Differenza tra eclissi solare e lunare (spiegazione semplice)

In astronomia una “eclissi” si verifica quando un qualsiasi corpo celeste, frapposto tra una fonte di luce e un altro corpo, proietta su quest’ultimo la sua ombra, oscurandone totalmente o parzialmente la visione.

Nel nostro universo i protagonisti dello spettacolo sono Terra, Sole e luna: quando questi tre corpi si trovano allineati con precisione, a seconda della loro posizione reciproca, danno origine a oscuramenti solari o lunari.

Nell’eclissi lunare la Terra è posta tra il sole e la luna, in modo allineato: in questo modo l’ombra della Terra oscura del tutto o parzialmente la luna. Per capire meglio, osservate questa immagine:

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Nell’eclissi solare invece è la luna ad essere posta tra la Terra ed il sole, in modo allineato: in questo modo l’ombra della luna oscura zone della Terra. Per capire meglio, osservate questa immagine:

MEDICINA ONLINE STARS SOLAR ECLIPSE TOTAL ECLISSE TOTALE DI SOLE LUCE STELLA CADENTE LUNA FACCIA VISIBILE LIGHT SIDE MOON APOLLO PIANETA LIGHT SPEED TERRA EARTH SPACE SPAZIO HI RESOLUTION WALLPAPER NASA IMAGE PICTURE PICS

A differenza dell’eclissi solare, (dove il cono d’ombra della Luna è relativamente modesto), in quella lunare l’ombra proiettata dalla Terra è maggiore della superficie della Luna e ciò comporta la presenza di uno spazio scuro definito “cono di penombra”.

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Cos’è una galassia? Di cosa è fatta?

MEDICINA ONLINE POLAR STARS SPACE GALAXY GALASSIA MOON ECLIPSE LUNA STELLA POLARE TROVARE LUNA FACCIA LIGHT SIDE MOON APOLLO PIANETA LIGHT SPEED TERRA EARTH SPACE SPAZIO HI RESOLUTION WALLPAPER NASA IMAGE PICTURE PICS.jpgL’universo è tempestato da un impressionante numero di stelle, una quantità incalcolabile, considerando che anche con i più moderni telescopi, riusciamo ad osservarne soltanto una porzione limitata.

A causa della reciproca forza gravitazionale, ammassi e sistemi composti da milioni o miliardi di stelle, insieme al mezzo interstellare – formato da polveri e gas rarefatti – formano dei giganteschi agglomerati, meglio conosciuti come Galassie.
In altre parole una Galassia non è altro che un enorme insieme di corpi celesti e materiale rarefatto, tenuto insieme dalla gravità, che le conferisce anche una particolare morfologia.
Grazie all’astronomo statunitense Edwind Hubble, che nel 1923 scandagliò il cielo con il telescopio Hooker, oggi sappiamo che nel nostro universo esistono miliardi di galassie più o meno grandi, classificabili, a seconda della conformazione assunta, in base al sistema che porta il suo nome.
Considerandone la forma apparente, le galassie sono perciò suddivise in:

1) Ellittiche: consiste in un profilo a forma di disco ellissoidale ed è la forma più diffusa.

2) A spirale e spirale barrata: hanno forma di disco ma con delle spire che si diramano dal nucleo; nel caso della spirale barrata, un fascio di stelle attraversa il nucleo.

3) Peculiari: sono galassie dalla conformazione irregolare, la cui forma è provocata dall’interazione della forza di marea con le galassie vicine.

Le galassie e le stelle al loro interno sono sottoposte a due diversi tipi di moti, quello di rotazione e quello di traslazione. Mentre il primo consiste nella rotazione delle stelle intorno al nucleo – fortemente attrattivo data la sua elevata densità – il secondo si riferisce al graduale allontanamento delle galassie dalla Terra, uno spostamento recessivo che conferma la teoria dell’Universo in espansione. A prescindere dal tipo di moto, non si è ancora riusciti a scoprire la velocità reale né delle stelle, né delle galassie; un’avvincente sfida per l’astronomia, che ipotizza la presenza di materia oscura, dotata di massa – quindi di forza gravitazionale – ma invisibile, non essendo in grado di emettere ne riflette la luce.

Il termine galassia ha origine greca, deriva dalla parola “galaxias”, con significato di “latteo”. E non è certo un caso: Via Lattea è il nome della galassia per eccellenza, quella in cui è contenuto il Sistema solare, dove si svolge tutta la vita conosciuta. Oltre ad essa, è possibile osservare, senza l’utilizzo di strumenti particolari, anche le due “Nubi di Magellano” e la “Galassia di Andromeda”.

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Differenza tra stella cadente e meteora

MEDICINA ONLINE STELLA PIANETA NANO GIOVIANO TERRESTRE SATELLITE NATURALE ARTIFICIALE METEROIDE METEORITE METEORA STELLA CADENTE SOLE LUNA TERRA FANTASCIENZA MARTE PIANETA SISTEMA SOLARE SOL SPACE WALLPAPER HD PIC PHOTO PICQuando si parla di stella cadente s’intende indicare la traccia luminosa, visibile solo per pochi attimi, lasciata nel cielo da una meteora durante il suo passaggio attraverso l’atmosfera terrestre.

La meteora non è altro che una piccola particella rocciosa che si surriscalda e si distrugge quando dallo spazio penetra nell’atmosfera terrestre a una velocità pari a circa 72 chilometri al secondo. Sembra che le meteore siano residui di comete, mentre i meteoriti sono corpi celesti abbastanza grandi da cadere sulla Terra senza autodistruggersi prima.

 

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Differenza tra orbita ed orbitale (in chimica ed astronomia)

MEDICINA ONLINE ATOMO ELETTRONE ORBITA ORBITALE LIVELLO ENERGETICO ELETTRONE NUCLEO PROTONE NEUTRONE FOTONE RAGGIO RADIAZIONE LUCE VELOCITA CHIMICA DIFFERENZA STRUTTURA BOHR RELATIVITA GENERALE RISTRETTA WALLPAPER SFONDOIn chimica, l’orbita è la traiettoria che, secondo la vecchia teoria dell’atomo di Bohr, un elettrone segue nella rotazione attorno al nucleo, attraversando una linea.
Un orbitale è invece una zona di spazio, quindi non più una linea, dove è altamente probabile che si trovi l’elettrone.

Si è dovuto introdurre il concetto di orbitale a causa del principio di indeterminazione di Heisenberg, secondo il quale non si può determinare contemporaneamente velocità e posizione di un elettrone, perché se ne altererebbe il moto. In chimica si distingue, in generale, tra orbitale atomico ed orbitale molecolare ma in fisica il concetto di orbitale viene usato per descrivere un qualsiasi insieme di autostati di un sistema. Un orbitale atomico può essere approssimato, per favorirne la visualizzazione, con quella regione di spazio attorno al nucleo atomico in cui la probabilità di trovare un elettrone è massima ed è delimitata da una superficie sulla quale il modulo dell’ampiezza della funzione d’onda è costante (generalmente normalizzata a uno).

In astronomia, un’orbita è la traiettoria di un corpo celeste, di un satellite artificiale o di un veicolo spaziale nello spazio, dove in genere è presente il campo gravitazionale generato da un altro corpo celeste.
Formalmente un orbitale è definito come la proiezione della funzione d’onda sulla base della posizione.

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Differenza tra pianeta e pianeta nano con esempi

MEDICINA ONLINE STELLA PIANETA NANO GIOVIANO TERRESTRE SATELLITE NATURALE ARTIFICIALE METEROIDE METEORITE METEORA STELLA CADENTE SOLE LUNA TERRA FANTASCIENZA MARTE PIANETA SISTEMA SOLAREUn pianeta viene definito come un corpo celeste che, a differenza di una stella, non produce energia tramite fusione nucleare, non brilla di luce propria ma di luce riflessa proveniente dalla stella attorno a cui orbita (nel caso della Terra ovviamente è il sole).

Nel 2006 l’Unione Astronomica Internazionale ha stabilito una nuova definizione, per i pianeti: si definisce pianeta un oggetto che orbita stabilmente intorno al Sole, che ha dimensioni sufficienti a raggiungere l’equilibrio idrostatico (cioè che non ha la forma di un sasso, ma grossomodo di una sfera) e che è gravitazionalmente dominante (ovvero che ha “ripulito le vicinanze della sua orbita da altri oggetti”).

In base alla nuova definizione, Plutone è stato retrocesso a pianeta nano: Plutone, infatti, interseca l’orbita di Nettuno e ne è in qualche maniera dominato, nel senso che il suo periodo orbitale è risonante con quello di Nettuno in modo da non incrociarlo mai troppo da vicino. Se così non fosse, sarebbe già stato catturato da Nettuno o sbalzato fuori dalla sua orbita. Insieme a Plutone, sono stati identificati altri pianeti nani, uno dei quali (Eris) è anche più grande dell’ex nono pianeta: la differenza tra pianeta e pianeta nano è proprio il fatto di essere o meno gravitazionalmente dominante nella regione della propria orbita.

Ad oggi, quindi, nel sistema solare ci sono otto pianeti (gravitazionalmente dominanti nella regione della propria orbita):

  • Mercurio;
  • Venere;
  • Terra;
  • Marte;
  • Giove;
  • Saturno;
  • Urano;

e cinque pianeti nani (non gravitazionalmente dominanti nella regione della propria orbita):

  • Plutone;
  • Eris;
  • Haumea;
  • Makemake;
  • Cerere.

Di questi, soltanto Cerere sta nel sistema solare interno, gli altri sono tutti oggetti transnettuniani. Oltre a questi, un’altra quindicina di oggetti sono sotto studio per stabilire se possono rientrare nella categoria o se devono accontentarsi di essere catalogati come “oggetti minori del sistema solare” (una definizione francamente un po’ triste).

 

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Quante volte l’uomo è stato sulla Luna?

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Foto della missione Apollo 15

Prima che l’uomo potesse mettere piede sulla Luna, questo immenso e misterioso satellite naturale veniva studiato attraverso l’impiego di sonde robotiche.
Le prime quattro furono lanciate dall’Unione Sovietica tra il 1959 e il 1966; poi fu la volta degli Stati Uniti, che risposero dieci anni dopo inaugurando l’allunaggio dell’uomo con la prima delle sette missioni inserite all’interno del celebre Programma Apollo.
Ognuna delle missioni del programma spaziale americano è identificata da un numero che ne determina la successione cronologica. Sebbene siano state totalmente sette, il numero reale di allunaggi umani è sei, vediamo perché:

1) Apollo 11: missione che segna il primo allunaggio umano della storia, avvenuto il 20 luglio del 1969 e trasmesso in diretta televisiva internazionale. Il suo equipaggio era composto dal comandante Neil Armstrong e dai piloti del modulo lunare e del modulo di comando Edwin Aldrin e Michael Collins. Prima di lasciare il satellite, gli astronauti collocarono sul suolo lunare una targa inossidabile che recita la scritta:
«Qui uomini dal pianeta Terra fecero il primo passo sulla Luna. Luglio, 1969 d.C.Siamo venuti in pace per tutta l’umanità».

2) Apollo 12: è il secondo viaggio spaziale dell’uomo, quello con cui il comandante Pete Conrad, insieme ai piloti Alan Bean e Richard Gordon Jr., il 19 novembre del 1969 mette piede sulla superficie lunare.

3) Apollo 13: fecero parte del suo equipaggio il comandante James Lovell Jr, e i piloti Fred Haise Jr e John Swigert. La missione partì l’11 aprile del 1970, ma a causa di un guasto dovuto allo scoppio di un modulo di servizio, l’allunaggio non è mai avvenuto e gli astronauti fecero ritorno senza aver posato piede sulla Luna. La missione fu comunque definita un “fallimento di successo” per la capacità dimostrata dal controllo missione nel riportare a casa l’equipaggio in una situazione disperata e per la risonanza mediatica dell’evento, da qui è stato tratto anche il film Apollo 13.

4) Apollo 14: il 5 febbraio del 1971, dopo un violento temporale, venne lanciata la navicella spaziale con cui il comandante Alan Shepard e i piloti Edgar Mitchell e Stuart Roosa, presero parte alla terza esplorazione lunare.

5) Apollo 15: è la quarta ricognizione umana della Luna, avvenuta il 30 luglio del 1971, quando il comandante David Scott e i piloti James Irwin e Alfred Worden, atterrano sul cosiddetto “ruscello di Hadley”, situato tra gli Appennini lunari.

6) Apollo 16: quinta missione dell’uomo sulla Luna, conclusa il 21 aprile del 1972con l’allunaggio del capitano John Young, partito insieme ai piloti di modulo e di comando, Charles M. Duke e Thomas Mattingly.

7) Apollo 17: sesta ed ultima spedizione. Si compì l’11 dicembre del 1972, quando il comandante Eugene A. Cernan, accompagnato dai piloti Harrison Schmitt e Ron Evan, atterrò su suolo lunare. E’ perciò la missione più recente e rispetto alle precedenti presenta alcune peculiarità: le ricerche scientifiche intraprese furono più molto più intense, vennero raccolti campioni in numero più abbondante e gli astronauti, oltre ad essere partiti dalla Terra con un lancio notturno, rimasero sul suolo lunare per un tempo maggiore.

Le 6 missioni che hanno portato l’uomo a mettere piede sulla luna sono quindi l’Apollo 11, 12, 14, 15, 16, 17.

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Differenza tra pianeta gioviano e terrestre con esempi

MEDICINA ONLINE STELLA PIANETA NANO GIOVIANO TERRESTRE SATELLITE NATURALE ARTIFICIALE METEROIDE METEORITE METEORA STELLA CADENTE SOLE LUNA TERRA FANTASCIENZA MARTE PIANETA SISTEMA SOLARE SOL SPACE WALLPAPER HD PIC PHOTO PICUn pianeta viene definito come un corpo celeste che, a differenza di una stella, non produce energia tramite fusione nucleare, non brilla di luce propria ma di luce riflessa proveniente dalla stella attorno a cui orbita (nel caso della Terra ovviamente è il sole). I pianeti del sistema solare si muovono intorno al sole descrivendo orbite ellittiche, con senso di rotazione antiorario (tranne quello di Venere e Urano che è orario).I pianeti si differenziano per quel che riguarda la distanza dal sole le dimensioni e le temperature.

Per le caratteristiche fisico chimiche si possono dividere in due gruppi con caratteristiche diverse:

Pianeti terrestri (Mercurio, Venere, Terra e Marte): 

  • hanno pochi satelliti e una bassa velocità di rotazione (intorno al proprio asse) intorno al sole.
  • Sono solidi, hanno una densità maggiore di quelli gassosi.
  • Composizione chimica: sono materiali rocciosi e metallici con minime quantità di gas. I materiali non sono distribuiti in maniera uguale,al centro ci sono quelli più pesanti.
  • La densità varia a seconda del punto che andiamo ad esaminare.
  • La densità della terra e maggiore all’interno perché lì ci sono i materiali più pesanti.
  • La loro densità è cinque volte maggiore di quella dell’acqua

Pianeti Gioviani (Giove, Saturno, Urano e Nettuno)

  • Hanno una grande massa, molti satelliti, un’elevata velocità di rotazione e quindi hanno una forma più schiacciata.
  • Densità minore. Densità di 1.2 volte quella dell’acqua, quindi è notevolmente minore.
  • Sono Corpi gassosi: hanno un volume elevato. Sono formati da Idrogeno elio ghiacci,carbonio o azoto, ammoniaca.
  • Hanno un piccolo nucleo centrale formato da materiali rocciosi e metallici, per il resto sono formati da gas
  • Sono formati da tre parti fondamentali:
    – Nucleo: formato da materiali ad alta densità, che sono più pesanti e per la forza di gravità sono scesi.
    – Mantello: minore densità. Formato da ossidi e silicati di ferro e magnesio.
    – Crosta: materiale più leggero (prevalgono il silicio e alluminio).

I gioviani, più propriamente detti giganti gassosi, sono quindi pianeti molto più massivi e sono composti principalmente di gas. La massa massima di un gigante gassoso sono 13 masse di Giove. Al di sopra di questo valore, tra 13 e 70 masse gioviane abbiamo le nane brune, in pratica dei pianeti enormi. Sopra le 70 masse di Giove ci sono le stelle.

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Cos’è e dove si trova la Stella Polare? Come individuarla?

MEDICINA ONLINE POLAR STARS FIND MOON ECLIPSE TOTALE DI LUNA LUCE STELLA POLARE TROVARE CADENTE LUNA FACCIA LIGHT SIDE MOON APOLLO PIANETA LIGHT SPEED TERRA EARTH SPACE SPAZIO HI RESOLUTION WALLPAPER NASA IMAGE PICTURE PICS.jpgQuando sulla Terra abbiamo avuto il bisogno di orientarci, non ci è restato altro da fare che puntare al cielo. Tra miliardi di stelle che brillano sulle nostre teste però, perdersi è fin troppo facile. Per fortuna stelle come quelle Polari, ci permettono di orientarci nell’immenso panorama notturno. Perché? E cosa sono esattamente?

Iniziamo col dire che l’asse di rotazione terrestre – la traiettoria inclinata e immaginaria disegnata dal moto rotatorio del nostro pianeta – si interseca con la volta celeste in due punti, i cosiddetti poli celesti Nord e Sud.

Una Stella Polare generica, per lo più allineata con l’asse di rotazione, è quella che indica uno di questi due poli, è perfettamente visibile senza l’utilizzo di particolari strumenti e data la sua maggiore vicinanza al polo celeste, rispetto alle stelle vicine sembra quasi perfettamente immobile. In linea teorica – occorre comunque che sia vicina ad un polo e luminosa a sufficienza – esistono perciò due Stelle Polari: una riferita all’emisfero boreale, l’altra all’emisfero australe. Per definizione, la nostra attuale Stella Polare, quella che coincide con il polo celeste Nord, è chiamata Polarised è contenuta nella costellazione dell’Orsa Minore; mentre le stelle che indicano il Sud fanno parte dell’omonima costellazione.

Ragionevolmente, possiamo vedere solo la stella presente nel nostro emisfero. Questo significa che, a meno di un viaggio intercontinentale, un australiano non può scorgere Polaris nel suo cielo, così come un italiano non può vedere la Costellazione del Sud nel proprio. Se decidessimo di fare un giro all’equatore invece, le vedremmo entrambe.

Poiché l’asse di rotazione terrestre compie un giro circolare sulla sfera celeste in 26.000 lentissimi ma inesorabili anni – fenomeno conosciuto come “precessione” – la stella vincitrice del titolo di Stella Polare non è sempre stata la stessa e nemmeno lo sarà. Intanto secondo complicatissimi calcoli astronomici, L’Orsa Minore ci permetterà di ritrovare meglio la strada di casa intorno al 2100, anno in raggiungerà il punto di distanza minimo dal polo Nord celeste.

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