In medicina la “radiografia con clisma opaco” o più semplicemente “clisma opaco”, è un esame radiologico dell’intestino crasso (colon, sigma e retto). Al fine di rendere ben visibile questa regione, Continua a leggere
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Isterosalpingografia: come si fa, dolore, preparazione, rischi, costo
L’isterosalpingografia è un esame radiografico dell’utero e delle salpingi ottenuto mediante l’inserimento – tramite catetere – di un liquido (mezzo di contrasto) nella cavità uterina, che determina opacizzazione e permette di ottenere radiografie con un’immagine “a calco” di:
- utero: canale cervicale, istmo, cavità uterina;
- tube uterine (salpingi) fino all’ostio addominale (estremità della tuba che si apre nel cavo peritoneale che riceve l’ovocita al momento dell’ovulazione).
Uro-TAC: indicazioni, preparazione, è dolorosa, costo
La uro-TAC (o “uroTAC” o “uro-TC” o “uroTC“) è un esame diagnostico che permette di visualizzare le vie urinarie del paziente eseguendo una TAC (una indagine radiologica che usa radiazioni ionizzanti) all’addome con mezzo di contrasto iodato, unendo i vantaggi di questa tecnica a quelli dell’urografia.
Uro-TAC: perché si esegue?
La uro-TAC consente di effettuare un’analisi morfologica delle vie urinarie e funzionale. L’opacizzazione delle vie escretrici (i calici e la pelvi del rene, gli ureteri e la vescica) permette di ottenere informazioni sulla sede, le dimensioni e la struttura dei reni, sul loro funzionamento e sulla morfologia e l’integrità delle vie escretrici. Il medico può richiederla per indagare, ad esempio, le cause della presenza di sangue nelle urine, oppure in caso di calcoli renali o di un tumore alla vescica. L’indagine viene anche richiesta per la diagnosi dei tumori del rene e la progettazione dell’intervento chirurgico.
Come si svolge l’esame di uro-TAC?
L’esame prevede di rimanere sdraiati a pancia in su (supini) sul lettino radiologico. In alcuni casi può essere utilizzata una fascia di compressione a livello dell’addome. Il primo passaggio consiste nell’iniezione del mezzo di contrasto iodato, cui seguono una serie di radiografie eseguite a intervalli regolari. Tutto ciò che deve fare il paziente è rimanere immobile e trattenere il respiro durante l’esecuzione delle radiografie. Nelle fasi tardive, ovvero dopo che è passato un certo tempo dalla somministrazione del mezzo di contrasto, sarà possibile visualizzare anche la vescica.
Uro-TAC: quali le controindicazioni?
Non esistono particolari controindicazioni alla uro-TAC, ma è bene informare il medico di un eventuale stato di gravidanza. È inoltre importante comunicare se si soffre di fenomeni allergici, inclusi asma, eczemi e orticaria.
L’uro-TAC è un esame doloroso?
L’uro-TAC non è un esame doloroso. Durante l’esecuzione è possibile avere a che fare solo con leggeri fastidi, ad esempio una sensazione di calore in tutto il corpo che tende a svanire rapidamente. Viene comunque sempre eseguita in presenza di un medico.
L’uro-TAC è un esame rischioso o pericoloso?
Se eseguito da profissionisti esperti, l’uro-TAC non è un esame rischioso né pericoloso.
Uro-TAC: come ci si prepara all’esame?
Il giorno dell’esame è necessario rimanere a digiuno a partire da almeno 8 ore prima. È inoltre richiesto di portare con sé la richiesta medica in cui sono specificate le indicazioni dell’esame, i risultati di esami del sangue che includano la valutazione di glicemia, AST – ALT, creatinina, IgM, rapporto kappa/lambda (o, in alternativa, elettroforesi delle proteine) e quelli di esami radiologici precedenti. È consentita l’assunzione dei farmaci prescritti nell’ambito di terapie croniche.
Uro-TAC: quali sono i prezzi?
Il prezzo di una uro-TAC effettuata privatamente varia molto a seconda dello studio medico e del professionista che la esegue. Generalmente i prezzi di una uro-TAC oscillano tra 100 ed i 300 euro.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Differenza tra cistoscopia e cistografia: vantaggi e svantaggi
Cos’è un cistoscopia?
Con “endoscopia” in medicina si indica in generale una tecnica diagnostica/terapeutica che usa un particolare strumento chiamato “endoscopio” (un tubo flessibile e mobile dotato di videocamera all’estremità che restituisce l’immagine su un monitor) per osservare tessuti dall’interno del corpo, raggiungibili dall’esterno tramite strutture anatomiche (bocca, naso, ano…) o piccole incisioni. Più specificatamente la “cistoscopia” è un tipo particolare di endoscopia nella quale l’endoscopio – in questo caso chiamato cistoscopio o uretrocistoscopio – viene inserito attraverso il meato uretrale esterno (cioè lo sbocco dell’uretra alle sterno, che permette la fuoriuscita dell’urina proveniente dalla vescica). Il cistoscopio può essere rigido o flessibile e restituire l’immagine sia direttamente all’operatore, sia tramite monitor esterno. Una volta inserito, il cistoscopio risale a ritroso nell’uretra fino ad arrivare alla vescica: in questo modo può indagare l’interno dell’uretra e della vescica; proprio in virtù degli organi che indaga la cistoscopia prende anche il nome di “uretrocistoscopia“.
Perché si fa una cistoscopia?
La cistoscopia viene effettuata con lo scopo di diagnosticare, monitorare e trattare malattie che colpiscono la vescica e l’uretra. Può essere prescritta per risalire alla causa di sintomi a livello delle vie urinarie, nel percorso diagnostico per identificare o escludere la presenza di infiammazioni (cistiti), calcoli alla vescica, tumori alla vescica o iperplasie prostatiche. Inoltre la possibilità di inserire appositi strumenti nel cistoscopio permette di utilizzare la cistoscopia anche per diagnosticare (tramite biopsia) ed eventualmente trattare malattie alla vescica, ad esempio per rimuovere tumori molto piccoli. Può infine essere usata per la diagnosi di una stenosi (restringimento) dell’uretra.
Cos’è una cistografia?
Con “cistografia” (anche detta cisto-uretrografia minzionale) si intende una procedura diagnostica radiologica che usa radiazioni ionizzanti (radiografia) ed un mezzo di contrasto inserito in vescica con un catetere vescicale, col fine di visualizzare l’apparato urinario maschile e femminile, cioè principalmente vescica e uretra, e studiarne lo stato e la funzionalità.
Perché si fa una cistografia?
Una cistografia viene comunemente usata quando il medico, in base ai sintomi riferiti dal paziente, sospetta una patologia delle vie urinarie, come ad esempio un reflusso vescico-renale, una incontinenza urinaria (da sforzo, post-chirurgica o da urgenza) o in caso di difficoltà o dolore durante la minzione. Attraverso la cistografia classica è possibile osservare il riempimento della vescica, il suo svuotamento e la sua evacuazione. L’esame permette inoltre di valutare lo stato dell’uretra. La cistografia può essere utilizzata per diagnosticare e localizzare anomalie della parete vescicale, dovute per esempio a polipi vescicali o a carcinomi. Anche i calcoli vescicali vengono diagnosticati con facilità così come anomalie dello svuotamento, evidenziate durante la minzione, come il reflusso vescico-ureterale o la permanenza di urina residua nella vescica dopo minzione, possibile indice della presenza di una ostruzione a livello uretrale. La cistografia per via retrograda è l’esame di elezione nella diagnosi di reflusso ureterale. Nel caso di polipi o sospetti tumori vescicali la diagnosi andrà confermata mediante cistoscopia ed eventuale biopsia).
Vantaggi della cistoscopia rispetto alla cistografia
Rispetto alla cistografia, la cistoscopia presenta il grosso vantaggio di non utilizzare radiazioni ionizzanti, fatto importante quando si prevede una ripetizione frequente dell’esame o in caso di donna incinta. Inoltre la cistoscopia è – nella maggioranza dei casi – in grado di fornire informazioni più accurate e restituisce immagini in movimento in tempo reale, fatto che può aiutare alcuni tipi di diagnosi. La cistoscopia ha anche l’enorme vantaggio di potersi associare all’eventuale prelievo di una piccola quantità di tessuto anomalo (biopsia) o di permettere vere e proprie tecniche terapeutiche (asportazioni di lesioni circoscritte), funzionalità impossibili con una cistografia.
Vantaggi della cistografia rispetto alla cistoscopia
Di contro i vantaggi di una cistografia sono nell’essere un esame decisamente meno invasivo, fastidioso (non necessita di sedazione come può accade nella cistoscopia) e rischioso (minori rischi di sanguinamento e perforazione di uretra e vescica). I rischi di una cistografia sono molto limitati e riguardano principalmente le eventuali reazioni allergiche al mezzo di contrasto usato. La cistografia è inoltre un esame più rapido e meno costoso, oltre ad essere meno “operatore-dipendente” rispetto alla cistoscopia. In caso di donna incinta, è preferibile usare comunque una cistoscopia.
Cistografia, uro-TAC e risonanza magnetica
Una cistografia richiede una minore quantità di radiazioni rispetto ad un esame uro-TAC, anche se, per la diagnosi dei tumori, è meno sensibile e specifica di essa o della risonanza magnetica. L’uso di una tecnica piuttosto di un altra, verrà effettuata dal medico soppesando vantaggi e svantaggi delle rispettive tecniche.
Cistoscopia e cistografia: quale dei due è la migliore?
La risposta a questa domanda è “dipende”. Alcune patologie fanno preferire una tecnica piuttosto che l’altra. Solo nel caso in cui alla diagnosi si voglia far immediatamente seguire una terapia od una biopsia (o in caso di donna incinta) la cistoscopia diventa una scelta praticamente obbligata. Sarà comunque il medico, e non il paziente, a decidere la tecnica maggiormente indicata, soppesando vantaggi, svantaggi ed ipotesi diagnostica.
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Differenza tra colonscopia e clisma opaco: preparazione e a cosa servono?
Cos’è una colonscopia?
Con “colonscopia” in medicina si intende una procedura diagnostica e terapeutica mediamente invasiva usata per la visione diretta delle pareti interne del grosso intestino (colon). Essendo abbastanza fastidiosa, spesso viene effettuata dopo aver sedato il paziente, specie se quest’ultimo è un soggetto ansioso e/o poco incline alla collaborazione. Per visualizzare l’intestino si utilizza una sottile sonda flessibile – chiamata colonscopio – dotata di mobilità controllabile dall’esterno e munita di telecamera all’apice. Le immagini riprese dalla telecamera del colonscopio sono restituite su un monitor che viene osservato dal medico operatore durante l’esame. Il colonscopio viene inserito previa lubrificazione per via anale e poi fatta risalire a ritroso nel retto e negli altri tratti dell’intestino crasso, per incontrare nell’ordine:
- colon sigmoideo o sigma,
- colon discendente,
- colon trasverso,
- colon ascendente,
- cieco.
Per quale motivo si effettua una colonscopia?
Tramite una colonscopia il medico non solo può formulare diagnosi basandosi sull’aspetto delle pareti intestinali, ma può anche rimuovere lesioni e/o prelevare in modo indolore frammenti della mucosa (biopsia) sui quali successivamente verranno effettuati esami istologici. Le patologie rilevabili con questa metodica sono molto varie: dalle infiammazioni della parete alla presenza dei diverticoli, dalle turbe della motilità intestinale ai tumori. Una ulteriore caratteristica della colonscopia è quella di permettere l’esecuzione di interventi chirurgici miniinvasivi come l’asportazione di polipi.
Cos’è un clisma opaco?
Per quale motivo si effettua un clisma opaco?
Il clisma opaco è una procedura medica eseguita per esaminare e diagnosticare i problemi del grosso intestino. Le sue applicazioni, in parte limitate dall’avvento della colonscopia, vanno dall’investigazione di particolari sintomi (sanguinamento rettale, diarrea cronica, alterazioni dell’alvo, dolore addominale), alla diagnostica di malattie o alterazioni specifiche, come stenosi, occlusioni intestinali, poliposi, alterazioni della motilità dei visceri, diverticolosi e cancro al colon.
Vantaggi della colonscopia rispetto al clisma opaco
Rispetto al clisma opaco, la colonscopia presenta il grosso vantaggio di non utilizzare radiazioni ionizzanti, fatto importante quando si prevede una ripetizione frequente dell’esame o in caso di donna in gravidanza. Inoltre la colonscopia è – nella maggioranza dei casi – in grado di fornire informazioni più accurate e restituisce immagini in movimento in tempo reale, fatto che può aiutare alcuni tipi di diagnosi. La colonscopia ha anche l’enorme vantaggio di potersi associare all’eventuale prelievo di una piccola quantità di tessuto anomalo (biopsia) o di permettere vere e proprie tecniche terapeutiche (asportazioni di lesioni circoscritte), funzionalità impossibili con un clisma opaco.
Vantaggi del clisma opaco rispetto alla colonscopia
Di contro i vantaggi di un clisma opaco sono nell’essere un esame decisamente meno invasivo, fastidioso (non necessita di sedazione come spesso accade nella colonscopia) e rischioso (minori rischi di sanguinamento e perforazione dell’intestino). I rischi di un clisma opaco sono molto limitati e riguardano principalmente le eventuali reazioni allergiche al mezzo di contrasto usato. Il clisma opaco è infine un esame più rapido e meno costoso, oltre ad essere meno “operatore-dipendente” rispetto alla colonscopia.
Colonscopia e clisma opaco: quale dei due è il migliore?
La risposta a questa domanda è “dipende”. Alcune patologie fanno preferire una tecnica piuttosto che l’altra. Solo nel caso in cui alla diagnosi si voglia far immediatamente seguire una terapia od una biopsia, la colonscopia diventa una scelta praticamente obbligata. Sarà comunque il medico, e non il paziente, a decidere la tecnica maggiormente indicata, soppesando vantaggi, svantaggi ed ipotesi diagnostica.
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