I raggi infrarossi abbronzano?

dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-ecografia-vascolare-articolare-reumatologo-raggi-infrarossi-riabilitativa-cervicale-medicina-estetica-luce-pulsata-depilazione-macchie-capillUn lettore del sito mi ha fatto questa domanda tramite mail:

“Dottore mi sono sottoposto ad una seduta di infrarossi per un dolore ad un ginocchio e dovrò farne altre nei prossimi giorni: non rischio che continuando a fare gli infrarossi sempre nello stesso posto io alla Continua a leggere

Ci si abbronza attraverso i vetri? Rischio di scottarmi?

MEDICINA ONLINE Ci si abbronza attraverso i vetri DONNA ALLA FINESTRA PRENDE SOLE ABBRONZATURA ABBRONZA RAGGI SOLARE LUCE UVA UVB CASA VETRO SPESSO DOMICILIARI FINESTRE MATTINO LUMINOSITA FELICITA AMORE BUON UMORE ILLUMINA.jpgI raggi ultravioletti attraversano i vetri?

I raggi ultravioletti attraversano i vetri, come quelli delle automobili o delle finestre, ma solo in piccola parte: i raggi UVB, che sono i più energetici e dannosi per la nostra pelle, non attraversano i vetri, quindi un vetro ci protegge dai raggi UVB. I raggi UVA, invece, passano attraverso un vetro comune e raggiungono la nostra pelle, ma fortunatamente sono meno dannosi rispetto agli UVB.

Ci si abbronza dietro un vetro?

Se si tratta di un vetro comune (che non ha subito un trattamento per trattenere la radiazione ultravioletta) si, ci si abbronza, ma in misura decisamente minore rispetto all’esposizione senza ostacoli, soprattutto se il vetro è molto spesso.

Perché allora in auto lasciata al sole si sente caldo?

Il motivo per cui dentro una automobile al sole si sente più caldo è dovuto al cosiddetto effetto serra: il calore solare entre nell’automobile e rimane “intrappolato” al suo interno, quindi la temperatura interna sale molto ma ciò non è correlato all’elevazione della radiazione ultravioletta (quella che abbronza) presente nell’abitacolo.

Ci si può scottare dietro una finestra o in auto?

Il rischio di scottature è assai limitato, ma non annullato, in particolare nei soggetti più sensibili, come i bambini, i neonati ed i soggetti con fototipo molto chiaro, per i quali comunque si consiglia una una protezione adeguata (o comunque per chi intraprende viaggi lunghi con esposizione al sole prolungata). C’è da dire che i parabrezza di oggi hanno già applicato uno speciale filtro agli UVA: di conseguenza difficilmente ci si abbronza se non proprio con estrema gradualità. Va infine sottolineato che anche uno schermaggio totale di tutti gli UV da parte dei vetri dell’automobile non evita che l’abitacolo si surriscaldi durante l’esposizione al sole, dal momento che – come visto precedentemente – gli ultravioletti non sono responsabili dell’aumento della temperatura (non a caso ci si può scottare anche con clima freddo).

Cosa posso fare per aumentare l’abbronzatura?

Per aumentare le possibilità di abbronzarvi anche attraverso i vetri, il nostro Staff vi consiglia due prodotti:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Prendere il sole: immersi in acqua ci si abbronza?

MEDICINA ONLINE ABBRONZATURA CLORO CHIMICA SOLE MARE MONTAGNA MELANINA PELLE CUTE SOLE MARE PISCINA RADIAZIONE SOLARE NUVOLE ALTITUDINE UVA UVB INFRAROSSIIl sole abbronza la nostra pelle anche quando siamo in acqua (in piscina o al mare)? Se nuotiamo rischiamo lo stesso di ustionarci?
Gli ultravioletti sono una delle componenti della luce solare e – pur non essendo visibili ad occhio nudo – sono estremamente potenti e responsabili non solo delle nostre abbronzature, ma anche di numerosi danni alla pelle. Essere immersi in acqua, non deve darci la falsa sicurezza di essere protetti: l’acqua assorbe infatti le radiazioni infrarosse (quelle calde), ma ha un minore effetto sulle radiazioni ultraviolette. Mediamente l’acqua blocca meno della metà delle radiazioni ultraviolette, il restante di esse può penetrare attraverso lo strato di acqua e giungere alla nostra pelle. Addirittura il riflesso dei raggi sulla superficie può aumentare l’esposizione alle radiazioni stesse, motivo per cui prendere il sole sul bagnasciuga, in prossimità dell’acqua, permette di abbronzarsi di più rispetto al prendere il sole lontani dalla riva.

Percezione errata
I rischi dell’esporsi al sole in acqua sono essenzialmente legati al fatto che, essendo i raggi infrarossi bloccati in gran parte dall’acqua ed essendo la temperatura dell’acqua di solito più bassa, abbiamo una minore sensazione di calore sulla pelle e questo alimenta in noi la falsa percezione di non rischiare i danni dell’esposizione al sole diretto: in queste condizioni si tende ad esporsi per troppo tempo a raggi ultravioletti. Le ustioni sono tipiche, anche se passiamo tutto il giorno in acqua, specie durante i  mesi estivi e nelle ore comprese tra le 11 e le 14. Ovviamente la forza degli ultravioletti è massima in prossimità della superficie dell’acqua e diminuisce a mano che ci si sposta in profondità.

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Prendere il sole: perché in montagna ci si abbronza di più?

MEDICINA ONLINE ABBRONZATURA SOLE MARE MONTAGNA MELANINA PELLE CUTE SOLE MARE PISCINA RADIAZIONE SOLARE NUVOLE ALTITUDINE UVA UVB INFRAROSSI.jpgGli ultravioletti (UV) sono una delle componenti della luce solare e – pur non essendo visibili ad occhio nudo – sono estremamente potenti e responsabili non solo delle nostre abbronzature, ma anche di numerosi danni alla pelle. Gran parte della radiazione solare viene arrestata dall’atmosfera terrestre, ciò significa che un soggetto, più è posto in vicinanza del livello del mare, da meno radiazioni ultraviolette è raggiunto. Al contrario, tanto più si sale di quota, tanto più la quantità di atmosfera diminuisce e tanto maggiore è la quantità di radiazioni solari che investe il soggetto. Circa ogni 300 metri di dislivello l’intensità dei raggi UV aumenta di quasi il 5%, il che significa che a 1500 metri l’intensità è circa il 25% in più rispetto al livello del mare. Quindi il sole preso in montagna è certamente più forte rispetto a quello preso al mare ed abbronza più velocemente, ma è anche più rischioso, specie per chi ha carnagione chiara, ha molti nei e per chi ha casi in famiglia di tumore maligno della pelle (melanoma).

Ed in inverno?

In montagna il rischio di scottature solari aumenta, ma non solo d’estate, anche nei mesi più freddi, anzi in inverno questo rischio è addirittura maggiore, perché:

  • il freddo e le nuvole non ci fanno percepire il rischio legato all’esposizione al sole e ci fanno sottovalutare l’intensità dei raggi solari;
  • anche se il cielo è nuvoloso, al contrario degli infrarossi, i raggi ultravioletti penetrano ugualmente;
  • la neve riflette le radiazioni intensificandone la potenza (effetto specchio).

In montagna può bastare una sola applicazione di crema solare?

No, è sempre meglio rinnovare il prodotto più volte e metterlo PRIMA di esporsi al sole. L’effetto di una crema non è illimitato poiché la pelle – anche se non suda o viene esposta all’acqua come accade al mare – comunque traspira.

È vero che l’abbronzatura presa in montagna è più duratura di quella presa al mare?

No, anche se è pensiero comune, non è vero che l’abbronzatura di montagna sia maggiormente duratura di quella marina. E’ vero invece che, per i motivi sovraesposti, l’abbronzatura di montagna sia più rapida – e più pericolosa! – rispetto a quella marina, per questo motivo è bene limitare il tempo di esposizione specie le prime volte e se avete un fototipo chiaro.

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Prendere il sole: ci si abbronza o no sotto le nuvole?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO AMORE COPPIA SESSO FIDANZATI MARE SPIAGGIAIl sole abbronza la nostra pelle anche quando è ricoperto da nuvole?

Gli ultravioletti (raggi UV) sono una delle componenti della luce solare e – pur non essendo visibili ad occhio nudo – sono estremamente potenti e responsabili non solo delle nostre abbronzature, ma anche di numerosi danni alla pelle. La presenza di nuvole di medio spessore che ricoprono il Sole non deve trarci in inganno: le piccole particelle di acqua che le costituiscono, assorbono infatti le radiazioni infrarosse (quelle calde) ma hanno un minore effetto sulle radiazioni ultraviolette, che quindi passano lo stesso. Mediamente una nuvola blocca solo un quinto dei raggi ultravioletti mentre circa l’80% di essi può penetrare attraverso le nuvole e giungere alla nostra pelle. Addirittura la presenza di foschia può determinare un effetto specchio che aumenta l’esposizione alle radiazioni ultraviolette. Col cielo nuvoloso rischiamo quindi lo stesso di ustionarci? Si, il rischio c’è lo stesso e per certi versi è anche maggiore, dal momento che abbiamo una percezione errata della quantità di Sole che stiamo prendendo. Solo quando il cielo presenta nuvole molto spesse, la quantità di raggi UV diminuisce in quantità considerevole.

Percezione errata

I rischi dell’esporsi al Sole sotto le nuvole sono essenzialmente legati al fatto che, essendo i raggi infrarossi bloccati in gran parte dalle nuvole, abbiamo una minore sensazione di calore sulla pelle e questo alimenta in noi la falsa percezione di essere esposti ad un Sole “innocuo”: in queste condizioni si tende ad allentare la protezione solare e gli occhiali da Sole, esponendoci per troppo tempo a raggi ultravioletti che invece oltrepassano facilmente le nubi. Occhi rossi, pelle che tira ed ustioni sono tipici, anche nelle giornate apparentemente nuvolose, specie durante i  mesi estivi e nelle ore comprese tra le 11 e le 14. Per questo motivo è bene – anche in caso di giornata nuvolosa – usare creme protettive e limitare il tempo di esposizione al Sole, specie le prime volte e se avete un fototipo chiaro.

I migliori prodotti per una abbronzatura luminosa e duratura

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere della tua pelle, che permettono di prendere il sole in sicurezza ed in grado di potenziare l’abbronzatura e farla durare a lungo:

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Come appare la tua pelle sotto ai raggi ultravioletti? Ecco la tua vera faccia

La luce che riusciamo a vedere con gli occhi, è solo una piccola “fetta” dello spettro elettromagnetico: le onde radio, infrarosse, ultraviolette, i raggi gamma e X, sfuggono alla nostra vista e ci precludono la comprensione di una vasta fetta di Universo. Prendete, per esempio, gli ultravioletti: quante volte ci siamo sentiti ripetere che è bene moderare l’esposizione solare, per limitare i danni di questi raggi sulla pelle? Il fotografo americano Thomas Leveritt ha deciso di mostrare concretamente l’impatto dei raggi UV sul volto umano.

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