Cosa si prova e cosa succede quando si rompe un aneurisma cerebrale?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Perchè è così difficile smettere di fumare Perchè mi sento depresso dopoPer meglio comprendere l’argomento, leggi prima: Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

Un aneurisma cerebrale può:

  • essere asintomatico, e quindi scoperto per caso in corso di accertamenti neuroradiologici eseguiti per altri motivi (es. mal di testa). Si stima che circa l’1% della popolazione abbia almeno un aneurisma cerebrale senza saperlo. La maggior parte degli aneurismi non si rompe e non crea problemi né sintomi per tutta la vita. In alcuni casi può essere necessaria una terapia per un aneurisma che è stato scoperto ma che non si è rotto, per prevenirne un’eventuale futura rottura;
  • causare sintomi aspecifici e segni neurologici per compressione meccanica di strutture adiacenti (es. vertigini, sguardo doppio, mal di testa etc.);
  • rompersi e causare emorragia cerebrale e subaracnoidea.

Cosa succede quando si rompe un aneurisma?
Il mal di testa forte e improvviso, descritto spesso come il colpo di un pugnale affilato in testa, è il principale sintomo della rottura di un aneurisma. Al mal di testa si associano:

  • nausea e vomito;

  • malessere generale;
  • irrigidimento del collo;

  • visione offuscata o doppia;

  • fotosensibilità;

  • convulsioni;

  • ptosi palpebrale (abbassamento eccessivo della palpebra superiore);

  • perdita di coscienza;

  • confusione.

Quando l’aneurisma cerebrale si rompe, l’emorragia di solito dura per un tempo molto variabile. Il sangue può danneggiare direttamente le cellule circostanti o addirittura causarne la morte, nonché aumentare la pressione all’interno del cranio. Se la pressione aumenta troppo può interrompersi la fornitura di sangue e ossigeno al cervello: si può perdere conoscenza e persino morire.

Tra le complicazioni che possono nascere dopo la rottura di un aneurisma ricordiamo:

  • Seconda emorragia. Un aneurisma che già si è rotto o fissurato rischia una seconda emorragia, in grado di provocare ulteriori danni alle cellule cerebrali.

  • Vasospasmo. Quando l’aneurisma si rompe i vasi sanguigni cerebrali possono iniziare a restringersi e allargarsi in modo anomalo (vasospasmo). In questo modo le cellule cerebrali ricevono meno sangue (ischemia): si verificano ulteriori danni e perdite di funzionalità.

  • Idrocefalo. Se, come avviene nella maggior parte dei casi, la rottura dell’aneurisma provoca un’emorragia nello spazio tra il cervello e il tessuto circostante (emorragia subaracnoidea), il sangue può bloccare la circolazione del liquido che circonda il cervello e il midollo spinale (liquido cefalorachidiano). Come risultato si può verificare l’idrocefalo, cioè un accumulo di liquido cefalorachidiano che aumenta la pressione sul cervello e può danneggiare i tessuti.

  • Iponatremia. L’emorragia subaracnoidea provocata dalla rottura di un aneurisma cerebrale può causare uno squilibrio dei livelli sodio nel sangue, dovuto alla lesione dell’ipotalamo, una zona vicino alla base del cervello. Se i livelli di sodio si abbassano (iponatremia) le cellule cerebrali si ingrossano e subiscono danni permanenti.

In caso di rottura o sospetta rottura di aneurisma è necessario recarsi IMMEDIATAMENTE al pronto soccorso, dal momento che maggiore rapidità equivale a migliore prognosi.

Purtroppo circa il 15% dei pazienti muore prima di raggiungere l’ospedale, e più del 50% muore entro i primi 30 giorni dall’evento.

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Tipi e grandezza degli aneurismi cerebrali

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TIPI E GRANDEZZA ANEURISMI CEREBRALI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgPer meglio comprendere l’argomento, leggi prima: Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

Comunemente gli aneurismi vengono classificati in base alla loro dimensione e alla loro morfologia. La classificazione riveste un ruolo importante per il neurochirurgo e il neuroradiologo per valutare il trattamento.

  • Aneurisma sacciforme miliare: aneurisma di piccole dimensioni e rotondeggiante, il suo diametro tipico è inferiore ai 2 cm. Si tratta del tipo più comune di aneurisma dovuto ad un difetto nello sviluppo anatomico della parete del vaso.

  • Aneurisma gigante: simile a quello miliare, ma di dimensioni maggiori (diametro superiore a 3 cm) e agisce come una lesione occupante spazio.

  • Aneurisma fusiforme: dilatazione irregolare della parete arteriosa di tutta la circonferenza, solitamente consegue ad aterosclerosi diffusa. Raramente va incontro a rottura.

  • Aneurisma traumatico: aneurisma che solitamente deriva dallo stiramento dell’arteria, ma che può essere causato anche da una lesione diretta. Si forma più comunemente a livello del circolo carotideo.

  • Aneurisma micotico: aneursma conseguente ad un’infezione fungina in cui emboli settici determinano linsorgenza di arterite.

  • Aneurisma di Charcot-Bouchard: aneurisma microscopico dovuto ad un’ipertensione, solitamente localizzato ai gangli della base o del tronco encefalico.

  • Aneurisma dissecante: si forma quando il sangue passa tra le pareti dell’arteria, separando la tonaca intima dello strato muscolare. Comunemente dovuto ad aterosclerosi.

Le dimensioni dell’aneurisma sono tradizionalmente segnalate come

  • piccolo se inferiore a 15 mm,
  • grande se 15-25 mm,
  • gigante se 25-50 mm,
  • supergigante se maggiore a 50 mm.

La maggior parte degli aneurismi riscontrati appartengono alla prima categoria, che è stata ulteriormente suddivisa in due sottocategorie: piccolo se inferiore a 5 mm e medio se 5-15 mm.

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Differenza tra ictus cerebrale ed attacco ischemico transitorio (TIA)

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MALFORMAZIONI ARTERO VENOSE CEREBRALI SINTOMIRiabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari PeneL’attacco ischemico transitorio (o TIA) è un deficit neurologico temporaneo e reversibile, causato da una riduzione transitoria del flusso di sangue al cervello. Il TIA è molto simile, per cause, sintomi e segni, all’ictus cerebrale ischemico, con la sola differenza che il deficit neurologico non è permanente (come nell’ictus) ma transitorio e reversibile. Se i sintomi durano meno di una o due ore, l’episodio viene chiamato attacco ischemico transitorio (TIA).

I segni e i sintomi di un ictus e di un TIA possono sovrapporsi e comprendono tipicamente:

  • l’incapacità di muoversi o di percepire un lato del corpo,
  • problemi alla comprensione o all’esprimere parole
  • o la perdita di visione di una parte del campo visivo.

Un attacco ischemico transitorio, pur non causando danni permanenti al cervello, non va mai trascurato; esso, infatti, potrebbe essere il primo indizio di una predisposizione all’ictus, il cui esito può essere letale.

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Differenza tra emorragia cerebrale ed ictus

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma EMORRAGIA CEREBRALE CUSE SINTOMI PREMONITORI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari PeneCon “emorragia cerebrale” si indica una fuoriuscita più o meno abbondante di sangue da un vaso arterioso o venoso dell’encefalo.

Con “ictus cerebrale” (anche chiamato “colpo apoplettico” o semplicemente “ictus”) si intende invece quella situazione in cui una scarsa perfusione sanguigna al cervello (ischemia) provoca la morte delle cellule celebrali (necrosi). La scarsa perfusione può essere determinata da:

  • una ostruzione a livello di un vaso cerebrale (tipicamente un trombo o un embolo) e prende il nome di ictus ischemico;
  • una emorragia a livello di un vaso cerebrale (tipicamente da rottura di aneurisma, ipertensione arteriosa o traumi) e prende il nome di ictus emorragico.

Si comprende quindi il legame tra i due termini: una emorragia cerebrale è una delle possibili cause che può determinare un ictus cerebrale. L’ictus da emorragia cerebrale determina non solo ischemia e necrosi del tessuto cerebrale da mancata perfusione ematica, ma anche indirettamente un danno alle strutture nervose vicine a causa dell’ematoma (la raccolta di sangue che si forma al di fuori dei vasi sanguigni) che determina compressione delle strutture cerebrali ed aumento della pressione intracranica.

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Differenza tra emorragia cerebrale ed aneurisma

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma MAL DI TESTA VIVEVA CERVELLO Verme HD Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Luce Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaL’emorragia cerebrale corrisponde ad una fuoriuscita più o meno abbondante di sangue da un vaso arterioso o venoso dell’encefalo.

L’aneurisma è invece un termine che indica una dilatazione progressiva di un vaso sanguigno (che deve essere almeno pari al 50%, altrimenti si parla di ectasia). Gli aneurismi possono localizzarsi in vari punti del nostro sistema circolatorio, ma si verificano soprattutto a livello dell’aorta (aneurisma aortico) e a livello cerebrale (aneurisma cerebrale) specie nei vasi che compongono il Poligono o Circolo di Willis.

Un aneurisma cerebrale, rispetto ad un vaso sanguigno normale, può più facilmente rompersi, specie nei soggetti che soffrono di ipertensione arteriosa. La rottura di un aneurisma determina la fuoriuscita del sangue nell’encefalo e quindi una emorragia cerebrale.

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Differenza tra emorragia cerebrale e subaracnoidea

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma EMORRAGIA SUBARACNOIDEA CAUSE SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PenePrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere: Emorragia cerebrale: cause, sintomi premonitori, diagnosi e cura

L’emorragia cerebrale può essere di due tipi:

  • Emorragia intracerebrale. È così chiamata l’emorragia dovuta alla rottura di un vaso sanguigno con sede all’interno dell’encefalo.
    Il sangue che fuoriesce, oltre a non rifornire più le aree di cervello a cui era destinato, esercita una pressione sul tessuto encefalico circostante. L’aumento della pressione intracranica impedisce ad altro sangue di giungere dal cuore, aggravando l’ipoperfusione cerebrale.
  • Emorragia subaracnoidea. È così detta l’emorragia dovuta alla rottura di un vaso sanguigno avente sede nello spazio subaracnoideo. Lo spazio subaracnoideo è lo spazio ripieno di liquido cefalorachidiano, presente tra la pia madre (meninge più interna) e l’aracnoide (meninge intermedia) dell’encefalo.
    Come nel caso dell’emorragia intracerebrale, la rottura vasale, conseguente agli episodi di ictus emorragico, comporta il mancato afflusso di sangue all’area encefalica interessata e quindi ictus cerebrale e necrosi del tessuto cerebrale.

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Differenza tra ictus ischemico ed emorragico

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ANEURISMA CEREBRALE ROTTO NON CAUSE SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari PeneL’ictus cerebrale, conosciuto anche come “apoplessia” o “colpo apoplettico” si verifica quando una scarsa perfusione sanguigna al cervello provoca la morte delle cellule cerebrali. Vi sono due tipi principali di ictus cerebrale:

  • ictus cerebrale ischemico;
  • ictus cerebrale emorragico.

Entrambi determinano una scarsa perfusione del tessuto cerebrale e – come risultato qualora il flusso sanguigno non dovesse essere velocemente ristabilito – alla necrosi (cioè morte) di quel tessuto, nel caso del cervello ciò significa che la porzione del cervello non perfusa, diventa parzialmente o totalmente incapace di funzionare correttamente ed in molti casi tale danno è permanente o solo parzialmente recuperabile.

La differenza principale tra ictus cerebrale ischemico ed emorragico risiede nella causa a monte che impedisce al sangue di raggiungere un dato distretto cerebrale:

  • l’ictus cerebrale ischemico è dovuto alla mancanza del flusso di sangue causato da ostruzione o altro fattore che impedisce al sangue di raggiungere efficacemente il tessuto che dovrebbe irrorare. La causa di tale ostruzione è un spesso trombo (ictus trombotico) cioè un coagulo o un embolo (ictus embolico) cioè una particella che viaggia nel sangue arterioso e proveniente da altrove. Un ictus ischemico può essere favorito da un eccesso di colesterolo nel sangue;
  • nell’ictus cerebrale emorragico invece, la mancata perfusione è dovuta ad emorragia, cioè un sanguinamento, dovuta a rottura di un vaso, nella maggior parte dei casi favorita da un aneurisma cerebrale, cioè un vaso cerebrale dilatato in modo anomalo, congenito o acquisito, che finisce per rompersi. La rottura di un aneurisma determina spesso una emorragia subaracnoidea. La rottura di un vaso può essere anche determinata da un trauma (ad esempio un incidente stradale in cui si batte forte la testa). La rottura di un vaso può essere favorita dall’ipertensione arteriosa.

In parole semplici, nell’ictus ischemico il sangue non raggiunge il tessuto a causa di una ostruzione al flusso, mentre in quello emorragico il sangue non arriva al tessuto poiché il vaso sanguigno che lo trasporta si è rotto ed il sangue finisce all’esterno.

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Differenti danni

Il danno provocato da un ictus ischemico è principalmente determinato dalla mancata perfusione ematica del tessuto, con successiva necrosi (morte) dello stesso. Nel caso di ictus emorragico il danno non è solo legato alla mancata perfusione ematica, ma si associa alla pressione che il sangue fuoriuscito esercita all’interno della testa, dal momento che il cranio non può espandersi. Ciò determina un aumento della pressione intracranica che, oltre a danneggiare le strutture cerebrali per compressione, impedisce al sangue che arriva dal cuore di giungere alla testa, peggiorando la situazione. Per approfondire: Ipertensione intracranica: l’aumento della pressione endocranica

Differenti “velocità”

Poiché l’ostruzione di un arteria cerebrale dovuta alla formazione di un trombo può avvenire in modo graduale e cronico mentre una emorragia cerebrale in genere si verifica in modo improvviso e acuto, l’insorgenza dei sintomi dell’ictus ischemico trombotico può avvenire più lentamente rispetto a quella di un ictus embolico o un ictus emorragico. Attenzione però, può verificarsi anche l’opposto: un ictus ischemico embolico potrebbe determinare un danno molto più improvviso ed acuto rispetto ad un ictus emorragico in cui l’emorragia sia di lieve entità.

Differenti trattamenti

Riguardo al trattamento, nel caso di ictus ischemico l’obiettivo sarà la riperfusione del tessuto cerebrale tramite rimozione dell’ostacolo, per esempio mediante trombolisi o trombectomia meccanica per via arteriosa endovascolare.
Nel caso invece di ictus emorragico – qualora vi sia inondamento ematico delle cavità ventricolari – è opportuno controllare che non si formi idrocefalo (accumulo eccessivo di liquido all’interno del cervello), nel qual caso occorre intervenire con l’inserimento di una piccola sonda, che faccia defluire i liquidi in eccesso.
Nel caso di ictus emorragico con ematoma intracerebrale di cospicue dimensioni, a insorgenza profonda ma con estensione fino alla superficie dell’encefalo, si deve procedere a una riduzione chirurgica dell’ematoma e a uno svuotamento del sangue accumulato all’interno del cervello, che richiede in genere l’apertura del cranio (craniotomia) in sala operatoria.

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Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ANEURISMA CEREBRALE ROTTO NON CAUSE SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgPer definizione un “aneurisma” è una dilatazione anomala e permanente della parete di un segmento di un’arteria, almeno pari al 50% (altrimenti si parla di ectasia), causata da un trauma o da una patologia che interessa il vaso sanguigno (ad esempio aterosclerosi).

Un aneurisma cerebrale (intracranial aneurysm o cerebral aneurysm in inglese) è una malformazione vascolare a carico delle arterie cerebrali che appaiono dilatate, di aspetto sacculare o fusiforme.

Nel caso abbiate legittimi sospetti che voi o un vostro caro siate stati colpiti da TIA o ictus o emorragia cerebrale, leggete immediatamente questo articolo per sapere cosa fare: Ictus, emorragia cerebrale cerebrale e TIA: cosa fare e cosa assolutamente NON fare

Quanto sono diffusi gli aneurismi cerebrali?
Si calcola che circa 1% della popolazione sia portatrice inconsapevole di almeno un aneurisma cerebrale; approssimativamente 02-0.3 % dei portatori di aneurisma va incontro a sanguinamento nella sua vita. L’incidenza annuale della emorragia subaracnoidea è di 10-15 casi ogni 100.000 abitanti. Il 15-20% dei pazienti muore prima di raggiungere l’Ospedale, e più del 50% muore entro i primi 30 giorni. L’ictus può insorgere a qualsiasi età anche se le statistiche identificano il gruppo 40-60 anni come quello a maggior rischio. Il sesso femminile ha un rischio superiore rispetto al maschile (3:2).

Dimensione e sede degli aneurismi cerebrali
Le dimensioni possono variare da pochi millimetri a lesioni definite “giganti”, di diametri maggiori di 2.5 cm. L’aneurisma cerebrale può interessare qualunque arteria cerebrale anche se con frequenza, e a volte sintomatologia, diversa.
Circa l’85% degli aneurismi intracranici sono situati attorno all’arteria comunicante anteriore (30- 35%), l’arteria comunicante posteriore (30-35%), la biforcazione dell’arteria cerebrale media (20%), dell’arteria basilare (5%), la carotide interna (ICA) capolinea o parete posteriore, l’arteria cerebellare superiore (SCA), o l’arteria posteriore cerebellare inferiore (PICA).

Per approfondire:

Gli aneurismi cerebrali oltre che per le dimensioni e la sede possono essere divisi in due grosse famiglie:

  • Aneurismi cerebrali rotti: quelli che determinano il quadro dell’emorragia subaracnoidea
  • Aneurismi cerebrali non rotti: lesioni spesso riscontrate occasionalmente in corso di altri accertamenti

Come prima accennato circa l’1% della popolazione è portatrice di aneurismi cerebrali, ma solo una minima quantità di questi darà segno di sé. L’aneurisma cerebrale è di frequente localizzato nella biforcazione dei vasi cerebrali, segno che la causa è spesso embriologica. Una volta formatosi la sua storia naturale è variabile.

Fattori di rischio
Diversi fattori modificabili e non modificabili possono contribuire all’indebolimento delle pareti arteriose ed aumentare così il rischio di aneurisma cerebrale e sua rottura. Tra di essi ricordiamo:

  • sesso femminile;
  • età avanzata;
  • abuso di alcool;
  • fumo;
  • obesità;
  • pressione alta (ipertensione);
  • indurimento delle arterie (aterosclerosi);
  • precedenti famigliari di aneurisma, soprattutto nei parenti di primo grado;
  • abuso di droghe, in particolare di cocaina;
  • lesioni e traumi alla testa;
  • determinate infezioni del sangue;
  • diminuzione dei livelli di estrogeno dopo la menopausa.

Anche alcune malattie congenite sono in grado di aumentare il rischio di aneurisma. Tra di esse ricordiamo:

  • disturbi ereditari del tessuto connettivo ad esempio la sindrome di Ehlers-Danlos, che indebolisce i vasi sanguigni;
  • rene policistico: si tratta di un disturbo ereditario che provoca la formazione di cisti nei reni e di solito fa aumentare la pressione sanguigna;
  • coartazione aortica: l’aorta, l’arteria che trasporta il sangue ricco di ossigeno dal cuore al resto dell’organismo, si restringe in modo anomalo;
  • malformazione artero-venosa cerebrale (AVM cerebrale): un collegamento anomalo tra le arterie e le vene cerebrali interrompe la normale circolazione.

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Nella maggior parte dei casi l’aneurisma cerebrale rimane silente tutta la vita. Raramente aumenta progressivamente di dimensioni fino a dare sintomi da “effetto massa” (cefalea, compressione di nervi cranici con disturbi della motilità oculare, crisi epilettiche etc).
Una minima percentuale va incontro a rottura. Le dimensioni della sacca sono direttamente correlate al rischio di rottura. Un aneurisma cerebrale minore di 6-7 mm ha un rischio di sanguinamento/anno basso; se è invece superiore a 7 mm è generalmente da trattare.
Esiste quindi un territorio di “penombra” intorno ai 5-7 mm, nel quale risulta necessaria una attenta valutazione da parte del team neuro vascolare, che deve valutare il rischio in base a età del paziente, forma dell’aneurisma cerebrale, presenza di aneurismi cerebrali multipli e tolleranza del paziente all’idea di avere un aneurisma non rotto, aspetto da non sottovalutare.

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