Cos’è la TURV
Con “resezione vescicale transuretrale” (da cui l’acronimo “TURV“) in medicina si intende un intervento chirurgico endoscopico eseguito solitamente dopo la diagnosi di un tumore della vescica. Prevede l’utilizzo di uno strumento endoscopico inserito nella vescica attraverso il meato uretrale (l’apertura dell’uretra, attraverso cui l’urina fuoriesce) e pertanto non comporta alcuna incisione cutanea. Lo strumento con cui si esegue questo intervento endoscopico si chiama resettore: si tratta di un tubo rigido metallico del diametro di circa 8-9 mm che viene inserito attraverso l’uretra fino ad arrivare all’interno della vescica.
Nella sua estremità endovescicale il resettore è dotato di una piccola ansa metallica che con il passaggio della corrente elettrica consente di tagliare (o “resecare”) piccole fette di tessuto tumorale.
Cos’è la TURB
La “resezione vescicale transuretrale” (“TURV“) viene anche chiamata “TURB“, acronimo dall’inglese “trans-urethral resection of bladder”. TURV e TURB quindi sono due acronimi che indicano la stessa identica cosa e possono essere usati come sinonimi.
Cos’è la TURP
Con “resezione transuretrale della prostata” (anche chiamata “TURP“) si intende invece un intervento chirurgico endoscopico per mezzo del quale si provvede alla rimozione parziale della prostata, eseguito solitamente negli uomini con ipertrofia prostatica benigna e problemi urinari associati a tale ipertrofia (bisogno frequente di urinare, difficoltà nell’iniziare la minzione, nicturia…). Il chirurgo accede alla prostata per mezzo del resettoscopio (in inglese “resectoscope”), il quale viene inserito attraverso l’apertura dell’uretra presente nel pene (vedi immagine in alto). Ovviamente, l’estremità dello strumento che viene spinta a livello prostatico è quella dotata di luce, telecamera e gancio metallico a emissione di scariche elettriche. Grazie alla luce e alla telecamera del resettoscopio, il medico curante è in grado di vedere, su un monitor esterno opportunamente collegato, l’esatta posizione dello strumento. Ciò gli permette di “muoversi” con estrema disinvoltura e di individuare la porzione di prostata in eccesso, che è necessario eliminare. Individuato il tessuto prostatico anomalo, mette in funzione la corrente elettrica attraverso il gancio metallico e comincia a “sezionare” le parti di prostata in eccesso. Per approfondire: Biopsia prostatica: preparazione, rischi, convalescenza, risultati
In entrambi i tipi di intervento si procede quindi in modo endoscopico (senza tagli, senza chirurgia “a cielo aperto”, con tutti i vantaggi che ne conseguono) con strumenti che raggiungono i rispettivi bersagli dopo essere stati inseriti nell’uretra tramite il meato uretrale. Nel caso della TURP l’obiettivo è l’asportazione di parte di una prostata ipertrofica, mentre nel caso del TURB l’obiettivo è la rimozione di una formazione tumorale della vescica.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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