
Anca, coscia e ginocchio destro
Con “arto inferiore” (anche chiamato “arto pelvico“) in anatomia si indica l’appendice che si articola con il tronco nella sua parte inferiore. Presenti nel soggetto sano in Continua a leggere

Anca, coscia e ginocchio destro
Con “arto inferiore” (anche chiamato “arto pelvico“) in anatomia si indica l’appendice che si articola con il tronco nella sua parte inferiore. Presenti nel soggetto sano in Continua a leggere
Con “piede” in anatomia si intende la struttura anatomica più distale dell’arto inferiore, rappresentandone la porzione terminale. Tra le funzioni del piede rientrano quelle di Continua a leggere
Le articolazioni del piede e della Continua a leggere
Con “arto inferiore” (anche chiamato “arto pelvico“) in anatomia si indica l’appendice che si articola con il tronco nella sua parte inferiore. Presenti nel soggetto sano in Continua a leggere
I muscoli che prendono origine e si inseriscono sul piede permettono la deambulazione e contribuiscono al Continua a leggere
I muscoli che prendono origine e si inseriscono sul piede possono essere suddivisi in un gruppo dorsale ed un gruppo plantare, a sua volta diviso in un Continua a leggere
Con “brachidattilia” (anche chiamata “brachidactilia“) ci si riferisce ad una disostosi, cioè una malformazione scheletrica congenita, cioè già presente alla nascita, caratterizzata da una lunghezza delle dita di mani e/o piedi minore del normale, osservata spesso nei pazienti con Sindrome di Down. In caso di paziente con questo tipo di malformazione è probabile trovare Continua a leggere

Piede diabetico
Con “piaga” in medicina ci si riferisce ad un tipo particolare di ferita, caratterizzata dall’interruzione di uno o più tessuti esterni del corpo e provocata dall’ischemia (interruzione dei vasi sanguigni) e conseguente necrosi (morte cellulare) della cute e, in caso di piaga grave, dei tessuti sottostanti. Spesso le piaghe sono definite “ferite difficili” proprio perché – al contrario di ciò che avviene nella maggioranza delle ferite – le piaghe tendono ad essere “ferite croniche”, ovvero che non guariscono entro i 60 giorni dalla loro comparsa. L’interruzione del flusso sanguigno, che porta alla morte del tessuto ed alla formazione della piaga, può essere determinata da varie cause esterne ed interne al corpo.
Una delle cause esterne più frequenti di piaga sono le lesioni da decubito, cioè ferite che compaiono gradualmente in seguito alla pressione del peso del corpo su uno stesso punto della pelle, che viene compressa tra la prominenza ossea, (esempi tipici: anca o tallone) contro il letto o una sedia a rotelle. Le lesioni da decubito sono tipiche di persone che per motivi di disabilità fisica o anche psichica, hanno mobilità limitata o sono costretti a letto per lunghi periodi (coma, paralisi, frattura di femore in anziano…). La causa eziologica principale della piaga in questo caso è la pressione cronica, tuttavia è innegabile che la lesione è favorita da altri fattori, come ad esempio l’età avanzata del paziente o patologie croniche della circolazione.
Altri esempi di causa di piaga sono le insufficienze di arterie e vene, per cui non arriva il corretto apporto di sangue nel tessuto cutaneo, specie negli arti, poiché sono zone dette “periferiche” e la pressione in essi è inevitabilmente minore rispetto alle zone centrali del corpo, più vicine al cuore. Ancora un’altra causa tipica può essere la patologia diabetica, la quale se non curata determina un danno nel microcircolo che porta ad ipoperfusione di parti del tessuto che vanno incontro facilmente ad ulcerazione, tipicamente ai piedi (vedi foto in alto).
La guarigione da una piaga è quindi molto lenta e spesso risulta difficile, se non impossibile, rimuovere la causa che l’ha determinata: ad esempio risulta difficile impedire la formazione di piaghe da decubito in un paziente tetraplegico. Per tale motivo l’attenzione del medico, dell’infermiere e dell’OSS dovrebbe essere focalizzata soprattutto nella prevenzione della comparsa di questo tipo di ferite (ad esempio mobilizzando passivamente periodicamente il paziente) piuttosto che nella cura, spesso molto complessa, specie se la piaga va in profondità e/o si infetta, mettendo in alcuni casi addirittura a rischio la vita del paziente.
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Lo staff di Medicina OnLine
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