Ti piace scrocchiare le dita? Ecco cosa succede alle tue ossa e i danni che rischi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SCROCCHIARE DITA COSA SUCCEDE OSSA  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgUna squadra di ricercatori dell’Università dell’Alberta (Canada) ha svelato il segreto delle dita che “scrocchiano”, un mistero che durava da 77 anni. All’origine del tipico”croc” ci sono delle bolle che si formano all’interno delle nocche. C’è infatti una cavità tra la giuntura della nocca e l’articolazione formata da muscoli e tendini, nella quale ristagna il liquido sinoviale che ricopre e lubrifica l’articolazione e dove si vengono a formare delle bolle di idrogeno e ossigeno. Quando ci scrocchiamo le dita attiviamo la formazione delle bolle e si produce il caratteristico rumore.

Salute delle articolazioni
Lo studio è stato pubblicato su Plos One e potete trovarlo a questo link. Per arrivare alla loro conclusione, i ricercatori hanno `fotografato´ con una risonanza magnetica l’intero fenomeno grazie a un tiraggio artificiale del dito posto all’interno della macchina. «La capacità di far scrocchiare le nocche potrebbe essere correlata alla salute delle articolazioni», sottolinea Greg Kawchuk, autore principale dello studio e docente della Facoltà di Medicina riabilitativa. Secondo lo scienziato, questa ricerca potrebbe avere implicazioni per altri studi sulle articolazioni del corpo tra cui la colonna vertebrale e aiutare a spiegare perché le articolazioni diventano, ad esempio, artritiche. «Può darsi – conclude Kawchuk – che potremo utilizzare questa nuova scoperta per analizzare quando iniziano i problemi articolari molto prima della comparsa dei sintomi. Questo darebbe ai pazienti e ai medici la possibilità di affrontare in anticipo problemi molto gravi».

Scrocchiare le dita fa male alle articolazioni?
L’abitudine di far crocchiare le dita può portare a dei problemi di artrite? Gli studi a riguardo non sono molti, per la verità. Nel 1990 su Annals of Rheumatic Diseases è comparso uno studio che spiegava come, più che l’osteoartrite, scrocchiare le dita può provocare cronicamente rigonfiamento delle mani e una lieve diminuzione generale della forza nella presa manuale. Ma a parte questi – non indifferenti – effetti collaterali, scrocchiare le dita non produrrebbe danni “gravissimi” alle articolazioni delle mani.

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Artrosi: il latte fa bene alle ginocchia delle donne

MEDICINA ONLINE MILK LATTE PASTORIZZATO STERILIZZATO UHT ALTA QUALITA FRESCO LUNGA CONSERVAZIONE MICROFILTRATO INTERO PARZIALMENTE SCREMATO LIPIDI GRASSI COLESTEROLO BAMBINI NEONATI LATTANTI DIETA CALORIE GIRASOLEL’artrosi (anche detta osteoartrosi, oppure osteoartrite) è una patologia degenerativa che interessa le articolazioni ed è una delle più frequenti cause di disturbi dolorosi, dal momento che colpisce ben il 10% della popolazione adulta generale (circa 5 milioni di persone in Italia), e il 50% delle persone che hanno superato i 60 anni di età. Durante il manifestarsi di tale patologia nascono nuovo tessuto connettivo e nuovo osso attorno alla zona interessata. Generalmente sono più colpite le articolazioni più sottoposte ad usura, soprattutto al carico del peso corporeo, come le vertebre lombari o le ginocchia. I fattori di rischio, oltre alla predisposizione familiare, sono l’età, i traumi e l’obesità.

Latte ed artrosi

Uno studio del Brigham Women’s Hospital di Boston, pubblicato di recente sulla rivista Arthritis Care Research, rivela che bere latte scremato, del tutto o parzialmente, potrebbe rallentare la progressione dell’artrosi del ginocchio nelle donne. Lo sesso effetto però non si registrerebbe negli uomini, che pure mediamente assumono più calcio nella propria dieta. Su 2.148 partecipanti, di cui 1260 donne e 888 uomini, sono state fatte radiografie a entrambe le ginocchia per verificare l’ampiezza dello spazio articolare, ovvero lo spessore dello strato di cartilagine tra femore e tibia. Questo spazio tende ad assottigliarsi con il progredire della malattia.

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Una forte relazione tra consumo di latte e progressione della malattia

Ulteriori misurazioni sono state svolte a 12, 24, 36 e 48 mesi dalla prima, per monitorare l’andamento del disturbo. Contemporaneamente sono stati somministrati questionari per verificare il consumo di latte dei partecipanti. Aggiustando i risultati per fattori come la gravità di partenza della malattia, l’indice di massa corporea e altri elementi potenzialmente confondenti, è emersa una significativa relazione dose-risposta tra il consumo di latte e la riduzione dell’assottigliamento dello spazio articolare. Gli autori hanno infatti osservato che man mano che aumentava il livello di assunzione di latte (da niente, ad almeno 3 bicchieri a settimana, tra i 4 e i 6, fino a oltre 7 bicchieri, ovvero più di uno al giorno), le diminuzioni medie dello spazio articolare erano di 0,38 millimetri, 0,29, fino a 0,26 millimetri.

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Vitamine e minerali

L’ipotesi dalla quale sono partiti gli scienziati americani nel condurre la propria indagine è che il latte, essendo un’ottima fonte di vitamine e minerali, calcio e proteine, potesse in qualche modo aiutare a contrastare la degenerazione della cartilagine articolare. E in effetti studi precedenti hanno mostrato come il ridotto apporto di vitamina D e di vitamine antiossidanti A, C ed E si associ a un aumentato rischio di progressione dell’artrosi. “Quello da noi condotto è il più ampio studio ad aver analizzato l’impatto dell’assunzione di alimenti nella progressione dell’artrosi del ginocchio – fa notare Bing Lu (coordinatore dello studio) – i nostri risultati indicano che le donne che bevono spesso latte possono contrastare il danno articolare. Prima di trarre considerazioni conclusive, sarebbe tuttavia utile condurre ulteriori studi per avere prove certe”. Bere un bicchiere di latte al giorno potrebbe dunque rivelarsi un toccasana per la salute articolare, a patto però di prediligere quello scremato o parzialmente scremato in modo tale da non eccedere con i grassi, come fanno notare anche gli autori di un editoriale di accompagnamento allo studio.

Donne più sensibili

Nonostante le donne arruolate per lo studio assumessero molto meno calcio degli uomini, in questi ultimi non si è osservata alcuna associazione significativa tra consumo di latte e la maggiore o minore diminuzione dello spazio articolare, segno che “le donne potrebbero essere più sensibili all’effetto dell’assunzione di calcio attraverso il latte rispetto agli uomini”, ipotizzano gli autori.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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