Glomerulonefrite acuta e cronica: sintomi, cura, si può guarire

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma GLOMERULO RENALE SCHEMA FUNZIONE FLUSSO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa glomerulonefrite è una patologia infiammatoria dei reni che interessa in modo particolare i glomeruli renali e che può compromettere la loro capacità filtrante a causa del rilascio di enzimi proteolitici e citochine infiammatorie con formazione di depositi di fibrina. La patologia può decorrere in modo acuto, subacuto o cronico con manifestazioni diverse ma che generalmente comprendono:

Tali manifestazioni sono soprattutto dovute all’incapacità dei glomeruli alterati di trattenere componenti del sangue normalmente non riescono a passare nelle urine. La patologia può interessare un singolo rene o – più frequentemente – essere bilaterale ed interessare quindi entrambi i reni.

Tipi

Esistono varie glomerulonefriti, con cause e trattamenti diversi. Alcune forme sono più lievi ed asintomatiche, mentre altre hanno prognosi negativa, evolvendo spesso verso insufficienza renale. Tutte le forme hanno in comune l’infiammazione cronica che causa danni cronici ai glomeruli renali. Tra le forme più diffuse, ricordiamo:

Per approfondire ogni singola patologia, clicca sul nome corrispondente.

Le glomerulonefriti possono essere acute o croniche:

  • glomerulonefriti acute: hanno esordio improvviso con ematuria, proteinuria, insufficienza renale acuta, edema diffuso ed ipertensione arteriosa con aumento di creatinina sierica ed azotemia.
  • glomerulonefriti croniche: hanno un esordio sfumato, con insufficienza renale progressiva e cronica, ematuria e proteinuria. Una glomerulonefrite cronica porta, generalmente dopo mesi od anni, ad uremia e necessità di dialisi o trapianto renale.

In base alla causa che ha determinato l’infiammazione, si distinguono inoltre:

  • glomerulonefriti primarie: la patologia interessa direttamente il rene;
  • glomerulonefriti secondarie: la patologia interessa altro organo ed in modo indiretto crea un danno a livello dei glomeruli renali.

Cause

Tra le cause, ricordiamo:

  • infezioni: infezioni batteriche (per esempio, da streptococco, stafilococco o pneumococco), infezioni micotiche, infezioni parassitarie (per esempio, malaria), infezioni virali (per esempio, epatite B, epatite C o infezione da HIV);
  • vasculiti (infiammazione dei vasi sanguigni): crioglobulinemia, granulomatosi eosinofila con poliangioite, granulomatosi con poliangioite, poliangioite microscopica;
  • malattie del sistema immunitario: sindrome di Goodpasture, lupus eritematoso sistemico.

La causa più comune di glomerulonefrite secondaria è il diabete mellito. Altra causa secondaria frequente, specie nelle donne, è il lupus eritematoso sistemico. Altre possibili cause sono la nefrite ereditaria ed alcuni farmaci come chinino, gemcitabina o mitomicina C. Quando la causa non è nota al medico, si parla di “glomerulonefrite idiopatica“.

Sintomi e segni

Le manifestazioni cliniche che più frequentemente si associano ad una glomerulonefrite, sono:

  • insufficienza renale acuta;
  • insufficienza renale cronica;
  • uremia:
  • ipertensione arteriosa;
  • sindrome nefrosica o nefritica;
  • edemi;
  • anemia;
  • proteinuria: presenza di proteine nelle urine;
  • emoblobinuria: presenza di emoglobina nelle urine;
  • ematuria: presenza di sangue nelle urine.

Per approfondire:

Clinicamente è importante distinguere due forme di glomerulonefrite:

  • glomerulonefrite con a sindrome nefritica: caratterizzata da proteinuria, ematuria, ipertensione arteriosa, edemi, funzione renale normale o ridotta, aumento della permeabilità glomerulare e infiammatorio dei capillari glomerulari;
  • glomerulonefrite con a sindrome nefrosica: caratterizzata da proteinuria senza ematuria, ipoalbuminemia, edemi, iperlipidimia, lipiduria; è meno grave della precedente, poiché aumenta la permeabilità glomerulare ma con conservazione della funzione renale, senza passaggio di emazie nelle urine.

Per approfondire, leggi anche: Differenza tra sindrome nefritica e nefrosica

Diagnosi 

I medici indagano l’eventualità di una glomerulonefrite acuta nei soggetti che sviluppano sintomi che suggeriscono questa patologia. I medici indagano inoltre tale eventualità nei soggetti in cui i risultati degli esami di laboratorio (che possono essere eseguiti per valutare sintomi non specifici o far parte di una valutazione medica di routine) indichino una disfunzione renale o la presenza di sangue nelle urine. Gli esami di laboratorio evidenziano la presenza di quantità variabili di proteine e cellule ematiche nelle urine e spesso una disfunzione renale, mostrata da un’elevata concentrazione di urea e creatinina (prodotti di scarto) nel sangue.

Nei soggetti con glomerulonefrite rapidamente progressiva, sono spesso visibili aggregati cilindrici di globuli rossi o bianchi nelle urine analizzate al microscopio. Gli esami del sangue possono rilevare anemia.

Quando si sospetta una glomerulonefrite, è utile una biopsia renale per confermare la diagnosi, determinarne la causa ed evidenziare il grado di sclerosi cicatriziale e la potenziale reversibilità. La biopsia dei reni viene eseguita inserendo un ago in uno dei reni sotto controllo ecografico o della tomografia computerizzata (TC), al fine di ottenere una piccola porzione di tessuto renale. Sebbene la biopsia renale sia una procedura invasiva e occasionalmente possa dare luogo a complicanze, di norma è sicura.

La glomerulonefrite cronica si sviluppa gradualmente e non sempre è possibile stabilire con precisione il momento dell’insorgenza. Può essere individuata mediante l’esame delle urine, eseguito nell’ambito di una visita medica, che evidenzia la presenza di proteine e globuli rossi in un soggetto asintomatico con buona funzionalità renale e in buone condizioni. Il medico esegue di norma un esame di diagnostica per immagini dei reni, come un’ecografia o una TC.

La biopsia renale è la procedura più affidabile per distinguere la glomerulonefrite cronica da altre malattie renali. La biopsia viene tuttavia eseguita raramente negli stadi più avanzati. In questi casi, i reni risultano di dimensioni ridotte e sclerotici e le possibilità di ottenere informazioni specifiche relativamente alla causa sono esigue. I medici sospettano che i reni si riducano di dimensioni e si sclerotizzino dopo un lungo periodo di scarsa funzionalità, apparendo patologicamente piccoli negli esami di diagnostica per immagini.

Trattamento della glomerulonefrite acuta

Nella maggior parte dei casi di glomerulonefrite acuta, non è disponibile alcun trattamento specifico. Il disturbo che causa glomerulonefrite viene trattato ove possibile. Per il recupero della funzionalità renale, può essere necessaria una dieta povera di proteine e sodio. La prescrizione di diuretici può favorire l’escrezione, per via renale, dei liquidi e del sodio in eccesso. L’ipertensione arteriosa deve essere trattata. Quando si sospetta un’infezione batterica come causa della glomerulonefrite acuta, gli antibiotici sono solitamente inefficaci dato che la nefrite ha inizio 1-6 settimane (in media, 2 settimane) dopo l’infezione che, a quel punto, è stata risolta. Tuttavia, se l’infezione batterica è ancora presente quando la glomerulonefrite acuta viene diagnosticata, si deve iniziare una terapia antibiotica. I farmaci antimalarici potrebbero essere efficaci nel caso di glomerulonefrite di origine malarica. Alcune malattie autoimmuni che causano glomerulonefrite vengono trattate con corticosteroidi, farmaci immunosoppressori o entrambi.

Trattamento della glomerulonefrite acuta rapidamente progressiva

In caso di glomerulonefrite rapidamente progressiva, l’impiego di immunosoppressori deve essere iniziato tempestivamente. Alte dosi di corticosteroidi vengono di solito somministrate per via endovenosa per circa una settimana e successivamente vengono assunte per via orale per un periodo di tempo variabile. Può essere utilizzata anche la ciclofosfamide, un immunosoppressore. Inoltre, per eliminare gli anticorpi dal sangue viene usata, in certi casi, la plasmaferesi. Quanto prima si avvia il trattamento, tanto minori sono le possibilità di dover ricorrere a dialisi per insufficienza renale. In alcuni soggetti con malattia renale cronica, si prende in considerazione il trapianto renale, ma la glomerulonefrite rapidamente progressiva può ripresentarsi anche nel rene trapiantato.

Trattamento della glomerulonefrite cronica

L’assunzione di un inibitore dell’enzima convertitore dell’angiotensina (angiotensin-converting enzyme, ACE) o di un bloccante del recettore dell’angiotensina II (angiotensin receptor blocker, ARB) spesso rallenta la progressione della glomerulonefrite cronica e tende a ridurre la pressione arteriosa e l’escrezione di proteine nelle urine. È utile ridurre la pressione arteriosa e l’apporto di sodio. La restrizione della quantità di proteine introdotte con la dieta è di aiuto nel rallentare la progressione del deterioramento renale. L’insufficienza renale deve essere trattata con la dialisi o con il trapianto renale.

Prognosi: si può guarire da una glomerulonefrite?

Le possibilità di guarigione dipendono da molti fattori, tra cui età del paziente, sue eventuali patologie e soprattutto tipo e gravità di glomerulonefrite.

La glomerulonefrite post-streptococcica acuta si risolve completamente nella maggioranza dei casi, specialmente nei bambini. L’1% circa dei bambini e il 10% circa degli adulti sviluppa malattia renale cronica.

La prognosi per i soggetti con glomerulonefrite rapidamente progressiva dipende dalla gravità della cicatrizzazione glomerulare e dalla possibilità di guarire la causa di base, come un’infezione. In circa la metà dei soggetti trattati precocemente (entro giorni o settimane), la funzionalità renale viene conservata e la dialisi non è necessaria. Tuttavia, dato che i sintomi precoci possono essere subdoli e vaghi, molti soggetti che presentano una glomerulonefrite rapidamente progressiva non sono consapevoli della patologia di base e non si rivolgono al medico fino a quando non si sviluppa l’insufficienza renale.

Se il trattamento viene avviato tardivamente, vi sono maggiori possibilità di cronicizzazione della malattia renale cronica. Poiché l’insufficienza renale tende a instaurarsi prima che il soggetto se ne renda conto, dall’80% al 90% delle persone con glomerulonefrite rapidamente progressiva diventa dipendente dalla dialisi. La prognosi dipende, inoltre, dalla causa, dall’età del soggetto e da eventuali altre patologie presenti. Se la causa è sconosciuta o il soggetto è anziano, la prognosi è peggiore.

Complicanze

In alcuni bambini e adulti che non guariscono completamente da una glomerulonefrite acuta, si sviluppano altri disturbi renali, come la sindrome con ematuria e proteinuria asintomatica o la sindrome nefrosica. Altri soggetti con glomerulonefrite acuta, in particolare adulti più anziani, sviluppano spesso una glomerulonefrite cronica. Le complicanze a lungo termine, come più volte ribadito, sono insufficienza renale cronica ed uremia, che possono necessitare di terapia sostitutiva renale.

Terapia sostitutiva della funzione renale

L’unica cura realmente efficace nelle fasi terminali (uremia) di una insufficienza renale cronica, è la terapia sostitutiva renale. Le principali metodiche sostitutive della funzione renale sono:

  • emodialisi (anche chiamata “dialisi extracorporea”): il sangue viene estratto dal paziente, filtrato con una membrana semipermeabile e reinfuso (circolazione extracorporea del sangue con apposito macchinario). Il paziente dovrà purtroppo recarsi più volte alla settimana in ospedale (o presso un centro specializzato) per sottoporsi al trattamento;
  • dialisi peritoneale: metodica che prevede l’immissione nella cavità peritoneale di un liquido di scambio e l’uso del peritoneo (sottile membrana che avvolge i visceri addominali) come membrana semipermeabile per eseguire i processi di filtraggio. Questo secondo tipo di trattamento può essere effettuato anche durante la notte, a domicilio, riducendo così notevolmente il disagio per il malato;
  • trapianto renale: il rene sano di un donatore (vivo o deceduto) viene impiantato nel malato: il ricevente dovrà assuma dei medicinali anti-rigetto a lungo termine.

Il trapianto di rene è ovviamente una cura a lungo termine maggiormente auspicabile, per evitare alcuni effetti collaterali relativi alla dialisi cronica.

Dieta

Il paziente con diabete e nefropatia deve fare particolarmente attenzione all’apporto sia di zuccheri che di proteine, a tal proposito vi consigliamo di continuare la lettura con questi articoli:

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