Eroinomani prima e dopo: le immagini drammatiche di un corpo distrutto

Considerata la sostanza stupefacente più pericolosa per l’essere umano dallo studio pubblicato su The Lancet, l’eroina è una droga capace di determinare effetti distruttivi sia a livello fisico che psicologico-comportamentale. Tali cambiamenti appaiono chiaramente in alcuni impressionanti scatti raccolti nell’ufficio dello sceriffo della contea di Multnomah, Oregon (USA) con lo scopo di sensibilizzare i giovani sugli effetti distruttivi che l’eroina determina sull’organismo. Ogni immagine mostra la stessa persona immortalata a distanza di mesi o anni: gli effetti distruttivi dell’uso di eroina sulla persona, sono ben visibili: Continua a leggere

Eroina: effetti, danni, sintomi della crisi di astinenza

MEDICINA ONLINE DROGA EROINA COCAINA POLVERE SPACCIATORE CUCCHIAINO TOSSICODIPENDENZA ECSTASY MARIJUANA TOLLERANZA ASSUEFAZIONE DIPENDENZA FISICA PSICHICA PSICOLOGICAChe cos’è l’eroina?

L’eroina è una droga illegale che dà una forte dipendenza. Tra gli oppiacei, è sia la droga più abusata sia quella ad azione più rapida. L’eroina si ricava dalla morfina, una sostanza naturale estratta dai semi di certe varietà di papaveri. Generalmente, si vende sotto forma di polvere bianca o marrone, o di sostanza nera, appiccicosa comunemente conosciuta con il nome di “gomma” o “catrame nero”. Benché l’eroina di maggiore Continua a leggere

Cos’è una sostanza stupefacente?

MEDICINA ONLINE ECSTASY DROGA EFFETTI MDMA METABOLITA MDA DIPENDENZA ALLUCINAZIONI VISIONI ECCITAZIONE PILLS PILLOLA COMPRESSE PASTIGLIE PASTICCHE ILLEGALI FARMACICon “sostanza stupefacente” (chiamata comunemente “droga”) si intende una sostanza chimica:

  • farmacologicamente attiva: cioè possiede un principio attivo dotato di una specifica attività biologica;
  • dotata di azione psicotropa, cioè capace di alterare l’attività mentale;
  • più o meno tossica e nociva per l’organismo.

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Differenza tra sostanza psicotropa, stupefacente e droga

MEDICINA ONLINE DROGA EROINA COCAINA POLVERE SPACCIATORE CUCCHIAINO TOSSICODIPENDENZA ECSTASY MARIJUANA TOLLERANZA ASSUEFAZIONE DIPENDENZA FISICA PSICHICA PSICOLOGICA.jpgSostanze psicotrope o psicoattive

Le sostanze “psicotrope” (anche chiamate “psicoattive“, i due termini sono sinonimi) sono un gruppo eterogeneo di sostanze accomunate dal fatto di avere la capacità di agire sui processi psichici alterando l’attività mentale di chi le assume. La maggioranza delle sostanze psicotrope sono in grado di indurre, in seguito all’uso Continua a leggere

Dimetiltriptamina (DMT): effetti psichedelici e danni

MEDICINA ONLINE FARMACO MEDICINALE PRINCIPIO ATTIVO FARMACIA PILLOLA PASTIGLIA DINITROFENOLO DNP DIMAGRIRE DIETA FARMACI ANORESSIZANTI MORTE EFFETTI COLLATERALI FOGLIO FOGLIETTO ILLUSTRALa N,N-dimetiltriptammina (anche nota come “N,N-DMT” o “DMT“) è una triptammina psichedelica endogena, presente in molte piante e nel fluido cerebrospinale degli esseri umani. Ha una lunga storia di utilizzo come droga da parte dell’uomo, in particolare nell’area amazzonica. È presente in alcune varietà di mimosa e acacia e nei semi della Anadenathera peregrina, un albero della famiglia delle leguminose. Il DMT, estratto utilizzando solventi come alcol o gasolio, oppure ricavato attraverso processi di distillazione, viene prodotto in piccole quantità anche dal corpo umano durante il metabolismo. Strutturalmente la DMT è analoga al neurotrasmettitore serotonina, all’ormone melatonina e ad altre triptammine psicoattive come psilocibina, psilocina e bufotenina.

Dimetiltriptamina e fase REM del sonno

La ghiandola pineale situata nell’encefalo è in grado di produrre più o meno blande quantità di DMT, durante la fase REM dei sogni, specialmente intorno alle ore 3, 4 del mattino: il DMT potrebbe quindi essere la chiave per spiegare la particolare “stranezza” di alcuni nostri sogni.

Storia della dimetiltriptamina

Il DMT fu sintetizzato chimicamente per la prima volta nel 1931 dal chimico Richard Manske e gli effetti psicotropi furono studiati dal chimico e psicologo ungherese Stephen Szára a metà degli anni ’50. In realtà tale sostanza era nota già molti anni prima in alcune tribù. L’uso di piante contenenti dimetiltriptammina, specialmente fra i popoli indigeni del Brasile ed alcune tribù del sud America, è infatti una pratica antichissima, spesso riservata agli sciamani che la utilizzavano nei rituali per entrare in contatto con gli “spiriti” o in pratiche curative. La prima testimonianza registrata dell’uso di un preparato a base di DMT si ha da un frate impiegato nella seconda spedizione di Colombo nelle Americhe: nel 1496, sull’isola di Hispaniola, osservò gli indiani Taino inalare una potente polvere enteogena chiamata ‘kohhobba’, “così forte che chi la assumeva perdeva coscienza” che si pensa potesse essere DMT.\

Aspetto della dimetiltriptamina

Il DMT puro si presenta allo stato solido come un cristallino bianco o giallastro-rosso.

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Meccanismo di azione della dimetiltriptatina

Gli effetti psichedelici della DMT si possono probabilmente attribuire in gran parte alla attivazione del recettore serotoinergico 5-HT2A, anche se non si può escludere che altri recettori come 5-HT2C, sigma-1, ed altri, possano giocare un ruolo importante. Quando la DMT arriva al sistema nervoso centrale (oltre a legarsi al recettore sigma-1) va a legarsi ai recettori adrenergici (in particolare su α1 e α2) causando un aumento della pressione e una diminuzione della produzione di noradrenalina e di acetilcolina. Successivamente entra in competizione con la serotonina sui recettori 5-HT2A e 5-HT2C e con la dopamina sui recettori della dopamina (D1) causando così una diminuzione dei 2 neurotrasmettitori a livello postsinaptico ma senza cessarne la produzione, così che quando la sostanza viene metabolizzata i neurotrasmettitori ritornano tutti al loro posto. In questo modo non si creano né alterazioni chimiche né dipendenze a riguardo della DMT.

Modalità di assunzione della dimetiltriptamina

Il DMT viene assunto con diverse modalità che differiscono per effetti e durata, e può essere sniffato, fumato o ingerito.

  • Fumato: gli effetti si presentano immediatamente (più o meno dopo 45 secondi) e raggiungono il massimo livello in circa un minuto, per durare un periodo di tempo relativamente corto (5 – 30 minuti a seconda della dose). “The Business Man’s Trip” (viaggio dell’uomo d’affari) è il nome comune dato agli effetti procurati con questo metodo d’assunzione, perché di breve durata.
  • Inalato: quando viene sniffato gli effetti sono caratterizzati da un incremento della durata e da una diminuzione dell’euforia.
  • Iniettato: gli effetti del DMT per iniezione sono simili a quelli causati dall’inalazione.
  • Ingerito: il DMT, che è processato dall’enzima digestivo monoamine ossidasi, è praticamente inattivo se assunto oralmente, a meno che non sia combinato con un inibitore dell’enzima (MAOI: Monoamine Oxidase Inhibitors; sono classificate come potenti droghe antidepressive). In Sud-America viene assunto attraverso l’ayahusca, una tradizionale bevanda ottenuta dalla lavorazione di piante contenenti dimetiltriptamina con l’aggiunta di MAOI.

Dosaggio della dimetiltriptamina

La quantità per procurare effetti allucinogeni nell’uomo è di circa 50 – 100 mg.

Effetti ed esperienze

Sono stati fatti degli esperimenti e degli studi sulla DMT da parte di un famoso esponente della rivoluzione psichedelica: Terence McKenna. In molte interviste da lui rilasciate o in conferenze parla di un viaggio breve di 20-30 minuti che porta la mente in una dimensione di trascendenza quasi totale e sembra che esseri provenienti da altri mondi facciano comparsa nella nostra realtà parlando e interagendo con noi. Mc Kenna parla di un suo viaggio ricorrente in cui delle palle da basket ingioiellate si autodribblano parlando in greco demotico. Pochissimi secondi dopo l’assunzione dei vapori si riscontrano i primi effetti:

  • allucinazioni visive vivide;
  • maggiore nitidezza dei colori;
  • brillantezza dei colori aumentata;
  • alterazione di tutte le percezioni, specie visive, tattili ed uditive;
  • presenza di un ronzio/fischio ad alte frequenze, ricorrente in tutte le esperienze.

Dopo questo primo stato di “semi-coscienza” si passa ad uno stato nel quale il corpo “dorme”, caratterizzato dalla percezione / visione di figure geometriche perfette come un caleidoscopio nel quale si muovono dei frattali coloratissimi e fluorescenti. Questa fase potrebbe essere descritta da alcuni come:

“l”esperienza di divenire uno “spazio obiettivo” di almeno tre dimensioni nel quale oggetti non terrestri ed entità possono verificarsi ed interagire con noi. Esperienza in apparenza estremamente energetica, rapida e confusa le prime volte”.

Nel giro di una decina di minuti le allucinazioni perdono vividezza, si ripassa alla fase di “semi-coscienza” per poi tornare nel giro di altri 10-20 minuti alla normalità. Mc Kenna descrive alcune sue esperienze in questo modo:

“Un livello sonoro che diviene più denso e si materializza in piccole creature simili a gnomi fatti di un materiale simile all’ossidiana, emesso dal corpo, dalla bocca e dagli organi sessuali, per tutta la durata del suono. È effervescente, fosforescente e indescrivibile. Le metafore linguistiche diventano inutili, perché questa materia è al di là del linguaggio, non un linguaggio fatto di parole, un linguaggio che diviene le cose che descrive”.

Terence McKenna sostiene inoltre che non sia una molecola pericolosa per la salute, a meno che uno non muoia dallo stupore. Effettivamente, non ci sono ad oggi prove di danni fisici causati da questa sostanza, ma è possibile che un utilizzo continuato possa indurre psicosi e altre disfunzioni difficilmente prevedibili data la sua bassa diffusione.

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Piante e funghi contenenti DMT

Qui di seguito trovate un elenco di famiglie di piante e funghi contenenti la DMT:

  • Myristicaceae;
  • Ochneaceae;
  • Polygonaceae;
  • Rubiaceae;
  • Rutaceae;
  • Acanthaceae;
  • Agaricaceae;
  • Aizoaceae;
  • Poaceae;
  • Leguminosae;
  • Malpighiaceae.

Test antidroga da fare a casa

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Peyote e mescalina: effetti e danni di una droga molto diffusa

MEDICINA ONLINE ALLUCINOGENI PCP POLVERE ANGELO FUNGHI FUNGHETTI ECSTASY DROGA EFFETTI MDMA METABOLITA MDA DIPENDENZA ALLUCINAZIONI VISIONI ECCITAZIONE PILLS PILLOLA COMPRESSE PASTIGLIE PASTICCHE ILLEGALI FARMACIIl peyote (Lophophora williamsii) è una pianta grassa appartenente alla famiglia della cactaceae originaria delle regioni semi-desertiche del nord e del centro del Messico, e del sud degli Stati Uniti. La pianta, con le sue proprietà allucinogene, è conosciuta fin dalla preistoria ed utilizzata in riti religiosi da parte dei nativi americani.

La mescalina è un alcaloide contenuto nel peyote, è il principale principio attivo della pianta, responsabile dei suoi effetti allucinogeni. La mescalina è stata la prima delle sostanze psichedeliche ad essere isolata: ciò avvenne nel 1897 ad opera di Arthur Heffter e successivamente venne sintetizzata nel 1919 da Ernst Spath. Negli anni ’50 gli effetti sulla psiche furono studiati dal dott. Humphry Osmond che, sotto controllo, nel 1953 diede una dose di droga allo scrittore britannico Aldous Huxley il quale, entusiasta, ne descrisse gli effetti nel libro “The Doors of Perception – Le porte della percezione“. Il libro ebbe negli Stati Uniti una notevole diffusione e contribuì in modo decisivo alla diffusione della droga fra la cultura psichedelica e hippie degli anni ’60 e ’70.

Aspetto di peyote e mescalina

Il peyote è costituito da un fusto sferico, di colore grigio-verde, leggermente schiacciato al centro, dove si sviluppano dei ciuffi lanosi e dove, in primavera-estate, sboccia un fiore di colore bianco o rosa che contiene i semi, di colore nero. La superficie presenta delle coste arrotondate con piccole areole ricoperte da peluria grigiastra. Il peyote cresce in parte nascosto nel terreno, è dotato di radici molto grosse e raggiunge un diametro di circa 15 cm. La mescalina si può presentare sotto diverse forme: sali, cristalli, polvere o liquido. Tende ad avere un colore chiaro, bianco o marrone.

Modalità di assunzione di peyote e mescalina

Il peyote viene consumato masticando il “boton”, la parte superiore che esce dal terreno, sia fresco che essiccato. È possibile anche che la parte superiore venga immersa nell’acqua per ottenere un liquido intossicante. Anche la mescalina viene assunta per via orale, spesso in forma di capsule.

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Dosaggio di peyote e mescalina

Il peyote contiene in media circa 1.5% di mescalina, e generalmente vengono ingeriti dagli 8 ai 16 “bottoni”, del diametro di circa 6 cm. La dose allucinogena di mescalina è di circa 300 – 500 mg, e l’effetto dura circa 12 ore.

Funzionamento della mescalina

La mescalina agisce a livello del Sistema Nervoso Centrale intervenendo sui recettori della serotonina e della dopamina e insistendo particolarmente sull’area cerebrale collegata al nervo ottico che genera così allucinazioni e sinestesie. Assorbita dai tessuti periferici, si lega prevalentemente con le proteine del fegato dal quale è successivamente metabolizzata.

Quando iniziano gli effetti e quanto durano?

Gli effetti cominciano a sopraggiungere nella mezz’ora successiva all’ingestione e possono durare fino a 12 ore (mediamente oscillano tra 6 e 9 ore).

Effetti di peyote e mescalina

Gli effetti consistono principalmente in allucinazioni visive-uditive e sinestesie (ad esempio “vedere” un suono, ascoltare “un colore). Il soggetto avverte una riduzione marcata della sensazione di fatica, del dolore, del pericolo, della fame e della sete. Tipiche sono le alterazioni percettive di varia natura e la acutezza visiva (visualizzazione di schemi geometrici in movimento e in sovrapposizione).  Il «trip» è caratterizzato da un’iniziale iperattività e stati di agitazione: gli effetti “positivi” sono spesso anticipati da senso di nausea e malessere. In seguito, le percezioni sono più intense, soprattutto a livello visivo nella percezione dei colori. In una seconda fase, si possono vivere esperienze di profonda concentrazione meditativa. I consumatori parlano di visioni e di un senso di euforia mistica, della sensazione di aver vissuto un’esperienza rivelatrice, della modifica nella percezione di sé e da un sentimento di dissoluzione dell’Io.

Effetti collaterali ed indesiderati di peyote e mescalina

Gli effetti collaterali possono perdurare fino a 5-6 ore dal termine degli effetti “positivi” e sono generalmente:

  • malessere;
  • nausea;
  • vertigini;
  • forte salivazione;
  • aumento della sudorazione;
  • tensione dei muscoli del collo e della mandibola.

Possono insorgere, inoltre, episodi psicotici, aspetti depressivi e paranoici e disturbi al fegato. Frequenti sono i traumi determinati indirettamente dalla diminuita percezione del pericolo e del dolore. Pericolosi ed imprevedibili gli effetti della sostanza se associata ad altre droghe, come canapa, LSD, psilocibina, DMT e 2C-X.

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Destrometorfano (DXM): effetti della droga dello sciroppo

MEDICINA ONLINE ALLUCINOGENI PCP POLVERE ANGELO FUNGHI FUNGHETTI ECSTASY DROGA EFFETTI MDMA METABOLITA MDA DIPENDENZA ALLUCINAZIONI VISIONI ECCITAZIONE PILLS PILLOLA COMPRESSE PASTIGLIE PASTICCHE ILLEGALI FARMACIIl destrometorfano (anche chiamato DXM) è una molecola usata nei farmaci ad azione antitussiva non espettorante (cioè che contrastano la tosse secca) ad azione centrale. Sebbene sia strutturalmente simile alla morfina, non presenta proprietà analgesiche, ma solo blandamente sedative. Agisce sul centro midollare della tosse (azione depressiva sul centro ed innalzamento della soglia di comparsa) con un’intensità quasi pari a quella della codeina ed ad alte dosi presenta effetti psicoattivi e lievemente allucinogeni, motivo per cui è spesso usato come “droga economica”.

Storia del destrometorfano

Il destrometorfano venne sintetizzato negli Stati Uniti nel 1954 e nel 1958 la “Food and Drug Administration“ ne autorizzò l’utilizzo con scopi terapeutici. La sostanza venne impiegata in particolar modo nei farmaci da banco per curare la tosse.
Ad alti dosaggi viene classificato come allucinogeno dissociativo, poiché può produrre effetti simili al PCP e alla ketamina. Al pari di quest’ultime, infatti, agisce come antagonista del recettore del NMDA.
Durante gli anni ‘60 e ‘70 il DXM era disponibile in farmacia, senza bisogno di ricetta medica, come farmaco per la tosse; sotto forma di compresse era stato messo sul mercato nelle speranza di diminuire i rimedi per la tosse basati sulla codeina. Nel 1973 il formato in compresse è stato però ritirato dal commercio, poiché queste venivano usate come droga ricreazionale, ed è stato sostituito dallo sciroppo nel tentativo di ridurre l’uso improprio. Nel mercato illegale ha assunto il nome di DXM, Robo, Rojo, CCC, Triple C.

Aspetto del destrometorfano

Il destrometorfano in commercio legalmente si presenta in forma liquida all’interno di sciroppi. Nel mercato illegale viene venduto in compresse o in capsule di gel, ed è possibile anche trovarne in polvere.

Modalità d’assunzione del destrometorfano

Il DXM viene assunto per via orale, attraverso alte dosi di sciroppo per la tosse, oppure ingerendo le compresse e le capsule.

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Metabolismo del destrometorfano

Il destrometorfano dopo somministrazione orale è ben assorbito dal tratto gastrointestinale; la biodisponibilità è bassa (intorno all’11%) e la concentrazione plasmatica massima viene raggiunta entro circa 2 ore dall’assunzione.

Dosaggio del destrometorfano

Il destrometorfano come farmaco anti-tosse viene assunto in dosi di 15-30 mg. Le dosi da abuso, invece, si differenziano a seconda dell’effetto ricercato, e variano da 100 mg fino a 1500 mg.

Effetti del destrometorfano

Gli effetti del destrometorfano variano molto in funzione della dose assunta:

Dose (mg) Effetti sul comportamento
100 – 200 Stimolazione leggera
200 – 400 Euforia e allucinazioni
300 – 600 Distorsione della percezione visiva
Perdita del coordinamento
500 – 1.500 Sedazione dissociativa

Quando iniziano gli effetti e quanto durano?

L’azione della molecola si manifesta nel giro di 1 ora dalla somministrazione e si protrae per un tempo di sei ore.

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Ketamina usata come droga: effetti, allucinazioni e danni

MEDICINA ONLINE FARMACO MEDICINALE PRINCIPIO ATTIVO FARMACIA PILLOLA PASTIGLIA DINITROFENOLO DNP DIMAGRIRE DIETA FARMACI ANORESSIZANTI MORTE EFFETTI COLLATERALI FOGLIO FOGLIETTO ILLUSTRALa ketamina (anche chiamata “ketammina”) è un farmaco principalmente utilizzato come anestetico dissociativo e più recentemente a livello sperimentale contro il disturbo bipolare e l’alcolismo. Dal punto di vista chimico, la ketamina è una droga “parente stretta” del PCP (fenciclidina, famosa anche come “polvere d’angelo”) che ha però effetti di maggiore durata ed intensità, oltre ad avere molti più effetti collaterali rispetto alla ketamina. Farmacologicamente può essere considerata un antagonista del recettore NMDA (N-metil-D-aspartato). In Italia è commercializzata dalla società farmaceutica Parke-Davis con il nome di Ketalar, e da altre società con i nomi di Ketanest e Ketaset. A dosi sub-anestetiche la molecola causa blande allucinazioni e dissociazioni psichiche (nonché lieve analgesia) e ha trovato perciò largo uso anche in ambito ricreativo come droga allucinogena.

Storia della ketamina

La ketamina è stata scoperta nel 1962 da Calvin Stevens, e possiede una struttura chimica simile a quella della fenciclidina (PCP). Dalla fine degli anni ’60 la ketamina inizia ad essere usata al di fuori dell’ambito clinico, sotto il nome di “mean green”, “rock mesc” e “rock mescaline”. Nel 1997 la DEA (Drug Enforcement Administration) segnala un incremento preoccupante dell’abuso di ketamina, ma solo nel 1999 viene catalogata come sostanza psicotropa ed inserita tra le tabelle delle sostanze stupefacenti.

Aspetto della ketamina

La ketamina all’origine si presenta sottoforma di liquido chiaro, per essere iniettata, ma sul mercato illegale si trova anche in polvere biancastra o lavorata in compresse con il nome di “K, special K o cat Valium”.

Modalità d’assunzione della ketamina

Nella forma liquida può essere iniettata (con modalità sia endovenosa che intramuscolare), spruzzata su sostanze da fumare, o consumata nelle bevande. In quest’ultima modalità diventa particolarmente pericolosa perché produce amnesia, ed essendo senza odore ne sapore può essere somministrata all’insaputa del consumatore e usata per commettere abusi sessuali.

Leggi anche:

Quando iniziano gli effetti e quanto durano?

Gli effetti si avvertono dopo alcuni minuti dall’assunzione e durano da circa 45 minuti a un’ora.

Effetti della Ketamina

La ketamina ha un’azione complessa sulla sfera psichica con un ampio raggio di azione sulla coscienza, sul cervello e su tutto il corpo in generale.  A differenti dosaggi e modalità di assunzione corrispondono tanto effetti quanto rischi differenti. I primi vanno da una leggera stimolazione, all’euforia tipica di un’ubriacatura alcoolica, fino a uno stato dissociativo forte che conduce ad allucinazione intensa. In quest’ultimo caso, l’esperienza ketaminica, un po’ come l’attività onirica, si caratterizza per il fatto che è rivolta in misura variabile verso una “realtà interiore”. L’effetto dissociativo riportato è conosciuto in ambito medico come “stato di emersione” o di “ingresso in un’altra realtà”, e definito in termini di dimensione trans-personale di coscienza, dissoluzione estatica dell’Io, Near-Death Experience o Out-of-Body Experience. Per questo, la ketamina è spesso definita come sostanza “enteogena”. Gli effetti appena indicati possono essere valutati come positivi o negativi dal soggetto, sia sulla base del contenuto dell’esperienza sia sulla sua elaborazione, ma soprattutto su quelle che erano le sue aspettative relative all’assunzione. Così un’esperienza dissociativa può avvenire in quanto consapevolmente ricercata, ma anche per un errore nel dosaggio o, più in generale, per una scarsa conoscenza della sostanza.

Effetti indesiderati e collaterali della Ketamina

La ketamina, pur essendo più “sicura” rispetto alla PCP, ha comunque molti effetti negativi conseguenti alla sua assunzione, quali:

  • ronzio nelle orecchie;
  • tachicardia;
  • progressiva riduzione delle capacità motorie ;
  • progressiva riduzione delle capacità percettive;
  • tremori;
  • nausea;
  • vomito;
  • sudore;
  • riduzione della memoria;
  • riduzione della concentrazione.

Altri possibili effetti collaterali derivanti dall’uso prolungato sarebbero ansia, attacchi di panico, flash-back, depressione, insonnia, paura del buio; così come la slatentizzazione di vari sintomi della sfera psicotica quali dispercezioni o deliri a sfondo persecutorio. L’uso prolungato può portare anche a cistiti, calcoli renali, possibili alterazioni della memoria e della capacità d’apprendimento, sulla cui reversibilità non vi è accordo in letteratura. La ketamina può produrre anche una serie di complicazioni nel lungo periodo, legate soprattutto alla sua capacità di indurre alta tolleranza e forte dipendenza psichica.

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Associazione con la cocaina

La Ketamina viene spesso associata alla cocaina (mix definito CK “Calvin-Klein”), per ottenere effetti sinergici e per ridurre i possibili effetti sgradevoli della cocaina.

Dipendenza da ketamina

La dipendenza da ketamina è soprattutto psicologica ed è determinata dagli effetti neurobiologici che questa complessa sostanza ha in comune, non solo con la cocaina, ma anche con gli oppiacei, l’alcool e la cannabis, così come per le proprietà psichedeliche.

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