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La voglia ossessiva farsi e postare sui social le foto cosiddette “selfie”, viene definita “selfite” già dal 2014, ma oggi sta assumendo i contorni di una vera e propria patologia psichiatrica: sono le conclusioni a cui sono giunti alcuni psicologi della Nottingham Trent University e della Thiagarajar School of Management in India, che hanno esaminato il fenomeno scoprendo che non solo esiste ma ci sono tre categorie: quella cronica, quella acuta e quella borderline. Tali nuovi disturbi, che entrano a far parte del già nutrito gruppo di tecno-patologie, sono citati nel loro studio, pubblicato sull’International Journal of Mental Health and Addiction.
La selfite si definisce:
Per arrivare a questa classificazione è stato svolto un sondaggio su 400 persone in India, Paese che ha molti utenti Facebook e che ha il più alto numero di morti correlate a selfie ‘pericolosi’.
È stata realizzata anche una vera e propria ‘scala della selfite’, che in 20 affermazioni alle quali rispondere attraverso l’attribuzione di un punteggio fino al massimo di 5 aiuta a scovare la categoria di questo disturbo nella quale si rientra. All’interno vi sono frasi del tipo “Guadagno molta attenzione postando selfie sui social network” o ancora “Fare selfie migliora il mio umore e mi fa sentire felice”. Non tutti gli studiosi sono però d’accordo sul fatto che la ‘selfite’ esista, anzi per alcuni è il solo ‘darle un nome’ che la rende reale.
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L’ansia ed il malessere dell’anima sono spesso insidiosi, difficile da individuare e da capire, per questo una 23enne americana chiamato Brittany Nichole Morefield, ha deciso di raccontare il suo punto di vista, quello di una ragazza che ogni giorno combatte contro l’ansia, e lo ha fatto postando su Facebook una foto in cui mostra quanto sia difficile conviverci.
«L’ansia è svegliarsi alle 3 di notte mentre si dorme profondamente, perché il tuo cuore batte all’impazzata. L’ansia è stressarsi per cose che potrebbero non accadere mai. È farsi domande sulla propria fede, sul perché il Creatore permette che mi senta in questo modo. L’ansia è chiamare tua sorella 3 ore prima che si svegli per andare al lavoro, nella speranza che ti risponda e permetta alla tua mente di non rimanere sotto attacco» racconta sul social network. Il post, diventato virale, vede ritratta la 23enne dentro la doccia, nel tentativo di calmarsi da un attacco di ansia.
«L’ansia è il tuo umore che cambia radicalmente nel giro di pochi minuti. L’ansia è piangere, è avere la nausea, è rimanere paralizzata. L’ansia è oscura. È dover inventare scuse su scuse per il tuo comportamento. L’ansia è paura, è preoccupazione».
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Prendi il tuo smartphone, il tuo tablet ed il tuo pc ed elimina completamente Facebook per almeno una settimana: la tua esistenza sarà più felice e positiva e sarai più soddisfatto della tua vita. E’ questo il risultato a cui è giunta una ricerca in cui sono stati coinvolti 1095 individui, di cui una parte doveva astenersi dall’uso del social per 7 giorni di seguito. Lo studio è stato diretto da Morten Tromholt dell’Università di Copenhagen e pubblicato sulla rivista ‘Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking’, e suggerisce che l’uso di questo social network (specie se troppo frequente) ha effetti negativi sul benessere e l’umore. I risultati di questo studio potrebbero estendersi anche ad altri popolari social, come Twitter ed Instagram.
Nell’esperimento una parte dei partecipanti si è astenuto per una settimana dall’uso del social. Il loro livello di benessere, soddisfazione e umore sono stati misurati all’inizio e alla fine dell’esperimento. Confrontando i due gruppi (chi doveva chiudere Facebook e chi poteva continuare a usarlo a piacere) è emerso che la pausa dal social ha effetti estremamente positivi sulle due dimensioni principali del benessere, ovvero l’umore e la soddisfazione per la nostra vita. Probabilmente ciò accade perché tutti tendono a mostrare sui social solo gli aspetti più belli della loro vita e quindi la nostra vita vera coi suoi problemi, se confrontata con quella apparentemente perfetta degli altri utenti, può apparire peggiore di quella che è realmente.
Spiega Tromholt: “Ormai gran parte delle persone usa Facebook tutti i giorni ma pochi sono consapevoli delle conseguenze di ciò. Ho chiesto ai partecipanti di valutare il proprio livello di felicità e soddisfazione nella vita, il loro livello di autostima e le loro emozioni (positive e negative). E’ emerso che chi aveva fatto una pausa dal social presentava un aumento del livello di soddisfazione per la propria vita e delle emozioni positive. I risultati sono molto evidenti soprattutto per coloro che usano Facebook tantissimo o che lo usano solo passivamente, cioè senza mai fare azioni (postare contenuti o commenti) ma solo seguendo l’attività altrui”. E voi, riuscireste a far a meno dei vostri social per almeno una settimana? Lo studio dice che ne vale la pena!
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