Il modo per rivoluzionare tutto il Sistema

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO BAMBINA NATURA PRATO ESTATE LEGGE LIBRO STUDIA STUDIOSA STUDENTE CULTURA PACE RELAX TRANQUILLITACon gli occhi lucidi un giorno racconterai a tuo figlio che questa povera disastrata Italia è allo sfascio e quando lui ti chiederà qual è il modo per rivoluzionare tutto il Sistema, tu mettigli un libro in mano e digli questa semplice parola: STUDIA!

“Studia, studia, studia, anche quando gli altri penseranno a divertirsi, anche quando gli altri ti prenderanno in giro, anche quando gli altri ti diranno che sei un perdente. Studia, studia, studia, se vuoi affrontare la vita a testa alta e senza paura, se vuoi migliorare il tuo Paese, se vuoi rendere meravigliosa la tua esistenza. Studia, studia, studia, senza risparmiarti mai, senza rimandare a domani, senza pensare che sia tutto una perdita di tempo; perché il mondo è crudele e non vede l’ora di trovare del morbido dove affondare il colpo, e quel morbido è chiamato ignoranza. Fatti trovare pronto, renditi inattaccabile: studia, studia, studia”

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Al via i test di ingresso per la facoltà di Medicina: sei favorevole o contrario al numero chiuso?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SCUOLA STUDENTI UNIVERSITA STUDIARE LAUREATIIn questo preciso momento le aule della mia amata università Sapienza sono letteralmente invase dagli aspiranti futuri colleghi medici. Tra non molto sarà consegnato loro il test valido per entrare nella facoltà: per tutti 60 domande e un massimo di 90 punti (1,5 punti per ogni risposta esatta, meno 0,4 per ogni risposta sbagliata, 0 punti per ogni risposta non data). La soglia minima per il superamento del test è 20 punti. Ma quest’anno entra in gioco anche il cosiddetto Bonus maturità che “regala” da 1 a 10 punti extra in relazione al voto ottenuto all’esame di Stato a condizione che lo stesso sia non inferiore all’80esimo percentile della commissione d’esame.

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I libri per prepararsi al test di ingresso di medicina, odontoiatria, veterinaria e professioni sanitarie

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SCUOLA STUDENTI UNIVERSITA STUDIARE LAUREATISiete agli sgoccioli per i test d’ingresso universitari settembrini? Arrivati all’ultimo giorno di agosto io suppongo (anzi spero per voi) che avete già studiato a fondo tutte le materie che riguardano i test, ma per chi all’ultimo minuto voglia un aiuto in più, riassumiamo tutti i manuali dove trovare non solo la teoria della disciplina scelta, ma anche tanti quiz e software di simulazione delle prove, per esercitarsi.

Le proposte più valide sono quelle dei principali editori specializzati nei manuali di preparazione ai test universitari, da Hoepli ad Alphatest o Editest, o le storiche edizioni Simone, ma anche l’editore UnidTest e Neldiritto.

Per gli aspiranti veterinari, infatti (prova di ammissione il 3 settembre, ci siamo!) c’è il volumone Hoepli “10001 quiz per entrare in Università. Medicina, odontoiatria, veterinaria”. Altrimenti, il classico “Editest 1. Teoria, Medicina, odontoiatria, veterinaria. Per la preparazione ai test di ammissione. Con software.” Dello stesso editore ci sono anche gli “Editest1. Esercizi con software di simulazione delle prove”.

Leggi anche: Al via i test di ingresso per la facolà di Medicina: sei favorevole o contrario al numero chiuso?

Si tratta in questo caso, come si vede, anche di testi validi per per quanto riguarda i test per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria in lingua italiana, che si svolgeranno il 9 settembre. Da prendere in considerazione per queste facoltà c’è poi “Come esercitarsi al test. Per gli esami di ammissione a medicina odontoiatria veterinaria e ai corsi di laurea in biologia, biotecnologie, farmacia, CTF” edito da Neldiritto.it.

Si tratta di un volume in cui le domande sono suddivise per argomenti e livello crescente di difficoltà dei diversi quesiti, che sono accompagnati dalle soluzioni e da un breve commento. A complemento, c’è anche, con lo stesso titolo e stesso editore, “Come superare il test” che riporta anche “le tecniche per azzardare una risposta anche in assenza di certezza; le tecniche di gestione del tempo”.

Leggi anche: Come funziona la nostra memoria e come facciamo per aumentarla: guida per prendere trenta e lode agli esami universitari

Per chi vuole lavorare nello specifico sui test di logica, presenti nei quiz per accedere alle facoltà citate, c’è poi “Test ammissione. Logica per medicina, odontoiatria e veterinaria. Teoria e quiz commentati. Con software di simulazione”, delle edizioni Simone, oppure “Test di logica e cultura generale. Per l’ammissione a medicina, odontiotria, veterinaria, biotecnologie, professioni sanitarie” (Alphatest).

Una certezza per quanto riguarda i Corsi di laurea delle professioni sanitarie (test d’ingresso alle porte, il 4 settembre) è lo Hoepli test “Prove simulate. Professioni Sanitarie”. Altrimenti ancora una volta c’è l’”Editest 2. Teoria. Professioni sanitarie” e sempre “Editest 2- Professioni sanitarie gli Esercizi” , entrambi corredati di software di simulazione. Editest fra l’altro è anche editore dei “5000 quiz” corredati di glossario (“EdiTEST 5000 quiz. Con glossario per le professioni sanitarie. Per la preparazione ai test di ammissione”).

Altrimenti da prendere in considerazione ci sono anche i “3000 quiz per l’ammissione ai master e alle lauree magistrali in scienze infermieristiche e ostetriche, professioni sanitarie” edito da Alphatest, oppure “UnidTest 2. Manuale di teoria-Glossario per professioni sanitarie. Manuale di teoria per i test di ammissione”, dell’editrice UnidTest, appunto, che pubblica anche “Unidtest2. L’Eserciziario commentato per professioni sanitarie. Per i test di ammissione alle lauree triennali professioni sanitarie”.

Chiudo dicendovi che il testo con cui sono riuscito a passare io il test per medicina era sicuramente dell’UTET, però sinceramente non mi ricordo il titolo, quel che mi ricordo è che gli Alphatest mi erano risultati veramente troppo facili mentre invece il testo dell’UTET era molto complesso ma sicuramente è stato molto più utile! C’è da dire che l’ultimo anno di liceo anzichè studiare greco, latino, storia dell’arte e le altre materie scolastiche, io ho passato quasi l’intero anno studiando solo le materie della prova di ammissione a medicina. Un libro di test piuttosto che un altro non può fare molto per voi nel caso in cui vi manchino le basi!

Auguro un enorme in bocca al lupo, specialmente agli apiranti futuri colleghi medici!

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Potenzia il tuo cervello e batti l’Alzheimer con libri, cruciverba ed una chitarra

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La cultura tiene in vita il nostro cervello

Secondo uno studio pubblicato su Human Brain Mapping dai ricercatori italiani della Fondazione Santa Lucia di Roma, un aiuto per un cervello in forma arriva da cultura, libri e anni di istruzione, che rappresenterebbero il «mix» vincente per tenere il più lontano possibile l’invecchiamento cerebrale e le malattie neurodegenerative. Diretto da Fabrizio Piras e coordinato da Gianfranco Spalletta – responsabile del Laboratorio di Neuropsichiatria – e da Carlo Caltagirone – direttore scientifico della Fondazione – lo studio ha visto coinvolti 150 soggetti sani tra i 18 e i 65 anni sottoposti a una nuova tecnologia di risonanza magnetica in grado di misurare le variazioni strutturali dei tessuti cerebrali: «Per la prima volta siamo riusciti a determinare il luogo all’interno del cervello in cui una più ricca attività mentale avvia dei meccanismi protettivi nei confronti della neurodegenerazione», spiega Spalletta. Dai risultati è anche emersa una correlazione tra gli anni di istruzione scolastica e il movimento delle molecole d’acqua all’interno del cervello, indice qualitativo – spiegano gli autori dello studio – della struttura cerebrale.

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Suonare la chitarra (ma va bene anche un qualsiasi altro strumento musicale!)

Suonare uno strumento musicale tiene allenato il nostro cervello. Io parteggio per la chitarra, ma solo perchè è il principale strumento che suono fin da piccolo e di cui sono molto appassionato, ma in verità va bene anche qualsiasi altro strumento! Molti studi confermano questa tesi, ad esempio ho apprezzato molto questo interessante articolo della ricercatrice canadese Krista Hyde, in cui viene riportato uno studio fatto su 15 bambini “musicisti” e 16 bambini del gruppo di controllo. All’inizio dello studio tutti i bambini, di circa 6 anni, ignari di qualsiasi nozione musicale, sono stati invitati a una sessione di risonanza magnetica. Poi, per 15 mesi i bambini del gruppo dei “musicisti” hanno seguito lezioni settimanali di pianoforte. Alla fine di questo periodo, tutti i bambini sono stati nuovamente invitati a fare la risonanza. Hyde e colleghi hanno utilizzato una nuova tecnica, chiamata Deformation Based Morphometry, che permette di studiare le deformazioni in grandezza o forma dei voxel, le unità di misura delle immagini di risonanza, estrapolando così i cambiamenti cerebrali non legati al normale sviluppo evolutivo del bambino. I risultati delle risonanze dei “musicisti” mostrano l’ingrandimento della corteccia motoria primaria destra, responsabile del controllo dei movimenti della mano sinistra, del corpo calloso, cioè le fibre nervose che connettono un emisfero all’altro, e della corteccia uditiva primaria destra, responsabile dell’elaborazione dei suoni musicali. Questi cambiamenti nel cervello corrispondono all’abilità di esecuzioni di compiti motori (per la corteccia motoria e il corpo calloso) e musicali (per la corteccia uditiva). L’aspetto che trovo più sorprendente in questa ricerca è la plasticità del nostro cervello dopo solo 15 mesi di lezioni di musica!

Parole crociate e sudoku

Il segreto per mantenere il più a lungo possibile il cervello giovane? È allenarlo sin da giovani. A spiegarlo i ricercatori dell’Università di Berkeley (Usa) in uno studio pubblicato su Archives of Neurology: per portare avanti la loro ricerca hanno intervistato 65 anziani sulle loro abitudini, nel corso della vita, alla lettura, alla scrittura e ai giochi che impegnano la mente come parole crociate, sudoku e brain games elettronici. Ognuno dei partecipanti è stato poi sottoposto a una risonanza magnetica al cervello per valutare la presenza della proteina amiloide, i cui accumuli sono tra i responsabili dello sviluppo della malattia d’Alzheimer. Ed è emerso che tanto più i soggetti manifestavano una maggiore attività cerebrale, tanto più il livello degli accumuli della proteina era basso: «I nostri dati suggeriscono che una vita trascorsa a impegnarsi in queste attività ha un effetto cruciale nel mantenersi cognitivamente attivi in età avanzata», spiega Susan Landau, una degli autori dello studio. Nel dubbio, quindi, passare del tempo con le parole crociate non guasta.

«Esercitarsi con le parole crociate, anche per poco tempo al giorno, mette in gioco le funzioni cognitive superiori: pensiero astratto, attenzione, nessi logici, memoria», dice lo psichiatra Pietro Pietrini, direttore del dipartimento di medicina di laboratorio dell’Azienda ospedaliero universitaria Santa Chiara di Pisa. Gli inglesi sintetizzano con l’espressione “use it or lose it”: «Gli studi di risonanza magnetica hanno mostrato che si attivano parti distinte del cervello, che dialogano tra loro per portare a termine compiti come quelli richiesti dal cruciverba».
Ogni volta che si prova a completare uno schema si favorisce la formazione di nuovi contatti tra i neuroni (sinapsi) e dunque si mantiene il cervello più giovane. Conferma Petrini: «Esperimenti e misurazioni eseguite tramite la Pet (tomografia a emissione di positroni) mostrano che, a pari età, il decadimento cognitivo tra i malati di Alzheimer è più lento in quelle persone che hanno tenuto in esercizio l’intelletto».

Internet fa la sua parte

Sono soprattutto i motori di ricerca ad aiutare i neuroni a rimanere «scattanti»: da una ricerca della University of California di Los Angeles (UCLA) coordinata da Gary Small è emerso che cercare informazioni e curiosità su browser come Google consente di allenare in una sola azione la memoria (del termine da cercare), l’elasticità (nella scelta delle parole chiave da inserire) e il ragionamento (tramite la comprensione e l’analisi dei risultati ottenuti), e aiuterebbe il cervello a mantenersi giovane rallentando l’insorgenza della demenza. Il segreto è nella continua stimolazione dei neuroni e delle connessioni cerebrali che l`esercizio mentale di ricerca sui browser in internet garantirebbe.

L’importanza della dieta

Secondo i ricercatori dell’Oregon Health & Science University di Portland (Usa) una certa dieta può aiutare ad allontanare il deterioramento cognitivo, mentre certi cibi possono accelerarne l’insorgenza. Lo studio, pubblicato su Neurology, ha messo in evidenza che le persone a rischio di declino cognitivo che seguono una dieta a base di pesce, frutta e verdura, e quindi ad alto contenuto di vitamine C, D ed E e di acidi grassi omega3, ottengono punteggi più alti nei test cognitivi e risultano più protette dal declino rispetto a coloro che, invece, consumano molti grassi trans – presenti nei cibi confezionati, nei prodotti da fast food, nelle fritture, nei piatti pronti e nella margarina.
Il ruolo della vitamina B12 come «carburante per il cervello» è stato invece messo in evidenza da uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition dai ricercatori dell`Università di Oxford (Regno Unito), secondo cui la vitamina B12 preserva dal restringimento cerebrale e dal declino cognitivo che da questo consegue. In particolare a fare la differenza sarebbe l’assunzione di latte: gli studiosi hanno infatti rilevato che ben il 55% della vitamina contenuta in questo alimento entra nel flusso sanguigno. Il pesce rappresenta invece la seconda fonte della vitamina, mentre al terzo posto si attestano i prodotti lattiero-caseari.

L’immancabile contributo dell’attività fisica

Un po’ di movimento non guasta mai – Un po’ di moto quotidiano non serve solo a mantenersi in linea e a preservarsi dal rischio cardiovascolare: uno studio condotto dal Beckam Institute dell’Università dell’Illinois (Usa) mostra, infatti, come l`esercizio aerobico contribuisca a rallentare il processo di invecchiamento delle cellule cerebrali. La ricerca, pubblicata sulla rivista British Journal of Sports Medicine, ha esplorato le potenzialità dell’attività fisica sui neuroni mostrando che l’attività fisica quotidiana eseguita costantemente contribuisce effettivamente a migliorare il funzionamento dei cervelli più anziani. «La nostra ricerca illustra l`effetto benefico di un moderato esercizio fisico sulle funzioni cerebrali – spiega Art Kramer, neuropsichiatra esperto in scienze cognitive e autore dello studio -. La ginnastica quotidiana migliora l’afflusso di sangue al cervello ed è in grado di bloccare l’invecchiamento neuronale che si riscontra tra gli anziani».

Spegni facebook e vediti coi tuoi amici

Fare uno sforzo per restare in contatto e trascorrere del tempo con altre persone, di persona piuttosto che virtualmente. La ricerca mostra che l’isolamento e la solitudine aumentano il rischio di sviluppare demenza.

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