Tiroidite di Hashimoto e gravidanza: rischi, diagnosi e cura

gravidanza tiroidite HashimotoLe donne in età fertile colpite dalla tiroidite di Hashimoto corrono un maggior rischio di partorire figli affetti da ritardi intellettivi e problemi epatici e renali, fortunatamente è Continua a leggere

Non mangio eppure ingrasso, e se fosse ipotiroidismo?

MEDICINA ONLINE TIROIDE NODULO IPOTIROIDISMO IBSA EUTIROX ORMONI TIROIDEI METABOLISMO BASALE COLLO GOZZO SINTOMI PARATIROIDI TIROIDECTOMIA TOTALE PARZIALE CHIRURGIA OBESITA INGRASSARE PECon “ipotiroidismo” si intende un’insufficiente presenza, nel sangue, di ormoni tiroidei, ovvero secreti dalla tiroide, una ghiandola endocrina a forma di farfallina situata nella gola che sovrintende a numerose funzioni fisiologiche, tra cui il metabolismo. Questa condizione può manifestarsi in qualunque momento della vita per svariate cause, ma può anche essere congenita, in questo caso determinata da un insufficiente sviluppo della tiroide al momento della nascita, o anche totale assenza della ghiandola. E’ bene però effettuare una netta distinzione tra le persone affette da ipotiroidismo congenito e persone che ad un certo momento della loro vita si accorgono che la loro tiroide è ipo-funzionante (in questo caso si parla di ipotiroidismo acquisito) , perché i rimedi e le cure, ma anche i sintomi, sono molto diversi. Cominciamo con l’elencare le cause che possono portare una persona sana a soffrire di ipotiroidismo.

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Ipotiroidismo acquisito: cause principali

Le cause principali che possono portare la tiroide a produrre meno ormoni di quanto necessario per il corretto funzionamento dell’organismo umano, sono:

  • Malattie autoimmuni come la tiroidite autoimmune;
  • Tiroidite (infiammazione della tiroide) di origine virale;
  • Cancro alla tiroide;
  • Cure chemioterapiche e radiologiche per il tumore alla tiroide;
  • Rimozione chirurgica della tiroide (tiroidectomia);
  • Ipotiroidismo da gravidanza;
  • Assunzione di farmaci che interferiscono con il funzionamento della tiroide, come i sali di litio;
  • Problemi alle ghiandole ipofisi ed ipotalamo, che a loro volta regolano a monte l’attività tiroidea;
  • Insufficiente apporto di iodio, soprattutto tipico di chi vive lontano dal mare.

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Ipotiroidismo acquisito: sintomi e segni

Poiché l’insufficiente presenza degli ormoni tiroidei nel sangue produce un rallentamento di tutte le funzioni fisiologiche, i principali sintomi e segni dell’ipotiroidismo acquisito, sono:

  • Sensibilità maggiore al freddo;
  • Metabolismo rallentato e tendenza ad aumento ponderale non legato alla dieta (tendenza ad ingrassare facilmente);
  • Stanchezza e debolezza;
  • Stitichezza;
  • Pelle secca a aspetto sciupato, unghie fragili;
  • Sindrome depressiva, malinconia, pessimismo;
  • Vuoti di memoria;
  • Calo del desiderio sessuale;
  • Perdita dei capelli e alopecia;
  • Sudorazione diminuita o assente;
  • Gozzo;
  • Amenorrea (alterazione del ciclo mestruale fino alla sua completa mancanza).

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Diagnosi di ipotiroidismo

In molti casi si tratta di sintomi lievi, in ogni modo solo con le analisi del sangue è possibile scoprire di essere affetti da ipotiroidismo. La conferma di ipotiroidismo avviene generalmente attraverso un semplice esame del sangue, tramite il quale si andranno a valutare vari parametri tra cui i livelli ormonali del paziente. È importante distinguere l’ipotiroidismo secondario da quello primitivo; anche se l’ipotiroidismo secondario non è frequente, spesso coinvolge altri organi endocrini sotto il controllo dell’asse ipotalamo-ipofisario. L’ecografia tiroidea è utile per andare ad individuare eventuali alterazioni nel tessuto tiroideo e la presenza di eventuali noduli.

Per approfondire i vari strumenti usati nella diagnosi, leggi anche:

Ipotiroidismo acquisito: cure e rimedi naturali

L’ipotiroidismo, anche quello acquisito, non è curabile, ma si può ovviare alla carenza ormonale e quindi far sì che tutti i sintomi regrediscano. Nello specifico, si devono tenere sotto controllo e riportare a livelli accettabili i due ormoni T4 e THS prodotti a livello tiroideo con una somministrazione ormonale sostitutiva accuratamente dosata. Il medico prescriverà i farmaci a base di tiroxina (Eutirox) che permetteranno di colmare le carenze ormonali, anche per tutta la vita. Se si effettuano costantemente i controlli, e le cura farmacologica viene ritoccata a seconda delle fluttuazioni del dosaggio ormonale, si può convivere con l’ipotiroidismo senza grossi problemi. Inoltre, un aiuto a chi soffre di ipotiroidismo viene dalla dieta, aumentando il consumo di pesce o alghe e altri alimenti che contengono iodio, ma sempre sotto stretta indicazione medica, così come dalla fitoterapia. Erbe amare in tintura, mirra e alga bruna sono efficaci stimolanti della tiroide, ma evitate sempre e comunque il fai da te ed evitando di pensare che i rimedi naturali possano sostituirsi del tutto alla terapia farmacologica prescritta dal medico.

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Ipotiroidismo congenito

L’ipotiroidismo può anche essere una affezione endocrina congenita, dovuta alla mancanza o alla ridotta dimensione della tiroide. Dato che gli ormoni tiroidei sono indispensabili per un normale accrescimento e sviluppo dell’organismo, i bambini che soffrono di ipotiroidismo neonatale vanno incontro ad un notevole deficit dell’accrescimento corporeo e dello sviluppo del sistema nervoso, con grave ritardo mentale. Per questa ragione, attualmente in tutti i neonati, anche apparentemente sani, si effettua lo screening dell’ipotiroidismo, e cioè il dosaggio degli ormoni tiroidei e del TSH nei primi giorni di vita, per poter identificare subito i casi di ipotiroidismo e non perdere del tempo prezioso. La diagnosi viene poi confermata da altri esami ormonali e da indagini radiologiche, come lo studio dell’età delle ossa e la scintigrafia tiroidea, che permette di accertare la presenza o l’assenza della tiroide, la sua forma, le sue dimensioni e la sua sede, spesso anomala.

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Ipotiroidismo congenito: i sintomi e le cure

I sintomi dell’ipotiroidismo congenito sono legati ad uno sviluppo corporeo disarmonico: testa grossa, tronco lungo, arti corti e tozzi. Statura ridotta (nanismo), lineamenti grossolani; cute e labbra spesse; naso lungo, torpore, bassa temperatura corporea, scarso accrescimento; ritardo dello sviluppo mentale; ritardo della dentizione. L’aplasia o l’ipoplasia della tiroide può essere corretta, ovviamente, soltanto con un trattamento ormonale sostitutivo, che dovrà essere continuato per tutta la vita, con dosi progressivamente maggiori e proporzionate al peso del bambino. I farmaci attualmente disponibili in commercio consentono di attuare una terapia molto precisa e adeguata alle esigenze del bambino; tuttavia, almeno nei primi sei mesi di trattamento, sono indispensabili frequenti e accurati controlli dei livelli ormonali che raggiungono nel sangue, per evitare sia una concentrazione insufficiente di ormoni, sia un iperdosaggio. Questo può provocare infatti la comparsa di disturbi come tremori, agitazione, dimagrimento, aumento della frequenza della pulsazioni cardiache e una febbricola.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Nodulo tiroideo: cos’è, sintomi, esami, diagnosi e cure

MEDICINA ONLINE TIROIDE ECOGRAFIA TUMORE NODULI IPERTIROIDISMO ORMONI TIROIDEI ENDOCRINOLOGIA IPOTIROIDISMO IMMAGINI DIAGNOSI GOZZO TIROIDEO Thyroid scan ultrasound Radioactive Iodine Ablation TherapyIl nodulo tiroideo è una delle affezioni più comuni della tiroide, ghiandola endocrina a forma di farfalla situata nella nostra gola, che attraverso i due ormoni prodotti – la Tiroxina (T-4) e la Triodotironina (T-3) – regola moltissime funzioni fisiologiche, tra cui il metabolismo. I problemi alla tiroide, abbastanza comuni, soprattutto nella popolazione femminile, sono più frequenti nelle zone povere di iodio, ecco perché i medici consigliano fin da piccoli, qualora possibile, di effettuare viaggi o vacanze in località di mare, ricche appunto di questa sostanza, e di non farsela mancare nella dieta. I noduli tiroidei – anche definiti gozzo nodulare – possono colpire anche bambini e giovani, ma sono più probabili tra le donne di età comprese tra i 50 e i 60 anni. Vediamo tipologie e sintomi dei noduli tiroidei.

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Nodulo tiroideo: cos’è?

Il nodulo tiroideo è una tumefazione rotondeggiante che può essere singola o multipla, e in questo caso parliamo di gozzo multinodulare. Queste neoformazioni possono anche essere solide, cisti o misti, e in particolare il nodulo tiroideo solido può essere ipoecogeno, iperecogeno o isoecogeno, caratteristiche che un’ecografia del collo può evidenziare. Le dimensioni in genere sono piccole, tanto che in molti casi un nodulo alla tiroide è del tutto asintomatico e si scopre per puro caso, ma può anche arrivare ad alcuni centimetri, e in questo caso si percepisce anche dall’autopalpazione. Di solito il nodulo tiroideo è benigno, ma nel 5-6% dei casi può invece avere una natura tumorale anche maligna, e in questo caso sovente è associato a rigonfiamento dei linfonodi del collo.

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Nodulo tiroideo: sintomi e segni

I principali sintomi e segni di un nodulo tiroideo, sono:

  • gonfiori e tumefazioni nella regione del collo;
  • aumento del volume dei linfonodi laterocervicali;
  • disturbi da compressione, difficoltà nella deglutizione;
  • raucedine.

Nella maggior parte dei casi piccoli noduli non danno alcun sintomo e difficilmente un nodulo tiroideo si associa a infezioni.

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Nodulo alla tiroide: esami da fare

Le indagini diagnostiche da fare per stabilire l’entità del problema e se si tratta di un nodulo maligno o benigno sono i seguenti:

  • Dosaggio del TSH e degli ormoni tiroidei (necessari per indagare la funzionalità tiroidea).
  • Dosaggio della Calcitonina (per valutare se vi sia un carcinoma midollare, un raro tumore della tiroide).
  • Dosaggio degli anticorpi antitireoglobulina (TgAb) e antitireoperossidasi (per escludere la Tiroidite di Haschimoto).
  • Ecografia, utilissima per individuare un nodulo tiroideo a rischio, ad esempio se vascolarizzato, ipoecogeno, con margini irregolari).
  • Tac e risonanza magnetica.
  • Scintigrafia tiroidea per valutare quali noduli sono funzionanti e quali no; si effettua tramite la captazione di un isotopo radioattivo dello iodio ed è assolutamente sconsigliato in gravidanza. Il nodulo tiroideo viene distinto in “caldo“, “tiepido” e “freddo”, ma l’esame scintigrafico non riesce comunque a farci capire se sia di natura maligna o benigna.
  • L’agoaspirato sul nodulo tiroideo è un esame citologico che consente di prelevare, tramite siringa con ago molto sottile, piccole gocce di liquido che poi verranno analizzate. Questo esame non sempre serve, e a volte addirittura il materiale asportato non è sufficiente per consentire una diagnosi, per questo si consiglia di eseguirlo soprattutto nei noduli con un diametro minimo di 8 mm. Tuttavia, se effettuato in abbinamento all’ecografia, permette con buon margine di sicurezza di capire se il nodulo sia maligno o benigno (nodulo tiroideo iperplastico o colloide).

Per approfondire:

Nodulo tiroideo: cure

Per quanto riguarda le cure , nei casi di nodulo tiroideo benigno si fa una terapia a base di levo-tiroxina. Se il nodulo è maligno ovviamente la situazione è più seria e si procede chirurgicamente con l’asportazione di una parte (lobectomia) o di tutta (tiroidectomia) la tiroide, poi di sostengo si fanno chemioterapia, radioterapia e radiometabolica, ovvero somministrazione di iodio radioattivo per distruggere le cellule residue. In gravidanza la situazione si complica ulteriormente: le indagini diagnostiche possono essere eseguite tutte ad eccezione della scintigrafia; per la terapia invece, in caso di nodulo benigno non ci sono problemi con la levo-tiroxina, purché la cura venga fatta in modo graduale. Nei casi di tumore maligno, invece, l’intervento chirurgico deve essere valutato bene, e si può anche posticipare ad una fase più avanzata della gravidanza, quando il feto è più forte, ma sempre tenendo la situazione sotto stretta osservazione. Nei casi di carcinoma papillare , la forma di tumore più diffusa, dato che cresce molto lentamente e non genera metastasi, l’intervento si può procrastinare senza problemi a dopo il parto.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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