Procreazione medicalmente assistita (PMA), inseminazione intrauterina (IUI), fecondazione in vitro FIVET e ICSI

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA ABORTO FETO EMBRIONE SPONTANEO PROVOCATO VOLONTARIO TERAPEUTICO LEGGE 184 1978 DONNA DECIDE COPPIA INCINTA MORTE RASCHIAMENTO PANCIONE LEGALE O NOCon l’acronimo “PMA” in medicina riproduttiva si intende la Procreazione Medicalmente Assistita (anche chiamata “procreazione assistita” oppure “procreazione artificiale”), cioè un insieme di tecniche che hanno come Continua a leggere

Differenza tra inseminazione intrauterina e fecondazione in vitro

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Differenza tra PMA, IVF, IUI, FIVET e ICSI in medicina riproduttiva

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Ormone follicolo stimolante (FSH) alto, basso, valori normali e significato

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L’ormone follicolo-stimolante (FSH, follicle-stimulating hormone), conosciuto anche come follitropina, è un ormone sintetizzato dall’adenoipofisi che ha la funzione di stimolare l’ovulazione nella donna e la spermatogenesi (formazione di nuovi spermatozoi) nell’uomo; si tratta quindi di un valore fondamentale nella valutazione della fertilità.

Più nel dettaglio, l’ormone è in grado nella donna di favorire la crescita dei follicoli nelle ovaie fin quando quello dominante rilascerà l’ovulo pronto ad essere fecondato; con il procedere della maturazione, i diversi follicoli rilasciano delle sostanze in grado di ridurre progressivamente la produzione di FSH (feedback negativo). Questo aspetto è molto importante per capire come interpretare l’esame, perchè con l’aumentare dell’età diminuiscono i follicoli a disposizione ad ogni ciclo e quindi le sostanze prodotte per segnalare che è possibile diminuire la produzione dell’ormone diventano inferiori e, di conseguenza, i valori di FSH diventano più alti.

Semplificando possiamo riassumere così:

  • In giovane età ad ogni ciclo mestruale vengono prodotti numerosi follicoli (anche se poi solo uno rilascerà l’ovulo) e questa grande quantità è un forte segnale che riduce la produzione di FSH (valori bassi nel sangue).
  • Verso la menopausa ad ogni ciclo mestruale sono ormai pochi i follicoli disponibili rimasti, che non hanno quindi più la forza di abbassare sufficientemente i valori di FSH, che saranno quindi più alti.

Valori Normali

  • Uomini
    • Età prepubere: 0-5.0 mIU/ml
    • Pubertà: 0.3-10.0 mIU/ml
    • Adulto: 1.5-12.4 mIU/ml
    • Donne
      • Età prepubere: 0-4.0 mIU/ml
      • Pubertà: 0.3-10.0 mIU/ml
      • Età fertile
        • Fase follicolare: 1.0-8.8 mIU/ml
        • Ovulazione: 4.0-25.0 mIU/ml.
        • Fase luteale: 1.0-5.1 mIU/ml
      • Menopausa: 16.7-134.8 mIU/ml

(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)

Interpretazione

Donna

Quando viene prescritto per lo studio della fertilità di una donna, l’esame viene effettuato di norma nella prima fase del ciclo (fase follicolare) e più esattamente in genere fra il terzo ed il quinto giorno del ciclo, ci concentreremo quindi sull’analisi di questo valore.

Il valore dell’ormone follicolo stimolante ci permette di valutare la fertilità della donna dal punto di vista della riserva ovarica, in altre parole di permette un’idea approssimativa di quanti ovuli rimangono a disposizione.

Uno studio del 1989 effettuato su più di 750 cicli mestruali di circa 450 donne, ha dimostrato che, anche a parità di età, le donne con valori di FSH in terza giornata (ossia dal terzo giorno della mestruazione) inferiori a 15 mIU/ml dimostravano una drammatica differenza di probabilità di gravidanza rispetto alle donne con valori superiori a 25 mIU/ml, che avevano invece molte più difficoltà.

Cercando di generalizzare i risultati, l’esame nelle donne nel terzo giorno di ciclo può essere così valutato:

    • Valori superiori a 15: scarse probabilità di successo (ma non nulle).
    • Valori tra 10 e 15: possibile diminuzione della fertilità dovuta all’età.
    • Valori inferiori a 10: situazione ottimale.

Mi preme tuttavia aggiungere che uno studio recente ha dimostrato che, nonostante sia più difficile rimanere incinta con valori alti, in caso di gravidanza il rischio di complicazioni rimane legato all’età ed indipendente dall’FSH; questo significa che la quantità di ormone presente di fornisce una stima della quantità dei follicoli ancora presenti e sulla probabilità di impianto, ma non influisce in alcun modo sulla loro qualità

Un valore alto è infine predittivo di scarsa probabilità di successo anche in caso di tecniche di fecondazione assistita; questo è dimostrato dal fatto che molti centri per l’infertilità non accettano donne con valori di FSH oltre una certa soglia, in genere proporzionale all’età. Per esempio il CHR considera normali questi valori:

Età FSH
< 33 anni < 7.0 mIU/ml
33-37 anni < 7.9 mIU/ml
38-40 anni < 8.4 mIU/ml
Più di 40 anni < 8.5 mIU/ml

Questo tuttavia non significa che non sia possibile rimanere incinta con valori superiori, ma solo che può insorgere qualche difficoltà in più; il dato viene infine spesso incrociato con il valore di ormone antimulleriano, un esame molto più recente e preciso per la stima della riserva ovarica.

Uomo

Nel caso dell’uomo l’esame viene in genere richiesto in presenza di uno spermiogramma non ottimale, in quanto consente di ottenere indicazioni sulle possibili cause.

Elevati livelli di FSH maschile sono dovuti a un’insufficienza testicolare primaria., causata in genere da difetti dello sviluppo nella crescita dei testicoli o a lesioni agli stessi:

Difetti dello sviluppo:

  • Mancato sviluppo,
  • Anomalie cromosomiche,
  • Infezione virale (parotite),
  • Trauma,
  • Radiazioni,
  • Chemioterapia,
  • Malattie autoimmuni,
  • Tumori delle cellule germinali.

Bassi livelli fanno invece pensare a disturbi ipofisari o ipotalamici.

Valori Bassi

  • Amenorrea
  • Anoressia
  • Disfunzione ipotalamica
  • Iperplasia surrenale
  • Ipofisectomia
  • Ipogonadotropismo
  • Pubertà tardiva
  • Tumore al testicolo
  • Tumore alle ovaie
  • Tumore del surrene

Valori Alti

  • Acromegalia
  • Adenoma pituitario
  • Amenorrea
  • Anorchidia
  • Castrazione
  • Insufficienza gonadica
  • Insufficienza ovarica
  • Insufficienza testicolare
  • Iperpituitarismo
  • Ipogonadismo
  • Isterectomia
  • Menopausa
  • Mestruazione
  • Orchiectomia
  • Pubertà precoce
  • Sindrome di Stein-Leventhal
  • Sindrome di Turner
  • Sindrone di Klinefelter
  • Tumore ipotalamico

(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)

Fattori che influenzano l’esame

Il risultato può essere alterato da numerosi farmaci, inoltre i valori di possono aumentare nel caso di soggetti fumatori.

Si segnala infine che recenti esami radiologici possono influenzare il risultato.

Quando viene richiesto l’esame

Sia negli uomini che nelle donne l’esame può essere richiesto in caso di problemi di infertilità, ma nelle donne è spesso usato anche nei casi di ciclo mestruale irregolare od assente.

Preparazione richiesta

Non è richiesta alcuna preparazione particolare nè il digiuno, ma è molto importante effettuare il test nel giorno indicato dal medico per una corretta valutazione del risultato.

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Meiosi: spiegazione di tutte tappe

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MEIOSI SPIEGAZIONE TUTTE LE TAPPE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCome abbiamo visto in questo articolo, nella mitosi da una cellula madre si ottengono due cellule figlie identiche, con lo stesso numero di cromosomi della madre; poiché vi sono tante coppie di cromosomi si parla di cellule a “corredo cromosomico” diploide. La meiosi, invece, è una moltiplicazione “riduttiva”, poiché le cellule figlie hanno un corredo cromosomico dimezzato rispetto alla cellula madre: possiedono un cromosoma solo per ogni coppia. Per le cellule umane, ad esempio, nella mitosi si passa da una cellula con 46 cromosomi, cioè con 23 coppie di cromosomi, a due cellule sempre con 46 cromosomi (23 coppie); nella meiosi, da una cellula progenitrice con 46 cromosomi si passa a cellule con 23 cromosomi (un cromosoma per ogni coppia): il corredo cromosomico così dimezzato è detto aploide.

La meiosi riguarda esclusivamente le cellule germinative o gameti: queste cellule devono avere un numero di cromosomi dimezzato perché nella fecondazione, dall’unione di un gamete maschile con un gamete femminile (entrambi aploidi) originerà lo zigote, la prima cellula diploide dalla quale, per effetto di successive mitosi, derivano tutte le cellule (diploidi) dell’organismo.

Leggi anche:

Le tappe della meiosi

La meiosi consente di ottenere una notevole variabilità del patrimonio genetico, per la distribuzione casuale dei membri di ogni coppia di cromosomi all’interno delle cellule figlie (gameti) e per effetto del crossing-over. Le cellule progenitrici (oogoni e spermatogoni) da cui origineranno le cellule germinative (oociti e spermatozoi), aploidi, sono diploidi, posseggono cioè 46 cromosomi, 23 coppie di cromosomi. Ogni coppia è costituita, come per tutte le altre cellule del corpo umano, da un cromosoma proveniente dalla madre e uno dal padre. I due cromosomi che costituiscono una coppia sono simili per forma e dimensione e vengono detti cromosomi omologhi.

La meiosi prevede due divisioni cellulari successive:

  • la prima è la divisione riduzionale, nella quale i due cromosomi di ciascuna coppia si separano, andando ciascuno in una sola delle due cellule figlie, che presentano perciò un numero di cromosomi ridotto a metà, ma già divisi in due cromatidi (cioè con DNA raddoppiato e già pronto a una nuova divisione);
  • la seconda è una divisione equazionale, simile alla mitosi, nella quale, fin dalla profase, i cromosomi sono divisi in due cromatidi.

Leggi anche: Differenza tra cellula aploide e diploide con esempi

Tappe della divisione riduzionale

  1. Profase I. In questa fase si evidenziano i cromosomi, divisi in cromatidi; i due cromosomi di ciascuna coppia si con-giungono (sinapsi), costituendo delle formazioni dette tetradi, perché fatte di quattro cromatidi. I geni corrispondenti sui due cromosomi omologhi si vengono così a trovare a stretto contatto e si può avere lo scambio reciproco di porzioni di DNA corrispondenti tra i due cromosomi: questo fenomeno è detto crossing-over. Tale scambio è molto importante perché permette di ottenere dei “nuovi” cromosomi costituiti da porzioni del cromosoma “paterno” e porzioni del cromosoma “materno”: lo scambio di geni, responsabile della trasmissione dei caratteri ereditari, determina una notevole varietà delle caratteristiche della specie umana grazie al continuo mescolamento, di generazione in generazione, di caratteri appartenenti a individui diversi. Rispetto alla mitosi, la profase I presenta le seguenti differenze: – la congiunzione (sinapsi) dei cromosomi omologhi con formazione delle tetradi; – gli scambi reciproci di porzioni di DNA per crossing-over. La profase I è molto lunga e viene suddivisa in diversi stadi:
    • leptotene: comparsa dei cromosomi sotto forma di lunghi filamenti singoli e sottili (da lepto, che significa “sottile”);
    • zigotene (da zygotos, ossia “unito assieme”): appaiamento dei cromosomi omologhi (sinapsi);
    • pachitene: accorciamento e ispessimento dei cromosomi (da pachys, cioè spesso); le coppie di cromosomi vengono definite bivalenti;
    • diplotene: sdoppiamento dei cromosomi in cromatidi, con formazione delle tetradi; i cromatidi omologhi si scambiano porzioni di DNA (crossing-over) incrociandosi in punti detti chiasmi.
    • diacinesi: scomparsa del nucleolo e della membrana nucleare e formazione del fuso; la diacinesi corrisponde alla prometafase.
  2.  Prometafase I: si forma il fuso mitotico con i centrioli ai poli opposti, mentre la membrana nucleare è scomparsa: non vi sono differenze con la mitosi.
  3. Metafase I: le fibre del fuso si collegano ai cromosomi: ogni cromosoma, diviso in due cromatidi tenuti insieme per il centromero, è legato alle fi bre del fuso di un solo polo: i cromosomi omologhi sono connessi ai poli opposti. Si ha l’allineamento dei cromosomi sul piano equatoriale (piastra metafasica). Nella mitosi ogni cromosoma è collegato ai due poli; nella meiosi, invece, ogni cromosoma è collegato solo a uno dei due poli, con l’omologo (cioè il cromosoma della stessa coppia) collegato al polo opposto .
  4. Anafase I: si ha la migrazione dei cromosomi verso i poli. I cromosomi omologhi migrano verso i poli opposti. Nella mitosi il centromero si divide e i due cromatidi costituenti ogni cromosoma migrano verso poli opposti; nella meiosi, invece, il centromero non si divide e tutto il cromosoma formato dai due cromatidi uniti per il centromero migra verso un polo, mentre il suo omologo si porta all’altro polo . Così a un polo avremo 23 cromosomi e all’altro i 23 omologhi, tutti già divisi in due cromatidi.
  5. Telofase I: si completa la separazione delle due cellule, che sono aploidi perché contengono solo 23 dei 46 cromosomi; ma ogni cromosoma è già“sdoppiato” in due cromatidi uniti per il centromero ed è quindi pronto a una seconda divisione.

Tappe della divisione equazionale

La seconda divisione della meiosi (divisione equazionale) porta alla separazione dei cromatidi. Essa è del tutto uguale a una mitosi che parte da una profase già iniziata, con la differenza che sia la cellula di partenza, con i cromosomi già divisi in due cromatidi, sia le cellule figlie, hanno un numero di cromosomi dimezzato, sono cioè cellule aploidi.

  1. Profase II: la profase I è molto lenta e si completa in giorni, mesi o addirittura anni; la profase II, invece, inizia subito dopo la telofase I, cioè subito dopo la fine della prima divisione meiotica, senza l’interposizione di una fase di riposo o interfase. 2.
  2. Prometafase e metafase II: come per la mitosi, si forma il fuso, la piastra equatoriale, e si collegano le fibre del fuso al centromero di ogni cromosoma, che resta così connesso a entrambi i poli.

Per approfondire:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Come fa uno spermatozoo a fecondare un ovulo femminile? Perché solo uno su milioni?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME SPERMATOZOO FECONDA OVULO Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina GluteiNon è affatto facile la vita degli spermatozoi emessi nella vagina durante un rapporto sessuale: li aspetta un viaggio lungo e tortuoso che comunque lascerà scontenti decine di milioni di loro, visto che solo uno verrà premiato con la fecondazione, cioè l’unione dell’ovulo femminile con lo spermatozoo, per formare una cellula – lo zigote – da cui si svilupperà una nuova vita.

Leggi anche: Com’è fatto uno spermatozoo e quanto è piccolo rispetto al gamete femminile?

Cosa avviene quando lo sperma viene eiaculato nella vagina?

Al culmine dell’atto sessuale, l’eiaculato maschile fuoriesce dal pene e si riversa nella parte superiore della vagina, insieme al suo carico di spermatozoi, che – negli uomini sani – sono compresi tra 40 e gli oltre 100 milioni di unità per eiaculazione. Dopo l’emissione del liquido seminale dal meato uretrale del pene, gli svariati milioni di spermatozoi sani disponibili iniziano un lungo viaggio alla ricerca della cellula uovo, annidata in una delle due tube di Falloppio. La stragrande maggioranza dei gameti maschili perisce ancor prima di intravedere l’ambita meta: è un vero e proprio viaggio di eliminazione, dove la selezione è estrema e così deve essere: permette statisticamente solo agli spermatozoi più sani di diventare parte del corredo genetico del bimbo che nascerà. Tra i primi ostacoli presenti, c’è il muco cervicale, una secrezione dell’utero che intrappola gli spermatozoi meno vitali, non completamente maturi o con caratteristiche morfologiche non favorevoli.

Leggi anche: A che velocità viaggiano sperma e spermatozoi? Quanto è lungo il loro viaggio?

Gli spermatozoi come trovano la strada?

Grazie alle “indicazioni” dell’apparato genitale femminile: il pH, l’ossitocina che li attrae, le contrazioni dell’utero, le cellule ciliate che li spingono verso l’ovocita: tutto è organizzato dalla natura per favorire il “grande incontro”.

Leggi anche: Quante calorie contiene lo sperma?

Superato il muco cervicale, via in alto

Gli spermatozoi che riescono a sfuggire al muco proseguono la risalita verso la parte superiore dell’utero. E’ stato calcolato che, con le debite proporzioni, la velocità di uno spermatozoo sarebbe pari a quella di una persona che corre a 55 km/h. In realtà, vista la ridottissima dimensione, la loro velocità di avanzamento assoluta è piuttosto bassa, pari a circa 15 centimetri all’ora (l’utero è lungo circa 6-9 cm e le tube uterine una decina di cm). In genere la fecondazione avviene nello stesso giorno in cui si ha il rilascio della cellula uovo da parte del follicolo ovarico (intorno al 14° giorno del canonico ciclo ovarico di 4 settimane). L’ovocita maturo sopravvive al massimo per 24 ore circa dopo la liberazione. Gli spermatozoi depositati dal maschio possono invece resistere fino a 4 giorni (in alcuni casi anche di più) nelle cripte della mucosa cervicale e da qui risalire verso le tube. Normalmente la fecondazione avviene in prossimità dell’ovaio.

Uno su centinaia di milioni

Nonostante la fecondazione metta in gioco milioni di spermatozoi, solamente uno di questi riesce a fecondare l’ovulo: quest’ultimo, infatti è protetto da uno strato di cellule chiamato corona radiata. Dopo aver superato questo primo ostacolo, lo spermatozoo si trova davanti alla barriera glicoproteica chiamata zona pellucida. Per poterla attraversare, gli spermatozoi rilasciano enzimi tramite un processo chiamato reazione acrosomale, che consente agli spermatozoi di scavarsi un canale nell’ovulo.Il privilegio della fecondazione spetta solamente al primo spermatozoo che completa l’assalto all’ovocita. La fusione delle due membrane cellulari è molto importante perché stimola l’ovulo a completare la sua seconda divisione meiotica; consente al nucleo dello spermatozoo di raggiungere quello dell’ovocita e con esso fondersi; impedisce la fecondazione dell’ovulo da parte di altri spermatozoi (cioè impedisce la “polispermia”).

Leggi anche: Se un profilattico sporco di sperma penetra in vagina si rimane incinta?

Cosa avviene dopo l’entrata dello spermatozoo nell’ovocita?

L’unione dei nuclei di spermatozoo e oocita origina una nuova cellula, lo “zigote“, che possiede 46 cromosomi, 23 dei quali ereditati dallo spermatozoo e 23 dei quali dalla cellula uovo. Lo zigote subirà varie divisione mitotiche, che porta alla formazione dell’embrione. Le prime fasi di sviluppo dell’organismo umano (zigote, morula, blastula, gastrula) o alcune di esse a volte sono incluse nella definizione di embrione, altre volte no. L’embrione, giorno dopo giorno, inizia ad assumere le caratteristiche dell’organismo umano. Sviluppa un metabolismo basale, si rapporta con l’ambiente esterno, modificando le proprie risposte metaboliche in relazione a esso, si accresce e si rigenera, seppur dipendendo completamente dalla madre per quanto riguarda l’assunzione di nutrienti, gli scambi gassosi e la rimozione delle sostanze di scarto. A partire dall’ottava settimana di gestazione il prodotto del concepimento prende il nome di feto.

Perché tutta questa concorrenza per generare un nuovo essere vivente?

La fecondazione sessuata, così come avviene nell’uomo e in molti altri organismi, consente al nuovo individuo di ereditare una combinazione di cromosomi paterni e materni, e quindi di caratteristiche, tra le miliardi possibili. Tutto ciò spiega perché ognuno di noi – tranne i gemelli omozigoti – abbia caratteristiche genotipiche praticamente uniche e permette il rafforzamento della specie, poiché si pone alla base della selezione naturale, vale a dire di quel processo che – nel lungo periodo – favorisce gli organismi dotati dei caratteri più adatti in un determinato ambiente e scarta quelli meno adatti, raffinando la specie. Questi caratteri, innati in seguito a piccole mutazioni casuali, sono ereditati, cioè trasmessi ai discendenti tramite la fecondazione sessuata di cui abbiamo oggi parlato. Alcuni soggetti avranno quindi ereditato una combinazione genetica meno favorevole e tenderanno storicamente ad essere “scartati” dalla selezione naturale, mentre altri avranno combinazioni genetiche più favorevoli e continueranno la specie, contribuendo al suo progressivo miglioramento genetico globale.

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