I 5 modi per evitare di arrossire sul volto ed apparire imbarazzati

MEDICINA ONLINE PERCHE SI ARROSSISCE AMORE IMBARAZZO EMOZIONE VOLTO STRESS PELLE ROSSA RAGAZZA DONNA FACCIA ERITEMA AMORE RIMEDI face swatch red blush skin hiding.jpgCome abbiamo visto in questo articolo, arrossire in viso è un meccanismo automatico determinato da emozioni forti ed improvvise. Pur essendo impossibile impedire che esso si verifichi, esistono vari sistemi per limitarlo al massimo e prevenirlo. Vediamone alcuni.

1) Rilassati

Come prima accennato, arrossire è un meccanismo automatico e non c’è un sistema che lo impedisca del tutto, tuttavia – essendo determinato da forti emozioni – imparare a controllare lo stress potrebbe limitare il tuo rossore. Quando ti capita di arrossire, puoi provare a rilassare i muscoli (soprattutto quelli di spalle e collo) per cominciare a riacquistare il giusto colorito. Prova a rilasciare la tensione che senti. Mantieni la postura eretta, con le gambe bilanciate. Per rilassarti, prova a:

  • inspirare ed espirare profondamente;
  • ricordare a te stesso che non è la prima volta che arrossisci e probabilmente non sarà l’ultima;
  • ricordare che arrossire è qualcosa di naturale, di cui non devi vergognarti;
  • pensare al fatto che arrossire può addirittura essere un segno di salute e piacevole e può spingere la persona che hai di fronte (e che magari ti piace) a fare il primo passo;
  • prova a sorridere: rende le guance di un colorito rosso naturale e inoltre ci fa sentire felici, distruggendo così ogni ansia sociale;
  • chiudi gli occhi e pensa di essere in un posto diverso da dove sei.

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2) Prova a richiamare l’attenzione sul tuo arrossire

Se una persona va a un appuntamento e fa qualcosa di incredibilmente imbarazzante, un modo apparentemente paradossale per salvare la situazione potrebbe essere il richiamare l’attenzione proprio su quello: “Bene, questo è stato imbarazzante. Ti giuro che non sono sempre così impacciato!”. Facendo in questo modo, si smaschera l’imbarazzo, che di solito svanisce quasi subito. Puoi fare la stessa cosa con il tuo arrossire.

3) Lavati la faccia

Lavarsi la faccia con acqua fredda tende a diminuire il rossore, perché il freddo determina vasocostrizione e quindi minor afflusso sanguigno ai capillari.

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4) Previeni le situazioni imbarazzanti

Devi scoprire quali sono le situazioni in cui arrossisci: quando ti arrabbi o quando sei agitato? Quando guardi una persona che ti piace? Oppure arrossisci quando l’attenzione è puntata su di te? In realtà, non devi evitare queste situazioni, ma cerca soltanto di renderti conto che non c’è ragione di arrossire in queste circostanze. Questo è il primo passo da fare per evitare l’imbarazzo di arrossire.
Fai una lista di tutte le volte che hai avuto questo problema di recente, specialmente nelle situazioni sociali. Prendi nota ci che cosa è successo. Ti hanno preso in giro? La gente se n’è accorta? Nella maggior parte dei casi, le persone normali non pensano che il rossore sia un problema e non ci fanno caso. E perché dovrebbero? Non è qualcosa che puoi controllare. Comincia a pensare che il rossore non è così importante come pensi.

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5) Trova delle tecniche che ti aiutino a rilassarti

Prepara corpo e mente a rilassarsi prima di arrossire, attraverso la meditazione e la ginnastica dolce. Sentirti rilassato e pensare di avere il controllo potrebbe aiutarti a prevenire il rossore.

  • Prova lo yoga: è l’esercizio perfetto per corpo e mente che ti aiuterà a concentrarti e stimolerà il tuo fisico affinché il sangue scorra lungo tutto il corpo e non solo in faccia. Prova diversi tipi di yoga, ne esistono dozzine; trova quello che va bene per te.
  • Prova la meditazione dolce: la parola “meditazione” può avere significati diversi. Prova semplicemente a diventare consapevole del tuo corpo e porta questa consapevolezza fuori da te stesso, per aiutarti a liberarti. Per prima cosa, concentrati sui pensieri nella tua testa e poi sposta gradualmente la tua consapevolezza fino ai confini del tuo corpo, finché non lo percepisci nel suo insieme.

Chiedi l’aiuto di uno specialista

Se la sola idea di arrossire ti crea tali problemi da impedirti una vita normale, potresti aver bisogno di un aiuto da parte di una specialista. Per approfondire, leggi: Eritrofobia, la paura di arrossire: cause, caratteristiche, cure e consigli

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Perché si arrossisce senza motivo o per amore? Cause e rimedi

MEDICINA ONLINE PERCHE SI ARROSSISCE AMORE IMBARAZZO EMOZIONE VOLTO STRESS PELLE ROSSA RAGAZZA DONNA FACCIA ERITEMA AMORE RIMEDI face swatch red blush skin hiding.jpgA chi non è mai capitato almeno una volta di sentire all’improvviso le guance scottare ed accorgersi di essere diventato rosso come un peperone? Questa è la reazione tipica che si ha quando ci si trova in determinate situazioni. Ma perché si arrossisce?  I veri motivi per cui si arrossisce sono ancor oggi oggetto di studi da parte di scienziati e psicologi. Quello che è dato ormai per certo è che si arrossisce senza poter fare nulla per evitarlo. E’ un meccanismo involontario, non lo possiamo controllare, almeno NON del tutto! E’ come la respirazione ed il battito del cuore: possiamo modularli con varie tecniche, tuttavia loro funzionano autonomamente. Non a caso ho citato battito cardiaco e respirazione: un aumento della loro frequenza tende infatti a verificarsi contemporaneamente alla comparsa del rossore. Inoltre il rossore si associa alla tipica sensazione di calore che sale verso il viso e successivamente interessa tutto il corpo

Zone del rossore

Il tipo di arrossamento può variare:

  • c’è chi arrossisce solo sulle guance;
  • chi sull’intero volto;
  • altri solo sulle orecchie o sul collo.

Motivi fisici dell’arrossamento

L’arrossamento tecnicamente è provocato dall’aumento del flusso sanguigno dovuto all’incremento di adrenalina nel nostro corpo. Questo capita in particolari situazioni di stress, o quando si verifica quello che gli studiosi chiamano “meccanismo di combatti o fuggi”. All’improvviso si prova imbarazzo, aumenta l’adrenalina, aumenta il flusso sanguigno ai capillari superficiali e si diventa rossi in viso. L’aumento del flusso ematico causa anche la forte sensazione di calore sulla faccia. Il rossore nel volto può essere determinato anche da varie condizioni e patologie, come vedremo in seguito. Quello che è ancora poco chiaro è il perché il rossore compaia principalmente sulle guance (molto più raramente anche sul collo) e non anche su tutto il resto del fisico. I capillari sono presenti in tutto il corpo, ma solamente quelli sul viso sono più soggetti al rossore.

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Motivi psicologici che determinano rossore in viso

Nella maggior parte dei casi quando si arrossisce è perché in quel preciso momento si sta provando una forte emozione, quasi sempre imbarazzo. Il tutto accade all’improvviso: è una reazione istintiva ed emotiva nei confronti del contesto nel quale ci si trova. Con il rossore sul viso si manifesta, senza parlare, uno stato di imbarazzo e/o disagio. Quasi sempre l’arrossamento si verifica quando si sente in difetto o in colpa verso gli altri e si assume un atteggiamento difensivo che diventa manifesto tramite il rossore.

Quali sono le classiche situazioni che portano all’arrossamento del viso?

Ecco una lista di situazioni tipiche che determinano rossore in viso:

  • quando si viene presi in giro davanti ad altre persone;
  • quando siamo di fronte – o semplicmente pensiamo – ad una persona di cui siamo innamorati;
  • quando si è interrogati dall’insegnante e non si è preparati;
  • quando baciamo una persona che ci piace;
  • quando facciamo sesso;
  • quando si è colti in flagrante a fare qualcosa che non si dovrebbe;
  • quando proviamo un forte piacere o una forte paura;
  • quando si viene sbugiardati di fronte agli altri;
  • quando si riceve un complimento inaspettato;
  • quando si deve fare un discorso in pubblico;
  • quando si ricorda un’occasione in cui si è provato forte imbarazzo;
  • quando ci si arrabbia.

Si potrebbe andare avanti a lungo con questa lista: il rossore si può verificare in qualsiasi situazione in cui si prova una forte emozione, di qualsiasi tipo essa sia.

Leggi anche: Perché viene la pelle d’oca? A che serve?

Perché non tutti arrossiscono?

Non tutti arrossiscono. Alcuni diventano rossi come peperoni in pochi secondi anche con una emozione poco intensa, altri non lo diventano mai o solo raramente e con rossore poco evidente. Ciò dipenderebbe sia da motivi fisici (vascolarizzazione superficiale del viso più o meno fitta, pelle più o meno scura a causa di quantità più elevate o più basse di melatinina…) che psicologici (alcune persone sono ad esempio più “emotive” di altre), tuttavia i veri motivi di questa grande variabilità, non sono ancora stati del tutto chiariti.

Patologie e condizioni che determinano rossore

Ci sono alcuni casi in cui il rossore può essere determinato da condizioni o da patologie particolari. Tipici casi sono quando:

  • si assume una grande quantità di alcolici;
  • si è sessualmente eccitati;
  • si compie uno forzo pesante o a lungo;
  • si espone la pelle a freddo eccessivo;
  • quando si prende troppo sole senza protezione solare.

Un rossore patologico particolare è l’eritema a farfalla che compare nel Lupus eritematoso sistemico, a tal proposito leggi anche: Lupus eritematoso sistemico (LES): cause, sintomi e terapie

La fobia di arrossire

Il rossore in viso in alcuni casi sfocia in un vero e proprio disturbo psichiatrico: l’eritrofobia o ereutofobia, cioè la paura ossessiva di arrossire. Per chi soffre di questa patologia l’arrossire è praticamente una costante. Questa fobia, inoltre, può compromettere seriamente la vita lavorativa e sociale, tanto che molte persone che ne sono affette decidono di sottoporsi ad un intervento chirurgico, la simpaticectomia endotoracica, che va a limitare il problema.

Come evitare di arrossire

Esistono vari sistemi per limitare al massimo il rossore, li potete trovare in questo articolo: I 5 modi per evitare di arrossire sul volto ed apparire imbarazzati

Per approfondire, leggi: Eritrofobia, la paura di arrossire: cause, caratteristiche, cure e consigli

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Pelle irritata dal sudore: bagno, doccia, gel o crema idratante?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie I vari tipi di ghiandole e di sudore che influenzano l’odore del nostro corpoIn questo precedente articolo: Pelle arrossata ed irritata a causa del sudore: come curare l’irritazione cutanea? avevamo introdotto l’argomento, vediamo oggi altri consigli per prevenire e curare la pelle irritata a causa dal sudore.

Bagno o doccia?
Bagno o doccia che sia, il dato più importante è che l’esposizione prolungata all’acqua molto calda può rimuovere gli oli essenziali della pelle e l’umidità, lasciandoti la pelle rossa, secca e a scaglie. Quindi evita l’acqua troppo calda e, se proprio non riesci a farne a meno, almeno limitati a non più di 10 minuti di lavaggio. Altro piccolo consiglio: fai un bagno nella pappa d’avena. L’avena aiuta a calmare la pelle irritata, ed è un rimedio provato per l’irritazione cutanea. Usa della avena commestibile o dei bagni di pappa d’avena.

Crema idratante: quale e come?
Applica una crema quando hai fatto la doccia e dopo esserti lavato le mani. Le persone che hanno la pelle molto secca, possono applicare l’idratante a intervalli selezionati. Cerca gli ingredienti seguenti quando acquisti una crema idratante:

  • Ceramide. Aiuta nel sollievo della ritenzione idrica e dell’arrossamento.
  • Dimeticone e glicerina. Entrambe avvicinano l’acqua alla pelle.
  • Acido ialuronico. Come la ceramide, l’acido ialuronico aiuta a combattere la ritenzione idrica.
  • Lanolina, oli minerali e petrolato. Questi ingredienti aiutano la pelle a mantenere l’umidità assorbita durante l’abluzione.

Usa gel e creme con proprietà lenitive
Esistono molte creme e gel che possono migliorare l’irritazione da sudore, specialmente:

  • Crema con idrocortisone, applicata una-quattro volte al giorno.
  • Gel con aloe vera. I gel con aloe vera vengono spesso usati come medicazioni topiche per alleviare l’arrossamento grazie alle loro proprietà antinfiammatorie. L’aloe vera riduce le irritazioni della pelle.

Se l’irritazione persiste a lungo, o se vi accorgete che la sudorazione o il prurito sono francamente eccessivi o sono improvvisamente aumentati senza motivo, consultate il vostro medico di fiducia.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Ti sei scottato? Ecco i 10 errori da evitare per non peggiorare la situazione e prevenire nuove scottature

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ERITEMA SCOTTATURA BRUCIATURA ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL UVA UVB RADIAZIONE CANCRO NEOEcco che anche quest’anno siete caduti nello stesso errore delle scorse estati: poche ferie e poco tempo per raggiungere una abbronzatura intensa, così vi siete esposti al sole in maniera esagerata fin dal primo giorno, pensando di guadagnare tempo. Invece vi siete ritrovati con un colore talmente tendente all’aragosta che la vostra foto è finita nelle enciclopedie mediche sotto la voce “eritema solare” e con la pelle talmente dolorante che la notte vorreste dormire in piedi, se fosse possibile! Cosa fare? Premesso che sarebbe meglio evitare di scottarsi, una volta che il danno è fatto, ecco alcuni consigli per dare un po’ di tregua alla pelle e soprattutto per evitare che la situazione peggiori ulteriormente e che ci si scotti nuovamente.

1) Evita la disidratazione

Il corpo ha bisogno di acqua, a maggior ragione dopo che è stato “cotto” al sole. Le scottature non sono solo dolorose, ma privano anche il corpo dei suoi fluidi naturali, che bisogna quindi integrare assumendo per un paio di giorni più acqua, come pure succhi di frutta e bevande isotoniche, tenendo nel contempo d’occhio ogni possibile segnale di disidratazione.

2) Evita di indossare vestiti aderenti

Dopo una scottatura solare, la pelle ha bisogno di respirare, quindi i vestiti aderenti sono l’ultima cosa di cui ha bisogno. «Il corpo cerca di combattere il trauma della scottatura facendo affluire più sangue nell’area scottata, così da favorire il processo di guarigione e questo provoca già di per sé rossore ed infiammazione, che i vestiti troppo aderenti potrebbero intensificare, causando vesciche e gonfiore ancora più intenso».

Leggi anche: Impieghi terapeutici dell’aloe vera nella dieta, nella cosmesi, nelle terapie antitumorali e contro gastrite e colesterolo

3) Non usare creme idratanti contenenti alcool

Ottima l’idea di idratare la pelle, ma prima di applicare una crema su una scottatura provocata dal sole, è meglio assicurarsi che non contenga alcool, perché si finirebbe solo con l’aggravare il problema. L’alcool priva la pelle del suo film lipidico naturale quindi usato su un’ustione in via di miglioramento significherebbe rallentarne il processo di guarigione. Meglio scegliere una crema bio, con ottimo INCI, contenente l’aloe, che ha naturali proprietà anti-infiammatorie dell’aloe (un toccasana per la pelle in caso di scottature), ma sempre senza profumo, che può irritare l’epidermide ancora di più. Ecco perché i dermatologi consigliano di usare l’aloe senza profumazione o, ancora meglio, quella derivata direttamente dalla pianta. Un prodotto che vi consigliamo, è questo gel: https://amzn.to/3y8hC2N

Leggi anche: Conosci veramente il tuo idratante? Con l’INCI impari a leggere gli ingredienti di tutti i cosmetici che usi

4) Evita di far scoppiare le vesciche

Queste bolle extra di pelle servono a proteggere la zona scottata, quindi non vanno toccate per nessun motivo. Nel caso però in cui facessero davvero male si possono bucare con un ago sterile e far uscire delicatamente il siero. Successivamente bisogna applicare una crema antibiotica per 4 – 5 giorni.

Leggi anche: Differenza tra scottatura ed ustione

5) Evita alcuni tipi di trattamenti di medicina estetica

Alcune tipologie di trattamenti di medicina estetica sono da evitare quando la pelle è scottata, come ad esempio la radiofrequenza. Meglio aspettare qualche giorno, in modo che la pelle possa tornare alla normalità.

Leggi anche: La radiofrequenza elimina efficacemente le rughe del viso

6) Evita di riesporti al sole

Può sembrare un consiglio banale, eppure dopo una scottatura molti fanno l’errore di riesporsi al sole troppo presto, appena vedono che la pelle non è più arrossata. In questi casi è invece preferibile lasciar passare alcuni giorni prima di cercare nuovamente la tintarella, soprattutto se avete un fototipo molto chiaro. Evitate ovviamente anche lettini solari e lampade.

Leggi anche: Fototipo 0 1 2 3 4 5 6: significato, colore, caratteristiche, come abbronzarsi

7) Non coprire la scottatura col trucco

Si, lo sappiamo: avete quell’evento in cui volete arrivare con la pelle perfetta quindi vorreste truccarvi, tuttavia la pelle ustionata – per guarire – deve “respirare”, quindi coprirla col make-up non è certo una opzione intelligente per la sua salute. Senza contare che l’utilizzo di spugnette o pennelli sporchi potrebbe aumentare il rischio di infezioni o di reazioni allergiche, aggravando così il quadro generale. Importante anche evitare i tester dei negozi, spesso ricchi di virus e batteri che non vedono l’ora di prendere d’assalto la vostra gia debilitata pelle.

Leggi anche: Attenzione ai cosmetici tester nei negozi sono pieni di virus e batteri fecali

8) Alimentati correttamente

Dopo una scottatura, è ancora più importante del solito fornire al corpo la giusta quantità di vitamine e sali minerali, grazie ad una alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione. Evita i cibi eccessivamente calorici e grassi, come i fritti ed il cibo spazzatura (dolci e merendine). Può essere molto utile assumere ogni giorno un multivitaminico multiminerale, come questo che vi consigliamo: https://amzn.to/3buPj6X

9) Utilizza la giusta crema solare

Come visto al punto 6, dopo una scottatura, la cosa più intelligente da fare, sia di non esporsi al sole per alcuni giorni, ma se non lo si può proprio evitare, che almeno si usi una crema solare protettiva, da riapplicare per tutto il tempo in cui si sta all’aria aperta. L’importante è sceglierne una di alta qualità, che protegga la vostra pelle, come questa che vi consigliamo: https://amzn.to/3I3ZBXY

10) Evita di esfoliare la pelle che si sta desquamando

Quando la pelle comincia a squamarsi, è bene non interferire col processo in atto e lasciare quindi che si compia in modo naturale. Il che significa stare lontano da prodotti esfolianti, o che contengano acido glicolico o salicilico e retinolo, perché possono essere estremamente aggressivi per la pelle, soprattutto se questa è bruciata dal sole. In questi casi è bene non dimenticarsi di idratare generosamente la pelle, così da aiutarla ad esfoliarsi naturalmente e in modo uniforme.

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Rossore ed irritazione della pelle sotto e tra il seno: cause e rimedi

MEDICINA ONLINE ROSSORE IRRITAZIONE PELLE SOTTO PIEGA TRA SENO REDNESS RASH RED SKIN UNDER BREAST WOMAN RIMEDI CURE TERAPIA.jpgUna irritazione ed arrossamento della pelle si può verificare piuttosto spesso nella zona intorno alle mammelle, specie nella piega sottomammaria, la zona dove – specie col caldo – si accumula sudore e lo fregamento di pelle del seno, pelle addominale e reggiseno possono determinare infiammazione della cute ed accumulo di microorganismi come batteri e funghi che peggiorano la situazione. L’eruzione cutanea può presentarsi sotto forma di pelle squamosa, vesciche o macchie arrossate e pruriginose e si presenta più frequente nelle donne che allattano, in quelle obese e diabetiche, in quelle che non eseguono una corretta igiene, specie nei mesi più caldi.
Il prurito tipico dell’irritazione induce a grattarsi la zona e questo va a determinare un peggioramento della situazione, in una sorta di circolo vizioso. Per fortuna ci sono molte cose che puoi fare per lenire il disagio e sbarazzarti dello sfogo; la prima cosa da fare è cambiare alcune tue abitudini e stili di vita, con questi consigli:

1) Mantieni asciutta la pelle sotto le mammelle
L’umidità che si crea in questa zona può portare a infezioni e sfoghi cutanei, devi quindi fare di tutto per evitare che ciò accada: pulisci e asciuga la pelle sotto i seni se senti che si è accumulato sudore, specie dopo aver fatto attività fisica e se hai un seno prosperoso, inoltre assicurati di mantenere la pelle asciutta nelle giornate particolarmente calde quando sudi molto.

2) Presta attenzione ai potenziali agenti irritanti
È possibile che alcuni prodotti che usi possano contribuire a irritare la pelle. Se stai utilizzando prodotti mai usati prima, come un sapone, uno shampoo, una lozione, un detersivo per bucato o altri prodotti con cui la pelle entra in contatto, interrompine l’uso. Controlla se i sintomi spariscono e, in questo caso, evita di usare questi prodotti in futuro.

3) Indossa un reggiseno della misura adatta
Se il reggiseno è troppo grande o troppo piccolo può favorire l’irritazione responsabile dell’eruzione cutanea. Acquista reggiseni di cotone con zone elastiche, realizzati con materiali di alta qualità. Non prenderli in tessuto sintetico, perché irritano ulteriormente la pelle. Se non conosci di preciso la tua taglia, recati in un negozio di abbigliamento intimo e chiedi di provare diversi articoli.

4) Indossa vestiti in cotone
Questo materiale aiuta a ridurre l’umidità sotto le mammelle, permette una migliore traspirazione rispetto ad altre fibre e assorbe meglio l’umidità cutanea. Cerca di indossare indumenti costituiti al 100% di cotone.

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Trattare l’irritazione con rimedi casalinghi

1) Applica un impacco freddo sulla zona interessata
Se noti un’eruzione cutanea sotto i seni, prova questo rimedio. Il freddo può aiutare a ridurre l’infiammazione e lenire i sintomi. Puoi semplicemente avvolgere il ghiaccio in un asciugamano di cotone o in un sacchetto di plastica. Puoi anche scegliere di acquistare un impacco di ghiaccio già pronto nei supermercati meglio forniti, tuttavia, tieni presente che quelli commerciali non devono essere appoggiati direttamente sulla pelle: anche in questo caso, vanno avvolti in un telo prima dell’uso. Tieni il ghiaccio in loco per 10 minuti alla volta, fai quindi una pausa e ripeti, se i sintomi persistono. Un ottimo prodotto per fare gli impacchi è questo: http://amzn.to/2CWQpXf

2) Fai un bagno o una doccia tiepida
Questo rimedio può essere di aiuto per qualunque tipo di sfogo cutaneo, compreso quello sotto i seni. Puoi anche far scorrere dell’acqua tiepida su un panno e appoggiarlo direttamente sulla pelle per alcuni minuti.

3) Usa l’olio di melaleuca (tee tree oil)
Per alcune persone, quest’olio fornisce sollievo dall’eruzione cutanea. Ricorda che però non va mai applicato puro direttamente sulla pelle, perché potrebbe aggravare il problema. Assicurati sempre di diluirlo con l’olio di oliva prima di usarlo.
Mescola 4 cucchiai di olio d’oliva con 6 gocce di olio di melaleuca. Intingi un batuffolo di cotone nella miscela e tamponalo delicatamente sulla zona sofferente.
Massaggia l’area leggermente per alcuni minuti, in modo che l’olio penetri nella cute. Per ottenere risultati migliori, segui questa procedura dopo il bagno o la doccia e ripetila prima di andare a dormire. Se ti accorgi che i sintomi si aggravano dopo averlo applicato, interrompine immediatamente l’uso. Un olio di qualità davvero elevata è questo: http://amzn.to/2CVmPkJ

4) Prova il basilico
Alcune persone affermano che questa pianta erbacea sia efficace per alleviare il disagio alla pelle. Schiaccia delle foglie fresche fino a formare un composto simile a una pasta, spalmalo delicatamente su tutta l’area colpita dallo sfogo e lascialo in posizione finché non si asciuga. Al termine risciacqua la pelle con acqua calda e asciugala tamponando. Ripeti il processo una volta al giorno e osserva i risultati. Come già detto, tieni presente che non tutti i rimedi casalinghi funzionano su tutte le persone. Se noti che lo sfogo cutaneo peggiora, non ripetere questo trattamento. Inoltre evita di usare le foglie di basilico se sai di esserne allergica.

5) Detergi la zona arrossata
Tieni sempre pulita la zona interessata dell’irritazione, usando un gel detergente di qualità, come ad esempio questo ottimo prodotto a base di aloe vera: http://amzn.to/2CTFoWq

6) Applica una lozione di calamina, aloe vera o un prodotto idratante senza profumi per lenire l’irritazione
Alcune lozioni e creme idratanti possono aiutare ad alleviare lo sfogo. Cerca di usare una crema idratante senza fragranze o profumi, un prodotto a base di aloe vera o una lozione a base di calamina.
Applica la lozione idratante sulla pelle infiammata in base alla necessità, seguendo le specifiche istruzioni riportate sulla confezione. Una ottima lozione idratante la potete trovare qui: http://amzn.to/2CXdAQf

L’aloe vera è in grado di fornire sollievo allo sfogo cutaneo e alla pelle irritata di molte persone; ha delle proprietà antimicotiche e antibatteriche che possono aiutare a curare l’eruzione. Applica il prodotto direttamente sulla pelle interessata. Non è necessario risciacquarlo, ma dopo l’applicazione dovresti aspettare 20 minuti prima di vestirti. Ripeti se necessario. Una aloa vera in gel eccezionale è questa: http://amzn.to/2CHxPOr

La lozione di calamina può evitare prurito e irritazione, soprattutto se temi che lo sfogo sia stato causato da qualche sostanza particolare, come quella rilasciata dalla quercia o edera velenosa. Applicala due volte al giorno usando un batuffolo di cotone. Una ottima lozione di calamina è la seguente: http://amzn.to/2CKQjxu

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Cure mediche per l’irritazione della pelle del seno

1) Sappi quando è opportuno farsi visitare
La maggior parte degli sfoghi cutanei sotto il seno è benigna ed è causata da disturbi della pelle piuttosto comuni, che scompaiono senza bisogno di trattamenti medici. Tuttavia, a volte queste eruzioni possono essere sintomo di qualche patologia più grave. Dovresti recarti dal medico se presenti uno qualunque dei seguenti sintomi.
Se lo sfogo cutaneo non risponde ai trattamenti casalinghi dopo una o due settimane, devi farti visitare. Devi rivolgerti al dottore anche se l’eruzione cutanea è accompagnata da febbre, forte dolore, piaghe che non guariscono e se i sintomi peggiorano.

2) Fatti visitare da un medico
Fissa un appuntamento con il medico di base in modo da farti analizzare lo sfogo. Informalo degli eventuali sintomi che accompagnano l’eruzione cutanea.
Il medico probabilmente vorrà esaminare la pelle affetta. Se lo sfogo è causato da qualche circostanza benigna e non presenti ulteriori sintomi, sarà in grado di elaborare una diagnosi senza la necessità di ulteriori esami.
A volte potrebbe decidere di sottoporti a una raschiatura cutanea alla ricerca di qualche infezione micotica. Il medico potrebbe anche usare una lampada speciale, come quella di Wood (o luce nera) per osservare meglio la pelle. In casi rari può essere opportuno eseguire una biopsia.

3 Usa farmaci
Se l’eruzione cutanea è dovuta a un’infezione e non si riduce da sola, il medico potrà consigliarti dei farmaci. Esistono diversi medicinali su prescrizione che vengono usati per trattare questo tipo di problema.
Il medico potrà prescriverti degli antibiotici o delle creme antimicotiche da applicare sulla pelle; assicurati di seguire le indicazioni che ti fornisce il curante.
Egli potrà inoltre consigliarti delle creme o lozioni steroidee a basso dosaggio che possono proteggere la pelle.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Differenza tra orticaria, esantema ed eritema

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Orticaria

L’orticaria è una patologia dermatologica, ad eziologia variabile, caratterizzata dall’improvvisa comparsa di un’eruzione cutanea, più o meno pruriginosa, la cui lesione elementare è il pomfo. Le lesioni interessano prevalentemente l’epidermide, ma possono anche estendersi agli strati più profondi della pelle, portando ad una condizione nota come angioedema, e sono dovute prevalentemente alla liberazione di istamina. Non esiste una zona di cute preferenzialmente coinvolta nella patologia. A seconda della durata delle lesioni si parla di orticaria acuta, se scompaiono entro sei settimane, altrimenti si parla di orticaria cronica. Per approfondire: Orticaria acuta e cronica: cause, sintomi, diagnosi, immagini, cura, rimedi

Esantema

L’esantema (nota anche come “rash“) è un’eruzione cutanea di pustole, vescicole o bolle. Le eruzioni sono tipiche – anche se non esclusiva – di alcune malattie dei bambini, come il morbillo, la rosolia, la varicella, note appunto come malattie esantematiche, e per lo più di origine virale. Per approfondire: Eruzioni esantematiche, eritematose, vescicolo-bollose e pigmentarie da farmaci

Eritema

Con “eritema” si indica un’irritazione cutanea, che affligge per lo più gli strati esterni della pelle causando un arrossamento della pelle determinato dall’aumentato apporto di sangue ai vasi sanguigni del derma superficiale. In medicina il termine è usato per tutte le affezioni cutanee che presentano un rossore più o meno esteso del tegumento che sparisce alla vitropressione. L’eritema si definisce attivo quando esprime la dilatazione dei vasi arteriosi: si presenta di colorito rosso vivo e può esservi un aumento della temperatura locale. È definito passivo quando causato da una stasi venosa, si presenta di colorito rosso-bluastro e con una diminuzione della temperatura locale. L’eritema presenta dimensioni, forma e localizzazione varia; scompare alla vitropressione a causa dell’interruzione del flusso sanguigno. Può manifestarsi per cause fisiche (meccaniche, termiche, radianti), chimiche, infettive (micosi, malattie esantematiche infantili), emotive (rossore improvviso, localizzato al volto e al collo, al verificarsi di situazioni imbarazzanti), o essere provocato da farmaci, disvitaminosi, disendocrinie o – ancora – comparire in corso di reazioni allergiche. Sono comuni eritemi dovuti a sensibilizzazione nei confronti di creme (spesso creme antismagliature) o oli applicati sulla pelle. Uno dei più comuni eritemi è l’eritema solare, causato da una sovraesposizione del soggetto ai raggi solari. Per approfondire: Ustione solare: cosa fare/non fare e tempi di guarigione

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Medico Chirurgo
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Rossore dopo la ceretta: cure e rimedi

Beautician Waxing A Woman's Leg Applying Wax StripEsistono rimedi per evitare, o comunque ridurre notevolmente, l’antipatico rossore che si spande sul nostro corpo dopo l’epilazione? Oggi ti spiegheremo qualche semplice rimedio per evitare o attenuare il rossore dopo la ceretta.

Rossore post ceretta: come funzionano i rimedi

Esistono rimedi per trattare il rossore post ceretta differenti a seconda dei posti interessati dal trattamento. In particolare, curare il rossore dopo la ceretta del viso sarà differente rispetto a quello della ceretta di gambe e ascelle. In ogni caso, comunque, il miglior rimedio per attenuare il rossore post ceretta e far durare di più l’effetto della depilazione, è predisporre la pelle perfettamente al trattamento prima di effettuarlo. Ecco cosa fare prima per una ceretta senza dolore e senza antipatici brufoletti rossi dopo.

  • Effettuare uno scrub due giorni prima del trattamento, per predisporre e ammorbidire la pelle
  • Fai una doccia calda prima della ceretta per aprire i follicoli permettendo al pelo di fuoriuscire più facilmente
  • Non usare prima o dopo alcolici o profumi sulla pelle

Per quanto riguarda invece la ceretta vera e propria, ricorda di:

  • Affidarti a un professionista se hai la pelle delicata
  • Scegliere il metodo di epilazione con ceretta più adatto alle tue esigenze
  • Detergere perfettamente la pelle prima della ceretta
  • Strappare contropelo
  • Non esporti al sole subito dopo il trattamento

Seguendo queste regole si diminuisce la possibilità di incorrere in rossori e irritazioni post ceretta, ma se dovessero comunque comparire, come comportarsi?

Come attenuare il rossore post ceretta a seconda dei posti in cui compare

Ecco una guida che spiega come ridurre il rossore e l’irritazione post ceretta, considerando il tipo di ceretta effettuata e soprattutto la zona che siamo andate a depilare. Ricordate sempre che subito dopo la depilazione è bene

  • disinfettare la parte interessata con acqua ossigenata
  • rimuovere ogni residuo di cera con oli e detergenti appositi
  • in caso di rossore post ceretta diffuso, doloroso e persistente potreste avere una follicolite e sarà quindi bene consultare un dermatologo

Rossore post ceretta viso

Il rossore post ceretta al viso può presentarsi in più zone, generalmente quelle interessate dai peli superflui, dai baffetti a quelli sul mento o fra le sopracciglia. Innanzitutto, subito dopo l’epilazione, disinfetta la parte interessata con un po’ di acqua ossigenata e poi rimuovi la cera in eccesso con un olio naturale, per pulire la zona ed evitare che la cera rimasta possa darti problemi.

Una volta fatto questo, per rinfrescarsi e attenuare il rossore dopo la ceretta al viso, è consigliato concedersi una bella maschera lenitiva e nutriente, per esempio all’aloe vera, ingrediente fondamentale per chi voglia prendersi cura delle irritazioni che possono generare fastidi sulla pelle, come vedremo. Per disinfettare e lenire il rossore, si può inoltre optare per una crema all’ossido di zinco e Lanolina, ma prima di applicarla provatela prima su una zona piccola e nascosta del corpo per testare eventuali intolleranze cutanee.

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Rossore post ceretta baffi e baffetti

Se invece il rossore post ceretta è localizzato sopra il labbro superiore, dove generalmente si trovano baffi e baffetti laterali, ecco qualche trucco per lenirlo. Innanzitutto bisogna capire il tipo di rossore e irritazione con cui abbiamo a che fare: se è troppo esteso infatti, o duraturo, potreste aver usato una cera troppo calda o aver strappato male.

In questi casi, dopo aver gentilmente disinfettato l’area e aver pulito gli eccessi di cera rimasti, converrà utilizzare un gel all’aloe vera per lenire irritazione e fastidio. Evitate creme con antibiotici o cortisoni: sono medicinali e andrebbero sempre usati con cautela e dietro consiglio medico. Meglio un olio alle mandorle dolci, ottimo lenitivo naturale.

Dopo il gel all’aloe vera, se vedete che il rossore persiste o ci sono bruciature lievi, potrete invece usare una crema cicatrizzante. Abbiate cura di non stressare la pelle dopo queste applicazioni, perché avrà bisogno di qualche giorno per “riprendersi”. Se invece il problema principale è rappresentato dal fastidio del post ceretta e dal rossore lieve, senza bruciature, si possono utilizzare soluzioni lenitive al mentolo e al tè verde, due prodotti ideali per donare sollievo alla pelle irritata del post depilazione.

Rossore post ceretta, gambe e petto

Per quanto riguarda i rimedi contro il rossore post ceretta a gambe e petto si deve innanzitutto procedere come per le altre parti del corpo, rimuovendo quindi l’eccesso di ceretta e disinfettando la zona.

Se si tratta di una zona circoscritta, il primo passo può essere passare del ghiaccio, per lenire immediatamente il rossore ed evitare che si diffonda o diventi persistente. Ricordate sempre di non applicare mai il ghiaccio direttamente sulla pelle, ma di frapporre sempre un panno per preservare la pelle. In alternativa di può usare l’olio per lenire e idratare la pelle irritata. In caso invece il rossore sia esteso, puoi fare un bagno all’avena colloidale: basterà versarne un po’ nell’acqua e poi lasciarsi coccolare.

Rossore post ceretta alle ascelle e all’inguine

Ci sono zone più delicate del corpo dove maggiormente bisogna fare attenzione alla depilazione e al processo post epilatorio, per evitare fastidi e irritazioni maggiori, dato lo sfregamento. E’ il caso del rossore post ceretta a inguine e ascelle, che va trattato con particolare delicatezza per evitare possa durare e peggiorare a causa dello sfregamento con i vestiti, soprattutto se troppo stretti. Ecco qualche consiglio per curare il rossore post ceretta nei due casi

Rossore post ceretta ascelle

Il rossore post ceretta alle ascelle è particolarmente fastidioso, perché può ripercuotersi per tutto il giorno sui nostri gesti. Pertanto è necessario innanzitutto scegliere con la propria estetista il tipo di ceretta migliore per noi. Una volta finita la ceretta bisogna:

  • pulire i residui di cera e asciugare attentamente le ascelle, per evitare che l’umidità possa creare un ambiente batterico
  • lenire il rossore con impacchi di camomilla, oli alla calendula o creme che contengano l’aloe vera
  • lasciar riposare la pelle almeno per qualche ora, non indossare magliette dalle maniche troppo aderenti e non esporre la parte al sole

Rossore post ceretta inguine

Il rossore post ceretta all’inguine può essere molto fastidioso, sia al mare che in città, perché se eccessivo può limitare i movimenti e peggiorare per lo sfregamento.

Pertanto bisognerà innanzitutto fare un gommage delicato due giorni prima della ceretta, per preparare la pelle. Il giorno della ceretta, invece, dovrete assicurarvi di avere qualche ora dopo la depilazione, per far riposare la pelle dopo i trattamenti lenitivi necessari per evitare e rimuovere rossore e irritazioni.

Anche in questo caso possono essere un toccasana gli oli alla calendula, soprattutto per le pelli più delicate. Più in generale dovrete dotarvi di gel o creme dagli ingredienti lenitivi (come il latte e l’aloe vera) oppure rinfrescanti come menta o mentolo. Ricordate di non indossare abiti aderenti per almeno un giorno, e di evitare invece per 48 ore l’esposizione al sole, per lasciare alla pelle il tempo di alleviare il rossore post ceretta senza stress.Leggi anche:

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Lupus eritematoso sistemico (LES): cause, sintomi, diagnosi e terapie

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO LES CAUSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl lupus eritematoso sistemico (da cui l’acronimo “LES“, o semplicemente “lupus“; in inglese “systemic lupus erythematosus“, da cui l’acronimo “SLE“) è una patologia del connettivo cronica di natura autoimmune, che può colpire diversi organi e tessuti del corpo. Come accade nelle altre malattie autoimmuni, il sistema immunitario produce autoanticorpi che, invece di proteggere il corpo da virus, batteri e agenti estranei, aggrediscono cellule e componenti del corpo stesso, causando infiammazione e danno tissutale. Il meccanismo patogenetico è un’ipersensibilità di III tipo, caratterizzata dalla formazione di immunocomplessi. Il lupus è una patologia caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose, sensibilità alla luce del sole e coinvolgimento sistemico di quasi tutti gli organi e apparati come il rene, le articolazioni, il sistema nervoso centrale, le sierose e il sistema emopoietico, dovute a deposito di immunocomplessi e complemento. Colpisce più frequentemente le donne, soprattutto fra i 15 e i 40 anni.

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Etimologia

Il termine “Lupus” è una parola latina che significa “lupo” e si riferisce alla caratteristica eruzione cutanea a forma di farfalla riscontrata sul viso di molti pazienti affetti da LES, che ricordava ai medici i contrassegni bianchi presenti sul muso dei lupi. Secondo altri invece le lesioni cicatriziali successive al rash assomigliavano a quelle lasciate dai morsi o graffi dei lupi.

Che cos’è il lupus eritematoso sistemico?

Il lupus eritematoso sistemico (LES) è una malattia del connettivo (connettivite) caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose, sensibilità alla luce del sole e coinvolgimento sistemico di quasi tutti gli organi e apparati come il rene, le articolazioni, il sistema nervoso centrale, le sierose e il sistema emopoietico, dovute a deposito di immunocomplessi e complemento.

Tipologie

Esistono forme particolari di lupus:

  • lupus indotto da farmaci: caratterizzato dalla presenza degli anticorpi anti-istone;
  • lupus neonatale: causato dal trasferimento trans-placentare degli anti-SSA che possono causare nel neonato manifestazioni cutanee eritematose transitorie o blocchi atrio-ventricolari permanenti;
  • lupus cutaneo: caratterizzato solo dalle manifestazioni cutanee (anche se esistono dei casi che evolvono in forme sistemiche) le cui varianti principali sono il lupus discoide e il lupus cutaneo subacuto.

Epidemiologia

Il LES colpisce più frequentemente le donne, soprattutto fra i 15 e i 40 anni; il rapporto di incidenza tra femmine e maschi è di 9:1. Negli uomini con la sindrome di Klinefelter, caratterizzata dalla presenza di un genotipo 47,XXY, la prevalenza è simile a quella nel sesso femminile, suggerendo un possibile coinvolgimento del cromosoma X nella patogenesi della malattia. Possono verificarsi casi di familiarità, ma più spesso è una malattia sporadica. La prevalenza del lupus eritematoso sistemico varia considerevolmente a seconda del paese, dell’etnia e del genere.

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Cause e fattori di rischio del lupus

Le cause della malattia non sono note, si ritiene che alla base ci sia un’alterata clearance delle cellule apoptotiche con conseguente reazione autoimmune nei confronti del DNA e di altri antigeni intracellulari. Nella patogenesi della malattia è coinvolta anche l’esposizione di antigeni intracellulari da parte dei cheratinociti danneggiati dai raggi UV; infatti l’esposizione al sole nei soggetti lupici è in grado di provocare le manifestazioni cutanee e flare (riattivazioni) di malattia.
La differente incidenza della malattia tra uomini e donne sembra possa essere dovuta a un ruolo importante di fattori ormonali ed epigenetici nella suscettibilità alla malattia del sesso femminile.

Sintomi e segni del lupus

I sintomi e segni del lupus sono molto vari:

  • sintomi sistemici: febbre e stanchezza;
  • segni cutanei e mucosi: rash a farfalla al volto, lesioni eritematose nelle zone esposte al sole, alopecia areata e perdita diffusa di capelli, lesioni rosso-violacee del palato duro e nasali, vasculite cutanea;
  • coinvolgimento renale: sindrome nefritica e sindrome nefrosica;
  • coinvolgimento articolare: artralgie e artrite;
  • coinvolgimento delle sierose: pericarditi e pleuriti;
  • coinvolgimento del sistema emopoietico: leucopenia, anemia emolitica, piastrinopenia;
  • coinvolgimento del sistema nervoso centrale: deficit di concentrazione, epilessia, psicosi.

Alcuni pazienti con lupus hanno un più alto rischio di sviluppare depressione ed altre malattie psichiatriche.

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Diagnosi

I criteri classificativi del lupus comprendono la presenza di quattro tra le manifestazioni cliniche e laboratoristiche di malattia o una biopsia renale probante con ANA o anti-DNA positivi.

Alla base della diagnosi vi è la presenza degli anticorpi anti nucleo (ANA), positivi in più del 90% dei casi. Le specificità più frequenti e specifiche sono gli anti-DNA seguiti dagli anti-Sm/RNP; si è osservato che le variazioni dei livelli degli anti-DNA correlano con l’andamento della malattia. Ugualmente frequenti, ma non specifici, sono gli anti-SSA e gli anti-SSB.
Una percentuale significativa di pazienti affetti da lupus presenta positività degli anticorpi anti-fosfolidipi (LAC, anticardiolipina, anti-beta 2 glicoproteina I), anticorpi in grado di provocare trombosi e aborti.

Esami strumentali per la determinazione dell’attività di malattia e per la stadiazione del coinvolgimento d’organo sono:

  • Esami ematici: il dosaggio del complemento (C3 e C4, che si abbassa in caso di malattia attiva), l’emocromo, la creatinina;
  • Analisi del sedimento urinario e la determinazione della proteinuria nelle 24 ore;
  • Biopsia renale: consente di classificare l’eventuale coinvolgimento renale in 5 classi che prevedono protocolli terapeutici e prognosi diverse;
  • RMN encefalo con mezzo di contrasto;
  • Elettroencefalogramma;
  • Ecocardiogramma;
  • Rx torace;
  • Ecografia articolare.

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Trattamenti

Il trattamento delle fasi acute di malattia e delle manifestazioni d’organo più importanti si basa sull’uso di corticosteroidi endovena o per via orale, dapprima ad alte dosi poi alla più bassa dose sufficiente al controllo della malattia.

Gli antimalarici, come l’idrossiclorochina, se non controindicati, costituiscono la terapia di fondo di tutti i pazienti con lupus poiché riducono la frequenza dei flare, sono particolarmente efficaci nel controllare le manifestazioni cutanee e articolari di malattia e si possono utilizzare in gravidanza.
Agli anti-malarici si possono associare immunosoppressori come la ciclofosfamide, prima linea nel trattamento della glomerulonefrite lupica, l’azatioprina, comunemente utilizzata come terapia di mantenimento dopo ciclofosfamide e nel trattamento delle principali manifestazioni di malattia, il micofenolato mofetile, utilizzabile sia come terapia di induzione che di mantenimento della glomerulonefrite lupica, la ciclosporina, utile in caso di glomerulonefrite membranosa, ed il metotrexate, in caso di prevalenti manifestazioni artritiche non rispondenti agli anti-malarici.

Sono in studio numerosi farmaci biologici per il trattamento del lupus; è attualmente disponibile in commercio un anticorpo monoclonale (Belimumab) diretto contro la molecola BAFF, fattore di sopravvivenza dei linfociti B responsabili della produzione di anticorpi, che è efficace nel controllare il lupus attivo nonostante la terapia standard.

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