Sindrome di Austrian: cause, alcolismo, sintomi, diagnosi, terapia, prognosi

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE COVID OSPEDALE SATURAZIONE SATURIMETRO TERAPIA INTENSIVA OSPEDALE COMA INTUBATO PRONTO SOCCORSO EMERGENCY ROOM MORTE LETTINO MANO CANNULA FLEBOCon “sindrome di Austrian” (anche chiamata “triade di Osler“, talvolta denominata “sindrome austriaca“, in inglese “Austrian syndrome” o “Osler’s triad“) in medicina si intende un’entità nosologica caratterizzata dalla contemporanea presenza di polmonite, meningite ed endocardite causate da infezione da parte del batterio Streptococcus pneumoniae (pneumococco). La sindrome di Austrian è molto rara, in genere grave e frequentemente letale. La sindrome di Austrian ha l’alcolismo come fattore predisponente principale ed è associata ad iposplenismo (ridotto funzionamento della milza).

Origine del nome

La sindrome di Austrian deve il suo nome a Robert Austrian, il medico statunitense che per primo la descrisse nel 1957.

Epidemiologia

La sindrome di Austrian è una condizione rara (meno di 60 casi segnalati). Questa sindrome può essere osservata soprattutto nei maschi caucasici di età compresa tra 40 e 60 anni. Uno studio ha mostrato che gli uomini di mezza età con disturbi da consumo di alcol costituiscono la maggior parte dei pazienti con sindrome austriaca.

Cause

La principale causa della sindrome di Austrian è il batterio Streptococcus pneumoniae (penumococco) e il fattore di rischio maggiore è il forte consumo di alcol. La condizione è stata chiamata anche “triade di Osler” a causa delle sue associazioni con polmonite, meningite ed endocardite. La paziente più anziana registrata con sindrome austriaca aveva una storia di problemi di salute come ipertensione e diabete mellito che aumentavano il suo rischio di sindrome di Austrian. L’endocardite coinvolge tipicamente la valvola aortica, che può portare a insufficienza valvolare e a scompenso cardiaco[1].

Fattori di rischio

Fattori di rischio significativi sono:

  • il consumo eccessivo di alcol,
  • la vecchiaia,
  • la splenectomia,
  • l’immunosoppressione.

Segni e sintomi

La presentazione della sindrome austriaca include i sintomi e segni di polmonite, endocardite e meningite, tra cui:

  • tosse con muco;
  • dispnea (mancanza di respiro);
  • dolori al petto;
  • febbre che alta;
  • dolori muscolari;
  • aritmie cardiache;
  • mal di testa;
  • confusione;
  • sensibilità alla luce.

Diagnosi

La diagnosi precoce della sindrome austriaca è molto importante per evitare la morte del paziente. La coltura batterica è il metodo principale per la diagnosi di Streptococcus pneumoniae. Il test diagnostico rapido è quando viene raccolto un campione liquido dell’orecchio o della secrezione nasale. In termini di Streptococcus pneumoniae, è anche usato per confermare il batterio responsabile. L’imaging a raggi X del torace e l’ecografia con colordoppler del cuore vengono eseguite per determinare l’infiammazione polmonare e l’insufficienza della valvola aortica.

Trattamento

Il trattamento, a base di antibiotici, unito a una diagnosi precoce e ad un eventuale intervento chirurgico cardiaco, è un grado di fornire una prognosi favorevole, evitando esiti letali (frequenti in assenza di trattamento). Poiché la sindrome austriaca consiste in meningite, polmonite ed endocardite, esistono trattamenti separati per ciascuna. La polmonite e l’endocardite sono solitamente trattate con la terapia beta-lattamica penicillina, anche se alcuni ceppi batterici sono resistenti alla penicillina. Per l’endocardite in alcuni casi viene eseguita la sostituzione della valvola aortica per evitare lo shock cardiogeno. Per la meningite vengono utilizzati antibiotici per via endovenosa. Studi precedenti suggeriscono che il desametasone ha migliorato l’esito degli adulti con meningite pneumococcica. In un caso di studio specifico, un paziente che presentava sintomi di febbre e cefalea è stato trattato con cefotaxime, ampicillina e desametasone ed ha dovuto subire un intervento chirurgico alla valvola d’urgenza poiché l’ECG ha mostrato vegetazione mitralica.

Prognosi

Nel 19° secolo, il tasso di mortalità della sindrome austriaca era di circa il 75%; da allora è sceso a circa il 32%. La percentuale di mortalità è più alta negli individui immunocompromessi. La letalità rimane molto elevata: anche con una terapia aggressiva quattro pazienti su cinque muoiono.

Prevenzione

La riduzione del consumo di alcol è un modo efficace per ridurre le possibilità di sviluppare la sindrome austriaca. Il tasso di incidenza si è ridotto dall’introduzione della terapia con beta-lattamici nei primi anni ’40. Inoltre, l’introduzione della vaccinazione pneumococcica nel 1977 ha ulteriormente ridotto l’incidenza dell’infezione. Tuttavia, il 14% dei pazienti non presenta fattori di rischio.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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