E’ una delle ricette dolci più golose ma non è difficile da preparare, basta solo mettere tra gli ingredienti pazienza e passione. Non è certamente un dolce “dietetico” quindi va mangiato con moderazione! Vediamo oggi come cucinare il tronchetto alla crema di castagne.
Ingredienti per la pasta:
- 80 gr di farina;
- 80 gr di zucchero;
- 4 uova;
- 40 gr di maizena (amido di mais);
- un cucchiaio di rum.
Ingredienti per la farcitura:
- 1,3 kg di castagne;
- foglia di alloro;
- 200 ml di panna fresca;
- 150 gr di burro;
- 140 gr di zucchero;
- 3 cucchiai di cacao in polvere;
- 2 cucchiai di rum.
Preparazione della farcitura:
- Lessiamo le castagne per 40 minuti mettendole subito in acqua fredda con la foglia di alloro.
- Ancora calde togliamo la buccia e la pellicina.
- Frulliamo con lo zucchero, burro, cacao e rum.
- Dividiamo il composto in due e solo in uno uniamo la panna montata.
- Mettiamo entrambe in frigo.
Preparazione della pasta:
- Lavoriamo i tuorli con lo zucchero fino a renderli soffici.
- Uniamo la farina e la maizena setacciate.
- Uniamo il rum e alla fine gli albumi montati a neve.
- Stendiamo l’impasto in una teglia 30×35, foderata con carta forno.
- Mettiamo in forno a 180° per 15 minuti.
- Rovesciamo la pasta sul canovaccio, togliamo la carta e arrotoliamo ancora calda.
- Lasciamo raffreddare e srotoliamo.
Preparazione finale:
- Farciamo la crema raffreddata con la crema con la panna.
- Arrotoliamo nella carta forno e mettiamo in frigo per un’oretta.
- Pareggiamo le estremità dopo aver tolto la carta.
- Spalmiamo la superificie con la crema senza panna.
- Mettiamo di nuovo in frigo per un’ora.
- Righiamo la superficie e decoriamo a piacere, ad esempio con granella di zucchero e marron glaces.
Per la versione light di questo dolce, potete usare come farcitura questa crema di castagne, decisamente meno calorica di quella prima esposta: Crema di castagne alla vaniglia: ricetta salutare, buonissima e facile da preparare
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Lo staff di Medicina OnLine
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Leonardo di ser Piero da Vinci, comunemente noto come Leonardo da Vinci, è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, e non solo in Italia, ma in tutto il mondo! Il genio del Rinascimento si occupò con enorme profitto di moltissimi campi tra cui architettura, scultura, ingegneria ed anatomia umana. Fin qui tutte cose già note. Quello che però forse non sapete è che il genio toscano trovò il modo di occuparsi anche di… cucina! A darcene prova è il suo Codice Atlantico, in cui l’autore narra di aver inventato una grande macchina in grado di fare quello che lui stesso chiama uno “spago mangiabile”. In parole povere si trattava dell’antenata rinascimentale di una moderna macchina per fare la pasta in casa! Ma il suo genio applicato in cucina non si ferma qui: si devono infatti a lui gli “antenati” del cavatappi, dell’affettatrice, del frullatore e del trita aglio, non poco per un uomo vissuto nel ‘400! Inoltre sembra che Leonardo stesso si cimentasse ai fornelli con grande successo e di sicuro era esperto nel cucinare le torte, come lui stesso afferma in una lettera indirizzata a Ludovico il Moro nel 1482: “[ ] e faccio delle torte che non hanno uguali”.
La disperazione di sentirsi soli al mondo e dimenticati da tutti, a volte, si può superare con un gesto semplice come quello di qualcuno che cucina per te
Se utilizziamo la parola “alluminio” a cosa vi fa pensare? Sicuramente le ipotesi sono due: una riguarda la conservazione degli alimenti, l’altra riguarda la tossicità di tale materiale. Analizzando il primo punto, quello della conservazione, sappiamo benissimo che gli alimenti lasciati a se stessi in poco tempo andranno a deteriorarsi in seguito ad una serie di reazioni fisiche, biologiche e chimiche. Ma una domanda ci sorge normale ossia: l’alluminio a contatto con il cibo è sicuro? L’alluminio è un elemento presente in natura, sia nell’acqua, che nell’aria e nel suolo, ma lo si può riscontrare anche in piccole tracce nel nostro corpo attraverso l’utilizzo di semplici utensili da cucina come padelle, mestoli, vaschette ecc.. Così l’INRAN (Istituto Nazionale della Nutrizione), ha indotto uno studio cui obiettivo era quello di verificare quali siano i veri livelli di ingestione di alluminio nella popolazione italiana e capire quali possano essere rischiosi per la salute.