Per meglio comprendere il significato del termine “megalomania” e dei suoi sinonimi, è importante spiegare per prima cosa il concetto di “disturbo delirante“. Con l’espressione “disturbo delirante” (in inglese “delusional disorder”) in psichiatria si indica una psicosi, cioè una compromissione dell’esame di realtà, caratterizzata da una forma di delirio cronico basato su un sistema di credenze (i “deliri”) che, sebbene spesso verosimili, sono in realtà illusorie. Il paziente crede con convinzione che tali credenze siano vere e sono quindi resistenti ad ogni critica o ragionamento logico. Tali credenze alterano l’approccio del paziente con la realtà.
Cos’è la megalomania?
Con il termine “megalomania” (anche nota come “mania di grandezza” o “delirio di grandezza” o “delirio di grandiosità” o “delirio di onnipotenza” o “delirio espansivo “; in inglese chiamata “megalomania” o “grandiose delusions” o “delusions of grandeur” o “expansive delusions“) in psichiatria si indica un tipo di delirio in cui il paziente ha la ferma ed ossessiva convinzione di essere famoso, onnipotente, importante, ricco e/o potente, nonostante ciò sia falso. I deliri di grandezza possono portare il paziente ad estremizzare una sopravvalutazione delle proprie capacità oppure ad inventarsi completamente alcune capacità. I deliri sono generalmente fantastici e tipicamente hanno un tema religioso, fantascientifico o soprannaturale. I deliri di grandezza si verificano in pazienti con un’ampia gamma di disturbi psichiatrici, inclusi i due terzi dei pazienti in uno stato maniacale di disturbo bipolare, circa la metà di quelli con schizofrenia, tutti quelli con il sottotipo grandioso del disturbo delirante, spesso come condizione di comorbilità nel disturbo narcisistico di personalità, e una parte sostanziale di quelli con disturbi da abuso di sostanze. Circa il 10% delle persone sane sperimenta pensieri grandiosi ad un certo punto della propria vita, ma non soddisfa pienamente i criteri per una diagnosi di delirio di grandezza. Sebbene abbiano nomi simili e condividano alcune caratteristiche in comune, i deliri di grandiosità sono distinti dalla grandiosità. Mentre i deliri di grandezza si riferiscono a credenze su fama, ricchezza, potere inesistenti o rilevanza religiosa e storica, la grandiosità si riferisce a sentimenti di superiorità, unicità, importanza o invulnerabilità ed è meglio intesa come una forma di rispetto di sé.
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Megalomania nell’uso comune
Il senso che si dà al termine “megalomane” usato nel linguaggio comune è fortemente diverso rispetto a quello che si dà nell’ambito medico: mentre in psichiatria un individuo “megalomane” è affetto da un disturbo delirante, nell’uso comune un megalomane è qualcuno che si crede molto più importante o ricco o dotato di altre qualità ritenute positive, di quanto in realtà sia. Semplificando, il megalomane è una persona che si sopravvaluta fortemente. “Megalomane” nel linguaggio comune è quindi un aggettivo usato in senso negativo, ma non indica patologia come invece avviene in ambito sanitario.
Etimologia
Il termine “megalomania” deriva dalla parola greca μεγαλομανία, composta da μεγα- (che significa “grande”) e da μανία (che significa “pazzia”).
Epidemiologia
Tra i deliri, quello di grandezza è uno dei più diffusi in assoluti. In una ricerca su oltre 1000 individui, Stompe e colleghi nel 2006 hanno scoperto che la grandiosità rimane il secondo delirio più comune dopo i deliri di persecuzione. È stata anche osservata una variazione nella comparsa di deliri di grandiosità nei pazienti schizofrenici attraverso le culture. Nella ricerca condotta da Appelbaum et al. è stato riscontrato che i deliri di grandezza apparivano più comunemente nei pazienti con disturbo bipolare (59%) che nei pazienti con schizofrenia (49%), seguiti dalla presenza in pazienti con disturbo da abuso di sostanze (30%) e pazienti con depressione (21%). È stata affermata una relazione tra l’età di esordio del disturbo bipolare e la comparsa dei deliri di grandezza: secondo Carlson et al. (2000), i deliri di grandezza sono comparsi nel 74% dei pazienti che avevano 21 anni o meno al momento dell’esordio, mentre si sono verificati solo nel 40% degli individui di 30 anni o più al momento dell’esordio. La ricerca suggerisce che la gravità dei deliri di grandezza è direttamente correlata a una maggiore autostima negli individui e inversamente correlata alla gravità della depressione e alle autovalutazioni negative di ogni individuo. Lucas et al. ha scoperto che non vi è alcuna differenza di genere significativa nell’instaurarsi del delirio di grandiosità tuttavia sostiene che il contenuto particolare dei deliri di grandezza può essere variabile e specifico tra i due sessi. E’ stato notato che la presenza dei deliri di grandezza nelle persone con almeno un’istruzione elementare o superiore era maggiore rispetto alle persone meno istruite. Allo stesso modo, la presenza di deliri di grandezza è maggiore nei fratelli maggiori che in quelli minori.
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Cause e fattori di rischio
Le cause specifiche dei deliri di grandezza, non sono ancora stati comprese. Forse fattori genetici e famigliarità predisponenti potrebbero agire in sinergia con fattori di stress ambientali per determinare la comparsa dei deliri. A volte la megalomania è espressione di una forte autostima, ma altre volte la causa può essere al contrario una autostima estremamente bassa, che risulta evidente alla minima critica nei confronti del soggetto megalomane. In questo caso la megalomania è un meccanismo di difesa: in parole semplici il megalomane sublima il suo complesso di inferiorità nel suo opposto, arricchendo fantasiosamente la propria vita di qualità e situazioni in cui lui diventa incredibilmente potente ed importante. A volte alla base del disturbo c’è un forte trauma non risolto, come la fine di una relazione, un licenziamento, un lutto, una sconfitta nello sport. Psicologi e psichiatri hanno proposto molteplici teorie alla base dei deliri di grandezza:
- delirio come difesa: la mente si difende da bassa autostima e depressione;
- delirio coerente con le emozioni: la mente produce emozioni positive esagerate.
L’evidenza empirica supporta in gran parte i modelli coerenti con le emozioni, ma suggerisce anche fattori aggiuntivi come i bias del ragionamento. I deliri di grandezza sono solitamente associati a un’elevata autostima e a uno stile di attribuzione egoista e a bassi livelli di depressione, ansia e autovalutazione negativa. Inoltre, ci sono prove da parte di persone neurotipiche che il pensiero di sé positivo e ripetitivo può conferire aumenti temporanei di idee grandiose (non deliranti) di propria superiorità, importanza o unicità. Uno studio eseguito mediante l’uso di risonanza magnetica funzionale su pazienti con disturbo bipolare ha scoperto che tale pensiero è associato a una connettività esagerata tra la corteccia prefrontale mediale e la corteccia cingolata anteriore (regioni del cervello coinvolte nell’elaborazione delle informazioni rilevanti per sé). Allo stesso modo, la ricerca qualitativa indica che i deliri di grandiosità, lungi dal manifestarsi in un contesto di autovalutazione negativa, conferiscono un senso di unicità, scopo e appartenenza e aggiungono significato agli eventi avversi. I deliri di grandezza possono essere causati anche da malattie neurologiche e altre patologie, tra cui la malattia di Huntington, ila malattia di Parkinson e la malattia di Wilson. La mania secondaria può essere causata anche da sostanze come L-DOPA e isoniazide che modificano la funzione del neurotrasmettitore monoaminergico. È stato scoperto che la carenza di vitamina B12, l’uremia, l’ipertiroidismo e la sindrome carcinoide causano mania secondaria e deliri di grandezza.
Cause organiche
I deliri di grandezza possono essere correlati a lesioni del lobo frontale. Lesioni del lobo temporale sono state riportate principalmente in pazienti con deliri di persecuzione e di colpa, mentre il coinvolgimento frontale e frontotemporale è stato descritto in pazienti con deliri di grandezza, sindrome di Cotard e sindrome delirante da errata identificazione. Alcuni studi indicano che i deliri di grandezza sono associati ad anomalie nei percorsi di ricompensa dopaminergici e in altre strutture limbiche associate alla ricompensa e all’elaborazione delle emozioni. I deliri di grandezza sembrano essere correlati alla connettività compromessa tra il giro temporale medio sinistro e le regioni più dorsali del lobo temporale sinistro, regioni che formano una rete importante per svariate funzioni cognitive, come quelle sociali e linguistiche.
Caratteristiche e sintomi
Le persone megalomani hanno una falsa immagine mentale di sé stesse come aventi uno status insolitamente elevato sotto diversi punti di vista e qualità speciali ed uniche. Hanno un’ossessione per il potere e la ricchezza ed una passione per progetti talmente grandi che spesso sono irrealizzabili nella realtà. Il soggetto, fortemente egocentrico e dotato di forte autostima, tende a sopravvalutare la propria importanza, fama, ricchezza e potere, con fantasie deliranti di onnipotenza, narcisismo, autostima gonfiata e credenze illusorie. Sono presenti manifestazioni psicotiche come deliri e allucinazioni. Il soggetto è convinto – nonostante ciò sia falso – di essere personaggi importanti, di alto livello come spie, funzionari governativi, membri di servizi segreti, agenti speciali al centro di complotti internazionali, dalle cui azioni dipende il destino di Stati e governi. Ai deliri di grandezza possono essere associati altri tipi di delirio, come l’erotomania o deliri di carattere persecutorio durante i quali i pazienti credono che altre persone li stiano perseguitando o sorvegliando: ciò si inserisce perfettamente nella propria credenza di essere magari un agente segreto. Il soggetto non si rende conto di avere un problema: il problema viene notato principalmente dagli altri, inclusi familiari, amici e persino estranei o poliziotti. Nonostante il megalomane si ritenga superiore a chiunque altro, allo stesso tempo cerca costantemente conferma delle proprie capacità e l’approvazione degli altri. I sintomi di tipo grandioso includono credenze esagerate di:
- autostima;
- potere;
- conoscenza;
- identità;
- relazione eccezionale con una divinità o una persona famosa.
Ad esempio, un paziente che ha convinzioni fittizie sul proprio potere o autorità può credere di essere un monarca regnante che merita di essere trattato come un re. Esistono differenze sostanziali nel grado di grandiosità legato ai deliri di grandezza nei diversi pazienti. Alcuni pazienti credono di essere Dio, la Regina del Regno Unito, il figlio di un presidente, una famosa rock star e alcuni altri esempi. Altri non sono così espansivi e pensano di essere atleti esperti o grandi inventori. I deliri espansivi possono essere mantenuti da allucinazioni uditive, che avvisano il paziente che sono significative, o da confabulazioni, quando, ad esempio, il paziente fornisce una descrizione approfondita della sua incoronazione o matrimonio con il re. Deliri di grandezza ed espansività possono anche far parte di un’allucinosi fantastica in cui si verificano tutte le forme di allucinazioni.
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Diagnosi
Per la diagnosi di schizofrenia, disturbo dipolare e altre patologie che comportano la presenza di deliri di grandezza ed altri deliri, vi rimando agli articoli specifici di questo sito dedicati alle rispettive patologie. La megalomania può essere considerata come un sottotipo specifico di disturbo delirante. Nel DSM-5 (l’ultima edizione del Manale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), si parla di disturbo delirante in presenza di:
- uno o più deliri, non attribuibili ad altre condizioni mediche, all’abuso di sostanze o ad altri disturbi mentali;
- uno o più deliri presenti per almeno 1 mese.
La presenza del delirio di grandezza è il sintomo più eclatante, ma questo può essere accompagnato da altri sintomi, come:
- modifica dell’umore, attraverso la comparsa di sentimenti come irritabilità, rabbia, depressione, episodi maniacali.
- disturbi del sonno;
- allucinazioni: percezioni vivide e chiare, ad esempio vedere, sentire o percepire qualcosa che non esiste).
Nella diagnosi dei deliri, per valutare il paziente viene utilizzato il MacArthur-Maudsley Assessment of Delusions Schedule.
Terapie
La terapia dei disturbi deliranti prevede la prescrizione di farmaci antipsicotici e benzodiazepine, in associazione con la psicoterapia. La terapia specifica dipende dalla patologia a monte che ha generato i deliri, come il disturbo bipolare, la schizofrenia o il disturbo delirante. Anche se il paziente ha una scarsa consapevolezza del disturbo e potrebbe non riconoscere i sintomi è importante non entrare in conflitto con lui. Il paziente potrebbe essere portato dal medico da amici o famigliari, pur non essendo convinto di avere realmente un problema. Nei pazienti con schizofrenia, i deliri grandiosi e religiosi risultano essere i meno suscettibili agli interventi cognitivo comportamentali. L’intervento cognitivo comportamentale è una forma di terapia psicologica, inizialmente utilizzata per la depressione, ma attualmente utilizzata per una varietà di diversi disturbi mentali, nella speranza di fornire sollievo dal disagio e dalla disabilità. Durante la terapia, i deliri di grandezza sono stati collegati alle convinzioni sottostanti dei pazienti utilizzando il concatenamento di inferenze. Alcuni esempi di interventi eseguiti per migliorare lo stato del paziente riguardavano il focus su temi specifici, il chiarimento dei neologismi del paziente e il collegamento del pensiero . Durante il collegamento del pensiero, il terapeuta chiede ripetutamente al paziente di spiegare i suoi salti di pensiero da un argomento a uno completamente diverso. I deliri di grandezza, paradossalmente, spesso svolgono una funzione molto positiva sostenendo o aumentando la scarsa autostima del paziente: di conseguenza è essenziale considerare le conseguenze della rimozione del delirio di grandiosità sull’autostima quando si cerca di curare il paziente don delirio di grandezza. In molti casi di grandiosità è opportuno optare per una modificazione frazionaria piuttosto che totale, che permetta di preservare quegli elementi del delirio che sono centrali per l’autostima. Ad esempio, una persona che crede di essere un agente dei servizi segreti acquisisce un grande senso di autostima e uno scopo di vita da questa convinzione, quindi finché questo senso di autostima non può essere fornito da altrove, è meglio non tentare la modifica netta di questa caratteristica del paziente. È stato riscontrato che i pazienti con disturbi mentali che sperimentano deliri di grandezza hanno un rischio inferiore di avere pensieri e tentativi di suicidio.
Rischi
I pazienti con deliri di grandezza potrebbero avere problemi sul lavoro, nelle relazioni sociali ed in quelle relazionali, con la conseguenza di perdere relazioni significative o rischiare il licenziamento. Possono inoltre impegnarsi in attività che comportano conseguenze dannose, come spendere eccessivamente denaro, avviare attività, viaggiare eccessivamente od avere comportamenti impulsivi e disinibiti. I pazienti possono ad esempio chiedere prestiti per avviare attività che poi vanno in bancarotta e non aver più i soldi necessari a pagare i debiti. I pazienti possono diventare anche molto agitati ed aggressivi, fino ad arrivare a compiere veri e propri reati, compromettendosi dal punto di vista penale. Solo in rari casi possono comparire ideazioni suicidarie.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine