Per quali motivi una persona potrebbe desiderare di morire?

MEDICINA ONLINE TRISTE CERVELLO TELENCEFALO MEMORIA EMOZIONI CARATTERE ORMONI EPILESSIA STRESS RABBIA PAURA FOBIA SONNAMBULO ATTACCHI PANICO ANSIA VERTIGINE LIPOTIMIA IPOCONDRIA PSICOLOGIA DEPRESSIONE VERTIGINE DONNAIl suicidio è a volte un atto impulsivo, scatenato da un aumento improvviso dell’ansia e della disperazione, causato da particolari situazioni e circostanze, mentre altre volte può essere un atto meditato a lungo e visto come l’unica situazione possibile ad una serie di eventi che il soggetto vede come gravi ed irrimediabili. La domanda che ci è stata posta oggi da un giovane lettore ed alla quale cercheremo di dare risposta è la seguente:

“per quali motivi una persona potrebbe desiderare di suicidarsi?”

Caro lettore, i motivi per desiderare la morte sono virtualmente infiniti, come infinito è l’abisso in cui può trovarsi l’animo umano in determinate condizioni, anche perché il destino ha davvero più fantasia di noi e ci si può ritrovare in situazioni drammatiche nell’arco di pochi secondi, insospettabili fino ad un minuto prima. Una mamma tiene in braccio il proprio figlio neonato, gli cade per terra ed il bimbo sbatte la testa e muore: il suicidio non potrebbe apparire tra le possibilità che la madre disperata prenderà in considerazione nei minuti seguenti, nonostante non avesse mai pensato in vita sua di togliersi la vita? In altri casi il suicidio è meno “impulsivo”: appare come l’unica possibilità per sfuggire ad una realtà che non si riesce più a sopportare, magari dopo averci pensato per lunghi periodi. Ci sono innumerevoli situazioni ed eventi che possono spingere più frequentemente un individuo a metter fine alla propria esistenza o comunque a provare a farlo, come ad esempio:

  • una cattiva notizia (come un lutto improvviso, un divorzio, un licenziamento, un aborto, la fine di un rapporto amoroso…);
  • una malattia terminale: la notizia di un cancro all’ultimo stadio può ad esempio far desiderare il suicidio, ma anche malattie fortemente debilitanti come l’AIDS possono instillare sentimenti suicidari;
  • una malattia che determina immobilità per il resto della vita, ad esempio paraplegia o tetraplegia;
  • patologie di interesse psichiatrico, come la depressione o la schizofrenia, possono aumentare il rischio di suicidio;
  • vivere un momento difficile, ad esempio a causa del bullismo a scuola, o perché i propri genitori vanno contro alla proprio omosessualità, o per via dei debiti, o perché si è subito uno sfratto, o perché si hanno scarsi risultati a scuola o all’università, oppure perché si subisce mobbing sul lavoro, o perché si è sommersi dai debiti;
  • motivi religiosi o soprannaturali, come ad esempio il voler raggiungere presto l’aldilà, il volersi reincarnare in un altro essere vivente;
  • il voler immolare la propria vita per un ideale politico e/o religioso;
  • il sentirsi non capiti dai propri genitori o dai propri coetanei;
  • la voglia di inviare una richiesta di aiuto;
  • l’aver compiuto un gesto grave, che può essere “perdonato” solo auto-infliggendosi la morte;
  • un modo per smettere di provare sofferenza fisica e/o psicologica non più sopportabile;
  • un modo di punire determinate persone, ad esempio i genitori.

In generale un suicidio è generalmente uno strumento usato per trovare una sorta di “controllo” di una situazione che in quel momento sta sfuggendo di mano, ad esempio l’unico modo alla nostra portata per risolvere un dato problema che non siamo riusciti a risolvere in altri modi. Un tentativo di suicidio non esprime necessariamente la volontà reale di morire: spesso è solo un atto che serve a richiamare l’attenzione su di sé, anche se non di rado quelli che dovevano, nelle intenzioni del soggetto, essere “solo” dei tentativi di suicidio, si trasformano in suicidi veri e propri, ad esempio perché la persona ha sottovalutato gli effetti di una emorragia auto-inflitta tagliandosi le vene.

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Suicidio: i segnali per capire chi si vuole suicidare

MEDICINA ONLINE DEPRESSIONE TESTIMONIANZA RACCONTO FRASI AFORISMI TRISTEZZA SOLITUDINE TRISTE VITA SPERANZA MORTE MALATTIA SENTIRSI SOLI lonely girl crowdVi anticipo che – purtroppo – non esiste nessun segnale “certo” che una persona abbia intenzione o si stia per suicidarsi. Persone sorridenti ed all’apparenza felici, possono in realtà nascondere all’interno ansia e dolori molto intensi. Il suicidio è inoltre spesso un atto impulsivo, scatenato da un aumento improvviso dell’ansia e della disperazione, causato da particolari situazioni e circostanze. Può capitare ad esempio che una donna che non abbia mai avuto nessun problema di interesse psichiatrico (ad esempio depressione) né che abbia mai avuto in tutta la sua vita nessun idea suicidaria, tenti o realizzi il suicidio nell’apprendere una notizia tragica ed improvvisa, come la morte di un figlio, specialmente se tale notizia viene appresa in certe circostanze, ad esempio mentre è da sola a casa e non c’è nessuno a confortarla, oppure si trova in circostanze che possono indirettamente favorire l’idea suicidaria, ad esempio l’abitare in un piano alto di un palazzo può suggerire alla donna di lanciarsi nel vuoto per evitare di sentire un dolore insopportabile.

Non tutti i suicidi sono imprevedibili

Non tutti i suicidi sono tuttavia del tutto imprevedibili. Un soggetto che ha intenzioni suicidarie – reali o che si limitano alla fantasia – a causa di disagi cronici come ad esempio il subire atti di bullismo nell’ambiente scolastico –  lascia spesso trapelare nel tempo dei segnali che, se ben interpretati, possono permettere a genitori, parenti ed amici di intuire le intenzioni del soggetto e mettere in pratica delle misure che possano impedire l’insano gesto ed eventualmente aiutarlo a superare il momento di difficoltà.

I segnali dell’intenzione suicidaria

Quali possono essere i segnali d’allarme che fanno capire che una persona cara sta pensando al suicidio?

  • tende a parlare di suicidio o della morte in generale;
  • dice di non avere più obiettivi nella vita o che nulla gli interessa più;
  • tende all’apatia o a “lasciarsi andare”;
  • ha poca reattività agli eventi piacevoli o spiacevoli;
  • parla di “andarsene”, di “fare un viaggio lungo” in posti non ben precisati;
  • regala improvvisamente quello che possiede agli altri (soldi, oggetti…);
  • manifesta sentimenti quali disperazione o senso di colpa;
  • subisce spesso umiliazioni in pubblico;
  • la mattina preferisce rimanere a letto e non ha voglia di far nulla;
  • ha da poco avuto notizie spiacevoli o tragiche, come un lutto, un licenziamento o uno sfratto;
  • non ha voglia di uscire né di avere a che fare con familiari o amici;
  • smette improvvisamente di partecipare alle sue normali attività o di dedicarsi ai suoi hobby;
  • cambia rapidamente abitudini alimentari;
  • ha ritmi sonno-veglia alterati, ad esempio insonnia e inversione dei ritmi circadiani (sta sveglia di notte e dorme di giorno);
  • manifesta comportamenti autodistruttivi (ad esempio usa droghe o beve alcolici);
  • ha comportamenti autolesionistici (ad esempio compie atti dove la sua vita è in pericolo o si è procurato volontariamente delle lesioni fisiche).

Ovviamente l’avere uno o più di tali comportamenti non significa necessariamente che una persona stia pensando al suicidio: queste sono solo indicazioni generali.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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