Prendere il sole: immersi in acqua ci si abbronza?

MEDICINA ONLINE ABBRONZATURA CLORO CHIMICA SOLE MARE MONTAGNA MELANINA PELLE CUTE SOLE MARE PISCINA RADIAZIONE SOLARE NUVOLE ALTITUDINE UVA UVB INFRAROSSIIl sole abbronza la nostra pelle anche quando siamo in acqua (in piscina o al mare)? Se nuotiamo rischiamo lo stesso di ustionarci?
Gli ultravioletti sono una delle componenti della luce solare e – pur non essendo visibili ad occhio nudo – sono estremamente potenti e responsabili non solo delle nostre abbronzature, ma anche di numerosi danni alla pelle. Essere immersi in acqua, non deve darci la falsa sicurezza di essere protetti: l’acqua assorbe infatti le radiazioni infrarosse (quelle calde), ma ha un minore effetto sulle radiazioni ultraviolette. Mediamente l’acqua blocca meno della metà delle radiazioni ultraviolette, il restante di esse può penetrare attraverso lo strato di acqua e giungere alla nostra pelle. Addirittura il riflesso dei raggi sulla superficie può aumentare l’esposizione alle radiazioni stesse, motivo per cui prendere il sole sul bagnasciuga, in prossimità dell’acqua, permette di abbronzarsi di più rispetto al prendere il sole lontani dalla riva.

Percezione errata
I rischi dell’esporsi al sole in acqua sono essenzialmente legati al fatto che, essendo i raggi infrarossi bloccati in gran parte dall’acqua ed essendo la temperatura dell’acqua di solito più bassa, abbiamo una minore sensazione di calore sulla pelle e questo alimenta in noi la falsa percezione di non rischiare i danni dell’esposizione al sole diretto: in queste condizioni si tende ad esporsi per troppo tempo a raggi ultravioletti. Le ustioni sono tipiche, anche se passiamo tutto il giorno in acqua, specie durante i  mesi estivi e nelle ore comprese tra le 11 e le 14. Ovviamente la forza degli ultravioletti è massima in prossimità della superficie dell’acqua e diminuisce a mano che ci si sposta in profondità.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Prendere il sole: ci si abbronza o no sotto le nuvole?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO AMORE COPPIA SESSO FIDANZATI MARE SPIAGGIAIl sole abbronza la nostra pelle anche quando è ricoperto da nuvole?

Gli ultravioletti (raggi UV) sono una delle componenti della luce solare e – pur non essendo visibili ad occhio nudo – sono estremamente potenti e responsabili non solo delle nostre abbronzature, ma anche di numerosi danni alla pelle. La presenza di nuvole di medio spessore che ricoprono il Sole non deve trarci in inganno: le piccole particelle di acqua che le costituiscono, assorbono infatti le radiazioni infrarosse (quelle calde) ma hanno un minore effetto sulle radiazioni ultraviolette, che quindi passano lo stesso. Mediamente una nuvola blocca solo un quinto dei raggi ultravioletti mentre circa l’80% di essi può penetrare attraverso le nuvole e giungere alla nostra pelle. Addirittura la presenza di foschia può determinare un effetto specchio che aumenta l’esposizione alle radiazioni ultraviolette. Col cielo nuvoloso rischiamo quindi lo stesso di ustionarci? Si, il rischio c’è lo stesso e per certi versi è anche maggiore, dal momento che abbiamo una percezione errata della quantità di Sole che stiamo prendendo. Solo quando il cielo presenta nuvole molto spesse, la quantità di raggi UV diminuisce in quantità considerevole.

Percezione errata

I rischi dell’esporsi al Sole sotto le nuvole sono essenzialmente legati al fatto che, essendo i raggi infrarossi bloccati in gran parte dalle nuvole, abbiamo una minore sensazione di calore sulla pelle e questo alimenta in noi la falsa percezione di essere esposti ad un Sole “innocuo”: in queste condizioni si tende ad allentare la protezione solare e gli occhiali da Sole, esponendoci per troppo tempo a raggi ultravioletti che invece oltrepassano facilmente le nubi. Occhi rossi, pelle che tira ed ustioni sono tipici, anche nelle giornate apparentemente nuvolose, specie durante i  mesi estivi e nelle ore comprese tra le 11 e le 14. Per questo motivo è bene – anche in caso di giornata nuvolosa – usare creme protettive e limitare il tempo di esposizione al Sole, specie le prime volte e se avete un fototipo chiaro.

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Da cosa sono formate le nuvole e come si creano? Perché piove? Cos’è la grandine e come si forma?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DI COSA FATTE NUVOLE PIOGGIA GRANDINE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pressoterapia Linfodrenaggio.jpgCos’è una nuvola e da chi viene studiata?

Una nuvola, in meteorologia chiamata più correttamente nube, è un’idrometeora, termine che deriva dal greco ύδωρ (hýdor, acqua) e metéoros (in cielo) che indica un fenomeno atmosferico connessi alla condensazione dell’umiditàpresente nell’atmosfera terrestre. La branca della meteorologia che studia le nuvole e i fenomeni ad esse collegati è detta nefologia.

Di cosa è fatta una nuvola?

La nuvola è costituita da piccolissime particelle d’acqua condensata e/o cristalli di ghiaccio, sospesi e galleggianti nell’atmosfera e solitamente – ma non esclusivamente -non a contatto con il suolo. Dalle nubi si originano le precipitazioni, una delle fasi del ciclo dell’acqua nella biosfera assieme alla condensazione del vapore acqueo.

Come si forma una nuvola?

La formazione delle nuvole avviene per condensazione di vapore acqueo all’interno del vasto e continuo ciclo dell’acqua, mentre la loro dissoluzione avviene mediante il processo di evaporazione.
Questa sequenza può essere riassunta in 6 passi schematici:

  1. evaporazione dell’acqua terrestre (contenuta nei mari, laghi, fiumi, etc.) a causa del riscaldamento solare
  2. trasformazione in vapore acqueo
  3. risalita nell’atmosfera (poiché più leggero essendo caldo e meno denso dell’aria sovrastante)
  4. raffreddamento adiabatico
  5. condensazione attorno a piccole impurità (cristalli di sale marino, particelle di polvere…) indispensabili per una veloce aggregazione delle molecole stesse
  6. generazione di goccioline d’acqua o cristalli di ghiaccio, della dimensione da 1 a 100 micron, al raggiungimento della “temperatura d’equilibrio” (la stessa della circostante aria atmosferica).

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Cosa succede all’interno di una nuvola e perché ad un certo punto piove?

Le condizioni all’interno di una nuvola non sono stabili: finché le correnti d’aria nella nuvola e quelle che scorrono sotto di essa riescono a mantenere in sospensione le goccioline, esse continueranno a ingrandirsi. Sulla sommità della nuvola le correnti ascendenti divergono e le goccioline ricadono verso il basso con una velocità impercettibile a causa della forza di gravità per poi venire nuovamente portate verso l’alto; sono continui saliscendi che fanno ulteriormente incrementare le dimensioni delle goccioline. Quando esse raggiungono elevate dimensioni (circa 200 micron), le correnti ascensionali non possono più sostenerle e quindi cadono sulla terra sotto forma di pioggia.

Come si verifica la pioggia?

La pioggia può verificarsi in due diverse modalità:

  1. Il processo Bergeron-Findelsen, responsabile della maggior quantità delle precipitazioni alle medie latitudini. Esso consiste nell’interazione tra le goccioline d’acqua sopraffuse ed i cristalli di ghiaccio in una nuvola formando un rapido accrescimento del cristallo di ghiaccio: questi cristalli cadono dalla nuvola e possono sciogliersi mentre cadono.
  2. Il processo di coalescenza, più comune nelle zone tropicali, avviene in nubi più calde. Esso risulta dalla collisione tra le goccioline d’acqua più grandi con quelle più piccole che vengono così inglobate. Il processo risulta efficace soprattutto quando la nuvola ha un’elevata densità.

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Cos’è la grandine?

La grandine è un tipo di precipitazione atmosferica formata da tanti pezzi di ghiaccio (chiamati comunemente “chicchi di grandine”), generalmente sferici o sferoidali, che cadono dalle nubi cumuliformi più imponenti, i cumulonembi. Lo studio dei granelli di grandine viene condotto con un particolare strumento di misura, detto grelimetro.

Come si forma la grandine?

La grandine si forma se le correnti ascensionali in un cumulonembo sono abbastanza forti; in questo caso accade che un primo nucleo di ghiaccio viene trasportato in su e in giù nella nube, dove si fonde con altri piccoli aggregati di ghiaccio e gocce d’acqua per poi ricongelarsi nuovamente e diventare sempre più grande. Quando le correnti non riescono più a sollevare e trattenere i pezzi di ghiaccio perché divenuti troppo pesanti questi cadono a terra; gli aggregati di particelle ghiacciate che non riescono a fondere prima di giungere al suolo causano spesso notevoli danni sia nelle campagne (coltivazioni, frutteti, ecc.) che nei centri urbani (alle abitazioni così come ai mezzi di trasporto). È più probabile che cada d’estate, nonostante sia formata da ghiaccio, essendo una conseguenza dell’afa. Durante e dopo una grandinata la temperatura si abbassa rapidamente (anche di dieci gradi in mezz’ora) perché il ghiaccio solido per trasformarsi in acqua liquida sottrae calore all’ambiente, con la possibilità a volte di generare trombe d’aria.

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Di che colore è la grandine?

Il colore della grandine dipende dalla temperatura. I chicchi di grandine che cadono ad alte temperature sono trasparenti perché privi di bolle d’aria; quelli che cadono a temperature più basse sono bianchi perché viceversa ne contengono molte.

Grandine killer e danni alle cose

Le tempeste di grandine possono provocare ingenti danni a persone, animali e cose, fino a provocare il decesso di esseri viventi e il danneggiamento dell’agricoltura. Nel nord dell’India, nel1888, chicchi di dimensioni superiori a 5 cm uccisero 246 persone e 1600 tra pecore e capre. Nel 1932, una tempesta nella provincia dello Hunan (nel sud-est della Cina) causò la morte di almeno 10 persone, così come una grandinata su Bogotà in Colombia avvenuta nel 2007. Secondo lo Storm Prediction Center, agenzia meteorologica statunitense, fra il 1975 e il 1994 la grandine negli Stati Uniti ha ucciso 8 persone. La pericolosità della grandine dipende ovviamente dalle dimensioni dei chicci. Il chicco di grandine più pesante è stato registrato nel distretto di Gopalganj (Bangladesh) il 14 aprile 1986, con un peso di 1,02chilogrammi.

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