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Beve 10 lattine di Coca Cola al giorno per tre mesi: il risultato è impressionante

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo RomaBEVE 10 LATTINE COCA COLA RISULTATO IMPRES Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgUn uomo cinquantenne chiamato George Prior ha voluto fare un esperimento sul proprio corpo per dimostrare quanto le bevande come la Coca Cola facciano male al fisico: per un mese ha bevuto ogni giorno dieci lattine della bevanda (ogni lattina contiene 33cl). Una quantità elevata ma sicuramente raggiungibile dai tantissimi super-affezionati bevitori della bibita: metà degli americani ne beve almeno tre al giorno. Solo che considerato che una lattina di Coca Cola contiene 35 grammi di zucchero, dieci lattine equivalgono a ben 350 grammi (70 zollette di zucchero): una quantità decisamente elevata.

Gli effetti dell’esperimento
Gli effetti sul fisico si sono rapidamente fatti sentire (basta guardare la foto in alto!): senza che cambiasse nient’altro del suo stile di vita, ha iniziato a mettere su peso, perdendo massa muscolare, e il suo peso è rapidamente aumentato da 76 a 87 kg. La pressione sanguigna è aumentata da 129/77 (vicino all’ideale) a 145/96. Un quadro clinico a rischio, che aumenta notevolmente la probabilità di malattie cardiocircolatorie. George ha anche iniziato ad avere un  intenso desiderio di Coca-Cola, tanto che temeva di stare sviluppando una dipendenza dalla bibita. George, dopo la sua esperienza, incoraggia le persone a stare molto attente alla quantità di zuccheri che assumono: “La gente deve essere consapevole dei rischi reali e massicci di un eccesso di zucchero nella loro dieta. Ho fatto l’esperimento per fare pensare la gente, e dimostrare quanto poco salutare sia”, spiega l’uomo, particolarmente preoccupato per l’effetto che bevande come la Coca Cola possano avere sui più piccoli.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Elettroforesi delle proteine o protidogramma: valori e significato clinico

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-elettroforesi-proteine-protidogramma-albumina-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenzL’elettroforesi delle proteine del siero (o siero proteine) viene anche chiamata protidogramma ed è una analisi di laboratorio in uso da diversi anni e ancora sempre attuale, che permette di separare, identificare e valutare le proteine del siero.

Le proteine del siero sono di cinque tipi:

  1. L’albumina, che generalmente rappresenta la quantità più elevata di proteine che si trovano nel siero. E’ la proteina prodotta dal fegato ed ha diverse funzioni, tra cui la conservazione corretta dei liquidi nell’orga­nismo perché con la sua presenza fa in modo che i liquidi stiano all’in­terno dei vasi sanguigni e non debordino (sovrintende alla cosiddetta “pressione osmotica”). Inoltre, ha il compito di trasportare, attraverso il sangue, i principi attivi dei farmaci che vengono assunti, gli ormoni e le sostanze come la bilirubina.
  2. Le Alfa-1-globuline. proteine diffuse nelle cellule dove svolgono una funzione di trasporto dei lipidi, dei grassi del sangue e degli ormoni.
  3. Le Alfa-2-globuline, che, come le Alfa-1-globuline, sono proteine diffu­se nelle cellule adibite al trasporto di alcune sostanze come i lipidi e gli ormoni.
  4. Le Beta-globuline, proteine con funzione di trasporto di sostanze pre­senti nel sangue. In particolare tra queste è presente la transferrina, che trasporta il ferro.
  5. Le Gamma-globuline, le più importanti proteine del sangue perché costituiscono gli anticorpi dell’organismo.

Perché si esegue l’elettroforesi delle proteine sieriche?
Il protidogramma è una analisi utile per valutare molte patologie: ad esempio indica la corretta funzionalità del fegato, la presenza di infiammazioni o infezioni nell’organismo e, addirittura, può orientare il medico verso la diagnosi di malattie più preoccupanti e che richiedono ulteriori approfondimenti come il “mieloma multiplo”, o “plasmacitoma”, un tumore maligno del sangue.

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Come si esegue e come ci si prepara all’esame?
L’elettroforesi del siero è una analisi di laboratorio che consiste in un sem­plice prelievo di sangue che deve essere eseguito a digiuno da dodici ore, in modo che il cibo non interferisca con il risultato. L’assunzione di farmaci non influenza l’esito dell’analisi, ma è consigliabile, in ogni caso, segnalare al medico eventuali terapie farmacologiche in corso, importanti per valutare lo stato di salute globale della persona.

Quali sono i valori normali delle proteine del siero?
Albumina      59,1-69,3%      3,70-5,30 g/dl
Globuline alfa 1      2,0-3,5 %      0,14-0,30 g/dl
Globuline alfa 2      6,1-11,2%      0,41-0,90 g/dl
Globuline Beta      6,3-12,1 %      0,56-1,00 g/dl
Globuline Gamma      9,8-20,0%      0,68-1,50 g/dl
Rapporto Albumine/Globuline      1,1-2,5 %

Protidogramma: come interpretare i risultati

1) Albumina: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 59.1 e 69.3 e la sua quantità si trova compresa tra i 3.70 e 5.30 grammi per decilitro di sangue.

  1. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, significa che le altre proteine, per differenza, si sono ridotte e,
    quindi, si ha una buona funzionalità del fegato. E’ un dato, comunque,
    che non ha una grande rilevanza clinica per il medico.
  2. Se la sua percentuale diminuisce, ma non la sua quantità, significa che le altre proteine, per differenza, sono aumentate e questo potrebbe orientare il medico verso alcuni approfondimenti relativamente a malattie infiammatorie o ad una malattia preoccupante come il mieloma.
  3. Se diminuiscono sia la sua percentuale sia la sua quantità, significa che il fegato non svolge in modo corretto la sua funzione di produzione delle proteine. Questa alterazione, in genere, indica una cirrosi epatica, malattia caratterizzata da una grave e irreversibile anomalia delle cellu­le del fegato con la conseguente perdita delle sue funzioni.

2) Alfa-1-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 2 e 3.5 e la sua quantità si trova compresa tra 0.14 e 0.30 grammi per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità non ha alcun significato clinico.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione indica un processo infiammatorio o una infezione in corso all’interno dell’organismo.

3) Alfa-2-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 6.1 e 11.2 e la sua quantità si trova compresa tra 0.41 e 0.90 grammi per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità non ha alcun significato clinico.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione, come per la Alfa-1-globuline, indica un processo infiammatorio o una infezione in corso all’interno dell’organismo.

4) Beta-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 6.30 e 12.1 e la sua quantità si trova compresa tra 0.56 e 1 grammo per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità non ha alcun significato clinico.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione può essere un segnale di anemia perché tra le beta-globuline è presente la transferrina, che aumenta quando il ferro nel­l’organismo è basso.

5) Gamma-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 9.8 e 20 e la sua quantità si trova compresa tra 0.68 e 1.5 grammi per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità indica una ridotta produzione di anticorpi, per lo più dovuta ad assenza di stimo­li (batteri) e non causata da malattie. Può, quindi, essere interpretato come un indice di buona salute.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione è un segnale di:
  • malattia policlonale, quando l’aumento comprende tutti i tipi di anticor­pi ed è tipico delle infiammazioni acute o croniche, per cui indica un proces­so infiammatorio o una infezione in corso;
  • oppure è un segnale di malattia monoclonale, se le cellule produttrici di anticorpi impazziscono e producono un solo tipo di anticorpo, sempre lo stesso, in grande quantità e in modo sconclusionato. Quando l’alterazione monoclonale è elevatissima, potrebbe indicare la presenza di una malattia preoccupante come il “plasmacitoma” o “mieloma multiplo”, tumore mali­gno del sangue caratterizzato da questa eccessiva produzione di anticorpi, oppure di una “gammapatia monoclonale benigna”, una malattia piuttosto diffusa nella popolazione che, in alcuni casi, è associata a malattie infettive o croniche e può scomparire naturalmente, in altri casi ha significato incerto ed è opportuno tenerla sotto controllo.

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