Mobilità sociale, assoluta, relativa, verticale, orizzontale, intergenerazionale

MEDICINA ONLINE MALATTIE RESPIRATORIE OCCUPAZIONALI EFFETTI AGENTE INALATO POLVERI PM10 PM 2.5 PROPRIETA CHIMICHE FISICHE SEDE DEPOSIZIONE LEGALE LAVORO PROFESSIONE AMBIENTE SMOG LEGGE TUTELA LAVORATORE INDUSTRIA

La retribuzione del nostro lavoro influenza la nostra classe sociale

La mobilità sociale

Con l’espressione “mobilità sociale” si intende ogni passaggio di un individuo da un ceto o da una classe sociale a un’ altra e, descrivendo una società per intero, il grado in cui essa permette od ostacola tali passaggi.

Mobilità orizzontale o verticale

La mobilità sociale può essere orizzontale o verticale:

  • mobilità sociale orizzontale: indica il passaggio di un individuo da una posizione sociale a un’altra nell’ambito dello stesso livello sociale;
  • mobilità sociale verticale: indica il passaggio di un individuo da una posizione a un’altra, che può essere più alta o più bassa rispetto a quella di partenza.

Mobilità discendente o ascendente

La mobilità sociale verticale può quindi essere:

  • mobilità discendente: porta a un livello sociale inferiore a quello di partenza;
  • mobilità ascendente: porta a un livello sociale superiore a quello di partenza.

Mobilità intragenerazionale o intergenerazionale

La mobilità sociale può essere:

  • mobilità intragenerazionale: il passaggio da una posizione sociale all’altra viene compiuto all’interno di una sola generazione;
  • mobilità intergenerazionale: il cambio avviene da una generazione all’altra.

Mobilità di lungo o breve raggio

La mobilità sociale può essere:

  • mobilità di lungo raggio: indica che il cambiamento (verso l’alto o verso il basso) è avvenuto fra strati o classi molto lontani (per capirci “passare dalle stelle alle stalle” o viceversa);
  • mobilità di breve raggio: indica che il cambiamento (verso l’alto o verso il basso) è avvenuto fra strati o classi contigue.

Mobilità individuale o collettiva

La mobilità sociale può essere:

  • individuale: si riferisce agli spostamenti (verso l’alto o il basso) di un singolo soggetto;
  • collettiva: si riferisce agli spostamenti (verso l’alto o il basso) di un intero gruppo (una classe, uno strato, ecc.).

Fattori che delimitano la posizione sociale

Per indicare la posizione sociale di una persona, si prendono in considerazione due fattori:

  • la relazione di impiego: dipendente, indipendente, subordinato o meno;
  • la situazione di mercato: quanto è richiesta una certa qualifica e com’è retribuita.

Seguendo tale sistema di classifica, per esempio, il dirigente è considerato un “borghese”, mentre per classici come Karl Marx borghese era soltanto chi  disponeva di mezzi di produzione. Inoltre, contro l’uso comune, anche gli impiegati poco qualificati (commesse e commessi, per esempio) fanno parte della classe operaia se consideriamo la bassa retribuzione e il ruolo subordinato da loro svolto.

Mobilità assoluta e mobilità relativa

La mobilità sociale può essere:

  • assoluta: indica il numero complessivo di persone che si spostano da una classe all’altra;
  • relativa: indica il grado di eguaglianza delle possibilità di mobilità dei membri delle varie classi.

Mobilità assoluta è il termine che si usa per indicare la percentuale di persone che cambiano la classe sociale. Tale indicatore rispecchia i cambiamenti sociali nel complesso, per esempio l’estendersi della classe impiegatizia negli ultimi decenni. Per analizzare il grado in cui una società rende possibile l’ascesa o la discesa dei singoli indipendentemente dalla loro origine sociale, si utilizza invece il termine di mobilità relativa. La mobilità relativa permette di paragonare la probabilità che hanno le  persone proveniente da classi sociali diverse di accedere a una certa posizione sociale.

La mobilità intergenerazionale

La probabilità che una persona, dopo aver intrapreso la vita lavorativa a un determinato livello cambi ancora posizione sociale, è, in Italia, piuttosto bassa. Le uniche eccezioni sono costituite dalle classi coinvolte nell’attività agricola, di cui più di 20% in un secondo momento, entrano a far parte della classe operaia urbana. Nell’ambiente agricolo si verifica anche la mobilità di ritorno: dopo un inizio dell’attività lavorativa in una classe sociale diversa da quella dei genitori, un certo numero di persone rientrano nella classe di provenienza. La mobilità intergenerazionale è una “mobilità di breve raggio”: il cambio avviene tra posizione vicine (per esempio: dall’operaio urbano alla classe media impiegatizia).

Continua la lettura con: Teorie sulla mobilità sociale, risposte al cambio di classe e risocializzazione

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.