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Differenza tra cancro e leucemia
Per capire bene i concetti di “cancro” e di “leucemia” è di fondamentale importanza comprendere il significato del termine “tumore”. Un tumore (anche chiamato “neoplasia“) è una massa di tessuto anormale che origina da una singola cellula mutata nel suo DNA e che cresce in eccesso ed in modo incontrollato rispetto ai tessuti normali. Un tumore, al contrario dei tessuti sani, ha potenzialmente la caratteristica di invadere i tessuti e gli organi circostanti, per continuità o tramite il sistema circolatorio o quello linfatico, grazie alle metastasi.
E’ importante anche capire che un tumore può essere fondamentalmente di benigno o maligno (in quest’ultimo caso prende il nome di “cancro”). Quindi quando diciamo “cancro” ci stiamo riferendo ad un tumore maligno (e non ad un tumore benigno). Tale distinzione è estremamente importante perché mentre i tumori benigni hanno gravità minore, i tumori maligni hanno invece delle caratteristiche che li rendono più pericolosi ed aggressivi. Una di queste caratteristiche è appunto quella di dare avvio a metastasi a distanza, cosa che invece i tumori benigni NON sono in grado di fare.
Ogni tumore specifico prende avvio dalla proliferazione incontrollata di un tipo specifico di cellula: in caso di leucemia la proliferazione incontrollata prende avvio da particolari cellule che prendono il nome di “cellule staminali ematopoietiche” o “emocitoblasti“. Tali cellule si trovano nel midollo osseo, cioè in quella parte di tessuto spugnoso contenuto all’interno delle ossa, e danno origine alle cellule del sangue, come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Lo sviluppo incontrollato di queste cellule staminali ematopoietiche interferisce con la crescita e lo sviluppo delle normali cellule del sangue e determina la comparsa della leucemia. Per approfondire, leggi anche:
- Leucemia: sintomi, cause, cure e le diverse forme
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- Mieloma multiplo: cause, sintomi, diagnosi e cura
Da quanto detto appare quindi chiara la differenza tra “cancro” e “leucemia”: semplicemente la leucemia è un tipo specifico di tumore maligno che origina dalle cellule staminali ematopoietiche.
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Differenza tra cancro e metastasi
Per capire bene i concetti di “cancro” e di “metastasi” è di fondamentale importanza comprendere il significato del termine “tumore”. Un tumore (anche chiamato “neoplasia“) è una massa di tessuto anormale che origina da una singola cellula mutata nel suo DNA e che cresce in eccesso ed in modo incontrollato rispetto ai tessuti normali. Un tumore, al contrario dei tessuti sani, ha potenzialmente la caratteristica di invadere i tessuti e gli organi circostanti, per continuità o tramite il sistema circolatorio o quello linfatico, grazie alle metastasi.
E’ importante anche capire che un tumore può essere fondamentalmente di benigno o maligno (in quest’ultimo caso prende il nome di “cancro”). Quindi quando diciamo “cancro” ci stiamo riferendo ad un tumore maligno (e non ad un tumore benigno). Tale distinzione è estremamente importante perché mentre i tumori benigni hanno gravità minore, i tumori maligni hanno invece delle caratteristiche che li rendono più pericolosi ed aggressivi. Una di queste caratteristiche è appunto quella di dare avvio a metastasi a distanza, cosa che invece i tumori benigni NON sono in grado di fare.
Le metastasi sono cellule tumorali maligne che si staccano dal tumore maligno originario e si diffondono a distanza in altri tessuto ed organi dove possono riprodursi e generare nuovi tumori. Le modalità di spostamento delle cellule metastatiche sono diverse, solitamente si diffondono per continuità (vicinanza anatomica tra organi) o tramite il sistema linfatico o sanguigno.
Quando un paziente ha un cancro, la presenza o l’assenza di metastasi a distanza è un fattore estremamente importante. Il fatto che ci siano delle metastasi, nella maggior parte dei casi, indica infatti spesso che il tumore maligno è in una fase più avanzata e molto più difficile da curare, fatto che purtroppo determina una riduzione delle possibilità di sopravvivenza del paziente. L’assenza di metastasi, invece, indica tumore maligno localizzato solo nell’organo dove si è formato, quindi più facile da curare e con prognosi più favorevole per il paziente.
Tutti i tumori danno metastasi? No, ribadiamo che solo i tumori maligni (cioè il cancro) possono dare metastasi.
Un cancro con metastasi è più pericoloso di un cancro senza metastasi? Generalmente si, ma ciò non è necessariamente vero in tutti i casi. Ad esempio un tumore maligno localizzato e senza metastasi poterebbe portare al decesso del paziente, mentre un tumore maligno con metastasi ben localizzate potrebbe essere curato. Rimane però il fatto che la presenza di metastasi è – nella stragrande maggioranza dei casi – un indicatore prognostico estremamente negativo e non auspicabile.
La presenza di metastasi indica che la malattia è terminale? No. Seppur grave e peggiorativa della prognosi, la presenza di metastasi non indica necessariamente che il paziente è destinato a morire, dal momento che la medicina ha sviluppato tecniche terapeutiche come radio- e chemioterapia, capaci potenzialmente di far regredire la malattia.
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Differenza tra cancro maligno e benigno
Quella del titolo è una domanda che a volte i medici si sentono rivolgere dai “non addetti ai lavori” e, come vedrete in seguito, è una domanda che racchiude un errore di fondo molto importante. Per cominciare è fondamentale chiarire che un tumore (anche chiamato “neoplasia“) è una massa di tessuto anormale che origina da una singola cellula mutata nel suo DNA e che cresce in eccesso ed in modo incontrollato rispetto ai tessuti normali, potendo anche invadere i tessuti e gli organi circostanti, per continuità o tramite il sistema circolatorio o quello linfatico, grazie alle metastasi.
Un tumore può essere fondamentalmente di benigno o maligno. Un tumore maligno viene anche chiamato “cancro”:
- le parole “cancro” e “tumore maligno” sono sinonimi;
- le parole “cancro” e “tumore benigno” NON sono sinonimi.
Da quanto detto dovreste aver capito che la domanda del titolo: “Quali sono le differenze tra cancro maligno e benigno?” in realtà è errata. Probabilmente volete invece sapere “Quali sono le differenze tra tumore maligno e benigno?“, quindi rispondiamo a questa domanda.
Qual è la differenza tra un tumore benigno ed un tumore maligno (alias cancro)?
La distinzione tra tumori benigni e maligni è estremamente importante perché i primi sono estremamente meno gravi dei secondi. Le differenze principali riguardano il tipo di replicazione cellulare, il tipo cellulare, la terapia e la prognosi:
- Sia nel tumore benigno sia nel cancro, riproduzione delle cellule tumorali è incontrollata, ma, mentre nel benigno le cellule proliferate restano limitate al tessuto/organo in cui sono nate, nel maligno (cancro) le cellule mutano ancora più profondamente estendendosi agli organi vicini, fenomeno conosciuto come diffusione delle metastasi.
- Le cellule di un tumore benigno sono simili alle cellule del tessuto in cui il tumore è sorto, invece le cellule di un tumore maligno tendono ad essere molto diverse da quelle del tessuto di origine, a volte talmente diverse da rendere il tessuto di origine di difficile individuazione.
- I tumori benigni sono certamente patologie potenzialmente gravi, ma più raramente portano a decesso del paziente, mentre invece i tumori maligni portano più facilmente al decesso del paziente, proprio a causa del processo di metastatizzazione, che fa si che le cellule alterate colonizzino gran parte dell’organismo, attaccando organi vitali come cuore e cervello. Per questa ragione in caso di tumore maligno diventa fondamentale intervenire, anche chirurgicamente, prima che le cellule tumorali arrivino ad altri organi. Insomma mentre con un tumore benigno si può convivere, a volte anche ignorando di averlo, con un tumore maligno (cancro) bisogna correre ai ripari il prima possibile perché potenzialmente mortale.
- In caso di tumore maligno, è importante intervenire al più presto con la terapia adeguata allo stato di diffusione della malattia, ad esempio con chirurgia, chemioterapia o radioterapia. In caso di tumore benigno, invece, la tempestività è molto meno importante ed anzi spesso il medico, anziché decidere per la sua asportazione, opta per una osservazione attenta e solo se il tumore benigno dovesse mutare caratteristiche (ad esempio: lipoma che aumenta in dimensioni) allora sceglierà di asportarlo chirurgicamente.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Differenza tra tumore e cancro: sono la stessa cosa?
Cancro e tumore sono usati spesso come sinonimi, ma non sono due parole necessariamente equivalenti, quindi NON devono essere usati come sinonimi. Cominciamo con lo spiegare che un tumore (dal latino tumor, “rigonfiamento”, anche chiamato “neoplasia“) è una massa di tessuto anormale che:
- origina da una singola cellula mutata nel suo DNA;
- ha dato origine ad una progenie di cellule;
- cresce in eccesso ed in modo incontrollato rispetto ai tessuti normali;
- persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo; a tale proposito leggi anche: Differenza tra tumore e tessuto normale con esempi di tumori benigni e maligni
Differenza tra tumore e cancro
Un tumore può essere benigno o maligno. Un tumore maligno viene anche chiamato “cancro”:
- le parole “cancro” e “tumore maligno” sono sinonimi;
- le parole “cancro” e “tumore benigno” NON sono sinonimi.
Quindi un cancro è sempre un tumore maligno, mentre un tumore non è necessariamente un cancro. Per approfondire leggi anche: Cos’è un tumore? Perché viene il cancro? Quali sono le cause?
Qual è la differenza tra un tumore benigno ed un tumore maligno (alias cancro)?
La distinzione tra tumori benigni e maligni è estremamente importante perché i primi sono estremamente meno gravi dei secondi. Le differenze principali riguardano il tipo di replicazione cellulare, il tipo cellulare, la terapia e la prognosi:
- Sia nel tumore benigno sia nel cancro, riproduzione delle cellule tumorali è incontrollata, ma, mentre nel benigno le cellule proliferate restano limitate al tessuto/organo in cui sono nate, nel maligno (cancro) le cellule mutano ancora più profondamente estendendosi agli organi vicini, fenomeno conosciuto come diffusione delle metastasi.
- Le cellule di un tumore benigno sono simili alle cellule del tessuto in cui il tumore è sorto, invece le cellule di un tumore maligno tendono ad essere molto diverse da quelle del tessuto di origine, a volte talmente diverse da rendere il tessuto di origine di difficile individuazione.
- I tumori benigni sono certamente patologie potenzialmente gravi, ma più raramente portano a decesso del paziente, mentre invece i tumori maligni portano più facilmente al decesso del paziente, proprio a causa del processo di metastatizzazione, che fa si che le cellule alterate colonizzino gran parte dell’organismo, attaccando organi vitali come cuore e cervello. Per questa ragione in caso di tumore maligno diventa fondamentale intervenire, anche chirurgicamente, prima che le cellule tumorali arrivino ad altri organi. Insomma mentre con un tumore benigno si può convivere, a volte anche ignorando di averlo, con un tumore maligno (cancro) bisogna correre ai ripari il prima possibile perché potenzialmente mortale.
- In caso di tumore maligno, è importante intervenire al più presto con la terapia adeguata allo stato di diffusione della malattia, ad esempio con chirurgia, chemioterapia o radioterapia. In caso di tumore benigno, invece, la tempestività è molto meno importante ed anzi spesso il medico, anziché decidere per la sua asportazione, opta per una osservazione attenta e solo se il tumore benigno dovesse mutare caratteristiche (ad esempio: lipoma che aumenta in dimensioni) allora sceglierà di asportarlo chirurgicamente.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Stadiazione e classificazione TNM: cancro curabile o terminale?
Quando si scopre un cancro, è fondamentale intervenire rapidamente asportando chirurgicamente quanto più tessuto maligno sia possibile, anche a costo di amputare parti del corpo importanti, demolendo ad esempio parzialmente o totalmente tiroide, fegato, pancreas, polmone, mammella e retto. Diagnosticare e rimuovere un cancro al più presto è importante perché permette di evitare che il tessuto tumorale diventi troppo grande e che le sue cellule arrivino a colonizzare altri organi tramite la diffusione metastatica. I tumori maligni, infatti, non sono formazioni statiche, bensì dinamiche, che cambiano nel tempo.
Il tumore progredisce
Nelle fasi iniziali un cancro è generalmente di dimensioni più ridotte, è più localizzato, non ha ancora colonizzato altri organi; nelle fasi successive esso si ingrandisce e colonizza gli organi vicini: intervenire nelle fasi iniziali o nelle fasi tardive della progressione cancerosa, può letteralmente fare la differenza tra la vita e la morte del paziente. Per questo, quando viene diagnosticato un cancro, diventa per il medico molto importante il capire in quale fase della malattia si trova il tumore maligno. Ciò avviene soprattutto alla diagnostica per immagini: una RX, una TAC, una risonanza magnetica, permettono di capire lo stadio della malattia; leggi anche: Differenze tra risonanza magnetica, TAC, PET, MOC, radiografia, ecografia ed endoscopia
La classificazione TNM
Tutte le indagini volte a capire in quale stadio si trova il tumore, convergono nella “classificazione TNM“, cioè un sistema di classificazione dei tumori internazionale, a partire dal quale si può velocemente intuire “a che punto” della sua progressione si trova la neoplasia. Ogni tumore viene classificato attraverso questa sigla, che ne riassume le caratteristiche principali, contribuendo a determinare la stadiazione, da cui deriveranno, insieme con altri fattori, le scelte terapeutiche (farmaci, chirurgia, terapie palliative) e la prognosi (probabilità di guarigione o morte) associata. A partire dalla conoscenza dei parametri della classificazione TNM, si può ricavare lo stadio in cui si trova il tumore maligno, cioè l’estensione della malattia e quindi la sua gravità.
Leggi anche:
- Differenza tra tumore benigno, maligno, neoplasia, cancro e metastasi
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- Cosa sono le metastasi? Tutti i tumori danno metastasi?
I parametri della classificazione TNM
Per qualsiasi tipo di tumore esistono quattro stadi, a cui va aggiunto lo stadio 0 in cui si ha un carcinoma in situ, cioè un tumore non invasivo che non ha infiltrato altri organi ed è quindi di solito facilmente curabile).
I quattro stadi sono indicati con numeri da 1 a 4, in ordine crescente di gravità; tale divisione, a partire dalla classificazione TNM, varia a seconda della sede del tumore primario (ad esempio il T2N0M0 fa parte del secondo stadio nel tumore al seno e del primo nel tumore polmonare), ma in genere le differenze non sono molto significative.
- Il parametro T può essere 1, 2, 3, 4 a seconda della grandezza del tumore (1 piccola, 4 grande). Può inoltre essere “is” ovvero “in situ”. Il T4 in genere è tale non solo per la dimensione, ma anche per l’infiltrazione di organi vitali adiacenti (pericardio, esofago, trachea, ecc.).
- Il parametro N indica lo stato dei linfonodi vicini al tumore, se è 0 sono del tutto indenni, altrimenti può valere 1, 2, 3 con gravità via via crescente. Il coinvolgimento linfonodale è molto importante per capire la gravità del tumore.
- Il parametro M indica la presenza di metastasi a distanza, esso può valere solo 0 (nessuna metastasi) o 1 (presenza di metastasi). La presenza di metastasi è un fattore prognostico molto importante per capire la gravità del tumore.
- Un parametro rappresentato da una “x” (ad esempio, T2N1Mx) indica che non si conosce l’esatta estensione a distanza della malattia per il quale sono necessari ulteriori esami di approfondimento (ad esempio: PET, TAC, RMN, scintigrafia ossea, ecografia, radiografie…).
Leggi anche:
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Valutazione del grading
In alcune neoplasie (per esempio nei sarcomi dei tessuti molli) nella stadiazione rientra anche la valutazione del grading. Il grado di aggressività del tumore o grado di differenziazione cellulare della neoplasia (grading) è indicato con (G), che va da 1 a 4. (Va tenuto presente che le cellule “sane” sono quelle completamente differenziate ossia quelle che si sono sviluppate fino ad arrivare ad avere le caratteristiche per svolgere perfettamente le funzioni per le quali sono state destinate.
- Il grado 1 (G1, tumore ben differenziato) si riferisce a neoplasie con cellule tumorali che hanno, all’esame microscopico, aspetto lievemente differente rispetto alle cellule normali dello stesso tessuto;
- Il grado 2 (G2, tumore moderatamente differenziato) è quello intermedio.
- Il grado 3 (G3, tumore scarsamente differenziato) si riferisce a cellule tumorali con aspetto altamente difforme da quelle dello stesso tessuto normale;
- Il grado 4 (G4, indifferenziato) si riferisce a cellule che hanno perso totalmente le caratteristiche del tessuto d’origine (anaplasia).
Il grading considera parametri ora citologici, ora istologici, ora entrambi a seconda dell’istogenesi del tumore. Esistono svariati sistemi di grading più o meno complessi, anche se per questioni di riproducibilità e standardizzazione, si sta cercando di adottare sistemi a classi dicotomiche (alto/basso), annullando così classi intermedie che sono fonte di variabilità e soggettività.
Esempio di classificazione
Ecco la classificazione in stadi nel caso del tumore polmonare maligno di tipo non-microcitoma:
Stadio | TNM |
Stadio 0 | Tis N0 M0 (tumore in situ) |
Stadio I | T1-2 N0 M0 |
Stadio II | T1-2 N1 M0 T3 N0 M0 |
Stadio III | T1-2 N2-3 M0 T3 N1-3 M0 T4 N0-3 M0 |
Stadio IV | T1-4 N0-3 M1 (qualunque caso in cui si abbiano metastasi a distanza) |
Stadio della malattia e prognosi
Abbiamo quindi capito quanto la conoscenza dello stadio della malattia sia importante per fornire al paziente delle cure il più possibile appropriate, oltre che per formulare una prognosi. Nello stadio 0 le percentuali di guarigione sono praticamente del 100%; gli stadi I e II sono considerati iniziali e la prognosi è, nella maggioranza dei casi, favorevole (soprattutto se non vi è coinvolgimento linfonodale); Nello stadio III è in genere utile associare alla chirurgia una terapia sistemica “adiuvante”; lo stadio IV viene considerato come malattia avanzata e la prognosi è spesso infausta in quanto guaribile solo in pochi tipi di neoplasia. In presenza di un tumore avanzato, soprattutto se metastatico, la terapia (tranne pochi tipi tumorali) non può avere l’ambizione dei guarire il paziente, ed è quindi palliativa, finalizzata cioè a prolungare la durata della vita, a mantenere o migliorare la qualità della vita, a limitare i sintomi (prevalentemente il dolore) nel paziente. Bisogna però tenere presente che queste sono solo indicazioni generali di massima, e che le cose variano da tumore a tumore. Ad esempio, le percentuali di guarigione di un cancro al testicolo avanzato sono superiori a quelle di un cancro al pancreas in fase iniziale: ogni tumore ha, in virtù di posizione, vascolarizzazione, citologia ed una moltitudine di altri fattori, capacità ed aggressività diverse dagli altri tumori.
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L’importanza della prevenzione e dello screening
Molti tumori maligni non danno sintomi se non nelle fasi terminali e vengono purtroppo scoperti solo quando sono talmente estesi che nessuna cura potrà impedire la morte del paziente, è il caso ad esempio di alcuni tipi di tumore del pancreas che, dopo la diagnosi, determinano spesso la morte in pochi mesi. Per questo motivo è importante prevenire i tumori (con dieta adeguata, attività fisica, eliminazione di fumo di sigaretta…) ma è anche vitale lo screening nei soggetti a rischio. Il termine “screening” indica una strategia di indagini diagnostiche in soggetti che, pur non avendo alcun sintomo, né segno clinico di malattia, hanno un’alta probabilità di averla. Per esempio una donna di 40 anni, con una madre che ha sofferto di cancro al seno, dovrebbe periodicamente effettuare palpazione al seno, unita ad ecografia mammaria e mammografia, anche se non ha alcun sintomo di tumore. In questo modo, un eventuale neoplasia, sarà scoperta nelle sue fasi più precoci, con stadiazione meno grave e – come avete intuito dalla lettura di questo articolo – più facilmente curabile. Ricordate: scoprire al più presto un tumore maligno, equivale ad avere molte più chance di sopravvivenza.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine