Minoxidil efficace contro caduta dei capelli, alopecia e calvizie

MEDICINA ONLINE CAPELLI UOMO DONNA FINASTERIDE ALOPECIA CALVIZIE PELO CAPELLO RASATO DECORSOIl minoxidil è un composto chimico scoperto nel 1980, usato inizialmente come principio attivo di farmaci antipertensivi (cioè per Continua a leggere

Perdita di capelli inarrestabile? Ci pensa la medicina rigenerativa

MEDICINA ONLINE VOLTO TRISTE FIDUCIA SE DONNA CAPELLI SPAZZOLA SGUARDO RAGAZZA BELLEZZA PETTINE MORA PELLE SKIN OCCHI TERAPIA TRATTAMENTO EYES BELLEZZA VISO RIMEDI SEXY SEX HAIR LOSS ESTETICAAlopecia e perdita di capelli sono un problema per molti uomini e donne di tutte le età, ma negli ultimi anni i progressi della medicina rigenerativa ci forniscono una potente arma per combatterli. L’alopecia androgenetica, è una forma di calvizie causata da una ipersensibilità dei follicoli capillari all’azione combinata del Diidrotestosterone (DHT) e della Prostaglandina D2 (PGD2): il primo ostacolo il naturale equilibrio di produzione di sebo del cuoio capelluto, l’altra fa in modo che quest’ultimo sia sempre infiammato, fino ad arrivare a una alterazione della funzionalità quando compaiono i primi segni di un sistema “scalpo-capelli” che comincia a perdere il proprio equilibrio fisiologico: seborrea, tricodinia, forfora, iniziale caduta moderata di capelli. Questo è il campanello d’allarme che deve spingerci ad intervenire subito, senza perdere tempo con palliativi, o cure poco efficaci: se il follicolo resta soggetto a turbative, allora la miniaturizzazione progressiva che lo colpisce, lo porterà allo status di “atrofia”. A quel punto la sua situazione non è più reversibile mentre invece, agendo per tempo con tecniche come la PRP, la perdita di capelli può essere arginata.

Plasma ricco di piastrine (PRP)

La tecnica PRP usa una piccola quantità di sangue (10-15 cc) che il medico preleva al paziente. Il sangue viene introdotto in apposite provette che vengono centrifugate, fino ad ottenere il plasma, che contiene in alta concentrazione le piastrine che, una volta attivate, produrranno i fattori di crescita. Il composto risultante da questa “scrematura” può essere iniettato sottopelle sia con tecnica mesoterapica, sia con la classica infiltrazione diretta nelle rughe o nelle pieghe cutanee. I fattori di crescita iniettati, stimolano la rigenerazione dei tessuti e la neoangiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni). Proprio quest’ultima è una delle proprietà più importanti del PRP per le applicazioni in chirurgia e in medicina estetica, dove il corretto apporto di nutrimento ai tessuti è alla base dei loro processi rigenerativi. A differenza di qualsiasi filler di sintesi, il PRP è prodotto a partire da componenti provenienti dal paziente stesso, a garanzia della massima biocompatibilità e naturalità del trattamento, e senza rischi di intolleranza, allergia o altra reazione immunitaria.

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Differenza tra alopecia areata e androgenetica

Con “alopecia” si intende il processo di diminuzione della qualità e della quantità di capelli. A differenza della caduta di capelli stagionale, l’alopecia è una vera e propria malattia che non dipende da fattori ambientali o stagionali. Le cause dell’alopecia possono essere:

  • genetiche;
  • immunologiche, legate ad esempio a malattie autoimmuni come la tiroidite;
  • nutrizionali, legate a carenze alimentari o malattie come l’anemia;
  • psicologiche, che possono provocare alopecia da stress.

La manifestazione della malattia può avvenire in modo diverso, a seconda del tipo di alopecia di cui si è affetti.

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Alopecia areata

Alopecia areata

L’alopecia areata (che potete vedere nella foto in alto) è una patologia caratterizzata da una perdita dei capelli o di altri peli del corpo che si manifesta tipicamente a chiazze glabre o aree, da cui deriva il nome. Per quanto riguarda le cause di questa malattia, il quadro non è ancora molto definito. Secondo le ipotesi mediche più accreditate, l’alopecia areata ha origini immunologiche: il nostro sistema immunitario, in maniera anomala, agisce e danneggia i follicoli piliferi, che vengono percepiti come corpo estraneo. Oltre all’ipotesi immunologica, sembra che la componente genetica abbia un ruolo importante nell’insorgenza della malattia, che tende a colpire soggetti con una storia familiare in cui compare l’alopecia.

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In base alle sue manifestazioni, possiamo distinguere diverse tipologie di alopecia areata:

  • Alopecia Areata monolocularis, che colpisce un unico punto del cuoio capelluto;
  • Alopecia Areata multilocularis, che si manifesta in zone multiple del cuoio capelluto;
  • Alopecia Totale, che si estende a tutto il cuoio capelluto;
  • Alopecia Universale, che fa riferimento ad un’assenza totale di capelli e peli corporei;
  • Alopecia Barbae o alopecia della barba, esclusivamente maschile;
  • Alopecia Areata Ophiasis, limitata a regioni periferiche del cuoio capelluto, come la zona posteriore del capo da orecchio a orecchio e/o la regione occipitale e temporale.

Per il trattamento dell’alopecia areata possono essere somministrate terapie ormonali o non ormonali, a seconda della gravità della manifestazione. Ad ogni modo, la diagnosi e la cura devono essere valutate esclusivamente da un medico specialista, che saprà individuare la soluzione più giusta per il tuo disturbo.

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Alopecia androgenetica

L’alopecia androgenetica, comunemente nota come calvizie, è la più diffusa tra i tipi di alopecia, in quanto si manifesta nella vita di circa il 70% degli uomini e il 40% delle donne. All’origine di questa malattia c’è l’effetto degli ormoni androgeni nei bulbi dei capelli, che ne subiscono gli effetti provocando la calvizie. Nell’uomo l’alopecia androgenetica inizia con la perdita dei capelli sopra le tempie e al vertice. Con l’avanzare della patologia, viene mantenuta una striscia di capelli ai lati e nella parte posteriore della testa. In questo caso possiamo parlare di “corona ippocratica”, che raramente si trasforma in una calvizie completa.

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Alopecia androgenetica nell’uomo e nella donna

Nella donna l’alopecia androgenetica causa un diradamento diffuso senza recessione dell’attaccatura e, anche in questo caso, il fenomeno dell’alopecia totalis si manifesta raramente.

Per quanto riguarda la cura della patologia, esistono diversi farmaci in grado di trattare l’alopecia androgenetica. Anche in questo caso, ribadiamo che prima di sottoporsi a qualsiasi trattamento è necessario un consulto medico. La perdita dei capelli può causare uno stato di ansia e stress, ma questo non deve portarti a prendere decisioni impulsive o ad ascoltare dicerie sul trattamento di questo disturbo.

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Finasteride per ipertrofia prostatica ed alopecia androgenetica

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICLa finasteride (nome commerciale Proscar e Propecia) è un farmaco appartenente alla categoria degli inibitori della 5-alfa-reduttasi di tipo II (l’isoforma di tipo I è concentrata in particolar modo a livello di cute, ghiandole sebacee, sistema nervoso centrale e fegato, mentre l’isoforma di tipo II è maggiormente concentrata a livello di prostata e follicoli piliferi), un enzima intracellulare la cui funzione è quella di metabolizzare il testosterone in diidrotestosterone (DHT), un ormone androgenico che può essere causa di acne, calvizie e ipertrofia prostatica benigna. Dal 2006, scaduta la patente della Merck sul Proscar, il farmaco viene commercializzato anche come farmaco generico.

Per cosa viene usata la Finasteride?

La Finasteride è utilizzata principalmente per il trattamento di:

  • ipertrofia prostatica benigna;
  • cancro alla prostata;
  • alopecia androgenetica.

Dosaggio:

  • Patologie prostatiche: la dose raccomandata è pari a 5 mg, una volta al giorno, lontano dai pasti. Un trattamento di durata pari ad almeno sei mesi si può rendere necessario per stabilire se il farmaco sia in grado di determinare una risposta favorevole. Sono comunque possibili miglioramenti in tempi più brevi.
  • Alopecia androgenetica: le dosi sono di 1 mg al giorno da assumere a tempo indefinito.

Finasteride ed ipertrofia prostatica benigna

La finasteride fu messa inizialmente in commercio quale trattamento specifico per l’ipertrofia prostatica benigna (IPB). Il dosaggio previsto è di 5 mg pro die. Vari studi hanno mostrato che sono necessari più di sei mesi di assunzione del farmaco affinché siano visibili benefici di un certo rilievo. Se, per un qualsivoglia motivo, il trattamento dovesse essere interrotto prima del periodo minimo previsto oppure se l’assunzione dovesse avvenire in modo discontinuo, gli effetti positivi esplicati dal farmaco potrebbero regredire. Uno dei problemi legati all’assunzione di finasteride è relativo alle concentrazioni sieriche di PSA (Prostatic Specific Antigen, antigene prostatico specifico); vi sono molti studi che affermano che l’assunzione di finasteride ad alte dosi (i 5 mg al giorno previsti per il trattamento dell’IPB) riduca significativamente i livelli sierici dell’antigene prostatico specifico; il problema è che detta riduzione è probabilmente un mero effetto di tipo farmacologico senza che vi sia efficacia preventiva o terapeutica (valori superiori ai 4 ng/ml meritano approfondimenti in quanto possono essere spia della presenza di patologie quali il tumore alla prostata, l’IPB ecc.); esiste quindi il rischio che i risultati della titolazione del PSA, che viene usata nel monitoraggio di patologie prostatiche sia benigne che maligne, risultino “normali” anche in presenza di carcinoma della prostata o di altra patologia di questo organo. Non vi è la certezza che quello che succede per assunzioni di 5 mg al giorno non succeda anche per dosaggi sì inferiori, ma continuativi come nel caso dei trattamenti anticalvizie; alcuni studi sembrano infatti indicare che anche a dosaggi più bassi gli effetti della finasteride sui livelli sierici di PSA siano gli stessi. Sembra quindi ragionevole che i soggetti che intendono iniziare il trattamento con la finasteride eseguano un test del PSA prima di cominciare la terapia, allo scopo di evitare risultati condizionati dal farmaco; inoltre, nel caso il valore dell’antigene salga di 0,3 ng/ml durante il trattamento con finasteride, è consigliabile effettuare un prelievo bioptico.

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Finasteride ed effetti collaterali permanenti nell’ambito della sfera sessuale

Alcuni degli effetti collaterali da assunzione di finasteride riguardano la sfera sessuale; fino a poco tempo fa si riteneva che, per assunzioni a basso dosaggio, tali effetti avessero carattere transitorio; studi piuttosto recenti hanno però messo in evidenza che tali effetti sono verosimilmente irreversibili sulla funzione sessuale maschile; per quanto riguarda i dosaggi più alti c’è addirittura il sospetto di un aumento del rischio di contrarre il cancro alla prostata. Per ottenere risposte definitive sulla questione saranno necessari ulteriori approfondimenti, ma c’è sicuramente abbastanza su cui riflettere, tant’è che l’Associazione Americana di Urologia raccomanda ai propri associati di informare dettagliatamente i propri pazienti sia su tali effetti collaterali sia sulle terapie alternative per l’IPB.

Finasteride ed alopecia androgenetica

La finasteride è probabilmente il farmaco più usato nella terapia della calvizie; i risultati ottenuti sono considerati di un certo rilievo dal momento che, dopo un periodo di 12 mesi di trattamento, si osserva una ricrescita moderata o densa nel 48% dei casi; dopo un periodo di 24 mesi la percentuale sale al 66%; l’efficacia del trattamento migliora in caso di combinazione con il minoxidil (formulazioni al 2 e al 5%). Come detto in precedenza, la finasteride agisce inibendo l’enzima 5-alfa-reduttasi, per la precisione il tipo 2 che è localizzato nell’epididimo, nella prostata, nella guaina epiteliale dei follicoli piliferi ecc.; l’inibizione dell’enzima causa una riduzione del DHT circolante il cui eccesso è una delle cause della calvizie. Alle dosi indicate (ricordiamo che la FDA ne ha approvato l’uso come trattamento anticalvizie alla dose di 1 mg al giorno) il farmaco ha una bassa percentuale di effetti collaterali (tra i quali vengono segnalati diminuzione della libido, riduzione dell’eiaculato, difficoltà nel raggiungimento e/o nel mantenimento dell’erezione, ginecomastia, dolore testicolare, ritenzione idrica, accumulo di adipe, reazioni allergiche ecc.) ritenuti comunque transitori o reversibili in caso di sospensione del trattamento (posizione che secondo alcuni autori non è condivisibile, si veda quanto riportato nella parte finale del paragrafo precedente). Il trattamento con finasteride può essere effettuato solo dietro prescrizione medica; il costo di un mese di terapia si aggira sui 55 euro (28 compresse da 1 mg); quest’ultima deve essere continuativa, infatti, nel caso essa venga sospesa, la situazione tornerà allo stato di pre-trattamento nel giro di 9-12 mesi circa. Il farmaco è controindicato nelle donne e nei bambini oltre che in caso di ipersensibilità verso qualsiasi componente del prodotto.

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Una riflessione sugli effetti collaterali della Finasteride

Visti gli effetti collaterali del farmaco, che in alcuni casi potrebbero essere veramente pesanti, viene da chiedersi se valga veramente la pena di ricorrere al farmaco per questioni estetiche. L’aspetto estetico è sicuramente una condizione facilitante, ma è perlomeno curioso constatare come molte persone tendano a sopravvalutare determinate soluzioni: un uomo calvo di 50 anni, con un cattivo stile di vita, se avesse tutti i capelli, quanti anni dimostrerebbe? Probabilmente 50 o più. In altri termini, se si può essere favorevoli alla chirurgia estetica per soluzioni decisamente migliorative e durature (per esempio il rimodellamento di un naso orribile, un nuovo aspetto può cambiarti la vita), è necessario valutare con molto spirito critico quelle soluzioni che di fatto migliorano di poco con svantaggi non indifferenti (si veda l’esempio del vestirsi bene nella pagina sull’errore di importanza).

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Alopecia androgenetica maschile e femminile: età, sintomi e cura

MEDICINA ONLINE CAPELLI UOMO DONNA FINASTERIDE ALOPECIA CALVIZIE PELO CAPELLO RASATO.jpgL’Alopecia androgenetica è una tipologia di calvizie (perdita di capelli) dovuta ad una suscettibilità del follicolo pilifero ad una miniaturizzazione di tipo androgenetico. È la tipologia di calvizie più comune e interessa il 70% degli uomini e il 40% delle donne ad un certo stadio della loro vita. L’uomo tipicamente presenta una recessione dell’attaccatura alle tempie e perdita di capelli al vertice, mentre la donna normalmente ha un diradamento diffuso su tutta la parte alta dello scalpo. Fattori sia genetici che ambientali giocano un ruolo, e diverse eziologie rimangono sconosciute. La perdita di capelli androgenetica nell’uomo inizia sopra le tempie e al vertice, anche detto calvaria, dello scalpo. Man mano che progredisce, una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa viene mantenuta. Questa condizione viene riferita come ‘corona ippocratica’, e di rado progredisce verso una calvizie completa. L’alopecia androgenica nella donna viene colloquialmente riferita come ‘calvizie femminile’, benché le sue caratteristiche possano verificarsi anche negli uomini. Causa di solito un diradamento diffuso senza recessione dell’attaccatura, e come la controparte maschile raramente porta a una perdita di capelli completa (alopecia totalis). Sono state sviluppate delle scale per misurare il grado di alopecia nei soggetti affetti: la Hamilton-Norwood scale, per misurare il grado di calvizie nell’uomo e la Ludwig scale per misurare il grado di calvizie nella donna.

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Fisiopatologia

L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5alfa-reduttasi di tipo II, che trasforma il testosterone in diidrotestosterone. Endocrinopatie quali la carenza di GH, ipotiroidismo, menopausa, policistosi ovarica, tumori virilizzanti o terapie con androgeni (anche se a rigor del vero bisogna dire che gli unici androgeni che danneggiano il cuoio capelluto sono il diidrotestosterone e l’androstenedione – cataboliti del testosterone –, al contrario il testosterone non ha alcuna azione dannosa nei confronti dei capelli) possono causare calvizie. Ad oggi non è più misteriosa la causa della calvizie, anche se ancora si convive con credenze e miti difficilmente sradicabili nell’opinione di molti. È stato accertato che l’origine dell’alopecia androgenetica risiede nell’effetto degli ormoni androgeni nei bulbi dei capelli. Da notare che sono colpiti solo i bulbi predisposti. Questi sono tipicamente localizzati nella regione frontale e nel vertice (vertex). Pertanto la maggior parte delle persone colpite da alopecia androgenetica quasi sempre mantiene capelli sani nella zona della corona, che corrisponde alle aree occipitali e temporali del capo. La miniaturizzazione del bulbo avviene per effetto della trasformazione del testosterone nel suo metabolita più attivo, il diidrotestosterone (DHT). La miniaturizzazione porta fino alla morte definitiva del bulbo e la perdita irreversibile del capello. L’enzima 5α reduttasi nelle sue forme chimiche di tipo I e II opera la trasformazione del nucleo delle cellule della papilla dermica e delle guaine epiteliali esterne. Per l’alopecia androgenetica la causa è il Diidrotestosterone (nome completo: 5α-Diidrotestosterone, abbreviato a 5α-DHT; INN: androstanolone). Esso è un metabolita biologicamente attivo dell’ormone testosterone.

Nei bulbi della regione frontale e del vertice avvengono le seguenti situazioni caratteristiche dell’alopecia androgenetica. Diminuisce il tempo della fase anagen, e conseguentemente inizia prima la fase telogen. In un periodo di molti mesi o anni, la morte precoce dei bulbi arriva fino alla definitiva scomparsa dei capelli. Il processo patologico fondamentale consiste nell’accelerazione, sotto stimolo androgenico, della fase mitotica del ciclo pilare (anagen I-V) e nella conseguente riduzione della fase differenziativa, che è normalmente lunghissima. Essendo quest’ultima necessariamente incompleta, il fusto che ne deriverà sarà più sottile e corto (vellus). Questo processo non avviene uniformemente ed è descritto nelle “fasi” della Scala Hamilton e della scala Norwood. Generalmente nell’uomo si assiste alla stempiatura, ossia nella parte frontale del capo i capelli diventano più fini e diradati. Successivamente lo stesso accade nel vertice. Infine la calvizie interessa tutta la parte superiore del capo. In età più avanzata si sovrappongono fenomeni atrofici del cuoio capelluto, che diventa sottile e lucido. In questa fase i vellus scompaiono. Un secondo processo patologico consiste nella perdita dell’individualità dei cicli papillari (caratteristica del cuoio capelluto adulto normale) e quindi della loro sincronizzazione. Questo fenomeno è dovuto alla riduzione della durata della fase di differenziamento. Un terzo fenomeno è l’aumento della fase di kenogen: quando il fusto del pelo si stacca alla fine del telogen, il follicolo è già occupato da un altro in anagen avanzato. Può comparire un intervallo tra la caduta del pelo in telogen e il suo rimpiazzo con il nuovo in anagen: durante tale intervallo fisiologico (kenogen), il follicolo rimane vuoto. Nella calvizie androgenetica vengono persi soltanto i capelli nella regione frontale perché in questa zona l’alfa 5-reduttasi è più attiva, quindi vi si concentra una maggiore quantità di DHT. Nonché per il fatto che è la parte più periferica della circolazione sanguigna del cuoio capelluto, e quindi quella che più va incontro all’atrofia dei vasi. A prescindere, è un fattore critico il nutrimento dei bulbi. Come suddetto, l’area più periferica della circolazione sanguigna è il cuoio capelluto.

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Decorso clinico

Si assiste ad un diradamento, che può essere più o meno marcato e più o meno veloce, che nell’uomo è localizzato nella zona fronto temporale e/o alla chierica, mentre nella donna è quasi sempre distribuito su tutta la parte superiore della testa. Spesso si assiste a un parallelo aumento del pelo corporeo nell’uomo. Generalmente il paziente lamenta un aumento della caduta dei capelli. La patologia è poligenica, con penetranza completa, e si manifesta negli uomini molto più che nelle donne (le quali, generalmente, ne soffrono anche in età più avanzata, in quanto in genere la patologia si sviluppa dopo la menopausa).

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Diagnosi

Per diagnosticare questa patologia si utilizzano:

  • stress test: in cui si valuta la caduta indotta da tiraggio
  • tricogramma
  • dermatoscopia:
  • test di laboratorio per diagnosi differenziale con altre patologie (TSH;T3;T4;DHT;GH; IGF-1)
  • sebometria;
  • esami del sangue, mineralogramma, che consentano di scoprire se il cattivo stato della nostra capigliatura dipende da carenza specifica (es: di ferro, zinco, selenio, ecc.).

Terapia farmacologica

Esistono diversi farmaci che consentono di rallentare, bloccare e nei soggetti buoni risponditori addirittura invertire (almeno per qualche anno) il processo di miniaturizzazione dei capelli causato dalla alopecia androgenetica. Il farmaco più importante è la finasteride: un farmaco (approvato per il trattamento dell’alopecia androgenetica maschile dalla FDA statunitense nel 1997) inibitore della 5 alfa reduttasi di tipo II, prescritto in quantità di 1 mg/dì. La terapia va continuata per tutta la vita poiché dopo alcuni mesi dalla sospensione i capelli torneranno a cadere ed un’eventuale ripresa della terapia non porta agli stessi benefici. Il farmaco produce un abbassamento dei valori del diidrotestosterone, responsabile della caduta dei capelli. Gli effetti collaterali noti e riportati sul foglietto illustrativo sono: diminuzione della libido in vario grado fino all’impotenza, diminuzione del liquido seminale e/o quantità spermatica minore, diminuzione delle eiaculazioni, depressione, stanchezza cronica, riduzione del pene, fibrosi del pene e ginecomastia. Si tratta di effetti nella maggioranza dei casi risolvibili con la sospensione del farmaco, ma persistenti per una casistica inferiore, e registrati in una bassa percentuale di pazienti. Oltre a tali effetti collaterali la finasteride può provocare la Sindrome post Finasteride. Un altro farmaco utilizzato è il minoxidil: una sostanza utilizzata anche per la cura dell’ipertensione. Viene usato sul bulbo pilifero e agisce da stimolante. Oltre il 70 per cento dei pazienti ottiene risultati estetici positivi in vario grado, dal mantenimento alla ricrescita. L’uso è prolungato nel tempo perché una sua sospensione riporta i capelli ad uno stadio preterapia. Gli effetti collaterali noti sono: ipotensione, infiammazioni, eritema, prurito. In alcuni studi è stato visto che nelle donne l’assunzione sottocutanea di testosterone migliora la crescita dei capelli, probabilmente perché stimola i processi anabolici come la crescita dei capelli.

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Caffeina ed alopecia

La caffeina si è rivelata in vitro uno stimolante della crescita capillare e antagonista dell’alopecia, tramite la stimolazione del testosterone e dell’enzima P450-aromatasi (che converte l’androstenedione in estradiolo) (vita del capello superiore di circa il 40%, fra campione trattato con caffeina e campione di controllo con aumenti del testosterone, in basse concentrazioni fr alo 0,001 e lo 0,005%), spiegato come un’inibizione della fosfodiesterasi. Uno degli ultimi effetti della caffeina nell’organismo è il deposito nel cuoio capelluto: soltanto dopo l’equivalente di 60 tazze di caffè, questa sostanza inizierebbe ad arrivare nei capelli e indurre qualche effetto. Inevitabilmente, la caffeina viene introdotta con prodotti ad uso topico che, specialmente per gli shampoo, presentano il problema di uno scarso assorbimento della caffeina nel cuoio capelluto, insufficiente anche solo per iniziare un’azione di contrasto dell’alopecia (un rimedio possono essere impacchi lasciati a contatto coi capelli per un adeguato periodo di tempo). Caffeina e teobromina (e le altre xantine) hanno la proprietà nota da tempo di inibire la fosfodiesterasi, enzima che catalizza la conversione del cAMP in 5 AMP (inattivo), cui consegue pertanto l’accumulo intracellulare di cAMP (senza una sua aumentata produzione), che agisce attivando il sistema delle proteine chinasi e modulando la disponibilità energetica per le sintesi proteiche del capello. Applicazioni topiche di queste xantine, prive di effetti collaterali, si utilizzano in concentrazioni variabili dallo 0,2 al 2%, molto più alte per tenere conto dello scarso assorbimento nel cuoio capelluto, nel tentativo di allungare la fase anagen durante il defluvio androgenetico. Poiché il cAMP è necessario alla lipolisi, creme a base di xantine sono utilizzate anche per stimolare la mobilizzazione degli acidi grassi nel tessuto adiposo, nel quale non esistono problemi particolari di assorbimento data la maggiore liposolubilità di queste sostanze (Hidrophilic-Lipophilic Balance favorevole). Anche in questo caso, l’uso topico sembra non avere controindicazioni poiché l’assorbimento transdermico non mostra concentrazioni ematiche (non raggiunge il sangue) tali da indurre effetti sistemici.

Terapia chirurgica

Alternativa o complementare alla terapia medica è quella chirurgica, cioè l’autotrapianto di capelli. L’intervento, se effettuato da chirurghi competenti, aggiornati sempre sulle nuove tecniche, con un’esperienza provata e con alle spalle diversi interventi chirurgici, dà quasi sempre ottimi risultati (in base anche allo stato di partenza, al diametro dei capelli del paziente, ecc.) in quanto vengono utilizzati capelli della regione parietale ed occipitale, non soggetti a miniaturizzazione poiché resistenti all’azione degli ormoni androgeni. La tecnica consiste nel “taglio” di una striscia di capelli, che sono poi ritagliate in parti molto più piccole e impiantate nella zona soggetta a calvizie. La tecnica dell’autotrapianto ha avuto significativi progressi negli ultimi 50 anni. La dimensione delle regioni impiantate sono diventate sempre più piccole, fino a raggiungere il singolo capello.

Leggende urbane

Ci sono diverse credenze legate alla calvizie, alle sue cause, e la sua relazione con la propria virilità, intelligenza, etnia, lavoro, classe sociale, benessere ecc. Benché vadano viste con grande scetticismo mancando di validità scientifica, alcune di queste leggende possono basarsi su un grado di verità, e sono tuttavia perpetuate e spesso credute vere.

« La calvizie si eredita dal padre della propria madre. »

La ricerca suggerisce che il gene dei recettori androgeni, che è significante nel determinare la probabilità di calvizie, è localizzato nel cromosoma X e quindi è sempre ereditato dal lato della madre negli uomini. C’è una probabilità del 50% che una persona condivida lo stesso cromosoma X del padre di sua madre. Dato che la donna ha due cromosomi X, ha due copie del gene del recettore androgeno mentre l’uomo ne ha una sola. Tuttavia, la ricerca mostra anche che una persona con un padre calvo ha anche una probabilità notevolmente maggiore di diventare calva. Gli uomini i cui padri sono affetti da alopecia hanno una probabilità 2.5 volte maggiore di esserne soggetti a loro volta, a prescindere dal lato materno.

« Il sollevamento pesi e altri tipi di attività fisica causano calvizie. »

Per via del fatto che il testosterone aumenta, è stata avanzata l’idea che il sollevamento pesi e altre forme di esercizio aumentino la caduta di capelli in individui predisposti. Benché studi scientifici supportino una correlazione tra esercizio fisico e testosterone, nessuno studio specifico ha trovato un collegamento tra esercizio fisico e calvizie. Tuttavia alcuni hanno trovato una relazione tra uno stile di vita sedentario e calvizie, suggerendo che un certo grado di esercizio sia benefico. È possibile che il tipo o la quantità di esercizio possa influenzare la caduta; ulteriori studi sarebbero necessari. Si noti che i livelli di testosterone non sono un buon indicatore di calvizie, e diversi studi mostrano paradossalmente basso testosterone in persone calve, benché la ricerca su queste implicazioni sia limitata.

« L’attività intellettuale, oppure problemi psicologici, possono causare calvizie. »

Questa nozione potrebbe essere nata dal fatto che il colesterolo è coinvolto nel processo di neurogenesi, ed è anche il materiale base con cui il corpo produce il DHT. Benché la nozione che gli uomini calvi sono più intelligenti possa mancare di credibilità nel mondo moderno, nel mondo antico se una persona era calva era probabile che avesse avuto un apporto adeguato di grassi nella sua dieta. Quindi, il suo sviluppo mentale non era stato ostacolato dalla malnutrizione durante la fase cruciale degli anni formativi, era più probabile che fosse benestante, e che quindi avesse avuto accesso ad una educazione formale. Tuttavia, è meno probabile che uno stile di vita sedentario sia correlato con l’intelligenza nel mondo moderno, e nei paesi sviluppati il contenuto di grassi nella dieta non è più legato ad una classe di reddito. Un’altra possibilità è che per alcune persone, lo status sociale ottenuto con l’intelligenza possa compensare un’attraenza fisica diminuita a causa della calvizie, che porta a una discendenza inclinata sia verso un intelletto sviluppato che la calvizie. Comunque, tramite una posizione socioeconomica migliore e di conseguenza maggior accesso a trattamenti anti calvizie, un’associazione tra intelligenza e caduta di capelli è meno probabile in tempi recenti.

« La calvizie può essere causata da stress emotivo o frustrazione sessuale »

È dimostrato come lo stress emotivo acceleri la calvizie in individui geneticamente suscettibili. Stress dovuto a privazione del sonno in reclute militari si è visto come abbia abbassato i livelli di testosterone, ma non si è notato un effetto sul SHBG. Quindi, lo stress dovuto a questo motivo in maschi sani è improbabile aumenti il DHT, che causa alopecia androgenetica. Se possa causare perdita di capelli attraverso altri meccanismi non è chiaro.

« Gli uomini calvi sono più “virili” o sessualmente attivi degli altri. »

I livelli di testosterone libero sono fortemente collegati alla libido e anche ai livelli di DHT, ma a meno di casi di testosterone libero virtualmente non esistente, non è stato dimostrato come questo influenzi la virilità. Gli uomini con alopecia androgenetica sono più portati ad avere un’alta baseline di androgeni liberi.Tuttavia, l’attività sessuale è multifattoriale, e il profilo androgenetico non è l’unico fattore determinante nella calvizie. Inoltre, dato che la calvizie è progressiva e il testosterone libero cala con l’età, lo stato dei capelli di un uomo potrebbe essere più indicativo del suo passato che della sua predisposizione presente. Contrariamente a questa leggenda urbana, uno studio inoltre riporta che le persone con calvizie hanno meno testosterone e più FSH, LH e prolattina rispetto alle persone che non presentano calvizie.

« L’eiaculazione frequente causa la calvizie. »

Ci sono diverse idee sbagliate a proposito di cosa può aiutare a prevenire la caduta di capelli, e una di queste è che la mancanza di attività sessuale automaticamente previene la caduta di capelli. Benché una correlazione diretta e provata esista tra una aumentata frequenza di eiaculazioni e aumentati livelli di DHT, come mostrato in un recente studio della Harvard Medical School, lo studio suggerisce che la frequenza di eiaculazioni è un segno, piuttosto che una causa, di livelli maggiori di DHT. Inoltre, la calvizie è geneticamente determinata e teoricamente si dovrebbe verificare anche a bassi livelli di DHT. Un altro studio mostra che benché l’eccitazione sessuale e l’orgasmo indotto da masturbazione incrementi la concentrazione di testosterone durante l’orgasmo, queste componenti riducono la concentrazione media di testosterone (specialmente prima di un periodo di astinenza), e dato che circa il 5% di testosterone è convertito in DHT, l’eiaculazione non alza il livello di DHT. L’unico studio pubblicato per testare una correlazione tra frequenza di eiaculazioni e calvizie fu probabilmente abbastanza ampio da rilevare un’associazione (1390 soggetti) e non ha trovato correlazione, benché le persone calve avessero avuto meno partner sessuali.Uno studio potrebbe non essere bastato, specialmente riguardo alla calvizie, dove anche l’età introduce una complessità. Lo stato civile è stato mostrato in alcuni ma non tutti gli studi come influenzi la calvizie in studi cross-sezione (NHANES1).

« Stare a testa in giù allevia la calvizie. »

Benché questa sia una credenza, una circolazione sanguigna aumentata al cuoio capelluto potrebbe teoricamente fornire ai follicoli piliferi più nutrienti per crescere un pelo forte e sano. Sfortunatamente, tutto il nutrimento di cui il follicolo ha bisogno viene già fornito durante la normale posizione eretta, dato che la pelle del cuoio capelluto stesso, in condizioni normali, non soffre di mancanza di apporto sanguigno.Questa credenza è stata riportata nel libro “Open” di Andre Agassi del 2009, dove l’autore, sofferente di calvizie anch’egli, racconta di questa improbabile tecnica messa in atto dal fratello maggiore, naturalmente senza esito positivo.

« Il cappello o copricapi stretti provocano calvizie. »

Benché questa sia una leggenda, i cappelli possono rovinare il capello e, in misura minore, causare doppie punte.Il fatto che anche persone che non indossano mai cappelli possono essere colpite da alopecia androgenetica toglie credibilità a questa credenza. Spesso in caso di “stempiatura” maschile durante l’adolescenza (recessione bitemporale) viene ritenuto responsabile l’uso del casco motociclistico, un’altra credenza piuttosto diffusa. Siccome i cappelli non sono lavati frequentemente come gli altri vestiti, possono anche portare sporcizia sul cuoio capelluto e possibili contaminazioni di Pityrosporum ovale (malassezia) in persone con cuoio capelluto tendente al grasso. Alcune infezioni del cuoio capelluto, se non curate, possono portare a caduta dei capelli.

« Il gel e i prodotti per i capelli favoriscono la calvizie. »

Gel e prodotti per capelli non causano calvizie, così come non la causano shampoo, lavaggi frequenti, o la forfora. Alcune persone tuttavia trattano i capelli con piastre e strumenti per arricciare, il che potrebbe accelerare il processo.

« L’esposizione al sole favorisce la calvizie. »

Falso. La causa della calvizie androgenetica è interna, non esterna. Allo stesso modo, non hanno effetto i lettini solari.

« Perdere molti capelli ogni giorno è segno di calvizie. »

Se la calvizie non è diagnosticata, potrebbe essere normale perdere parecchi capelli ogni giorno, in quanto se il capello è sano ricrescerà.

« Spazzolare i capelli è meglio che pettinarli. »

In realtà il capello reagisce meglio al pettine che alla spazzola. In ogni caso, spazzolare i capelli al massimo provocherà doppie punte, non calvizie.

« Tagliare i capelli li fa ricrescere più in fretta e più forti. »

È un’illusione, creata dal fatto che il capello ha una circonferenza maggiore alla base dello scalpo. Tagliare i capelli non influenza la ricrescita in alcun modo.

« Lavare la testa in acqua fredda cura la calvizie. »

Lavare la testa in acqua fredda tutte le mattine può migliorare la circolazione ma non influenza la calvizie.

« È possibile far nascere nuovi follicoli piliferi. »

Secondo diverse fonti, il numero di follicoli con cui un individuo nasce è immodificabile.I follicoli piliferi vengono generati durante lo sviluppo fetale, e non vengono creati nuovi follicoli dopo la nascita. Neanche il trapianto di capelli aumenta questo numero, semplicemente riposiziona i follicoli esistenti sullo scalpo.Esistono tuttavia ricerche che mirano alla creazione di nuovi follicoli piliferi.

« Gli ormoni non sono legati alla caduta di capelli. »

Tecnicamente è vero, dal momento che la causa è la sensibilità dei follicoli agli ormoni, non la presenza degli ormoni stessi, e persone non calve hanno gli stessi ormoni probabilmente agli stessi livelli. Tuttavia, squilibri ormonali possono causare una perdita temporanea, come è comune per esempio nelle donne dopo una gravidanza.

 

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Differenza tra alopecia maschile e femminile

Quali differenze ci sono tra alopecia androgenetica femminile e maschile?  Cominciamo col ricordare che l’alopecia androgenetica è una tipologia di calvizie (perdita di capelli) dovuta ad una suscettibilità del follicolo pilifero ad una miniaturizzazione di tipo androgenetico. Fattori sia genetici che ambientali giocano un ruolo, e diverse eziologie rimangono sconosciute. È la tipologia di calvizie più comune e interessa il 70% degli uomini e il 40% delle donne ad un certo stadio della loro vita. Tra alopecia androgenetica femminile e maschile vi sono delle differenze molto significative, che è utile conoscere per affrontare il problema in maniera adeguata.

Alopecia androgenetica maschile 

La perdita di capelli androgenetica nell’uomo inizia sopra le tempie e al vertice, anche detto calvaria, dello scalpo. Man mano che progredisce, una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa viene mantenuta. Questa condizione viene riferita come ‘corona ippocratica’, e di rado progredisce verso una calvizie completa. L’uomo è interessato da miniaturizzazione, ovvero da assottigliamento progressivo del bulbo capillare che comporta, come diretta conseguenza, la creazione di spazi vuoti nel cuoio capelluto. Il follicolo capillare cade e non vi è più la copertura della cute.

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Alopecia androgenetica femminile 

L’alopecia androgenica nella donna viene colloquialmente riferita come ‘calvizie femminile’, benché le sue caratteristiche possano verificarsi anche negli uomini. Causa di solito un diradamento diffuso senza recessione dell’attaccatura, e come la controparte maschile raramente porta a una perdita di capelli completa (alopecia totalis).

Da quanto detto appare già chiara una grande differenza: l’uomo tipicamente presenta una recessione dell’attaccatura alle tempie e perdita di capelli al vertice, mentre la donna normalmente ha un diradamento diffuso su tutta la parte alta dello scalpo, vedi foto in basso:

MEDICINA ONLINE CAPELLI UOMO DONNA FINASTERIDE ALOPECIA CALVIZIE PELO CAPELLO RASATO DECORSO

Nella donna l’alopecia androgenetica si manifesta in maniera molto più tardiva rispetto all’uomo. Anche in questo caso si evidenzia con una caduta dei capelli che metterà in risalto il cuoio capelluto. La caduta dei capelli nelle donne in menopausa si caratterizza invece per una forte stempiatura molto simile alla forma maschile.

Altra differenza sostanziale è che mentre nell’uomo le zone colpite da alopecia sono completamente prive di capelli, invece nella donna le zone interessate presentano comunque alcuni capelli, risultando in zone diradate e non completamente glabre.

L’alopecia androgenetica femminile – al contrario della maschile – porta soltanto ad un diradamento dei capelli ma non alla completa caduta dei capelli.

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Quali sono le cause dell’alopecia androgenetica?

Tra alopecia androgenetica femminile e maschile, inoltre, sussistono rilevanti diversità anche per quanto riguarda le cause: mentre nell’uomo il fattore principale è di natura puramente ereditaria, nella donna la calvizie è legata soprattutto ad aspetti di altro tipo, sia di natura endogena che esogena. La calvizie femminile è spesso legata, infatti, a scombussolamenti ormonali, all’utilizzo di alcuni tipi di farmaci o al sottoporsi a determinati tipi di trattamenti medici, a vizi poco salutari quali fumo ed alcol.

Fattori eziologici comuni a uomini e donne comprendono:

  • stress;
  • diete dimagranti eccessivamente severe;
  • carenza di ferro.

Quali possono essere la cure più efficaci contro l’ alopecia androgenetica maschile e femminile?

L’ alopecia androgenetica è la caduta dei capelli di tipo cronico, maschile e femminile, che può essere arginata  attraverso:

  • farmaci,
  • micro trapianto,
  • terapia laser.

Alcuni trattamenti utili per contrastare l’ alopecia androgenetica maschile e femminile sono rappresentati da fiale e shampoo che rinforzano il bulbo pilifero e rallentano la caduta.

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Alopecia: qual è l’età di insorgenza nell’uomo e nella donna

MEDICINA ONLINE CAPELLI UOMO DONNA FINASTERIDE ALOPECIA CALVIZIE PELO CAPELLO RASATO DECORSOL’alopecia androgenetica è una tipologia di calvizie (perdita di capelli) dovuta ad una suscettibilità del follicolo pilifero ad una miniaturizzazione di tipo androgenetico. Fattori sia genetici che ambientali giocano un ruolo e diverse eziologie rimangono sconosciute. È la tipologia di calvizie più comune ed interessa il 70% degli uomini e il 40% delle donne ad un certo stadio della loro vita. L’età di insorgenza è estremamente variabile, anche se in oltre la metà dei soggetti il problema si manifesta macroscopicamente nel periodo di età compresa tra i 30 e i 40 anni, anche se nei casi più gravi tale condizione può esordire molto più precocemente.

Sia nel caso di alopecia androgenetica maschile che femminile la caduta dei capelli può essere essenzialmente di due tipi:

  • alopecia androgenetica rapida: la caduta dei capelli inizia precocemente, dopo la pubertà, in questo caso già a 20/25 anni ci si trova in fase piuttosto avanzata;
  • alopecia androgenetica lenta: la caduta dei capelli si manifesta in modo rilevante in modo più lento, intorno ai 35/50 anni.

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