Differenza tra tumore e tessuto normale con esempi di tumori benigni e maligni

MEDICINA ONLINE CELLULA CELL ORGANELLI MITOCONDRIO RECETTORI BIOLOGIA FARMACOLOGIA TIPI CLASSIFICAZIONE TESSTUO ORMONI LIGANDOTessuto normale

Nei tessuti sani sono presenti cellule, come quella che vedete raffigurata nel disegno in alto, che si replicano in modo organizzato, secondo un preciso schema di stimoli che portano alla mitosi, cioè il processo grazie al quale da una singola cellula si formano due cellule figlie. Tali stimoli sono attentamente regolati dall’organismo, in modo da evitare che i tessuti possano letteralmente espandersi all’infinito. Le cellule possono certamente aumentare di numero (iperplasia) o in dimensione (ipertrofia), ma sempre in un modo “deciso” dall’organismo e seguendo precise regole che ne evitino una proliferazione incontrollata. Per approfondire, leggi anche:

Tumore

In caso di “tumore” (dal latino tumor, “rigonfiamento”) siamo invece di fronte ad una cellula danneggiata nelle sue “istruzioni genetiche” che inizia a replicarsi in modo incontrollato e che persiste in questo stato di anche dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto inizialmente la replicazione. La cellula danneggiata dà origine ad una enorme quantità di cellule figlie che a loro volta si replicheranno in modo incontrollato. Il risultato sarà una massa di tessuto anormale che cresce in modo scoordinato ed indeterminato che prende il nome di “tumore” (o di “neoplasia“, i due termini sono sinonimi). Il tumore può essere “benigno” e permanere nel sito dove ha originato, sotto forma di tumore primario, oppure può essere “maligno” ed avere quindi la capacità di colonizzare altri organi e tessuti (metastasi). Il tumore maligno è denominato anche “cancro“.

Leggi anche: Cosa sono le metastasi? Tutti i tumori danno metastasi?

Esempi di tumori benigni

Esempi di tumori benigni sono (tra parentesi il tessuto da cui originano):

  • angioma o emangioma (vasi sanguigni);
  • fibroma (tessuto connettivo);
  • papilloma (epitelio di rivestimento);
  • adenoma (epitelio ghiandolare);
  • lipoma (tessuto adiposo);
  • condroma (cartilagine);
  • leiomioma (tessuto muscolare liscio);
  • rabdomioma (muscolo striato);
  • meningioma (meningi);
  • neurocitoma (neuroni);
  • glioma (glia, cellule non neuronali del sistema nervoso).

Esempi di tumori maligni (cancro)

Esempi di tumori maligni sono (tra parentesi il tessuto da cui originano):

  • angiosarcoma (vasi sanguigni);
  • fibrosarcoma (tessuto connettivo);
  • carcinoma (epitelio di rivestimento);
  • adenocarcinoma (epitelio ghiandolare);
  • liposarcoma (tessuto adiposo);
  • condrosarcoma (cartilagine);
  • leiomiosarcoma (tessuto muscolare liscio);
  • rabdomiosarcoma (muscolo striato);
  • meningioma maligno (meningi);
  • neuroblastoma (neuroni);
  • melanoma (melanociti presenti nella pelle);
  • glioblastoma (glia, cellule non neuronali del sistema nervoso);
  • Linfoma Mieloma (linea ematopoietica linfoide);
  • Leucemia mieloide (linea ematopoietica mieloide);
  • seminoma (cellule germinali del testicolo).

Organi frequentemente colpiti da tumori maligni, sono la mammella, i polmoni, il pancreas, il colon e la prostata.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Quando la malattia deperisce l’organismo: la cachessia

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In quali pazienti si verifica la cachessia?

La cachessia si verifica nei pazienti con tumore, AIDS, malattia di Alzheimer (stadio avanzato), broncopneumopatia cronica ostruttiva, sclerosi multipla, insufficienza cardiaca, tubercolosi, polineuropatia amiloide familiare, avvelenamento da gadolinio, avvelenamento da mercurio (acrodinia) e carenza ormonale.

Il deperimento dell’organismo si accompagna quindi a edemi (per ipoproteinemia ed altre alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico) astenia, dispnea, anoressia, febbre, alterazioni del sensorio e agitazione psicomotoria.

Si tratta di una condizione grave e coloro che la sperimentano vedono aumentare drammaticamente la propria probabilità di morte per la malattia di base. La cachessia può essere un segno di varie patologie sottostanti; quando un paziente si presenta con questa condizione, un medico generalmente prende in considerazione la possibilità della presenza di un tumore, di una acidosi metabolica (diminuzione della sintesi proteica e aumento del catabolismo proteico), di alcune malattie infettive (ad esempio, la tubercolosi e l’AIDS), la pancreatite cronica e alcune malattie autoimmuni o una dipendenza da anfetamine. La cachessia indebolisce fisicamente i pazienti ad uno stato di immobilità derivante dalla perdita di appetito, dall’astenia e dall’anemia e la risposta al trattamento standard è generalmente deludente. La cachessia include la sarcopenia come parte della condizione.

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Cause

La cachessia si riscontra spesso nei pazienti oncologici in fase terminale e in questo contesto prende il nome di cachessia neoplastica. I pazienti con insufficienza cardiaca congestizia possono accusare una sindrome cachettica. Inoltre, una comorbilità di cachessia può essere vista nei pazienti che presentano una delle malattie classificate tra le malattie polmonari croniche ostruttive. La cachessia è anche associata con le fasi avanzate della insufficienza renale cronica, con la fibrosi cistica, la sclerosi multipla, la malattia del motoneurone, la sindrome di Parkinson, la demenza, l’AIDS e altre malattie progressive e degenerative.

Cancro

Circa il 50% di tutti i pazienti affetti da cancro soffre di cachessia. Coloro che hanno una forma tumorale del tratto gastrointestinale superiore o del pancreas hanno la più alta frequenza di sviluppare un sintomo cachessico. Questa percentuale sale all’80% nei pazienti oncologici terminali. Oltre ad aumentare la morbilità e la mortalità, ad aggravare gli effetti collaterali della chemioterapia e a ridurre la qualità della vita, la cachessia è considerata la causa immediata della morte per una stima che varia dal 22% al 40% dei pazienti oncologici.

La cachessia nel tumore è un processo dovuto all’infiltrazione neoplastica nell’organismo, all’emesi, alla chemioterapia o alla radioterapia, a forti dolori o a forte depressione e all’azione depauperante della risposta al tumore da parte dell’organismo tramite il continuativo rilascio di citochine quali TNF, IFN, IL-1, IL-6. Esse causano il riassorbimento di proteine, lipidi, glucidi, purine a partire dal tessuto muscolare e adiposo, determinando la perdita di peso.

I sintomi della cachessia neoplastica includono una perdita di peso progressiva e l’esaurimento delle riserve di tessuto adiposo e muscolare. La condizione ovrebbe essere sospettata se si riscontra una involontaria perdita di peso superiore al 5% del peso prima della malattia, in un periodo di sei mesi. Approcci terapeutici tradizionali, come stimolanti dell’appetito, 5-HT3 antagonisti, supplementazione dei nutrienti e inibitori selettivi della COX-2, non sono riusciti a dimostrare il successo nell’invertire le anomalie metaboliche visibili nella cachessia neoplastica.

Fisiopatologia

Il meccanismo esatto con cui queste malattie causano la cachessia è poco conosciuto, ma vi è probabilmente un ruolo per le citochine infiammatorie, come il fattore di necrosi tumorale-alfa (che è anche soprannominato ‘cachessina’), per l’interferone gamma e l’interleuchina 6, così come i fattori proteolitici secreti dal tumore. Sindromi correlate includono kwashiorkor e marasma, anche se queste non sempre hanno una malattia causale sottostante e sono più spesso sintomi di una grave malnutrizione. Coloro che soffrono di disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa, sembrano avere livelli plasmatici elevati di grelina. Livelli di grelina sono riscontrabili anche nei pazienti con cachessi indotta da un tumore.

Trattamento

Il trattamento o la gestione della cachessia dipende dalle cause, dalla prognosi generale e da altri fattori legati al paziente. Se possibile, ed accettabile, le cause reversibili e le patologie che l’hanno causata, vengono trattate. Le terapie non farmacologiche che hanno dimostrato di essere efficaci nella cachessia indotta da un tumore includono una consulenza nutrizionale, interventi psicoterapeutici e l’allenamento fisico. In Europa, il trattamento raccomandato è il risultato di una combinazione di nutrizione, terapia farmacologica e non farmacologica. L’assunzione di steroidi può essere utile nella cachessia neoplastica, ma il loro utilizzo è raccomandato per una durata massima di 2 settimane al fine di evitare effetti collaterali. I progestinici come l’acetato di megestrolo sono un’opzione per la gestione della cachessia refrattaria che si presenta con l’anoressia come sintomo importante. Altri farmaci che sono stati utilizzati o sono oggetto di indagine nella terapia per la cachessia, ma per cui mancano prove conclusive che ne stabiliscono efficacia o la sicurezza, e quindi non sono generalmente consigliati, comprendono:

  • Talidomide e antagonisti delle citochine
  • I cannabinoidi
  • Gli acidi grassi omega-3, tra cui l’acido eicosapentaenoico (EPA)
  • Farmaci non steroidei anti-infiammatori
  • Procinetici
  • La grelina e del recettore della ghrelina agonisti
  • Modulatori selettivi del recettore degli androgeni
  • Ciproeptadina
  • Idrazina

In alcuni paesi è stato consentito l’uso della cannabis medica. Non vi sono prove sufficienti per sostenere l’uso di olio di pesce per il trattamento della cachessia associata ad un tumore in uno stadio avanzato.

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Leiomiosarcoma: il cancro del tessuto connettivo muscolare liscio

MEDICINA ONLINE TUMORE TUMOR CANCRO CANCER CELL CELLULA LEIOMIOMA TESSUTO OSSA MAMMELLA SENO TESTICOLO POLMONE METASTASI DIFFUSIONE STADIAZIONE LINFONODO SENTINELLA WALLPAPERLeiomiosarcoma (o “tumore maligno del tessuto connettivo muscolare liscio“), chiamato anche con l’acronimo “LMS“, è un tumore maligno del tessuto muscolare liscio. Non si deve confondere con il leiomioma, che è un tumore benigno originatosi dallo stesso tipo di tessuto. Il leiomiosarcoma è un cancro relativamente raro, si stima che sia il 5–10% di tutti i sarcomi dei tessuti molli, che sono a loro volta relativamente rari. I leiomiosarcomi possono essere molto imprevedibili. Possono rimanere dormienti per lungo periodo di tempo e poi ripresentarsi dopo anni. È un cancro resistente, in quanto generalmente non risponde a radioterapia o a chemioterapia. I migliori risultati ci sono quando può essere rimosso chirurgicamente con ampi margini di resezione, anche se piccolo e ancora in situ.

Leggi anche: Come nasce un cancro? Cosa sono i cancerogeni e come avviene la cancerogenesi?

Localizzazione

Le cellule del muscolo liscio costituiscono il muscolo involontario, che si può trovare in molte parti del corpo umano, tra cui utero, stomaco, e intestino, le pareti di tutti i vasi sanguigni, e la pelle. È perciò possibile che i leiomiosarcomi si formino in ogni parte del corpo (comprese le mammelle). Può essere trovato comunemente anche nell’utero, stomaco, piccolo intestino e retroperitoneo. Il leiomiosarcoma uterino deriva dal muscolo liscio nello strato muscolare uterino. Il leiomiosarcoma cutaneo deriva dai muscoli piloerettori nella pelle. Il leiomiosarcoma gastrointestinale potrebbe derivare dal muscolo liscio presente nel tratto gastrointestinale o, in alternativa, anche da un vaso sanguineo. I leiomiosarcomi della maggior parte degli altri siti primari retroperitoneali (nell’addome, dietro l’intestino), tronchi, organi addominali, etc.— si sviluppano dallo strato muscolare di un vaso sanguineo (la tonaca media). Così un leiomiosarcoma può avere una sede primaria di origine dovunque ci sia un vaso sanguineo nel corpo. Macroscopicamente i tumori hanno aspetto emorragico e morbido e microscopicamente segnati da pleomorfismo, abbondanti (15-30 al 10 campi a forte ingrandimento) figure mitotiche atipiche, e la necrosi coagulativa delle cellule tumorali.

Leggi anche: Come prevenire i tumori ed il cancro? I 10 cambiamenti consigliati

Trattamento

La terapia è esclusivamente chirurgica, con buona prognosi per le forme superficiali, che di solito sono di piccole dimensioni. Sono più problematiche le forme profonde e retroperitoneali che risultano perciò difficili da asportare e danno metastasi a distanza. Se i margini chirurgici del tumore sono stretti o poco chiari è stato dimostrato che la chemioterapia o radioterapia dia chiari benefici per la sopravvivenza. I leiomiosarcomi di origine uterina rispondono spesso ma non sempre a trattamenti ormonali.

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Differenza tra leiomioma e leiomiosarcoma

MEDICINA ONLINE TUMORE TUMOR CANCRO CANCER CELL CELLULA LEIOMIOMA TESSUTO OSSA MAMMELLA SENO TESTICOLO POLMONE METASTASI DIFFUSIONE STADIAZIONE LINFONODO SENTINELLA WALLPAPERIl leiomioma è un tumore benigno (quindi NON è un cancro), localizzato nella muscolatura liscia. Si sviluppa comunemente nell’utero, nello stomaco o nell’esofago dando origine rispettivamente al leiomioma uterino, gastrico o esofageo.

Il leiomiosarcoma, chiamato anche LMS, è un tumore maligno (cancro) del tessuto muscolare liscio. E’ relativamente raro.

Entrambi questi tumori originano dallo stesso tipo di tessuto, possono essere eliminati tramite intervento chirurgico e danno sintomi diversi a seconda del sito di insorgenza; la differenza principale è che il leiomioma è un tumore benigno, che rimane localizzato nel sito di insorgenza e quindi non grave, mentre il leiomiosarcoma è un tumore maligno, che tende ad invadere gli altri organi con metastasi e quindi potenzialmente mortale.

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Giornata mondiale contro il cancro: un tumore su tre si può prevenire

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma GIORNATA MONDIALE CANCRO TUMORE PREVENZI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgNella lotta ai tumori sono stati fatti notevoli passi avanti sul fronte della diagnosi e della cura, ma è nell’ambito della prevenzione che è necessario uno slancio maggiore: oltre un tumore su tre si può infatti prevenire proprio attraverso i corretti stili di vita, a partire dall’alimentazione e dal “no” al fumo. E’ il messaggio lanciato in occasione dalla Giornata mondiale contro il cancro, che si celebra il 4 febbraio. Lo slogan dell’edizione 2017 è emblematico: “We can. I can” (“Noi possiamo. Io posso”).

Lotta contro il cancro – Tema del World Cancer Day 2017, promosso dall’Unione internazionale contro il cancro (Uicc), è proprio “combattere il tumore con la prevenzione”, sottolinea la Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt). “Tutti devono prendere parte alla battaglia contro il cancro. Anche una singola persona può infatti fare la differenza, perché è solo attraverso una compatta mobilitazione civile che si può vincere quello che un tempo era chiamato male incurabile”. Oggi infatti, ribadiscono gli oncologi, il cancro è sempre di più una malattia “cronica” con cui si convive e dalla quale si può guarire, tanto che il tasso di guaribilità è passato dal 40% del 2000 al 61% attuale (con punte del 90% per tumore al seno e alla prostata).

Tasso di sopravvivenza – Secondo le ultime stime, l’Italia è ai primi posti, con il 32%, per tassi di sopravvivenza in Europa. Seguono Francia (27%), Germania (31%), Spagna (27%) e Gran Bretagna (18%). L’esercito degli italiani “sopravvissuti” al cancro, inoltre, è ogni giorno più numeroso: erano 2 milioni e 244mila nel 2006, sono oltre tre milioni nel 2016.

I meriti della ricerca – Se la sopravvivenza e la qualità della vita delle persone colpite da forme tumorali sono migliorare così tanto, il merito è della ricerca scientifica. Oggi le diagnosi sono sempre più precoci e con metodiche d’avanguardia come, ad esempio, la biopsia liquida, che consente di rilevare vari tumori da una semplice analisi del sangue. Tra le nuove frontiere terapeutiche un enorme contributo è legato all’immunoterapia, che punta a “risvegliare” il sistema immunitario per combattere il cancro e che ha già dimostrato importanti risultati di efficacia contro varie forme tumorali.

Serve impegno nella prevenzione – Sulla prevenzione, avvertono gli esperti, è invece necessario fare di più. “Il 40% dei casi di tumore può essere evitato grazie alla prevenzione, adottando cioè stili di vita sani”, ha ricordato Carmine Pinto, presidente nazionale dell’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom), sottolineando come “movimento costante, corretta alimentazione e stop al fumo rappresentano proprio i pilastri di un corretto stile di vita”. Ogni anno a più di 12 milioni di persone viene diagnosticato un tumore e 7.6 milioni non riescono a sconfiggere la malattia. Se non si adotteranno iniziative concrete, avverte l’Uicc, si arriverà a 26 milioni di nuovi casi e a 17 milioni di morti entro il 2030, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Cervelletto: le lesioni cerebellari più comuni

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CERVELLETTO LESIONI CEREBELLARI COMUNI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgI disturbi cerebellari sono patologie che interessano il cervelletto e sono in genere dovuti a lesioni della corteccia cerebellare, con la conseguente mancanza dell’azione regolatrice delle cellule di Purkinje sui nuclei centrali. Le lesioni al cervelletto sono tutte accumunate da una perdita della coordinazione del movimento o atassia.  Molti disturbi cerebellari si evidenziano con un esame clinico detto posturografia. Ecco alcuni dei più comuni disturbi che interessano il cervelletto.

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Medulloblastoma
Il medulloblastoma è un tumore cerebellare che colpisce l’archicerebello; ha sede nel verme cerebellare e nel pavimento del IV ventricolo, colpisce di regola bambini e adolescenti ed ha un rapido accrescimento, potendo disseminarsi nel liquor. Può essere curato con la radioterapia. Crea disturbi gravissimi all’equilibrio perché vengono colpiti i fasci vestibolari. È impossibile stare in piedi per atassia dei muscoli della colonna vertebrale.

Atassia cerebellare
L’atassia cerebellare (dal greco “atassia”=disordine) lesione del neocerebello caratterizzata da molti sintomi tipici del disordine del movimento. Si riscontrano nel paziente disturbi del tono muscolare ed un forte tremore, detto intenzionale perché, diversamente da quello del Parkinson, aumenta col movimento. Si ha anche dismetria cerebellare (quando al paziente viene chiesto di toccarsi il naso, non ci riesce perché è incapace di coordinare i movimenti). È inoltre impossibile compiere movimenti rapidi di prono-supinazione dell’avambraccio e della mano (adiadococinèsi) e si parla in modo esplosivo (a scatti).

Etilismo acuto
L’etilismo acuto è una lesione temporanea al somatocerebello, il paziente presenta difficoltà nel parlare e nel camminare, infatti barcolla.

Nistagmo cerebellare
Il nistagmo cerebellare è un’oscillazione coniugata involontaria dei 2 bulbi oculari, più o meno rapida, in senso orizzontale, verticale o rotatorio, composto da una deviazione lenta degli occhi in una data direzione alla quale fa seguito immediatamente una reazione spasmodica, cioè un brusco movimento, di ritorno in senso inverso. A differenza del nistagmo definito regolare, dovuto a lesioni dell’apparato vestibolare e dei nervi oculomotori, quello cerebellare è definito irregolare, perché è un disturbo continuo.

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Cancro del testicolo: prevenzione, diagnosi, stadiazione, cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CANCRO TESTICOLO TUMORE STADIAZIONE CURE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgPrima di iniziare la lettura dell’articolo, vi consiglio di leggere: Testicoli e scroto: dimensioni, anatomia e funzioni in sintesi

I testicoli sono gli organi maschili preposti alla produzione degli spermatozoi e di alcuni ormoni. Il tumore maligno del testicolo è una neoplasia relativamente rara, tuttavia è purtroppo una delle più frequenti nei giovani. Il cancro si sviluppa in seguito a un’alterazione nelle cellule del testicolo, che provoca una crescita incontrollata delle stesse di determinando la formazione di una massa. La maggior parte dei tumori del testicolo originano dalle cellule germinali, che danno origine agli spermatozoi.

Quanto è diffuso

I tumori del testicolo  colpiscono soprattutto la popolazione giovane (in genere tra i 20 e i 40 anni). Nella fascia di età fino a 50 anni costituiscono il tipo di tumore principale (12% di tutte le diagnosi nel genere maschile). Dopo i 50 anni l’incidenza si riduce del 90%. Fino alla metà degli anni Settanta, nove uomini su 10 con tumore del testicolo morivano nel giro di un anno. Oggi i tumori del testicolo guariscono nel 95 per cento dei casi. Nel 2015 in Italia si sono registrati circa 2.000 casi.

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Sintomi

Di solito il tumore esordisce con un nodulo, un aumento di volume, un gonfiore o un senso di pesantezza del testicolo . Per questo è importante che gli uomini imparino a fare l’autoesame del testicolo (così come le donne fanno l’autoesame del seno) palpando l’organo di tanto in tanto per scoprire in tempo eventuali anomalie. Anche la brusca comparsa di un dolore acuto al testicolo è tipico di questo tumore, assieme a un rapido aumento del volume che può essere provocato da una emorragia all’interno del tumore. Viceversa, anche il rimpicciolimento del testicolo può essere un segnale di esordio della malattia. Infine, è importante che i genitori facciano controllare i bambini dal pediatra di fiducia, poiché una correzione dell’eventuale discesa incompleta del testicolo entro il primo anno di vita riduce il rischio di cancro e facilita la diagnosi precoce del tumore.

Fattori di rischio

I principali fattori di rischio di questo tumore sono:

  • il criptorchidismo, cioè la mancata discesa nello scroto del testicolo, che resta nell’addome o nell’inguine; il rischio rimane anche se il difetto è stato ridotto chirurgicamente
  • lo sviluppo anormale del testicolo causato da malattie quali la sindrome di Klinefelter
  • la familiarità, ossia la presenza di casi in famiglia di tumore al testicolo
  • l’età: questa patologia colpisce soprattutto i giovani, in particolare tra i 15 e i 34 anni.

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Diagnosi

Per la diagnosi del tumore del testicolo si possono utilizzare:

  • Esame obiettivo: lo specialista identifica eventuali alterazioni morfologiche del testicolo e richiede i necessari approfondimenti diagnostici.
  • Ecocolordoppler e/o ecografia testicolare: è lo strumento più adatto per la diagnosi della lesione testicolare e per la valutazione della sua estensione locale. E’ una metodica non invasiva, senza alcuna controindicazione.
  • Esami del sangue: l’innalzamento dei valori di alcune sostanze circolanti nel sangue (marcatori tumorali) può indicare la presenza di tumore del testicolo.
  • Orchiectomia radicale inguinale: consiste nell’asportazione chirurgica di un testicolo (il tumore raramente colpisce entrambi i testicoli). E’ una procedura comunemente eseguita in tutti i casi di sospetto cancro del testicolo. Il tessuto asportato viene poi analizzato da un anatomopatologo allo scopo di accertare la presenza del tumore e le sue caratteristiche.
  • TAC: è una metodica utile per definire l’esatta stadiazione della malattia (linfonodi retroperiotoneali e/o localizzazioni in altri organi o distretti corporei).
  • PET (Tomografia a Emissione di Positroni): è una moderna tecnica diagnostica di ausilio nella ristadiazione dell’estensione della malattia.

La diagnosi differenziale è posta rispetto ad altre patologie benigne dello scroto (epididimite, cisti dell’epididimo ecc.).

Stadiazione del tumore del testicolo

Dopo gli esami diagnostici e la conferma della diagnosi di cancro del testicolo, la stadiazione del tumore ai testicoli avviene attraverso il dosaggio ematico di marcatori tumorali specifici (alfa-fetoproteina, beta-HCG e latticodeidrogenasi), l’orchiectomia radicale inguinale (che ha anche valenza terapeutica, poiché permette la rimozione del tumore primitivo e la valutazione istologica) e l’esecuzione di una TAC, per identificare la presenza di eventuali localizzazioni metastatiche.

Trattamenti

A seconda del tipo di neoplasia e della sua estensione, sono possibili diverse strategie terapeutiche, tra cui vigile osservazione, chirurgia, chemioterapia, radioterapia.
Il paziente affetto da tumore del testicolo può avere problemi di fertilità.

  • Chirurgia
    Se il tumore è diagnosticato in una fase precoce, l’intervento chirurgico di rimozione di un testicolo (orchiectomia radicale inguinale) può essere l’unico trattamento necessario, seguito da stretta osservazione. L’esame anatomopatologico per la determinazione del tipo istologico (seminoma, carcinoma embrionario, choriocarcinoma, tumore del sacco vitellino) del tumore riveste un’importanza cruciale per la definizione della terapia più adeguata.
    L’asportazione di un testicolo desta spesso preoccupazione negli uomini. Oltre a produrre gli spermatozoi, il testicolo produce anche gli ormoni maschili: la funzione ormonale torna solitamente alla normalità dopo l’asportazione di un testicolo. Se necessario, il paziente può assumere ormoni allo scopo di ristabilire i livelli normali. L’asportazione di un testicolo non dovrebbe influire sulla funzione sessuale. In caso di preoccupazione per l’aspetto esteriore, gli urologi possono discutere con il paziente l’impianto di una protesi testicolare nello scroto.
    In caso di diffusione del tumore oltre i testicoli, possono rendersi necessari un secondo intervento chirurgico, la chemioterapia o la radioterapia oppure una combinazione di queste terapie.
    Qualora il cancro si sia diffuso ai linfonodi può essere necessario un intervento di dissezione dei linfonodi addominali (chirurgia retroperitoneale). L’asportazione dei linfonodi non influisce sulla capacità del paziente di avere un’erezione o un orgasmo. Tuttavia questo intervento chirurgico può diminuire la fertilità in quanto interferisce con l’eiaculazione.
  • Chemioterapia
    Solitamente, il cancro del testicolo risponde molto bene alla chemioterapia. La necessità della chemioterapia dipende dal tipo, dallo stadio e dalle dimensioni del tumore. In seguito, può essere necessaria la chirurgia allo scopo di garantire la rimozione totale dell’eventuale residuo tumorale.
    Alcuni farmaci antitumorali interferiscono con la produzione di spermatozoi: anche se molti uomini riacquistano la fertilità, talvolta l’effetto è permanente. Come precauzione prima del trattamento, è possibile ricorrere alla conservazione dello sperma ad uso futuro.
  • Radioterapia
    La radioterapia è particolarmente efficace contro un tipo di cancro del testicolo detto seminoma. In genere, la radioterapia non influisce sulle capacità sessuali del paziente. Può tuttavia interferire con la produzione di spermatozoi: questo effetto è solitamente temporaneo e la maggioranza degli uomini riacquista la fertilità nell’arco di pochi mesi. Il paziente può comunque valutare l’ipotesi di ricorrere alla crioconservazione dello sperma prima di sottoporsi al trattamento.

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Prevenzione

Per questo tipo di tumore non esiste un programma di prevenzione specifico e l’autopalpazione regolare dei testicoli rimane ancora oggi il metodo più efficace ed economico per intercettare una neoplasia testicolare in fase precoce.
Tuttavia pazienti con difficoltà riproduttiva associata a:

  • ridotta conta spermatica
  • testicoli con volume inferiore a 12 ml
  • FSH elevato
  • una storia clinica criptorchidismo

rappresentano una fascia di popolazione con un rischio più elevato di sviluppare un tumore del testicolo. L’ecografia testicolare rappresenta un valido strumento diagnostico per restringere ulteriormente la selezione dei pazienti sub-fertili con un rischio di tumore particolarmente elevato. Nei pazienti con alterazioni del tessuto testicolare (microlitiasi-calcificazioni) è indicata, oltre alla autopalpazione, una ecografia testicolare con cadenza annuale.

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Cosa sono le metastasi? Tutti i tumori danno metastasi?

MEDICINA ONLINE COSA SONO METASTASI CANCRO TUMORE MALIGNO BENIGNO CIRCOLAZIONE LINFONODO SENTINELLA BIOPSIA PATOLOGO STADIAZIONE GRADAZIONE GRAVITA TERMINALE FEGATO BOLMONI CERVELLO CELLULA CANCEROSA.jpgCon “metastasi” in medicina si intende cellule maligne che si staccano dal tumore originario (chiamato “tumore primario“) e – attraverso varie vie come ad esempio il sangue – si diffondono in altri organi più o meno distanti dal sito di origine, dove possono riprodursi e Continua a leggere