Esame del fondo oculare: a che serve, come si esegue, come ci si prepara?

MEDICINA ONLINE RETINA DISTACCO FOVEA MACULA UMOR PUPILLA IRIDE ANATOMIA CONI BASTONCELLI VISTA CHIASMA CERVELLO NERVO OTTICO CELLULEL’esame del fondo oculare è un esame diagnostico che viene utilizzato per visualizzare le strutture interne del bulbo oculare (soprattutto corpo vitreo, retina e testa del nervo ottico). Si effettua durante una visita oculistica dopo aver dilatato la pupilla mediante instillazione di speciali colliri (detti “colliri midriatici”, che inducono “midriasi”, cioè appunto la dilatazione della pupilla). Si esegue in ambiente scarsamente illuminato, seduti o distesi.

Oftalmoscopio diretto e indiretto

L’esame del fondo oculare è eseguito dall’oftalmologo cmediante uno strumento chiamato “oftalmoscopio”. Con l’oftalmoscopio diretto la fonte luminosa viene proiettata direttamente nell’occhio dell’esaminato e non si può apprezzare la periferia retinica, mentre con l’oftalmoscopio indiretto si utilizza una lente tra l’apparecchio e la persona, consentendo una visione più ampia della retina. In quest’ultimo caso si ottiene il tipico riflesso rosso. Inoltre, la lampada a fessura consente l’esame del segmento posteriore (corpo vitreo e fondo oculare) utilizzando lenti addizionali che permettono di visualizzare anche la retina.

Quando è indicata?

Una persona dovrebbe sottoporsi all’esame del fondo dell’occhio se:

  • ha eventuali fattori di rischio (ad esempio avere un famigliare con malattie della vista);
  • ha una età avanzata (soprattutto dopo i 40 anni);
  • ha sintomi e segni che potrebbero suggerire la presenza di malattia oculare;
  • ha patologie dell’organismo che possono alterare le strutture dell’occhio, come diabete ed ipertensione arteriosa;
  • ha una malattia oculare conclamata.

Ogni quanto tempo effettuare un esame del fondo oculare?

La periodicità con cui un individuo dovrebbe sottoporsi ad un esame del fondo dell’occhio, è molto variabile in base a fattori soggettivi. In assenza di problemi alla vista, di sintomi relativi alla vista e di fattori di rischio, un individuo sano che abbia meno di 40 anni, potrebbe anche non effettuare alcun esame del fondo oculare. Soggetti che non hanno alcun disturbo specifico ed hanno più di 40 anni, possono sottoporsi all’esame una volta ogni 3/ 4 anni. Per chi è affetto da miopia o da patologie oculari non gravi, l’esame può essere effettuato una volta ogni 1/2 anni.
Chi ha problemi retinici gravi e/o soffre di diabete, ipertensione arteriosa o altra patologia che può determinare danni alla retina o ad altra struttura oculare, dovrà sottoporsi a controlli ravvicinati, la cui cadenza esatta deve essere decisa dall’oculista. Comunque è importante sottoporsi a un esame del fondo oculare anche quando si vedono per la prima volta dei lampi luminosi (fosfeni) o miodesopsie (mosche volanti o ragnatele). Nel primo caso il corpo vitreo potrebbe esercitare una trazione sulla retina, con rischio di un suo distacco.

Cosa permette di osservare?

L’esame del fondo oculare permette di osservare lo stato del corpo vitreo (il gel che riempie il bulbo oculare) e le sue eventuali degenerazioni. Inoltre consente la visualizzazione dell’albero vascolare arterioso e venoso retinico, di cui si può valutare il decorso e la dimensione. Permette, soprattutto, di osservare la macula, la zona centrale della retina che consente la visione frontale. Infatti, eventuali degenerazioni e anomalie (distrofie) possono essere diagnosticate e monitorate con tale esame. Si può valutare la conformazione della testa del nervo ottico individuando eventuali patologie (anche generali o sistemiche).

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Per quali malattie viene usata?

In molte malattie che interessano la vista e nel diabete e nell’ipertensione arteriosa cronici. Il diabete o l’ipertensione sono patologie che colpiscono i vasi: ciò che accade nell’occhio avviene, ad esempio, anche nel rene e nel cuore. Il vantaggio è che, con il fondo dell’occhio, si riescono a visualizzare le vene e le arterie con sistemi non invasivi. Per quanto riguarda le patologie oculari il semplice esame del fondo dell’occhio ci permette di prevenire alcune patologie oculari, consentendo di seguire terapie che possono scongiurare patologie gravi e irreversibili.

Controindicazioni

Generalmente non ha controindicazioni. Tuttavia, bisogna stare attenti se si è affetti da glaucoma (per ostacolo alle vie di deflusso dell’umore acqueo) e se la camera anteriore dell’occhio (spazio compreso tra l’iride e la cornea) è poco profonda. In tali casi l’esame viene effettuato con la pupilla non dilatata, esplorando in tal modo esclusivamente il polo posteriore della retina. Inoltre possono presentarsi reazioni avverse ai colliri che si usano per la dilatazione: possono andare da una semplice reazione allergica a fenomeni sistemici più gravi. Tali effetti sono molto rari e, comunque, controllabili. I midriatici (gocce per dilatare le pupille) sono molti; nel caso in cui vi siano effetti collaterali è bene ricordare quale tipo di farmaco abbia creato problemi, comunicandolo tempestivamente all’oculista. Infine bisogna far passare un lasso di tempo sufficiente a riacquistare la visione che precedeva la dilatazione della pupilla: non ci si può mettere subito alla guida per motivi di sicurezza, dato che si vede annebbiato.

Retinografia

Il fondo oculare può essere “fotografato” grazie all’uso di un’apparecchiatura chiamata “retinografo”. La retinografia è appunto l’esame che permette di documentare lo stato del fondo oculare grazie a una foto a colori digitale.

Altri esami

Altri esami, a volte associati con l’esame del fondo oculare, sono:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Lenti a contatto: come si applicano, come si conservano e che problemi possono dare?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA BELLA SI LAVA LA FACCIA COSMETICI SAPONE BELLEZZA VISOLa nascita delle lenti a contatto risale al 1508. La sua invenzione ha un “padre” d’élite: Leonardo da Vinci. Fu proprio il genio italiano, infatti, a descrivere, per primo, la possibilità di utilizzare le lenti a contatto. La prima lente della storia, però, venne realizzata, da un tedesco, solo nel 1887. Era fabbricata in vetro e copriva, interamente, la parte anteriore dell’occhio. Per arrivare alle lenti a contatto di plastica, trasparente, dobbiamo aspettare gli anni ‘40. Oggi vengono utilizzate da milioni di persone. Le lenti a contatto si utilizzano per correggere i più comuni difetti della vista. Questi sottili dischi, infatti, consentono di mutare la capacità di rifrazione della cornea ma, a differenza, dei “cugini” occhiali soddisfano anche le esigenze estetiche e di praticità… L’essere umano, è un dato certo, è vanitoso!

Quanti tipi di lenti a contatto esistono?

Possiamo classificare le lenti a contatto in quattro categorie: lenti rigide di plastica; lenti rigide permeabili ai gas; lenti morbide e lenti “speciali”. Le lenti rigide di plastica garantiscono una buona visione e hanno una lunga durata, intorno ai cinque anni, sono poco costose e di facile manutenzione. Tuttavia, a volte, risultano difficili da tollerare. Le lenti rigide permeabili ai gas, introdotte all’inizio degli anni ‘80, hanno le stesse qualità ottiche di quelle rigide ma sono più comode e facili da portare perché l’ossigeno può attraversare la lente raggiungendo l’occhio. Tuttavia, queste lenti, hanno minore durata, meno di cinque anni, e sono più costose. Le lenti morbide chiamate, anche, idrofile per il loro elevato contenuto di acqua, dal 38 al 70 per cento, sono le più comode. In genere sono facili da indossare, possono essere portate per molte ore e risultano ideali anche per un uso “occasionale”. A dispetto di queste molteplici qualità, però, le lenti morbide correggono bene miopia e ipermetropia ma, non altrettanto bene, l’astigmatismo. Tuttavia, oggi, esistono, in commercio, particolari tipi di lenti morbide capaci di correggere un certo grado di astigmatismo. Altri inconvenienti, poi, sono la minore durata, solo 12 – 18 mesi, e una manutenzione più complessa rispetto alle lenti a contatto rigide. Un capitolo a parte, invece, meritano le lenti, cosiddette “speciali”. Oggi, infatti, la tecnologia permette l’utilizzo di particolari lenti che sono in grado di soddisfare le più svariate esigenze. Tra queste, senza dubbio, meritano una menzione speciale le lenti colorate che permettono di modificare il colore dell’iride.

Come si applicano le lenti a contatto?

Prima regola: lavatevi sempre, con cura, le mani eliminando, con attenzione, eventuali tracce di sapone prima di indossare le lenti a contatto. Prendete la lente, dal contenitore, servendovi dell’applicatore di plastica. Sciacquatela con cura. Ponete la lente sull’indice, in questo caso, fate sempre attenzione a non capovolgerla. Sollevate, per tenerla aperta, la palpebra superiore. Guardate fisso davanti a voi mentre avvicinate la lente all’occhio. Mettetela sull’occhio. Guardate in basso e lasciate la palpebra. Se necessario, poi, la lente può essere centrata massaggiando delicatamente la palpebra. Una cosa è certa: è molto più facile a farsi che a dirsi!

Qual è la manutenzione delle lenti a contatto?

La manutenzione delle lenti a contatto dipende, principalmente, dal tipo di lente che avete scelto. Le lenti rigide necessitano di diverse soluzioni chimiche: per pulirle, per inumidirle e per conservarle. La cura delle lenti morbide, invece, è più complessa. Le lenti morbide, infatti, sono permeabili e assorbono le sostanze con cui entrano in contatto. Per questo, quindi, le soluzioni usate, per la loro manutenzione, devono essere diluite. Per prevenire rischi di contaminazione, inoltre, occorre disinfettarle con un mezzo chimico o termico. Tuttavia, per eliminare possibili agenti patogeni, è utile anche una pulizia saltuaria mediante, per esempio, una compressa contenente un enzima o una sostanza ossidante. Che i vostri occhi siano neri, blu, verdi, marroni, viola o gialli, la cura e la manutenzione delle vostre lenti a contatto vi garantirà uno sguardo limpido e… 10 decimi assicurati!

Il rovescio della medaglia

Le lenti a contatto consentono di correggere la maggior parte dei difetti della vista che prevedono l’utilizzo degli occhiali. Questi sottili dischi, inoltre, sono in grado di correggere difetti che i “cugini” occhiali non riescono a modificare. Nella maggioranza dei casi la scelta delle lenti a contatto è condizionata da motivi legati alla praticità e all’estetica. Sono invisibili, non cadono, non si bagnano quando piove, non si appannano… Pregi che consentono alle lenti a contatto di “battere” gli occhiali. Ogni medaglia, però, ha il suo rovescio. Lo scorretto utilizzo o la scarsa manutenzione delle lenti a contatto, infatti, può causare disturbi e, in alcuni casi, danni alla salute. Chi porta le lenti a contatto può essere costretto ad affrontare alcuni problemi. Una piccola percentuale di soggetti, inoltre, non riesce a portare le lenti a causa di un’ipersensibilità – persone affette da febbre da fieno o con la carnagione molto chiara – di necessità ottiche particolari e di abitudini igieniche personali. Le lenti a contatto, poi, possono irritare gli occhi se questi risultano secchi a causa di una scarsa lacrimazione. Per questo motivo, questo metodo di correzione della vista, non è mai consigliato agli anziani carenti di lubrificazione oculare.

Ma quali sono i principali problemi che possono causare le lenti a contatto?

La più comune problematica causata dalle lenti a contatto è la congiuntivite. Questa patologia è un’infiammazione della congiuntiva – la membrana trasparente che ricopre la sclera e la parte interna delle palpebre – che colpisce, ogni anno, almeno un individuo su 50. La congiuntivite può essere di due tipi: infettiva e allergica. Tutti i tipi di congiuntivite causano arrossamento, prurito, sensazione di sabbia negli occhi, comparsa di una secrezione, talvolta, fotofobia – intolleranza verso la luce intensa – e gonfiore delle palpebre. La diagnosi, generalmente, viene formulata in base all’aspetto dell’occhio. Se si sospetta un’infezione, invece, può essere necessario eseguire dei tamponi oculari per individuare il microrganismo responsabile. La congiuntivite infettiva si cura applicando un collirio o una pomata a base di antibiotici. La secrezione e le, eventuali, croste che si formano attorno alle palpebre, invece, possono essere rimosse con l’ausilio di acqua tiepida o soluzione fisiologica sterile. La congiuntivite allergica, invece, può essere alleviata con un collirio a base di antistaminici o corticosteroidi. Questi ultimi, però, vanno utilizzati solo in assenza di infezione. Un’eventuale congiuntivite infettiva, infatti, potrebbe essere peggiorata dall’uso di prodotti medicali a base di corticosteroidi.

L’abrasione corneale

Un’altra problematica che può essere causata dalle lenti a contatto è l’abrasione corneale. Si tratta di un graffio o una lesione dell’epitelio – rivestimento esterno – della cornea. In genere, la lesione, guarisce in tempi rapidi ma può provocare, temporaneamente, forte dolore, intensa fotofobia e iperlacrimazione. Il dolore può essere mitigato proteggendo l’occhio con una benda oculare, somministrando farmaci analgesici o utilizzando colliri contenenti preparati ciclopedici capaci, cioè, di paralizzare, temporaneamente, il muscolo ciliare dell’occhio. I colliri a base di antibiotici, invece, vengono, generalmente, somministrati per scongiurare il rischio di un’infezione batterica che potrebbe causare gravi ulcerazioni corneali, ascessi e, in casi rarissimi, cecità. Le lenti a contatto, però, possono, in alcuni casi, essere utilizzate come terapia per alcuni tipi di disturbi. Le persone con forte miopia o reduci da un intervento di asportazione di cataratta, per esempio, possono riscontrare, con l’utilizzo degli occhiali, una notevole distorsione della visione. Le lenti a contatto – lenti rigide sclerali – inoltre vengono impiegate per nascondere cicatrici presenti sulla superficie della cornea. Anche ai pazienti con irregolarità della cornea – conseguenza di una malattia, un trauma, un’ulcerazione o un trapianto – ne viene consigliato l’utilizzo. Le lenti a contatto toriche, più spesse ai margini, sono, invece, in grado di correggere gradi elevati di astigmatismo. Le lenti a contatto, insomma, devono essere utilizzate nel modo corretto, in questo modo, questi sottilissimi dischi di plastica, possono essere utili alleati per i nostri occhi.

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Medico Chirurgo
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