Lo Streptococcus pneumoniae, anche chiamato pneumococco o pneumococcus, un tempo noto come Bacillo di Fraenkel o Diplococcus pneumoniae o Diplococcus lanceolatus, spesso abbreviato S. pneumoniae, è un batterio gram-positivo appartenente al genere Streptococcus ed è il principale responsabile della polmonite negli adulti. Lo S. pneumoniae, tuttavia, non colpisce solo l’apparato respiratorio, ma può interessare anche altri distretti come il sistema nervoso centrale, il cuore e lo scheletro. Nonostante il fatto che la virulenza di questo batterio sia minima e che sia un batterio patogeno principalmente nei soggetti immunodepressi, in alcuni casi può essere responsabile di pericolose condizioni (sepsi, meningite, endocardite, batteriemia, artrite, osteomielite e peritonite) che – se non curate – possono condurre alla morte del paziente.
INFEZIONI SPECIFICHE CAUSATE DA S. PNEUMONIAE
Lo S. pneumoniae è capace di colonizzare molti distretti, in particolare le vie aeree, causando infezioni dell’orecchio medio, dei seni paranasali, del1a trachea, dei bronchi e dei polmoni, diffondendosi dalla sede di colonizzazione nasofaringea in zone vicine per contiguità, oppure a distanza tramite il sangue o la linfa.
Le più comuni infezioni causate da S. pneumoniae nell’adulto, in base alla localizzazione, sono:
- Tratto respiratorio:
- Otite media
- Sinusite acuta
- Tracheobronchite
- Polmonite
- Empiema
- Sistema nervoso centrale (SNC):
- Meningite
- Ascesso cerebrale
- Area cardiaca:
- Endocardite
- Pericardite
- Tessuti molli/apparato scheletrico:
- Artrite settica
- Osteomielite
- Cellulite
- Altre:
- Peritonite
- Endometrite
- Setticemia primitiva.
Le infezioni elencate dopo la meningite, sono poco comuni o rare.
Come già prima anticipato, le infezioni “a distanza” del SNC (sistema nervoso centrale), delle valvole cardiache, delle ossa, delle articolazioni e della cavità peritoneale di solito derivano dalla diffusione ematogena del batterio; l’infezione peritoneale risulta anche dalla diffusione per via ascendente tramite le tube di Falloppio. Il SNC può venire infettato attraverso il drenaggio dai linfatici o dai vasi venosi nasofaringei o per contiguità, per esempio nei pazienti che hanno una deiscenza della dura. La setticemia pneumococcica primaria – ovvero la presenza di pneumococchi nel sangue senza una fonte apparente – si verifica frequentemente nei bambini con meno di due anni di età e solo in piccola percentuale negli adulti; se non viene somministrata alcuna terapia può rendersi evidente il focolaio iniziale o un sito secondario. L’infezione della pleura deriva o dalla diretta estensione della polmonite alla pleura viscerale o dalla diffusione ematogena a partire da un focolaio polmonare o extrapolmonare fino allo spazio pleurico. E’ importante ricordare che non è possibile individuare la modalità di diffusione in ogni singolo caso.
Otite media e sinusite
L’otite media e la rinosinusite acuta sono due affezioni simili in termini di patogenesi. I batteri restano intrappolati in siti normalmente sterili se i meccanismi di drenaggio sono difettosi come spesso accade in corso di infezioni virali, allergie o esposizione a inquinanti ambientali (incluso il fumo di sigaretta e sostanze tossiche inalate sul posto di lavoro). In entrambe queste patologie S. pneumoniae è l’isolato più comune o il secondo più comune (dopo Haemophilus iniluenzae non tipizzabile) dalle colture dei siti di infezione.
Polmonite
Lo pneumococco è il maggiore responsabile delle polmoniti contratte in comunità. La polmonite cui dà luogo è spesso detta polmonite lobare perché interessa più frequentemente soltanto un lobo polmonare, pur comunque potendo interessare più lobi in meno della metà dei casi totali. I segni ed i sintomi distintivi di polmonite, causata sia da pneumococco sia da altri batteri, sono: l) tosse con produzione di espettorato, che riflette la proliferazione dei batteri e la risultante risposta infiammatoria a livello degli alveoli; 2) febbre; 3) rilievo radiografico di un infiltrato.
Sindrome di Austrian
La compresenza contemporanea presenza di polmonite, meningite ed endocardite causate da infezione da Streptococcus pneumoniae, molto rara, prende il nome di sindrome di Austrian. L’alcolismo è una condizione predisponente a questa sindrome.
CONDIZIONI PREDISPONENTI
La polmonite pneumococcica è più comune nelle età estreme (infanzia e senescenza). Nonostante il ruolo indiscusso di S. pneumoniae tra i principali batteri patogeni per l’uomo, la maggior parte degli adulti con polmonite pneumococcica è affetta da malattie concomitanti che predispongono all’infezione. Un’eccezione a questa regola può essere rappresentata dalle reclute militari altrimenti sane, che rimangono coinvolte in epidemie di infezione pneumococcica; anche in questo caso, tuttavia, la maggior parte dei soggetti colpiti riferisce all’anamnesi un’esposizione a stress estremo e prolungato e/o a una precedente malattia simil-virale che può ridurre le normali difese dell’ospite. Oltre a una precedente malattia virale respiratoria, le condizioni predisponenti più frequenti sono l’alcolismo, la malnutrizione, le broncopneumopatie croniche ostruttive di ogni tipo (incluso l’asma), il fumo di sigaretta, l’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il diabete mellito, la cirrosi epatica, l’anemia, l’insufficienza renale e la patologia coronarica (con o senza diagnosi di insufficienza cardiaca congestizia), Nei soggetti anziani la predisposizione è generalmente multifattoriale. Le condizioni che comunemente tendono a predisporre ad infezioni da pneumococchi, sono state elencate anche in questo articolo.
SINTOMI DI ESORDIO
I pazienti spesso si presentano riferendo il peggioramento significativo di una preesistente patologia respiratoria. Se il fattore predisponente è un’infezione virale delle vie respiratorie superiori, il paziente può riferire di avere accusato malessere da parecchi giorni, con raffreddore o tosse non produttiva e febbricola. Al momento dell’inizio della polmonite, il paziente si sente inequivocabilmente “peggio”: la tosse, più spesso produttiva, e l’espettorato purulento diventano i sintomi prevalenti. La temperatura corporea può salire fino ad oltre 39°C, anche se una buona percentuale di pazienti si presenta sfebbrata, In una piccola percentuale di casi l’esordio della malattia assume un andamento iperacuto, in cui il paziente ha improvvisamente un episodio di brividi scuotenti seguito da febbre elevata c tosse produttiva con espettorato striato di sangue. Nei soggetti anziani l’esordio della malattia può essere particolarmente insidioso e può non indirizzare verso la polmonite. Alcuni individui possono presentare poca tosse non produttiva e assenza di febbre; al contrario possono apparire stanchi o confusi, rendendo complessa la diagnosi differenziale anche con patologie di interesse psichiatrico. Nausea con vomito o diarrea si manifestano in più del 20% dei casi di polmonite pneumococcica. Altri sintomi come un’aritmia cardiaca di nuova insorgenza, un’ischemia dcl miocardio o un infarto in atto si manifestano nel 10% dei pazienti ricoverati in istituti per anziani per polmonite e queste manifestazioni
possono essere predominanti. La polmonite può aggravare un edema polmonare cardiogeno o non cardiogeno. Nella polmonite il dolore toracico di tipo pleuritico può derivare dall’estensione del processo infiammatorio alla pleura viscerale; la persistenza di questo dolore, soprattutto dopo il primo o il secondo giorno di trattamento, deve far sospettare la presenza dell’empiema. Chiaramente la gamma di sintomi è talmente varia che non esiste una manifestazione caratteristica della polmonite da pneumococco tale da consentire una chiara distinzione da altre polmoniti batteri che o da alcuni altri tipi di polmoniti a eziologia non batterica.
SEGNI
I pazienti con polmonite pneumococcica di solito appaiono sofferenti e hanno un colorito grigiastro, un aspetto ansioso che li differenzia dai pazienti con polmonite virale o sostenuta da micoplasma.
Temperatura, polso e frequenza respiratoria sono caratteristicamente elevati. I pazienti anziani possono presentare solo un lieve incremento della temperatura o possono essere afebbrili. L’ipotermia è associata ad un aumento della morbilità e della mortalità. Il dolore toracico di tipo pleuritico può determinare una ridotta escursione respiratoria del lato colpito.
Durante l’esame obiettivo, l’ottusità alla percussione (ipofonesi plessica) viene notata in circa la metà dei casi e il fremito vocale tattile è aumentato in corrispondenza dell’area di consolidamento. All’auscultazione si rilevano soffi bronchiali o tubulari mentre, nella maggior parte dei casi, i rantoli crepitanti si apprezzano se viene inspirata sufficiente aria per generarli. L’ottusità percussoria alla
base polmonare, l’assenza del fremito vocale tattile e la mancanza dell’escursione diaframmatica attesa suggeriscono la presenza di liquido pleurico, che evoca la possibilità di un empiema. Il riscontro di un soffio cardiaco, specie se di nuova insorgenza, deve far sospettare l’endocardite, una complicanza rara ma molto grave e potenzialmente mortale. Attenzione alla confusione mentale: se presente può dipendere dall’ipossia oppure da una risposta generalizzata alla polmonite, ma può anche indicare una meningite che deve essere immediatamente considerata se compaiono obnubilamento del sensorio e rigidità nucale. Una meningite non trattata può avere esiti molto gravi e potenzialmente letali.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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