesta. I suoi limiti possono essere individuati dal chiasma ottico, in basso, e dai forami interventricolari (di Monro), in alto.
  • La faccia posteriore del diencefalo non ha una vera e propria connotazione anatomica, e può essere individuata come un piano virtuale che si estende dalla commessura posteriore fino al limite posteriore dei corpi mammillari ipotalamici.

Struttura

Come già detto, il diencefalo contiene al suo interno la cavità del terzo ventricolo, che permette di suddividere con un piano sagittale l’intera struttura in due metà pari e simmetriche. Ciascuna di queste due metà può essere ulteriormente suddivisa in una porzione ventrale ed in una dorsale, grazie all’esistenza di un solco che attraversa in senso trasversale tutta la cavità del terzo ventricolo, e che viene denominato solco ipotalamico. La porzione ventrale, ossia quella parte di diencefalo che rimane al di sotto di tale solco, comprende:

  • l’ipotalamo, una formazione impari e mediana che si estende dal chiasma ottico, anteriormente, fino ai corpi mammillari, che ne rappresentano il limite posteriore;
  • il subtalamo, pari e simmetrico, localizzato lateralmente all’ipotalamo da ciascun lato, che contiene una serie di formazioni grigie e bianche in diretta continuazione con il mesencefalo sottostante.

La porzione dorsale, ossia quella che rimane al di sopra del solco ipotalamico, comprende invece:

  • il talamo, la porzione più voluminosa del diencefalo, a cui sono assegnate importantissime funzioni di ricezione e ritrasmissione delle informazioni a provenienza sia periferica che centrale;
  • l’epitalamo, in posizione arretrata rispetto al talamo;
  • il metatalamo, situato posterolateralmente rispetto al talamo e comprendente solo i corpi genicolati mediali e laterali.

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