Perché i capelli diventano bianchi precocemente? Sono ancora giovane… Ecco i rimedi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA BELLA ESTETICA CAPELLI OCCHI ELLEZZA COSMETICI PELLE RUGHE TRUCCO MAKE UP CORNA FIORI NATURAPrima di addentrarci nella risposta, un piccolo ripasso anatomico su come è fatto un capello. Quest’ultimo è diviso in tre parti. La prima è la più visibile, la parte del capello con cui tutti hanno familiarità, chiamata fusto (oppure stelo). Essa si sviluppa esternamente al follicolo, sopra la cute, e ha lunghezza variabile ed uno spessore medio di 0,07 mm.
La seconda (la radice) si trova all’interno del follicolo stesso, sotto pelle e perciò normalmente invisibile. E’ la parte in contatto con il muscolo piloerettore.
La terza è più interna parte del capello è il bulbo, posto alla base del follicolo e costituisce la zona attiva, dove il capello continua a crescere. La piccola porzione di cellule attive (che fanno crescere continuamente il capello dividendosi), poste alla sua base, prende il nome di matrice.

Perché i capelli diventano bianchi?

All’interno del bulbo esistono cellule particolari, i melanociti, che producono dei granuli di pigmento, la melanina. La qualità di questi granuli di melanina conferisce ai capelli il loro colore. Con l’età, l’attività dei melanociti diminuisce e diviene irregolare. Lo vediamo anche sulla nostra pelle, sulla quale cominciano a comparire macchie scure (eccessiva produzione di melanina) e chiazze più chiare (scarsa produzione di melanina). I melanociti della radice, dopo una certa età, diminuiscono di numero e poi scompaiono: il nuovo capello che cresce appare completamente bianco. Ricapitolando: il capello cresce bianco perché i melanociti che producono la melanina tendono a diminuire di efficienza e di numero.

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A che età i capelli diventano bianchi e perché i capelli diventano bianchi anche da giovani?

L’età in cui spuntano i primi capelli bianchi e la loro velocità di sviluppo è variabile da individuo a individuo. Solitamente i primi capelli bianchi cominciano a spuntare intorno ai trent’anni nell’uomo e nella donna. Questo valore è tuttavia estremamente variabile e dipende dall’ereditarietà familiare: si possono verificare casi di capelli bianchi precoci (prima dei trent’anni) ma anche casi di capigliatura ancora molto scura ben oltre i quarant’anni. La probabilità che compaiano i capelli grigi dopo i 30 anni aumenta di circa il 20% per ogni decade di età. Si considera prematura la comparsa dei capelli bianchi o grigi quando più della metà dei capelli appaiono decolorati prima dell’età di 40 anni mentre è normale se ciò si verifica all’età di 50 anni. Avere i capelli grigi in età prematura è fonte di problemi psicologici gravi soprattutto nelle donne ma anche in un alto numero di uomini perché fa apparire una persona più vecchia della sua reale età.

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Quali sono le cause di capelli bianchi precoci?

Ecco alcune cause che possono aumentare il rischio che tu soffra di capelli bianchi precoci:

  • Ereditarietà genetica
  • Freddo cronico
  • Sinusite
  • Cattiva alimentazione
  • Preoccupazioni e stress mentali
  • Mancanza di vitamina del complesso B, ferro, rame e iodio
  • Condizioni di sporco del cuoio capelluto
  • Utilizzo di phon ed essiccatori elettrici
  • Utilizzo di concentrati per tinture per capelli
  • Deficienza nutrizionale
  • Lavaggio dei capelli con acqua sporca
  • Costipazione cronica
  • Anemia
  • Squilibrio ormonale
  • Malattie infettive
  • Stress e ansia
  • Avvelenamento da metalli pesanti
  • Chemioterapia e radiazione
  • Scarsa energia renale
  • Vitiligine
  • Malattie della tiroide
  • Carenza di acido folico

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Rimedi per “curare” i capelli bianchi

Purtroppo sto per darvi una cattiva notizia. Il processo dei capelli bianchi che si formano in modo precoce non può essere invertito. Molti studi scientifici convergono sul fatto che non ci sia alcuna conferma che i farmaci esistenti, gli integratori alimentari o altri prodotti naturali possano prevenire o invertire il processo di incanutimento dei capelli. Diverse aziende cosmetiche e farmaceutiche stanno lavorando per la scoperta della cura definitiva per i capelli grigi, ma nessuna soluzione soddisfacente è, finora, disponibile in commercio. Tra quelli in vendita ci sono alcuni prodotti che sostengono di essere in grado di ringiovanire le cellule produttrici di pigmento, invertendo così il processo di sbiadimento precoce del colore dei capelli. Tali affermazioni, tuttavia, sono in gran parte prive di fondamento. La verità è che in questo momento non esiste rimedio che può invertire il processo di ingrigimento. La maggior parte dei prodotti per combattere i capelli grigi si rifanno alle tradizionali erbe medicinali cinesi, anche conosciute come He Shou Wu, oppure usano vitamine del gruppo B (soprattutto acido folico e PABA) come ingredienti principali, dal momento che alcune forme di incanutimento precoce sono associate a carenza di vitamina B. Tuttavia, tali prodotti sono inefficaci per la maggior parte delle persone che soffrono di incanutimento precoce dei capelli. A questo punto le strade sono due: 1) camuffare i capelli bianchi con tinture apposite 2) prevenire il più possibile il fenomeno, a tal proposito vi consiglio di leggere anche: La dieta per prevenire e curare i capelli bianchi

I migliori prodotti per la cura del capello

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere del capello sia femminile che maschile, in grado di migliorare forza, salute e bellezza dei tuoi capelli:

Lavaggio dei capelli

Cura dei capelli

Prodotti contro la caduta dei capelli

Asciugatura ed acconciatura dei capelli

Tintura dei capelli, ciglia, sopracciglia

Eliminazione dei pidocchi

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Cos’è la radiazione solare? Cosa sono i raggi ultravioletti? Che danni possono provocare alla nostra pelle?

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Diversi tipi di raggi ultravioletti: la profondità di penetrazione dipende dalla loro lunghezza d’onda

Quale miglior occasione di prendere un po’ di abbronzatura, se non in questi bei giorni di sole? Eppure tutti noi sappiamo che prendere il sole nasconde anche dei pericoli per la nostra pelle, ma davvero conosciamo tutta la verità sulla radiazione solare e sui danni che possono provocare i raggi ultravioletti sul nostro organismo? Scopriamo oggi insieme tutti i segreti della luce solare e gli effetti che provoca nel nostro corpo! Cominciamo come al solito dal principio, facendoci una domanda apparentemente banale:

Che cos’è la luce del sole?

La vita sulla terra viene sostenuta da essa, è la luce solare, generata a partire dalle reazioni termonucleari che avvengono appunto nel sole. La radiazione solare è energia che, a partire dal sole, giunge sulla terra, sotto forma di radiazioni elettromagnetiche a vare frequenze o lunghezze d’onda. Nell’avvicinarsi a noi, la radiazione solare viene in gran parte assorbita dall’atmosfera terrestre che agisce da vero e proprio filtro. Le radiazioni che riescono a oltrepassare questa barriera protettiva naturale sono composte da tre diversi tipi di luce:

  1. luce visibile ad occhio nudo;
  2. luce infrarossa, invisibile e responsabile del senso di calore;
  3. luce ultravioletta, che con le sue diverse lunghezze d’onda è causa della tanto ambita abbronzatura.

Gli effetti di questi tipi di luce sull’organismo sono variabili, così come diversa è la modalità di assorbimento.

Luce visibile (circa 38% della luce solare totale): non è pericolosa per la salute e non aggredisce la cute ma può talvolta provocare fastidiosi bagliori agli occhi. La luce è molto importante per la regolazione di alcune attività corporee come il ciclo sonno veglia e l’andamento circadiano degli ormoni. E’ inoltre in grado di stimolare la produzione di serotonina, un importante neurotrasmettitore, responsabile, tra l’altro, del senso di euforia.

I raggi infrarossi (60%): per gli effetti termici che determinano, vengono riprodotti artificialmente e usati a scopo terapeutico. La loro caratteristica più importante è la trasmissione di calore allo strato superficiale della pelle (strato corneo). Pertanto un eccessivo assorbimento può danneggiare la pelle per ipertermia e provocare sintomi che vanno dalla vasodilatazione alla disidratazione cutanea.

I raggi ultravioletti (circa 2%): gran parte dei raggi U.V vengono riflessi dallo strato corneo superficiale e solo una piccola quota arriva negli strati più profondi dell’epidermide. A seconda della lunghezza d’onda, si suddividono in Uv-A, Uv-B e Uv-C. La loro caratteristica più importante è la lunghezza d’onda che ne determina la profondità di penetrazione cutanea.

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Come sono classificati i raggi ultravioletti?

I raggi UV sono distinti in :

  • UVA (98%) : lunghezza d’onda: 320 – 400 nm. Gli U.V-A, hanno effetti ottimi sull’abbronzatura (anche se inferiori agli U.V-B) e moderati sul danneggiamento cutaneo. Vista la loro elevata lunghezza d’onda sono tuttavia in grado di penetrare in profondità nel derma distruggendo capillari, collagene ed elastina, provocando eritemi e danneggiando la pelle.
  • UVB (2%): lunghezza d’onda: 280 – 320 nm. I raggi U.V-B, hanno una capacità di penetrazione inferiore e non riescono a superare le strutture più superficiali della pelle. Gli effetti deleteri sono comunque importanti poiché i raggi U.V-B sono in grado di alterare il materiale genetico contenuto nel DNA aumentando il rischio di comparsa di tumori cutanei. La radiazione UV-B è molto più efficace della radiazione UV-A nel provocare l’eritema.
  • UVC: lunghezza d’onda: 100 – 280 nm. I raggi UV-C sono particolarmente dannosi per la salute ma vengono trattenuti dalla fascia di ozono e per questo non hanno effetti particolari sulla pelle. Il rischio di esposizione a questi raggi aumenta in alta quota.

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Quali sono gli effetti dei raggi ultravioletti sul nostro corpo?

I raggi ultravioletti hanno vari effetti sul nostro organismo, tra questi i più importanti sono quattro:

  • favoriscono la pigmentazione della cute stimolando la produzione di melanina;
  • favoriscono il trofismo e l’accrescimento osseo stimolando la sintesi della vitamina D;
  • svolgono un’azione disinfettante a livello della cute, favoriscono la circolazione e stimolano di conseguenza l’attività dei globuli bianchi;
  • accelerano la proliferazione pilifera.

Radiazioni ultraviolette, pelle, melanina, abbronzatura

Le radiazioni ultraviolette aumentano il numero di melanociti attivi (i melanociti sono cellule molto presenti nell’epidermide – quasi duemila per mm2 – che contengono melanina, un pigmento nero/bruno), stimolando la neomelanogenesi, cioè la produzione di melanina, ). Questa sostanza (presente anche nei  capelli e in alcune parti dell’occhio) è responsabile dell’abbronzatura a breve e a lungo termine. La melanina ci garantisce un colorito più scuro e protegge la nostra pelle dagli effetti negativi delle radiazioni solari agendo come un vero e proprio filtro: essa ostacola la penetrazione dei raggi ultravioletti negli strati più profondi della cute. I raggi ultravioletti (in particolar modo i raggi U-V-B) determinano inoltre un ispessimento della nostra cute: un maggiore spessore cutaneo impedisce infatti ai raggi ultravioletti di penetrare in profondità e danneggiare le cellule.

Quali danni determina la sovraesposizione al sole?

Il nostro corpo, insomma, si difende bene dall’assalto dei raggi solari (fotodanneggiamento), tuttavia ci sono situazioni in cui perfino questi meccanismi di difesa sono costretti a capitolare, ed è allora che si possono verificare danni al nostro organismo.

1) Eritema

L’eritema è un arrossamento cutaneo, responsabile di sintomi come calore e bolle. A seconda della gravità del danno inflitto al DNA, la cellula può anche andare incontro a morte prematura. Ecco perché l’ustione grave è particolarmente dolorosa e si accompagna quasi sempre a vesciche e a vistose spellature (esfoliazione cutanea) . La scottatura si attenua e regredisce gradualmente nel giro di pochi giorni. L’entità dell’eritema, che a sua volta dipende dal fototipo e dalla dose di raggi U-V assorbiti, è proporzionale al tempo di guarigione.

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2) Discromie

La mancanza di un’adeguata protezione cutanea durante l’esposizione solare può causare la comparsa di spiacevoli inestetismi come le discromie o macchie cutanee. Sebbene in molti casi il sole non è il diretto responsabile, può diventarlo in particolari circostanze. E’ il caso, per esempio, delle lentigo senili, che compaiono solitamente in tarda età adulta a causa di prolungate esposizioni ai raggi ultravioletti solari o artificiali (lampade abbronzanti).

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3) Tumori benigni e maligni della pelle

Anche la cute può essere colpita da tumori; è il caso, per esempio del carcinoma squamoso e del cancro melanomabasocellulare, (spesso definiti “tumori cutanei non melanoma” ) non mortali in quanto non creano metastasi. Anche nei e verruche sono esempi di tumori cutanei, benigni e non mortali. Il melanoma maligno della pelle, pur essendo meno frequente dei precedenti, può essere letale. Un’esposizione prolungata al sole, specie per i soggetti maggiormente fotosensibili aumenta il rischio di sviluppare questo tipo di patologia. In particolare è bene valutare anche il tempo di esposizione totale durante il corso dell’anno e della vita (specie durante l’infanzia) poiché, come abbiamo detto, il rischio di cancro alla pelle aumenta con l’aumentare del tempo e dell’intensità di esposizione. A prova di ciò c’è il fatto che i tumori della pelle si sviluppano soprattutto a livello delle parti del corpo più esposte al sole come viso, orecchie, collo, braccia, spalle e dorso.

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4) Rughe

Un’abbronzatura eccessiva causa la rottura del collagene e delle altre strutture cellulari cutanee con conseguente cedimento strutturale e comparsa di rughe più o meno accentuate. Secchezza e ruvidezza, disidratazione, riduzione dell’elasticità e della sensibilità cutanea sono altre conseguenze di un invecchiamento precoce del derma che deve pertanto essere adeguatamente protetto durante l’esposizione solare.

5) Effetti sugli occhi

Forse l’effetto meno noto, ma ugualmente nocivo. Le radiazioni ultraviolette possono causare importanti danni alla cornea, alla retina e al cristallino con sintomi quali dolore corneale, fotosensibilizzazione, lacrimazione e spasmo delle palpebre. L’uso di occhiali protettivi non deve quindi diventare un semplice optional: occhiali a lenti scure devono essere sempre presenti in caso di esposizione prolungata, specie nelle ore più calde del giorno. Anche una montatura avvolgente è importante per impedire alle radiazioni di raggiungere i nostri occhi. Le lenti colorate sfumate o chiare, in molti casi non sono in grado di proteggere sufficientemente l’occhio. Per tutelare il consumatore, i produttori di occhiali da sole sono obbligati a riportare sui loro prodotti il potere filtrante che può andare da 0 (protezione quasi nulla) a 4 (protezione massima, utile in condizioni estreme, come in alta quota). E’ bene infine ricordare che la semplice chiusura delle palpebre non è da sola in grado di proteggere l’occhio dagli effetti dannosi della luce solare.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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