Con “fototipo” in medicina e dermatologia si intende una classificazione basata sulla qualità e sulla quantità di melanina presente nella pelle in Continua a leggere
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Differenza tra acquavite e grappa: produzione, sapore e carattere
Quali sono le differenze fondamentali che distinguono grappa ed acquavite?
La grappa è una bevanda prodotta distillando la vinaccia, la parte solida dell’uva (buccia e vinaccioli), mentre l’acquavite d’uva (anche chiamato distillato d’uva) è ottenuto distillando l’uva intera fermentata, quindi il mosto fermentato e la sua vinaccia insieme.
L’acquavite d’uva si colloca quindi a metà strada fra una grappa (ottenuta distillando una materia prima solida quale la vinaccia) e un brandy (ottenuto distillando una materia prima liquida come il vino), essendo ottenuto distillando sia la parte solida che la parte liquida dell’uva.
Un distillato d’uva è normalmente più elegante e fruttato di una grappa, che viceversa è tendenzialmente più intensa e strutturata del distillato.
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Come abbronzarsi senza scottarsi?
Abbronzatura che passione, ma attenzione, ricordatevi che i raggi solari possono anche diventare pericolosi per la salute! Gli alleati per un’abbronzatura perfetta e sicura sono per prima cosa l’uso di creme protettive adatte alla vostra pelle, unite ad un’adeguata alimentazione, oltre che ovviamente ad un’elevata dose di pazienza e soprattutto di buonsenso. L’abbronzatura è infatti un processo graduale e lento – mai improvviso ed estremo – e le conseguenze di una prolungata esposizione al sole senza le dovute protezioni non vanno sottovalutate. E’ vero che il sole stimola la sintesi di vitamina D, la quale rafforza le ossa e tiene lontane le malattie infettive, ma è altrettanto vero che i suoi raggi invecchiano la pelle e possono causare scottature spiacevoli oltre che – se si abusa – pericolosissimi tumori maligni. Un arrossamento dell’epidermide causa bruciori e malesseri nell’immediato e può portare danni cutanei anche nel lungo periodo; indagini scientifiche hanno dimostrato che le ustioni derivate da un’eccessiva o scorretta esposizione al sole sono in grado di danneggiare il DNA e modificare le cellule che inducono lo sviluppo dei tumori. Per questo è meglio procedere per piccoli passi e tenere sempre bene in mente i consigli che seguono.
Leggi anche: Nei sospetti: riconoscere quelli normali ed i tumori
Creme solari
Le creme solari sono fondamentali, rappresentano il principale supporto per la pelle quando è esposta ai raggi UV (ultravioletti) e il loro fattore di protezione va scelto in base al proprio fototipo; per esempio chi è di carnagione molto chiara deve optare per un fattore di protezione ben più alto da chi presenta una pelle olivastra. Il consiglio è quello di spalmarle su tutto il corpo circa mezz’ora prima dell’esposizione al sole, così da farle assorbire bene, e ogni qualvolta viene fatto un bagno o si sente di aver sudato molto. Anche il sudore infatti fa sì che il filtro protettivo delle creme venga meno ed è quindi opportuno metterle una seconda, o terza, o addirittura quarta volta. La crema solare va messa anche se si sta esclusivamente sotto l’ombrellone perché nonostante vi sia ombra, non si è protetti dai raggi solari e ci si può scottare allo stesso modo.
Leggi anche: Le creme solari sono abbronzanti? Fanno abbronzare di meno?
Creme doposole
Dopo esser stati al mare o comunque al sole, se volete mirare alla migliore abbronzatura possibile è doveroso applicare una specifica crema doposole su tutto il corpo in modo tale da ammorbidire ed idratare la pelle.
Alimentazione
Anche la dieta gioca un ruolo importante in quanto gli alimenti che contengono vitamina C, betacarotene e antiossidanti aiutano la pelle a prevenire i rossori e a difendersi. Nel periodo estivo è quindi consigliato abbondare con pomodori, carote, albicocche, angurie, té verde e semi di lino.
Inoltre, in questa stagione più che mai è opportuno bere tanta acqua per non correre il rischio di disidratazione; la dose minima che viene consigliata è di un litro e mezzo di acqua.
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Integratori alimentari
Se proprio non riuscite ad assumere tutta la quantità di vitamine e sali minerali di cui avete bisogno, potete sempre integrare con specifici integratori mirati all’abbronzatura perfetta. Per approfondire, leggi: Integratori per abbronzarsi di più: funzionano? Quali sono i migliori e quali evitare?
Idratazione
Un importantissimo alleato estivo non solo per l’abbronzatura, ma soprattutto per la nostra salute, è bere una adeguata quantità di liquidi che, ricordiamo, possono anche essere assunti tramite frutta e verdura. Ma quanta acqua bere al giorno? A tal proposito leggi: Fabbisogno idrico giornaliero: quanta acqua bere al giorno?
Consigli utili
Ci sono fasce orarie in cui fa più caldo e sarebbe meglio evitare l’esposizione, ma soprattutto di addormentarsi sotto al sole, cosa che capita più di quanto si possa pensare. Queste fasce vanno dalle 12 di mattina alle 16 del pomeriggio; gli orari migliori per prendere il sole, quindi, sono dalla mattina presto fino alle 11.30 circa e nel pomeriggio dopo le 17.
E’ da evitare l’uso di cosmetici o profumi i quali possono lasciare macchie o causare reazioni allergiche dovute alla fotosensibilizzazione.
E’ opportuno rinfrescarsi frequentamene durante l’esposizione, con tuffi in mare o docce, ma è sconsigliato far asciugare le goccioline sotto il sole in quanto il riverbero delle stesse potrebbe favorire le scottature; è meglio quindi tamponare la pelle con un telo ed eventualmente applicare nuovamente un filtro protettivo. Ricordatevi di applicare sempre un nuovo strato di crema solare dopo ogni bagno.
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- Abbronzatura: meglio prenderla al mare o in piscina?
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Ci si abbronza attraverso i vetri? Rischio di scottarmi?
I raggi ultravioletti attraversano i vetri?
I raggi ultravioletti attraversano i vetri, come quelli delle automobili o delle finestre, ma solo in piccola parte: i raggi UVB, che sono i più energetici e dannosi per la nostra pelle, non attraversano i vetri, quindi un vetro ci protegge dai raggi UVB. I raggi UVA, invece, passano attraverso un vetro comune e raggiungono la nostra pelle, ma fortunatamente sono meno dannosi rispetto agli UVB.
Ci si abbronza dietro un vetro?
Se si tratta di un vetro comune (che non ha subito un trattamento per trattenere la radiazione ultravioletta) si, ci si abbronza, ma in misura decisamente minore rispetto all’esposizione senza ostacoli, soprattutto se il vetro è molto spesso.
Perché allora in auto lasciata al sole si sente caldo?
Il motivo per cui dentro una automobile al sole si sente più caldo è dovuto al cosiddetto effetto serra: il calore solare entre nell’automobile e rimane “intrappolato” al suo interno, quindi la temperatura interna sale molto ma ciò non è correlato all’elevazione della radiazione ultravioletta (quella che abbronza) presente nell’abitacolo.
Ci si può scottare dietro una finestra o in auto?
Il rischio di scottature è assai limitato, ma non annullato, in particolare nei soggetti più sensibili, come i bambini, i neonati ed i soggetti con fototipo molto chiaro, per i quali comunque si consiglia una una protezione adeguata (o comunque per chi intraprende viaggi lunghi con esposizione al sole prolungata). C’è da dire che i parabrezza di oggi hanno già applicato uno speciale filtro agli UVA: di conseguenza difficilmente ci si abbronza se non proprio con estrema gradualità. Va infine sottolineato che anche uno schermaggio totale di tutti gli UV da parte dei vetri dell’automobile non evita che l’abitacolo si surriscaldi durante l’esposizione al sole, dal momento che – come visto precedentemente – gli ultravioletti non sono responsabili dell’aumento della temperatura (non a caso ci si può scottare anche con clima freddo).
Cosa posso fare per aumentare l’abbronzatura?
Per aumentare le possibilità di abbronzarvi anche attraverso i vetri, il nostro Staff vi consiglia due prodotti:
- un integratore alimentare abbronzante: http://amzn.to/2AXxtS5
- un olio secco intensificatore solare: http://amzn.to/2mua5GI
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Se ho fatto le lampade, posso prendere il sole senza rischi?
Fare le lampade non protegge la vostra pelle dai raggi solari. Le lampade donano una colorazione poco duratura ossidando solo la melanina superficiale, che non sarà in grado dunque di proteggere la pelle una volta che vi esporrete al sole, specie nei mesi e nelle ore più calde. Quindi, anche se apparentemente siete già abbronzati grazie a varie lampade, applicate sempre adeguati schermi solari prima di esporvi al sole, sia al mare che in montagna, per evitare danni anche gravi alla vostra cute.
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Prendere il sole: ci si abbronza o no sotto l’ombrellone?
Ci si abbronza sotto l’ombrellone o non si prende il sole? È credenza diffusa che l’ombrellone riesca a proteggere la pelle dai dannosi raggi UVA (raggi ultravioletti A) ed è vero in parte perché è sì uno scudo, ma non impenetrabile: come ha spiegato l’Università di Valencia, il 34% di questi raggi riusciranno comunque a passare attraverso mentre un’altra percentuale verrà riflessa dalla sabbia, proprio come se fosse uno specchio. Questo significa che è utile, l’ombrellone al mare, ma non vi assicura una difesa massima da tutti i pericoli prodotti dai raggi ultravioletti, che penetrano fino in fondo alla pelle, provocando invecchiamento precoce, eritemi, scottature più o meno gravi, insolazione e danni alla vista. Non bisogna pensare che potrete evitare completamente problemi del genere ricoprendovi corpo e viso di crema solare: quelle in commercio offrono una grande protezione per i raggi UVB (raggi ultravioletti B) mentre è più debole per quanto riguarda i raggi UVA. Arrivati a questo punto, viene da chiedersi come ci si può difendere dal sole in maniera veramente efficace, stando comodamente sotto l’ombrellone.
È sempre meglio stare sotto l’ombrellone nelle ore più calde piuttosto che prendere direttamente il sole senza alcun tipo di difesa. Alla protezione dell’ombrellone aggiungete quella della crema solare, che deve essere sempre adatta alla vostra carnagione: vi ricordo che, anche se avete la pelle scura, ma andate al mare da pochi giorni, è sempre consigliabile usare una crema ad alta protezione, per poi scegliere una con un fattore di protezione minore più in là. Gli occhiali sono importantissimi per difendervi dai raggi quando decidete di prendere il sole sotto l’ombrellone, ma sono sconsigliati per chi vuole una bella abbronzatura uniforme, per non ritrovarsi col viso pallido e il corpo color cioccolato fondente; il cappellino è anche utile per evitare di essere colpiti da raggi UVA e UVB.
L’abbronzatura sotto l’ombrellone può essere l’alternativa perfetta per chi non può esporsi direttamente alla luce del sole e ha bisogno di diversi filtri: così non si rinuncia alla tintarella e si salvaguarda la propria salute. Non pensate che all’ombra siete al “sicuro”. Il sole verrà comunque riflesso da qualcosa e colpirà la vostra pelle. L’unica soluzione per evitare completamente i raggi ultravioletti è quella di restare in casa con porte chiuse e tapparelle abbassate: in questo modo, potrete godere anche di un bel fresco. Adottare questa strategia, unita a quella della doccia fredda, dopo essere andati al mare, quando il sole è in alto nel cielo ed è più caldo che mai, vi aiuterà ad avvertire meno l’afa.
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Il diabetico può mangiare l’uva?
L’uva contiene mediamente 67 calorie per 100 grammi e circa 17 grammi di carboidrati. L’uva è un tipo di frutta generalmente sconsigliata al paziente diabetico, tuttavia può essere assunta in dosi moderate, lontano dai pasti principali e dopo parere positivo del medico.
Importante: in caso di dubbio, il paziente diabetico può – sotto controllo medico – monitorare la propria risposta glicemica all’assunzione di certi alimenti, annotando i valori su un taccuino e raffrontando le relative glicemie.
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Cos’è la radiazione solare? Cosa sono i raggi ultravioletti? Che danni possono provocare alla nostra pelle?
Quale miglior occasione di prendere un po’ di abbronzatura, se non in questi bei giorni di sole? Eppure tutti noi sappiamo che prendere il sole nasconde anche dei pericoli per la nostra pelle, ma davvero conosciamo tutta la verità sulla radiazione solare e sui danni che possono provocare i raggi ultravioletti sul nostro organismo? Scopriamo oggi insieme tutti i segreti della luce solare e gli effetti che provoca nel nostro corpo! Cominciamo come al solito dal principio, facendoci una domanda apparentemente banale:
Che cos’è la luce del sole?
La vita sulla terra viene sostenuta da essa, è la luce solare, generata a partire dalle reazioni termonucleari che avvengono appunto nel sole. La radiazione solare è energia che, a partire dal sole, giunge sulla terra, sotto forma di radiazioni elettromagnetiche a vare frequenze o lunghezze d’onda. Nell’avvicinarsi a noi, la radiazione solare viene in gran parte assorbita dall’atmosfera terrestre che agisce da vero e proprio filtro. Le radiazioni che riescono a oltrepassare questa barriera protettiva naturale sono composte da tre diversi tipi di luce:
- luce visibile ad occhio nudo;
- luce infrarossa, invisibile e responsabile del senso di calore;
- luce ultravioletta, che con le sue diverse lunghezze d’onda è causa della tanto ambita abbronzatura.
Gli effetti di questi tipi di luce sull’organismo sono variabili, così come diversa è la modalità di assorbimento.
Luce visibile (circa 38% della luce solare totale): non è pericolosa per la salute e non aggredisce la cute ma può talvolta provocare fastidiosi bagliori agli occhi. La luce è molto importante per la regolazione di alcune attività corporee come il ciclo sonno veglia e l’andamento circadiano degli ormoni. E’ inoltre in grado di stimolare la produzione di serotonina, un importante neurotrasmettitore, responsabile, tra l’altro, del senso di euforia.
I raggi infrarossi (60%): per gli effetti termici che determinano, vengono riprodotti artificialmente e usati a scopo terapeutico. La loro caratteristica più importante è la trasmissione di calore allo strato superficiale della pelle (strato corneo). Pertanto un eccessivo assorbimento può danneggiare la pelle per ipertermia e provocare sintomi che vanno dalla vasodilatazione alla disidratazione cutanea.
I raggi ultravioletti (circa 2%): gran parte dei raggi U.V vengono riflessi dallo strato corneo superficiale e solo una piccola quota arriva negli strati più profondi dell’epidermide. A seconda della lunghezza d’onda, si suddividono in Uv-A, Uv-B e Uv-C. La loro caratteristica più importante è la lunghezza d’onda che ne determina la profondità di penetrazione cutanea.
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Come sono classificati i raggi ultravioletti?
I raggi UV sono distinti in :
- UVA (98%) : lunghezza d’onda: 320 – 400 nm. Gli U.V-A, hanno effetti ottimi sull’abbronzatura (anche se inferiori agli U.V-B) e moderati sul danneggiamento cutaneo. Vista la loro elevata lunghezza d’onda sono tuttavia in grado di penetrare in profondità nel derma distruggendo capillari, collagene ed elastina, provocando eritemi e danneggiando la pelle.
- UVB (2%): lunghezza d’onda: 280 – 320 nm. I raggi U.V-B, hanno una capacità di penetrazione inferiore e non riescono a superare le strutture più superficiali della pelle. Gli effetti deleteri sono comunque importanti poiché i raggi U.V-B sono in grado di alterare il materiale genetico contenuto nel DNA aumentando il rischio di comparsa di tumori cutanei. La radiazione UV-B è molto più efficace della radiazione UV-A nel provocare l’eritema.
- UVC: lunghezza d’onda: 100 – 280 nm. I raggi UV-C sono particolarmente dannosi per la salute ma vengono trattenuti dalla fascia di ozono e per questo non hanno effetti particolari sulla pelle. Il rischio di esposizione a questi raggi aumenta in alta quota.
Leggi anche: La giornata ideale per avere un’abbronzatura perfetta
Quali sono gli effetti dei raggi ultravioletti sul nostro corpo?
I raggi ultravioletti hanno vari effetti sul nostro organismo, tra questi i più importanti sono quattro:
- favoriscono la pigmentazione della cute stimolando la produzione di melanina;
- favoriscono il trofismo e l’accrescimento osseo stimolando la sintesi della vitamina D;
- svolgono un’azione disinfettante a livello della cute, favoriscono la circolazione e stimolano di conseguenza l’attività dei globuli bianchi;
- accelerano la proliferazione pilifera.
Radiazioni ultraviolette, pelle, melanina, abbronzatura
Le radiazioni ultraviolette aumentano il numero di melanociti attivi (i melanociti sono cellule molto presenti nell’epidermide – quasi duemila per mm2 – che contengono melanina, un pigmento nero/bruno), stimolando la neomelanogenesi, cioè la produzione di melanina, ). Questa sostanza (presente anche nei capelli e in alcune parti dell’occhio) è responsabile dell’abbronzatura a breve e a lungo termine. La melanina ci garantisce un colorito più scuro e protegge la nostra pelle dagli effetti negativi delle radiazioni solari agendo come un vero e proprio filtro: essa ostacola la penetrazione dei raggi ultravioletti negli strati più profondi della cute. I raggi ultravioletti (in particolar modo i raggi U-V-B) determinano inoltre un ispessimento della nostra cute: un maggiore spessore cutaneo impedisce infatti ai raggi ultravioletti di penetrare in profondità e danneggiare le cellule.
Quali danni determina la sovraesposizione al sole?
Il nostro corpo, insomma, si difende bene dall’assalto dei raggi solari (fotodanneggiamento), tuttavia ci sono situazioni in cui perfino questi meccanismi di difesa sono costretti a capitolare, ed è allora che si possono verificare danni al nostro organismo.
1) Eritema
L’eritema è un arrossamento cutaneo, responsabile di sintomi come calore e bolle. A seconda della gravità del danno inflitto al DNA, la cellula può anche andare incontro a morte prematura. Ecco perché l’ustione grave è particolarmente dolorosa e si accompagna quasi sempre a vesciche e a vistose spellature (esfoliazione cutanea) . La scottatura si attenua e regredisce gradualmente nel giro di pochi giorni. L’entità dell’eritema, che a sua volta dipende dal fototipo e dalla dose di raggi U-V assorbiti, è proporzionale al tempo di guarigione.
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2) Discromie
La mancanza di un’adeguata protezione cutanea durante l’esposizione solare può causare la comparsa di spiacevoli inestetismi come le discromie o macchie cutanee. Sebbene in molti casi il sole non è il diretto responsabile, può diventarlo in particolari circostanze. E’ il caso, per esempio, delle lentigo senili, che compaiono solitamente in tarda età adulta a causa di prolungate esposizioni ai raggi ultravioletti solari o artificiali (lampade abbronzanti).
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3) Tumori benigni e maligni della pelle
Anche la cute può essere colpita da tumori; è il caso, per esempio del carcinoma squamoso e del cancro basocellulare, (spesso definiti “tumori cutanei non melanoma” ) non mortali in quanto non creano metastasi. Anche nei e verruche sono esempi di tumori cutanei, benigni e non mortali. Il melanoma maligno della pelle, pur essendo meno frequente dei precedenti, può essere letale. Un’esposizione prolungata al sole, specie per i soggetti maggiormente fotosensibili aumenta il rischio di sviluppare questo tipo di patologia. In particolare è bene valutare anche il tempo di esposizione totale durante il corso dell’anno e della vita (specie durante l’infanzia) poiché, come abbiamo detto, il rischio di cancro alla pelle aumenta con l’aumentare del tempo e dell’intensità di esposizione. A prova di ciò c’è il fatto che i tumori della pelle si sviluppano soprattutto a livello delle parti del corpo più esposte al sole come viso, orecchie, collo, braccia, spalle e dorso.
Leggi anche: Come nasce un cancro? Cosa sono i cancerogeni e come avviene la cancerogenesi?
4) Rughe
Un’abbronzatura eccessiva causa la rottura del collagene e delle altre strutture cellulari cutanee con conseguente cedimento strutturale e comparsa di rughe più o meno accentuate. Secchezza e ruvidezza, disidratazione, riduzione dell’elasticità e della sensibilità cutanea sono altre conseguenze di un invecchiamento precoce del derma che deve pertanto essere adeguatamente protetto durante l’esposizione solare.
5) Effetti sugli occhi
Forse l’effetto meno noto, ma ugualmente nocivo. Le radiazioni ultraviolette possono causare importanti danni alla cornea, alla retina e al cristallino con sintomi quali dolore corneale, fotosensibilizzazione, lacrimazione e spasmo delle palpebre. L’uso di occhiali protettivi non deve quindi diventare un semplice optional: occhiali a lenti scure devono essere sempre presenti in caso di esposizione prolungata, specie nelle ore più calde del giorno. Anche una montatura avvolgente è importante per impedire alle radiazioni di raggiungere i nostri occhi. Le lenti colorate sfumate o chiare, in molti casi non sono in grado di proteggere sufficientemente l’occhio. Per tutelare il consumatore, i produttori di occhiali da sole sono obbligati a riportare sui loro prodotti il potere filtrante che può andare da 0 (protezione quasi nulla) a 4 (protezione massima, utile in condizioni estreme, come in alta quota). E’ bene infine ricordare che la semplice chiusura delle palpebre non è da sola in grado di proteggere l’occhio dagli effetti dannosi della luce solare.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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