Tricofagia (sindrome di Raperonzolo), tricobezoario, tricotillomania, pica, picacismo: cosa sono e quali sono le cure?

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Tricofagia

La tricofagia (dal greco τριχοφαγία: τρίξ “capello” + φάγειν “mangiare”) è l’impulso non volontario di mangiarsi i capelli; spesso essi – se abbastanza lunghi – sono inseriti in bocca quando sono ancora attaccati alla testa, per poi essere staccati ed ingoiati. La tricofagia viene anche chiamata “sindrome di Raperonzolo” o “sindrome di Rapunzel“, in riferimento proprio alla principessa Raperonzolo ed alla sua lunga e folta chioma. La tricofagia appartiene al campo della psichiatria e colpisce soprattutto le donne sotto i 20 anni ed i bambini. La tricofagia compare nella letteratura scientifica per la prima volta già nel 1889, ma solamente nel 1987 viene riconosciuta come disturbo vero e proprio.

Tricobezoario

Essendo lunghi e fatti di cheratina, i capelli non vengono smaltiti come le altre sostanze di cui ci cibiamo, ma si attorcigliano nei tratti dello stomaco o dell’intestino. Può capitare che essi – accumulandosi nel tratto gastrointestinale – causino sintomi quali indigestione e dolore gastrico, organizzandosi in una struttura solida e intricata cui si dà il nome di tricobezoario (vedi foto in alto in questo articolo); in questi casi, può risultare necessario un intervento chirurgico per rimuovere la massa. Nel 2007 fu documentata la rimozione di un tricobezoario di circa 4,5 kg dallo stomaco di una diciottenne di Chicago. Nel 1999 una ragazza britannica morì per un’emorragia interna dovuta a un intervento chirurgico atto a rimuovere un tricobezoario.

Leggi anche: La metà di noi al liceo ha sofferto di onicofagia e molti ne soffono tuttora senza saperlo, di che malattia si tratta?

Tricotillomania e pica

La tricofagia viene diagnosticata attraverso altre due sindromi specifiche, che sono la tricotillomania e il pica (picacismo).

Le persone che soffrono di Tricotillomania, anche in forma momentanea, non riescono a resistere all’impulso di strapparsi i capelli, solitamente nello stesso punto, lasciando sulla cuoio capelluto vistose aree di alopecia. Con questi capelli poi, inconsapevolmente giocherellano per ore infilandoseli in bocca fino ad ingoiarli. Un gesto di tensione diretto a scaricare una forte dose di stress, che comporta però, col tempo, ai dei rischi seri per la salute. I capelli ingeriti, infatti, non sono assimilati dagli organi come il cibo, ed uno dopo l’altro, per la loro lunghezza e sostanza, si arricciano e si raggomitolano tra loro formando una palla che ostruisce il passaggio degli altri alimenti.

Il termine “pica” fa riferimento ad un uccellino, la gazza eurasiatica, che ha delle insolite abitudini come quello di cibarsi di sostanze non nutritive come la terra, l’argilla, sassi e rametti. Se compiuto in tenera età tale comportamento, denominato “picacismo” può essere scambiato con l’abitudine degli infanti di tastare e conoscere ogni cosa intorno a loro mettendosela in bocca, ma spesso nasconde ben altro. La sindrome denominata Pica non fa riferimento ad una curiosità soddisfatta con l’unico modo conosciuto dai bambini attraverso la bocca, ma alla necessità del soggetto di ingerire sostanze anomale come la sabbia, il sale, il sapone, leccando per terra o mangiando prodotti non commestibili.

Solitamente si verifica nei bambini molto piccoli od incapaci di comunicare il bisogno da soddisfare determinati bisogni, oppure nelle donne in gravidanza che patiscono delle anomali “voglie”. La ricerca del motivo che scatena la causa dello stress è fondamentale per risolvere il problema ed il disagio che esso esprime e ciò può avvenire grazie all’intervento di una apposita terapia psicoterapica.

Terapie

Le terapie relative a queste condizioni, sono principalmente volte a due obiettivi:

  1. la rimozione del groviglio di capelli che, accumulandosi nell’apparato digerente, può portare a conseguenze perfino mortali;
  2. aiutare il paziente a smettere di ingerire capelli con un supporto psicologico e psichiatrico.

Rimozione del tricobezoario

Nella maggior parte dei casi, l’intervento chirurgico è necessario per rimuovere il tricobezoario (vedi il video pubblicato più in alto), tuttavia – se la sua massa non è di dimensioni eccessive – è anche possibile scioglierlo con l’ausilio di prodotti chimici, romperlo in pezzi di minor dimensione con un laser, oppure rimuoverlo in endoscopia. Questi metodi meno invasivi non garantiscono però il successo dell’intervento alla pari della chirurgia, specie in caso di masse molto grandi.

Supporto psicologico e farmacologico

Un percorso psicoterapeutico è caldamente raccomandato per prevenire future problematiche legate alla tricofagia. In particolare, ciò è fondamentale per i soggetti affetti da pica da stress o da tricotillomania, poiché è molto probabile che tornino a sviluppare la sindrome di raperonzolo non appena rimosso il tricobezoario. Un trattamento psicologico efficace per la cura della tricofagia, come di tutti i disturbi ossessivo compulsivi (tra cui vi sono la tricotillomania e la dermatillomania) è la terapia cognitivo comportamentale; questa, attraverso precisi protocolli di intervento, si pone l’obiettivo di interrompere la dinamica che porta il soggetto a gestire le proprie problematiche e il proprio distress attraverso gesti di tipo compulsivo. Farmaci antidepressivi potrebbero essere utili per migliorare la condizione, specie se affiancati dalla psicoterapia.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Se stacchi un capello bianco ne ricresceranno altri? I 10 miti sui capelli bianchi

MEDICINA ONLINE CAPELLI BIANCHI WHITE HAIR GRAY COLOR CABELLO CANOSO COLORE TINTA COPRIRE COLOR BROWN COLORARE ACCONCIATURA TESTA DONNA RADICE PELO CAPELLO WALLPAPER SFONDO PICTURE PHOTOIl primo capello bianco viene spesso vissuto come una tragedia, come il primo segno della vecchiaia incombente. Ma non è vero che capelli grigi e maggiore età sono sempre collegati. Moltissimi sono i miti relativi alla canizie: da quello classico, che esorta a non staccarsi alcun capello bianco se non si vuole rischiare di ritrovarsi con la testa piena di fili argentati; alla teoria che associa stress e incanutimento. Ecco alcuni miti sui capelli bianchi:

1) Non è vero che se stacchi un capello bianco ne ricresceranno altri
Staccare un capello bianco non influisce sul colore degli altri capelli. Il rischio però è quello di danneggiare il follicolo e che quindi là dove è stato staccato un capello non ne crescano altri.

2) Lo stress non fa ingrigire la chioma
Lo stress non può fare diventare i capelli bianchi, ma può farli cadere. D’altra parte quando ricrescono i capelli in genere contengono meno pigmenti e ciò può far sì che si ingrigiscano. Lo stress può quindi contribuire, ma non è la causa diretta dei capelli bianchi.

3) È in gran parte una questione legata a madre natura
Se vuoi sapere a che età la canizie inizierà a incombere sulla tua testa, pensa a tua madre. I capelli bianchi infatti dipendono molto dalla genetica.

4) L’etnia gioca un ruolo fondamentale
Le persone di etnia caucasica tendono ad avere i capelli bianchi prima dei neri e degli asiatici.

5) La regola del 50-50-50 non è così accurata
Un qualche studio sostiene che il 50 per cento della popolazione a 50 anni ha il 50 per cento dei capelli bianchi. Ma un sondaggio ha dimostrato che questo vale solo per una fetta della popolazione compresa tra il 6 e il 23 per cento.

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6) Troppa tinta potrebbe farti diventare i capelli bianchi?
Non si tratta altro che di un mito, usato soprattutto per dissuadere le ragazzine dal tingersi i capelli dei coloro più improbabili.

7) Il sole può essere dannoso, ma il suo ruolo non è così decisivo
I capelli si ingrigiscono quando le loro cellule iniziano a produrre troppo perossido di idrogeno. Il sole di per sé non fa diventare i capelli bianchi, ma la canizie -poiché i capelli contengono meno melanina- è più suscettibile ai danni causati dai raggi solari. Indossare un cappello può essere una buona soluzione.

8) Lo stile di vita influisce
I dottori affermano che scarsi livelli di vitamina B12 possono ridurre i pigmenti nei capelli. Inoltre i capelli dei fumatori tendono a ingrigirsi prima dei 30 anni.

9) I capelli bianchi crescono più forti e più velocemente?
Vero a metà anche il fatto che i capelli bianchi crescono più velocemente rispetto a quelli colorati. Se da una parte ci sono studi che avvallano questa convinzione, altri affermano l’esatto contrario. Anche in questo caso, varia tutto da persona a persona. E non è detto nemmeno che i capelli bianchi abbiano un diametro maggiore di quelli colorati. È vero invece che la rifrazione della luce può fare apparire i primi più grossi e robusti.

10) Il capello può essere di colore grigio
Falso, i capelli “grigi” non esistono. L’effetto sale e pepe deriva dal miscuglio di capelli colorati e bianchi, ma il capello ha solo due alternative: colorato o bianco.

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Capelli luminosi in modo naturale: provate l’aceto e il limone

MEDICINA ONLINE CAPELLI DEBOLI BIANCHI WHITE HAIR STYLE STYLIST STILER GRAY COLOR CABELLO CANOSO COLORE TINTA COPRIRE COLOR BROWN COLORARE ACCONCIATURA TESTA DONNA RADICE PELO CAPELLO WALLPAPER SFONDO PICTURE PHOTO PICS.jpgUn po’ di aceto e limone e il gioco è fatto, senza costose lozioni o aggressivi prodotti chimici: eccoci con un nuovo consiglio di bellezza fai da te, per aiutarvi a farvi una cosmesi naturale e low cost. Anche in questo caso ci servono prodotti poveri e facilmente a disposizione nelle nostre credenze, poche mosse e la tecnica giusta.

CAPELLI LUCIDI IN MODO NATURALE

Oggi parliamo dell’aceto: umile e prezioso, è estremamente versatile nell’utilizzo casalingo, per fare le pulizie, da aggiungere al detersivo per il bucato in lavatrice, per lucidare le posate e addirittura è eccellente per fare i gagarismi contro le infiammazioni delle tonsille.

Cosa vi serve:

  • Un litro di acqua distillata
  • Il succo di un limone
  • Mezzo bicchiere di aceto

CAPELLI LUCENTI CON IL LIMONE

Risciacquate i capelli, immergendoli più volte in questa lozione:  grazie al limone, resteranno morbidi e lucenti senza trattenere l’odore di aceto.

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Come trovare ed eliminare facilmente i pidocchi?

MEDICINA ONLINE PIDOCCHI CAPELLI BAMBINO MAMMA CERCARE ELIMINARE UCCIDERE HAIR PEDICULOSI PARASSITI RADICE TESTA PERICOLOSI.jpgI pidocchi sono degli insetti di colore bianco-grigiastro capaci di infestare sia gli animali sia gli uomini, tuttavia le specie che attaccano il genere umano sono la Pediculs Humanus, che colpisce il cuoio capelluto, e la Pthirus Pubis, che invece si riproduce peli pubici, ciglia e sopracciglia.
Il Pediculus Humanus è il pidocchio più temuto dai più piccoli, poiché non appena i bambini cominciano l’anno scolastico spesso diventano vittime di questi fastidiosi parassiti che, dopo essersi insediati nel cuoio capelluto, aderiscono al capello formando le uova, che si schiudono dopo sette giorni. Una volta nati, i pidocchi i nutrono del sangue, ecco perché provocano un forte prurito nel soggetto colpito da peducolosi.
Di seguito riportiamo alcune indicazioni su come individuare questi parassiti e come debellarli.

Prevenire la peducolosi

E’ importante non scambiarsi indumenti, in particolare cappelli, sciarpe e maglioni. Se si hanno dei sospetti di peducolosi è opportuno applicare un prodotto specifico sotto forma di gel, lozione, mousse termosensibili.

Come individuare i pidocchi

La peducolosi provoca arrossamento cutaneo, specialmente vicino alle orecchie e sulla nuca, provocando prurito al cuoio capelluto, specialmente di notte. In presenza di questi sintomi è necessario ispezionare attentamente il cuoio capelluto aiutandosi con un pettine a denti fitti e una lente d’ingrandimento.

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DIRETTORE MEDICINA ONLINE PIDOCCHIO AL MICROSCOPIO CAPELLI PELI CUOIO CAPELLUTO COME TROVARLI ELIMINARLI PETTINE SHAMPO

Un pidocchio al microscopio

Come debellare i pidocchi

Lavare abiti e copricapo, coperte e cuscini ad una temperatura di almeno a 60 C°; mentre spazzole, elastici per capelli e fermagli dovranno restare a bagno in acqua molto calda e sapone per almeno 1 ora. Mettere in sacchetti di plastica gli oggetti che non possono essere lavati. Ripetere la procedura dopo una settimana, cambiando la tipologia del prodotto usato per detergere alla terza recidiva della peducolosi.
Oltre al trattamento per l’ambiente circostante, vestiti e oggetti, occorre fare molta attenzione nel curare il soggetto attaccato, utilizzando frequentemente un pettine a denti fitti per rimuovere le lendini, ovvero le uova del parassita. Non porta invece alcun vantaggio il taglio dei capelli, che rischia invece di creare disagio nel bambino e, soprattutto, nella bambina.
Eliminare in modo definitivo i parassiti con una terapia indicata dal pediatra, che potrà consigliare prodotti a base di permetrina, piretrine naturali sinergizzate, malathion e dimeticone.

False credenze sui pidocchi

Diffuse false credenze sui pidocchi, sono:

  • “La pediculosi è sinonimo di sporcizia.” E’ falso, al contrario vengono attaccati più facilmente i capelli puliti, in particolare quelli fini e chiari.
  • “Il pidocchio salta da una testa all’altra.” Non è vero, perché il pidocchio non può muoversi da solo ma è necessario un contatto diretto.
  • E’ necessario disinfestare i luoghi in cui sono state persone affette da pediculosi.”Non è vero poiché sugli oggetti i pidocchi non vivono più di un giorno, poiché non trovano nutrimento.
  • “La pediculosi si previene o si cura con l’uso di shampoo.” Falso, infatti, le formulazioni diluite o che seguite da un precoce risciacquo hanno una scarsa efficacia, anzi possono indurre resistenza agli insetticidi. Qualsiasi prodotto, per debellare i pidocchi, deve rimanere a contatto con i capelli per alcune ore o, meglio, per tutta una notte.
  • “Il soggetto colpito deve rimanere isolato a lungo.” No, un bambino ad esempio, potrà tornare a scuola il giorno successivo al primo trattamento.
  • “I pidocchi possono portare altre malattie.” Falso, la pediculosi del capo non ha conseguenze sulla salute, il pidocchio infatti non è in grado di trasmettere agenti infettivi da un soggetto all’altro.
  • “Gli animali domestici portano i pidocchi.” Non è vero, poiché il pidocchio del capo colpisce sono gli esseri umani, mentre le specie ospitate dagli animali non possono infestare gli uomini.

Prodotti contro i pidocchi

I migliori prodotti per eliminare definitivamente i pidocchi, consigliati dal nostro Staff di esperti:

Continua la lettura con: Perché vengono i pidocchi, come riconoscerli ed eliminarli

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Differenze taglio sfilato e scalato: quale preferire?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Medicina Estetica Roma CAPELLI SECCHI CAUSE EVITARLI CURE Cute Cuoio Capo Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Luce Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaCome spesso accade nel campo della bellezza, non esiste un taglio da preferire rispetto all’altro: dipende molto dal risultato che volete ottenere.

Lo scalato per dare volume
Per realizzare un taglio scalato il parrucchiere gioca con ciocche di diversa lunghezza. Alcune sono tagliate più corte di altre per apportare movimento e dare l’impressione di un volume naturale. Non si vede nessuna demarcazione, l’equilibrio è perfetto. Questa tecnica si adatta a qualsiasi lunghezza ma è bene tenere presente che più lo scalato è pronunciato e più i capelli guadagnano volume, salvo per i capelli fini in cui il risultato è opposto.

Lo sfilato, per sfoltire
Sfilare i capelli, invece, consiste nello sfoltire la chioma in alcune zone con forbici seghettate o con un rasoio per apportare leggerezza alla pettinatura. Può anche, in misura minima, creare volume. Se hai capelli piatti, ad esempio, questa tecnica applicata alle radici permette di farle diventare più voluminose creando immediatamente un effetto massa. È utilizzata per lo stesso effetto anche sulle punte o sulla frangia. Attenzione però: abbastanza aggressiva, questa tecnica non è adatta ai capelli rovinati o molto fini perché li rende ancora più sottili.
Ultimo punto: contrariamente al carré e allo scalato, questo taglio si adatta perfettamente ai capelli lunghi e folti in quanto li alleggerisce dando un tocco di movimento.

Non è infine vietato chiedere al proprio parrucchiere di fare un sapiente mix dei due stili di taglio.

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I tuoi capelli rivelano la tua salute: ecco come leggere i segnali che ti inviano

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO CAPELLI RICCI DONNA TRISTE NEVE INVERNO FREDDO PELLEI tuoi capelli sono il risultato di molti fattori, in particolar modo di genetica e stile di vita e sono dei formidabili rivelatori del tuo stato di salute fisico e psicologico e di un eventuale tuo comportamento errato. Se hai un’alimentazione non Continua a leggere

Perché non riesco a coprire i capelli bianchi con l’henné? Ecco cosa stai sbagliando

MEDICINA ONLINE SHAMPOO CAPELLI MASCHERA DEBOLI BIANCHI WHITE HAIR STYLE STYLIST GRAY COLOR CABELLO CANOSO COLORE TINTA COPRIRE COLOR COLORARE ACCONCIATURA TESTA DONNA RADICE PELO CAPELLO WALLPAPER SFONDO PICTURE PHOTO PICS.jpgL’henné non copre i capelli bianchi forse perché:

1. Usi una qualità scadente di henné e/o di erbe tintorie

Una delle principali cause che incide sulla resa del colore e la copertura dei capelli bianchi è che la qualità di henné e erbe tintorie che usi non è delle migliori. Come fai a capirlo? Sia dalla resa povera del colore sui tuoi capelli che dalla consistenza della pastella: se cade a pezzetti molto probabilmente il tuo henné è stato tagliato con della sabbia. Il più delle volte è l’henné venduto sfuso che presenta questi problemi di qualità ma non solo. Se le erbe tintorie che usi sono di ottima qualità, la consistenza della tua pastella dev’essere simile a quella dello yogurt e di facile stesura e risciacquo.

2. Usi un mix pronto di erbe tintorie

Un altro errore tipico è che le persone provano a coprire i capelli bianchi con mix pronti di henné e erbe tintorie. Niente di più sbagliato.

3. Applichi la pastella di henné sui capelli sporchi oppure sui capello puliti?

Potrebbe fare la differenza se vuoi coprire i capelli bianchi con l’henné. E’ molto soggettivo ma visto che ci dedichi tutto questo tempo (tra l’applicazione e il tempo di posa) tanto vale togliere qualsiasi dubbio che ci possa esser qualche cosa che può interferire nella resa del colore.

4. Usi nel tuo mix di henné e erbe tintorie ingredienti sconsigliati

Un’altra cosa che potrebbe interferire nel rilascio del colore sui capelli è cosa aggiungi alla tua miscela di henné e erbe tintorie: attenzione agli ingredienti!

5. Usi un tempo di posa non adeguato

Ci sono donne deluse della inefficace copertura dei capelli bianchi con l’henné che avevano usato un tempo di posa di solo 1 ora. Per ottenere una copertura perfetta dei capelli bianchi ci vogliono invece  almeno 2 – 3 ore di posa. 2 ore nel caso in cui si sceglie di fare il doppio passaggio, 3 ore nel caso in cui si sceglie di fare un unico passaggio.

6. Le percentuali di henné e erbe tintorie che hai usato nel tuo mix non sono tarate per riuscire a coprire in modo ottimale i capelli bianchi

Il motivo per il quale il più delle volte l’henné non copre i capelli bianchi sono le percentuali di henné e erbe tintorie che vengono usate nel mix. Non puoi ottenere un’ottima copertura dei capelli bianchi aggiungendo le erbe tintorie a occhio o a cucchiai.

7. Usi prodotti per capelli a base siliconica

Ultima causa ma non meno importante che potrebbe interferire con la resa del colore dell’henné nella copertura dei capelli bianchi sono i prodotti per la cura dei capelli che utilizzi. Se i prodotti che utilizzi nella cura quotidiana dei tuoi capelli sono a base siliconica molto probabilmente anche la resa del colore dell’henné e delle erbe tintorie e la copertura dei capelli bianchi saranno meno soddisfacenti.

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Capelli bianchi: come farli in modo facile e sicuro

MEDICINA ONLINE CAPELLI BIANCHI WHITE HAIR GRAY COLOR CABELLO CANOSO COLORE TINTA COPRIRE COLOR BROWN COLORARE ACCONCIATURA TESTA DONNA RADICE PELO CAPELLO WALLPAPER SFONDO PICTURE PHOTOFare la tinta ai capelli è una moda che combacia perfettamente alle nostre dettagliate necessità  di osteggiare la comparsa dei capelli bianchi, che alcuni vivono come un ostacolo di vita. D’altronde le tinte rappresentano una moda, prevalsa in particolare tra i giovani, che amano trasmettere la personalità creativa variando il look. Appunto alcuni di essi, puntano sui capelli bianchi.
Questa tonalità, in congiunta ad altri tipi che fino ad ora vengono ritenuti stravaganti, esprime al meglio la moda presente. Tramite questa vedremo come tingere i capelli di bianco, seguendo diversi procedimenti per avere un risultato ottimale.

Occorrente

  • Tonalizzante bianco
  • Tonalizzante silver
  • Shampoo anti ingiallimento
  • Tinta blu chiaro
  • Tinta viola (lilla)
  • 3 decolorazioni

Per avere un risultato perfetto di tonalità del bianco, bisogna fronteggiare e complessi passaggi con molte e molte decolorazioni del capello, che rischierebbero di rovinare i capelli stessi. Se per esempio avete una base di colore scuro, la miglior mossa da fare per procedere con il vostro desiderio di avere i capelli così, è importante recarsi da un professionista del salone, che sarà sicuramente attrezzato di migliori prodotti e a modo elaborare il procedimento nei migliori dei modi. Dopo questo consiglio, il passo successivo è che dovete eseguire è fare tre decolorazioni a 40 volumi se i capelli sono di un colore scuro, invece con i capelli chiari o tendenti più sul biondo basterebbero solo che due trattamenti.

Eseguire il primo passo di decolorazione quaranta volumi con la polverina blu, dovete restare in posa per una mezzora. E dopo questo primo passo deve essere esteso in tutto il capello. Dopo di che, quando avete finito dovete lavare il tutto usando uno shampoo che sia anti giallo, per prevenire che la colorazione ottenuta, sia spenta e brutta da vedere. Spalmate sui vostri capelli un balsamo e una maschera idratante e ristrutturante, asciugando e poi cercate di non eseguire nessun trattamento per una settimana.

Una volta trascorsa una settimana potete applicare un volumizzante silver su tutti i capelli. Dopo quest’ultimo trattamento dovranno passare ben tre mesi, lungo i quali si deve continuare ad utilizzare lo shampoo anti-ingiallimento da associare ad un balsamo blu/viola.

Trascorsi questi mesi, di dovrebbe avere ottenuto un color argento; in caso contrario si può procedere ad un’ulteriore decolorazione a 20 volumi con polvere blu, lasciando un posa per un quarto d’ora, terminando con l’applicazione di un totalizzante bianco. Trattandosi di un procedimento che per avere i suoi effetti ha bisogno di tempo, bisognerà attendere altri tre mesi, continuando con l’anti-ingiallimento ed il balsamo di cui si è parlato al passo precedente. Alla fine dei tre mesi applicate nuovamente il tonalizzante silver; per quanto riguarda, invece, il balsamo, da questo momento si può iniziare ad applicarne uno realizzato appositamente per lo scopo. Il balsamo in questione va preparato unendo un cucchiaino di tinta viola e uno di tinta blu per ogni litro di balsamo classico: si ottiene così una colorazione sul violetto. Infine decolorate le radici ogni due settimana, trattandole con un tonalizzante bianco.

Il trattamento deve essere eseguito a proprio rischio e pericolo; si declina ogni responsabilità per risultati differenti da quello sperato.

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