Con l’espressione “mobilità sociale” si intende ogni passaggio di un individuo da un ceto o da una classe sociale a un’ altra e, descrivendo una società per intero, il grado in cui essa permette od ostacola tali passaggi. Dal punto di vista della mobilità sociale, le persone che compongono una società possono essere:
- immobili: coloro che restano nella stessa classe del padre e non sperimentano alcun tipo di mobilità;
- mobili con ritorno alle origini: coloro che entrano nel mercato del lavoro con una posizione diversa da quella del padre, ma che dopo alcuni anni tornano al punto di partenza;
- mobili all’entrata nella vita attiva: coloro che partono da una posizione diversa da quella del padre e vi restano anche in seguito;
- mobili nel corso della vita attiva: coloro che iniziano dalla stessa posizione del padre e che dopo poco lasciano per occuparne una diversa
- supermobili: coloro che partono da una posizione diversa da quella del padre e che in seguito la cambiano, senza mai tornare al punto di partenza.
Teorie sulla mobilità sociale
Due sono essenzialmente gli approcci teorici allo studio della mobilità:
- porre l’accento sul grado di apertura di una società (fluidità sociale), ossia le opportunità che le persone di origini sociali diverse hanno di raggiungere le varie posizioni nel sistema di stratificazione;
- porre l’accento sul problema della formazione e dell’azione delle classi. Una classe diventa una formazione stabile quando coloro che ne fanno parte condividono valori, idee, stili di vita e ritengono di avere interessi comuni. In tal senso, alcuni studiosi si sono chiesti se la mobilità intergenerazionale, per esempio, possa impedire che una classe diventi una collettività sociale o, ancora, se determinati livelli di mobilità possano ledere all’identità demografica e culturale di una classe.
Le più importanti teorie sulla mobilità, sono cinque:
- teoria liberale dell’industrialismo: quanto più è avanzata l’economia di un paese, tanto maggiore è la mobilità assoluta e relativa che esso presenta;
- teoria dei fattori culturali e politici: la forte mobilità sociale di alcuni paesi è dovuta a fattori di ordine culturale o politico;
- teoria di Sorokin: fluttuazioni, ondate di maggiore mobilità o immobilità sono determinate dalla diversa importanza assunta da fattori esogeni (rivoluzioni, guerre, invasioni) ed endogeni (per es. l’interesse di coloro che occupano posizioni di vertice a non far cadere alcune barriere o a sostituirle con altre) al sistema di stratificazione;
- teoria di Lipset e Zetterberg: l’andamento della mobilità sociale è alquanto simile nelle diverse società industriali occidentali; una forte mobilità sociale (assoluta) è una caratteristica specifica dell’industrializzazione; la mobilità delle società diventa relativamente elevata quando la loro industrializzazione e quindi la loro espansione economica raggiunge un determinato livello (solitamente nella fase di decollo di questo processo);
- teoria di Featherman, Jones e Hauser: la mobilità sociale assoluta dipende da fattori esogeni (di carattere economico, tecnologico e demografico) e quindi varia nei diversi paesi sviluppati; la mobilità sociale relativa è all’incirca la stessa in tutti i paesi sviluppati e non cresce parallelamente al loro sviluppo economico.
Risposte al cambio di classe sociale
In caso di mobilità sociale, due sono le risposte più frequenti delle persone mobili:
- superconformismo ai valori della classe di arrivo: avviene quando il saldo avviene verso l’alto e tanto più rapidamente quando tale salto è ampio. Gli individui tentano di integrarsi al meglio nella nuova classe e di farsi accettare dagli altri, anche con comportamenti “servili” verso i nuovi compagni di classe sociale che però in genere sono restii ad accettare nuovi membri della propria classe in arrivo dal basso;
- rifiuto assoluto dei valori della classe di arrivo: avviene quando il saldo avviene verso il basso e tanto più rapidamente quando tale salto è ampio. Il soggetto rifiuta di aderire agli usi e ai modi di agire della nuova classe, considerando, molto spesso, questa situazione come transitoria e prodromo di un ritorno alla classe sociale di partenza.
Risocializzazione
Nel passaggio da una classe all’altra (verso l’alto o verso il basso), avviene la “risocializzazione”, cioè l’individuo:
- ridefinisce la propria identità sociale in base alla nuova classe sociale;
- muta il proprio modo di pensare e di agire in base alla nuova classe sociale.
Nella maggioranza dei casi questo mutamento non è repentino e radicale: il soggetto ridefinisce sé stesso gradualmente, abbandonando a poco a poco i valori della vecchia classe per apprendere quelli della nuova. I cambiamenti sono tanto più marcati e rapidi quanto più la mobilità è di lungo raggio (cioè tanto più il salto da una classe sociale all’altra è ampio).
Continua la lettura con: Mobilità sociale, assoluta, relativa, verticale, orizzontale, intergenerazionale
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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