Ricostruzione del seno dopo intervento chirurgico conservativo

ChirurgiaUn intervento di tumorectomia o quadrantectomia mammaria, pur essendo interventi molto meno invasivi rispetto ad una mastectomia, rappresentano comunque un Continua a leggere

Mastectomia: ricostruzione immediata o ritardata del seno

MEDICINA ONLINE Dermopigmentazione di capezzolo e areola eseguita dopo cancro al seno

Un intervento di mastectomia semplice, radicale, con conservazione del capezzolo o bilaterale che sia, rappresenta sempre un evento estremamente traumatico per il paziente, donna o uomo (anche gli uomini possono essere Continua a leggere

Differenza tra tumorectomia, quadrantectomia e mastectomia al seno

MEDICINA ONLINE MAMMELLA SENO PETTO DONNA QUADRANTI Q1 Q2 Q3 Q4 FEMMINA FEMMINILE MASCHILE CAPEZZOLO AREOLA MUSCOLI PETTORALI CASSA TORACICA DOTTI GALATTOFORI INTROFLESSO PAGET TESSUTO ADIPOSO ECOGRAFIA MAMMOGRAFIA

Quadranti mammari

Tumorectomia

La tumorectomia, chiamata anche escissione locale ampia, è l’asportazione del tumore e del margine (bordo) di tessuto normale adiacente che lo circonda. È indicata per

  • tumori di piccole dimensioni se il seno è piccolo;
  • tumori di dimensioni maggiori se il seno è più voluminoso.

Si esegue su tumori allo stadio iniziale. La tumorectomia può richiedere un intervento di rimodellamento del seno operato e a volte anche del seno controlaterale. La tumorectomia è una chirurgia conservativa: l’operazione salva infatti Continua a leggere

Breast Unit salvavita: -18% di mortalità in caso di cancro al seno

MEDICINA ONLINE MAMMELLA SENO PETTO DONNA QUADRANTI Q1 Q2 Q3 Q4 FEMMINA FEMMINILE MASCHILE CAPEZZOLO AREOLA MUSCOLI PETTORALI CASSA TORACICA DOTTI GALATTOFORI INTROFLESSO PAGET TESSUTO ADIPOSO ECOGRAFIA MAMMOGRAFIA.jpgLe unità di senologia denominate “Breast Unit”, molto spesso possono salvare la vita: la cura del temuto cancro della mammella in queste unità specializzate riduce infatti la mortalità del 18%, perché è più alta l’adesione alle linee guida, migliore l’esperienza degli specialisti ed è garantito un approccio multidisciplinare. A livello europeo, è stabilito che possano definirsi Breast Unit solo i centri che trattano almeno 150 nuovi casi ogni anno, ma in Italia, delle 449 strutture ospedaliere che eseguono più di 10 interventi chirurgici per questa neoplasia, solo 123 (27%) presentano volumi di attività superiori a 150 interventi annui.

Il tumore più frequente tra le donne

La fotografia delle Breast Unit nel nostro Paese arriva dal XIX Congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che si è aperto alcuni giorni fa a Roma, con la partecipazione di oltre 2.500 medici specialisti. Un dato su tutti: uno studio su 25.000 donne ha dimostrato che la sopravvivenza a 5 anni, nelle pazienti con tumore al seno, aumenta del 9% negli ospedali che trattano più di 150 casi. Nel 2017 in Italia sono stimate 50.500 nuove diagnosi di tumore del seno, il più frequente fra le donne. È dimostrato da molti studi che, “dove si concentra più esperienza, si riduce il numero degli interventi demolitivi e aumenta quello degli interventi conservativi del seno.

La sinergia di vari specialisti

I buoni risultati che si ottengono in una Breast Unit devono essere attribuiti non soltanto a una migliore chirurgia ma anche al giusto integrarsi delle varie discipline. Questo è particolarmente evidente nei casi più complessi in cui si stanno affacciando armi innovative. Alla chemioterapia, ormonoterapia, ai farmaci anti-HER2 si è aggiunta ad esempio una nuova classe di farmaci che intervengono nel rallentare la progressione del tumore del seno in fase metastatica, inibendo due proteine. Più farmaci da collocare e inserire dunque nella strategia di cura, anche considerando che nel nostro Paese vivono 766.957 donne dopo la diagnosi di tumore del seno (+26% dal 2010 al 2017)”. La multidisciplinarità è l’elemento fondante del Centro di Senologia ed il lavoro efficiente di un gruppo multidisciplinare produce appropriatezza, coerenza e continuità, traducendosi in un miglioramento dell’utilizzo delle risorse umane ed economiche.

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Quadranti mammari, tumore al seno, quadrantectomia e mastectomia radicale

MEDICINA ONLINE PETTO MAMMELLA FORMICOLIO CIRCOLAZIONE CANCRO TUMORE DONNA MORTALITA MORTE PROGNOSI   CANCRO TUMORE SENO LINFATICI METASTASI SENTINELLA CARCINOMA DOTTI DUTTALE.jpgLa mammella femminile può essere suddivisa in quattro quadranti (Q1, Q2, Q3,e Q4) costituiti da due linee perpendicolari che si intersecano presso il capezzolo, il quale forma – assieme all’areola – una quinta zona chiamata “complesso areola capezzolo” (CAP, Q5). Il maggior rischio di cancro alla mammella si verifica statisticamente nella zona del cavo ascellare e nel quadrante superiore esterno. E’ maggiormente colpita la mammella sinistra.

Quando il tumore è circoscritto in un singolo quadrante, al posto della mastectomia radicale (Halsted e Handley) e radicale modificata (Patey e Madden) che sono interventi demolitivi, si effettua se possibile una quadrantectomia, un intervento proposto da Umberto Veronesi negli anni ’70 del secolo scorso, che prevede l’asportazione solo di una porzione di ghiandola mammaria con la cute soprastante e la sottostante fascia del muscolo grande pettorale, associando all’intervento l’exeresi della catena linfatica ascellare e l’irradiazione del parenchima residuo.

Nelle mammelle piccole la exeresi può coincidere con uno dei quattro quadranti in cui anatomicamente si divide la mammella. In quelle più voluminose corrisponde alla asportazione di uno spicchio di mammella. La quadrantectomia, rispetto alla mastectomia radicale, è un intervento che dà ottimi risultati estetici pur conservando, in associazione con la radioterapia, un elevato potere terapeutico.

La quadrantectomia rappresenta un passo avanti decisivo nella lotta al cancro mammario, ma purtroppo è possibile solo per le forme iniziali della malattia e quindi rigorosamente destinata a casi ben stadiati e non in fase avanzata. L’ulteriore progresso nel campo della diagnosi precoce consente oggi di eseguire, ma sempre per tumori svelati in fase iniziale, interventi – ancora meno invasivi – di tumorectomia.

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