Con “disturbo da somatizzazione” (in inglese “somatization disorder”) in medicina e psicologia si intende un disturbo mentale polisintomatico che fa parte del grande gruppo dei “disturbi somatoformi” e che si manifesta con la presenza di sintomi clinicamente significativi, multipli e ricorrenti. Il campo di studio che si occupa del disturbo di somatizzazione e dei disturbi somatoformi in generale, è la psicosomatica. Il disturbo da somatizzazione è anche chiamato “sindrome di Briquet” dal nome del primo ricercatore che nel 1859 la distaccò dall’isteria per i non discontinui, ma cronici disturbi sul piano fisico, che coinvolgono più organi e non possono essere collegabili a cause conosciute.
DSM-IV e DSM-5
Secondo il DSM-IV-TR (text revision), pubblicato nel 2000 dall’American Psychiatric Association (APA), il disturbo da somatizzazione va considerato come un tipico esempio di classificazione nosografica residuale, ossia per esclusione: quando si ha l’esclusione di altre diagnosi tramite gli esami medici, il soggetto e il suo caso clinico possono essere classificati all’interno di quest’etichetta.
Nell’ultima versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) uscita nel 2013, il disturbo da somatizzazione è stato combinato con il disturbo somatoforme indifferenziato per diventare “disturbo da sintomi somatici” (somatic symptom disorder o SSD), una diagnosi che non richiede più un numero specifico di sintomi somatici. Nel DSM-5 si include l’SSD con disturbi prevalentemente somatici (precedentemente indicati come disturbo di somatizzazione) e l’SSD con caratteristiche dolorose (precedentemente noto come disturbo del dolore o ” pain disorder”).
ICD-10
L’ICD-10, l’ultima versione della Classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi di salute correlati, include ancora la sindrome da somatizzazione. econdo l’ICD-10, le caratteristiche principali del disturbo da somatizzazione sono l’avvertire sintomi fisici multipli, ricorrenti e che cambiano frequentemente della durata di almeno due anni tale per cui la maggior parte dei pazienti ha una lunga e complicata storia di contatti con i servizi di assistenza medica primaria e specialistica, durante la quale possono essere state condotte molte indagini negative o operazioni esplorative infruttuose. I sintomi possono essere riferiti a qualsiasi parte o sistema del corpo. Il decorso del disturbo è cronico e fluttuante ed è spesso associato a interruzioni del comportamento sociale, interpersonale e familiare.
Epidemiologia
Il disturbo da somatizzazione colpisce prevalentemente le donne ed è molto raro negli uomini. L’incidenza del disturbo da somatizzazione varia dallo 0,2% al 2,0%.
Cause
Le cause del disturbo da somatizzazione non sono attualmente note, anche se è intuibile pensare che alla sua base ci sia uno stress mentale prolungato o, più probabilmente, un trauma psicologico e che tale trauma sia stato rimosso dal paziente e non superato. Tra le varie teorie proposte per spiegare questa patologia, è sicuramente interessante l’approccio della psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), una disciplina scientifica che studia i rapporti tra mente, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario.
Caratteristiche
Tale sindrome si presenta spesso come caso misto, in quanto consente il verificarsi di tutte le combinazioni possibili fra sintomi dolorosi soggettivi e segni oggettivi confermabili attraverso una qualche analisi clinica (reperti di laboratorio ed esame fisico). Perciò il sussistere di un qualche tipo di riscontro oggettivo può costituire anche solo una semplice coincidenza: il paziente può accusare lamentele indipendentemente dalla loro accertabilità obiettiva e dalla remissione e guarigione degli eventuali segni anatomopatologici.
Sintomi e segni
La sintomatologia è di natura vaga, spesso mal definibile però comunque spesso molto grave, in particolare nei periodi di riacutizzazione della malattia, in cui si possono verificare:
- disfagia (difficoltà durante la deglutizione);
- alterazione e/o perdita della voce;
- dolore addominale anche molto intenso;
- dolore toracico;
- dolore muscolare e/o articolare;
- nausea;
- vomito;
- diarrea;
- convulsioni;
- nevralgie;
- sonnolenza
- paralisi diurne;
- paralisi del sonno;
- ipertensione arteriosa;
- tachicardia;
- tachipnea;
- ansia;
- dispareunia;
- alterazioni neurologiche sensitive (ad esempio allucinazioni visive e cecità).
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Diagnosi
I criteri diagnostici inclusi nel DSM-IV-TR sono:
- Una storia di disturbi somatici per diversi anni, a partire da prima dei 30 anni.
- Tali sintomi non possono essere completamente spiegati da una condizione medica generale o dall’uso di sostanze o, quando esiste una condizione medica associata, le menomazioni dovute ai sintomi somatici sono più gravi di quanto generalmente previsto.
- I sintomi NON sono simulati come un disturbo fittizio o fittizio.
I sintomi non devono necessariamente manifestarsi tutti nello stesso momento, ma possono verificarsi nel corso del disturbo. Un disturbo di somatizzazione di per sé è cronico ma fluttuante che raramente si risolve completamente. Un esame fisico approfondito delle aree di disturbo specificate è fondamentale per la diagnosi del disturbo di somatizzazione. L’esame medico fornirebbe una prova oggettiva dei reclami soggettivi dell’individuo. La diagnosi del disturbo di somatizzazione è complessa perché è difficile determinare in che misura i fattori psicologici stiano esacerbando le sensazioni soggettive di dolore del paziente. Ricordiamo ad esempio che il dolore cronico è comune nel 30% della popolazione degli Stati Uniti e ciò rende difficile determinare se il dolore avvertito dal paziente sia dovuto o meno a fattori prevalentemente psicologici o fisici.
Diagnosi differenziale
Questo quadro può essere confuso con patologie mediche dove sono presenti segni somatici altrettanto poco chiari quanto molteplici e seri, dall’emocromatosi al lupus eritematoso sistemico, dalla sclerosi multipla all’iperparatiroidismo. La diagnosi differenziale dev’essere compiuta anche rispetto a tutta una serie di psicopatologie apparentemente familiari ed elencate nel DSM e nell’ICD-10 dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dalla schizofrenia all’ipocondria.
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Terapia
Non è chiara ad oggi l’eziologia e di conseguenza manca una cura effettiva, ricorrendo quindi a un trattamento solo sintomatico e palliativo. Tra questi trattamenti si hanno la somministrazione di antidolorifici, che possono essere più blandi come vari FANS da banco oppure più forti come il ketorolac o certi oppiodi-mimetici, per es. il tramadolo, normalmente usati nei decorsi post-operatori e in oncologia. Accanto al trattamento farmacologico è importante un approccio psicoterapico, che però è spesso NON accettato dal paziente, che si rifiuta di accettare che i suoi sintomi fisici siano di natura psicologica e non organica. La psicoterapia è di grande aiuto perché permette al paziente di individuare ed affrontare eventuali traumi psicologici irrisolti.
Decorso
Il disturbo da somatizzazione è una patologia cronica che si risolve in una guarigione completa molto raramente, col risultato di un abbassamento, spesso anche significativo, della qualità della vita del paziente, con ripercussioni sociali e lavorative. Il disturbo da somatizzazione non ha un andamento progressivo e graduale, bensì nella maggior parte dei casi è fluttuante, con periodi di miglioramento alternati a riacutizzazione: con una ciclicità periodica il paziente accusa nuove crisi sintomatiche acute che lo spingono a richiedere ulteriore attenzione medica. Viene consigliato il solo rapporto di sostegno con un medico di fiducia. Una rilevante quota di malati, rifiutando l’idea che i suoi disturbi possano avere un’origine psicologica, evita un aiuto in tale direzione e si rivolge a molti dottori e specialisti cercando nuovi esami clinici e un trattamento che lo soddisfi sul piano fisico.
Riconoscimento legale
Nonostante il fatto che il disturbo da somatizzazione possa indubbiamente minare la qualità della vita del paziente (in alcuni casi fino ad un’invalidità completa), la commissione del Ministero della Salute – a causa della mancanza di mezzi diagnostici univoci e quindi del potenziale rischio di abusi da parte di falsi invalidi – non ha incluso il disturbo da somatizzazione nella lista pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Il disturbo da somatizzazione non ha quindi, almeno fino ad oggi, di nessun riconoscimento legale.
Per approfondire:
- Psicosomatica e malattie psicosomatiche: elenco, significato, come si guarisce
- Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) e immune-brain loop
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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