Meccanismi di erezione del pene: il controllo spinale

MEDICINA ONLINE Rappresentazione schematica dei centri spinali coinvolti nell'erezione.jpgL’erezione peniena è un fenomeno legato all’azione integrata essenzialmente di tre meccanismi di controllo:

  • controllo centrale dell’erezione e relativi mediatori centrali;
  • controllo spinale dell’erezione;
  • controllo periferico dell’erezione.

In questo articolo ci occuperemo in particolare del controllo spinale dell’erezione.

Controllo spinale

In condizioni normali, gli archi riflessi psicogeno e reflessogeno agiscono in modo sinergico attraverso una via efferente comune mediata dai centri autonomici spinali. L’innervazione peniena è costituita da tre componenti principali (vedi immagine in alto nell’articolo):

  • parasimpatico sacrale;
  • simpatico toraco-lombare;
  • nervo pudendo (componente somatica).

Parasimpatico sacrale

Le fibre pregangliari hanno origine nei segmenti 52-54 del midollo spinale e, attraverso le radici anteriori dei nervi sacrali, costituiscono, insieme a fibre simpatiche, il nervo pelvico. Le fibre del nervo pelvico si portano al plesso pelvico nel quale sono sparsi i gangli pelvici. Dal plesso pelvico si diparte il nervo cavernoso che decorre lungo la fascia pelvica e giunto in corrispondenza della prostata passa lungo la capsula prestatica, mantenendosi nella porzione postero-laterale della ghiandola. Il nervo cavernoso lascia quindi la pelvi attraverso due vie: una porzione di fibre si porta tra la fascia dell’elevatore dell’ano e l’uretra e poi al pene (corpi cavernosi e corpo spongioso dell’uretra) mentre un gruppo di fibre si distribuisce allo sfintere striato dell’uretra. L’attivazione del parasimpatico favorisce l’erezione in quanto la acetilcolina, interagendo
con i recettori muscarinici dell’endotelio vasale, determina la liberazione di ossido nitrico.

MEDICINA ONLINE PLESSO COCCIGEO NERVI DEGLI ARTI INFERIORI FEMORALE OTTURATORIO SCIATICO ISCHIATICO ILEOIPOGASTRICO ILEOINGUINALE GENITOFEMORALE PIRIFORME QUADRATO GLUTEO FORAME ISCHIATICO GEMELLO PUDENDO ELEVATORE ANO

Simpatico toraco-lombare

Le fibre pregangliari originano dalle colonne simpatiche intermedio-laterali dei segmenti T9-L2, e, attraverso le radici spinali anteriori, si portano ai gangli paravertebrali della catena del simpatico. A tale livello ci sono due possibilità:

  • in parte le fibre possono discendere attraverso la catena del simpatico fino ai gangli sacrali, prendere sinapsi con il secondo neurone della via e passare con le fibre parasimpatiche pregangliari nel nervo pelvico o con le fibre somatiche nel nervo pudendo;
  • in parte possono dirigersi, via il nervo lombare splancnico, ai gangli prevertebrali che formano il plesso mesenterico inferiore e ipogastrico superiore, da cui si dipartono fibre postgangliari che attraverso il nervo ipogastrico si portano al plesso pelvico.

Le fibre parasimpatiche con la loro liberazione continua di noradrenalina sono responsabili dello stato prevalente di contrazione della muscolatura liscia delle lacune e delle arterie cavernose ed elicine.
Oltre alle fibre simpatiche e parasimpatiche il nervo cavernoso contiene anche delle fibre non-adrenergiche-non-colinergiche (fibre NANC) i cui terminali liberano direttamente ossido nitrico.

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Nervo pudendo

L’innervazione somatica del pene e del peri neo è assicurata dal nervo pudendo, nervo misto (motore-sensitivo) che origina da S2-S4 (2). I suoi rami terminali sono:

  • nervo perineale: misto, innerva la cute dello scroto e del peri neo e i muscoli ischio- e bulbo-cavernoso, oltre a dare rami sensitivi per l’uretra e il corpo spongioso;
  • nervo dorsale del pene: misto, fornisce rami sensitivi per i corpi cavernosi, il glande e la cute del pene e rami motori per lo sfintere striato esterno dell’uretra e traverso profondo del perineo.

In tale contesto risulta inoltre importante ricordare che i muscoli striati perineali giocano un ruolo determinante durante l’erezione. La contrazione di tali muscoli infatti, pur non causando erezione di per sé, permette un aumento della pressione intracavernosa fondamentale per il raggiungimento di una massima rigidità.

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