La toracentesi (anche chiamata toracocentesi) è una procedura medica che consiste nel prelievo di liquido pleurico mediante l’introduzione di un ago tra le Continua a leggere
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Differenza tra essudato e trasudato
L’edema è un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali dell’organismo, all’esterno dei vasi sanguigni e delle cellule. L’edema può essere di due Continua a leggere
Transilluminazione dello scroto per la diagnosi di idrocele
L’idrocele è una condizione caratterizzata da una raccolta anomala di liquido nello scroto che si manifesta con una sacca scrotale parzialmente o totalmente gonfia, tesa e generalmente non dolente, determinata da svariate cause, come ernie, malformazioni congenite, traumi e tumori. Quando il paziente si presenta alla vista del medico, già all’ispezione ed alla palpazione viene sospettata la presenza di idrocele, che può essere confermata dalla prova di transilluminazione scrotale.
Quest’ultima è una prova rapida ed indolore, che consiste Continua a leggere
Differenza tra toracentesi, paracentesi e rachicentesi
Con i termini “toracentesi”, “paracentesi” (anche chiamata peritoneocentesi) e “rachicentesi” (chiamata anche puntura lombare) si indicano tre tecniche chirurgiche diagnostiche e terapeutiche che vengono condotte introducendo un ago sottile, di solito sotto guida ecografica, rispettivamente nel torace, nell’addome e nella cisterna lombare.
- Con la toracentesi si preleva del liquido dalla cavità pleurica, il sottile spazio virtuale compreso tra la pleura viscerale e parietale dei polmoni, mentre il paziente sta seduto e piegato in avanti;
- con la paracentesi si effettua la stessa operazione ma nella cavità peritoneale che si trova tra i visceri addominali, quando il paziente è sdraiato sulla schiena o su un fianco. Talvolta può essere lasciato un tubicino che continua a drenare liquido nei giorni successivi;
- con la rachicentesi si estrae il liquido cefalorachidiano, prodotto dai plessi corioidei, che scorre nel canale midollare della colonna vertebrale, negli spazi subaracnoidei e nei ventricoli cerebrali. Il fluido cerebrospinale può essere raccolto con maggiore sicurezza nella cisterna lombare, dove il midollo spinale termina nella cauda equina, subito al di sotto del livello della prima (L1) o seconda (L2) vertebra lombare. La cisterna lombare si estende poi nell’osso sacro.
Per approfondire:
- Sistema nervoso: com’è fatto, a che serve e come funziona
- L’apparato digerente: cos’è, com’è fatto, a che serve e come funziona?
- Apparato respiratorio: anatomia in sintesi, struttura e funzioni
Nelle cavità pleuriche e peritoneali normalmente si trova solo un sottile velo di liquido: il suo accumulo in una quantità superiore al normale prende il nome a livello toracico di “versamento pleurico” ed a livello addominale di “ascite“. Il liquido può essere essudato (edema infiammatorio) o trasudato (edema non infiammatorio).
A tale proposito leggi anche:
- Differenza tra edema infiammatorio, non infiammatorio, essudato, trasudato, idropisìa e idrope
- Cos’è l’edema, come e perché si forma?
- Differenza tra edema localizzato, generalizzato e sistemico
Perché si effettuano?
Dopo il prelievo del liquido, quest’ultimo viene inviato al laboratorio analisi in modo da capire la causa che ha determinato questo accumulo, che può dipendere da un tumore oppure da malattie di altra natura (come una pleurite nel caso della toracentesi o una cirrosi nel caso di una paracentesi). Oltre che a scopo diagnostico, la procedura può essere effettuata per ridurre la pressione determinata sugli altri tessuti dal liquido in eccesso, che può alterare il funzionamento di alcuni organi, ostacolare la respirazione o causare dolore.
La rachicentesi è utile nella diagnosi di varie patologie, in particolare quelle che colpiscono il cervello, le meningi ed il midollo spinale, come ad esempio: meningite, encefalite, meningoencefalite, mielite, neoplasie, leucemie, emorragie subaracnoidee, varie malattie neurodegenerative.
La rachicentesi può essere considerata urgente nel caso il sospetto clinico indirizzi verso una diagnosi di meningite/meningoencefalite, oppure di emorragia subaracnoidea con un primo riscontro di TAC negativa.
Leggi anche:
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Cos’è l’idropisìa?
Che significa il termine idropisìa? E’ un termine medico che ormai non viene più usato, al suo posto si usa il termine “anasarca”.
Idropisìa e anasarca sono quindi sinonimi. Per capire cosa si intende con anasarca, leggi: Anasarca, edema generalizzato, idropisìa: cause, sintomi e cure
Leggi anche:
- Edema infiammatorio e vasi sanguigni nell’infiammazione
- Differenza tra edema infiammatorio, non infiammatorio, essudato, trasudato, idropisìa e idrope
- Idrope: cause, tipi e terapia
- Cos’è l’edema, come e perché si forma?
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Idrope: cause, tipi e terapia
Con il termine “ìdrope” si intende un accumulo anomalo di trasudato (edema non infiammatorio) in una cavità sierosa del corpo, cavo pericardico, cavo pleurico e cavo peritoneale.
Etimologia
Il termine deriva dal latino hydrops, a sua volta derivante dal greco antico ὕδρωψ e composto da ὑδρο, acqua, e ὤψ, aspetto.
Idrope della colecisti
Si tratta di una complicazione della colelitiasi, dovuta all’esclusione della colecisti dal circolo biliare per ostruzione del dotto cistico o del collo della colecisti stessa da parte di un calcolo biliare. La mucosa della colecisti assorbe i pigmenti biliari e le altre componenti della bile secernendo muco; la cavità si va riempiendo, così, di una soluzione mucoide e aumenta di dimensioni. Tale condizione può complicarsi ulteriormente, nel caso di sovrainfezione, con un empiema, oppure può andare incontro a perforazione. Più raramente può manifestarsi un infarto della colecisti.
Idrope fetale
Si tratta di una condizione caratterizzata dall’accumulo di liquido nel corpo fetale, nei tessuti o nelle cavità sierose. Si distingue una idrope fetale immune, dovuta alla presenza di anticorpi circolanti materni contro antigeni eritrocitari fetali, mentre in tutti gli altri casi si parla di idrope fetale non immune. Nella metà di casi la causa rimane sconosciuta. Tra le cause riconosciute vi sono: l’alfa talassemia, malattie cardiache fetali, sindrome da trasfusione feto-fetale e infezioni fetali, specialmente quella da parvovirus B19.
Vedi anche: foto di idrope fetale
Idrope endolinfatico
È una condizione presente nelle fase iniziali della sindrome di Ménière. Inizialmente porta solo ad alterazioni della funzione uditiva; successivamente si cronicizza e coinvolge i labirinti provocando alterazioni dell’equilibrio[4]. In questo caso non si tratta di un trasudato, ma dell’aumento di quantità di un liquido fisiologicamente presente.
Leggi anche:
- Anasarca, edema generalizzato, idropisìa: cause, sintomi e cure
- Differenza tra edema infiammatorio, non infiammatorio, essudato, trasudato, idropisìa e idrope
- Cos’è l’idropisìa?
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Anasarca, edema generalizzato, idropisìa: cause, sintomi e cure
L’anasarca è un esempio di edema non infiammatorio sistemico o generalizzato. E’ caratterizzato da accumulo di edema massivo e diffuso, sottocutaneo, non avente origine infiammatoria, che determina gonfiore diffuso dei tessuti sottocutanei, dovuto alla ritenzione di un’abnorme quantità di liquido interstiziale. Idropisìa è un termine non più in uso per designare la presenza di liquido nelle cavità sierose, successivamente sostituito da anasarca.
Leggi anche: Differenza tra edema infiammatorio, non infiammatorio, essudato, trasudato, idropisìa e idrope
Sintomi e segni di anasarca
Oltre all’evidente gonfiore con cute sovrastante che appare liscia, tesa ed assottigliata, questa grave forma di edema generalizzato comporta senso di spossatezza, affanno e notevole aumento di peso. Il fenomeno si associa, inoltre, a versamenti nelle cavità sierose (pleure, peritoneo e pericardio).
Cause di anasarca
Le cause più diffuse dell’anasarca sono:
- gravidanza;
- sindrome nefrosica;
- insufficienza renale;
- grave scompenso cardiocircolatorio;
- insufficienza cardiaca;
- malattia di Gaucher;
- insufficienza epatica;
- cirrosi epatica;
- eritroblastosi fetale.
Leggi anche: Edema infiammatorio e vasi sanguigni nell’infiammazione
Anasarca feto-placentare
L’anasarca feto-placentare è una grave complicanza della malattia emolitica del neonato (o eritroblastosi fetale), la quale può presentarsi in caso di incompatibilità tra il gruppo sanguigno Rh del feto e quello della madre. Questa condizione colpisce il feto durante lo sviluppo e ne determina spesso la morte intrauterina.
Terapia dell’anasarca
Non esiste una terapia unica che sia efficace in tutti i tipi di anasarca: la terapia deve intervenire sulla causa a monte che l’ha determinata quindi è diversa in base a tale causa.
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- Idrope: cause, tipi e terapia
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- Shock settico e sepsi: sintomi, terapia, conseguenze, si può guarire
- Differenza tra sepsi e Sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS)
- Meningite: contagio, sintomi, vaccino, gravità e profilassi
- Endocardite: cause, sintomi, diagnosi e terapie
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- Differenza tra batteri bacilli, cocchi, streptococchi e spirilli
- Triade di Virchow: i tre fattori di rischio per la trombosi
- Chetosi: cos’è, da cosa è causata, sintomi e terapia in adulti e bambini
- Coagulazione intravascolare disseminata: cause e trattamenti
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- Differenza tra sepsi e setticemia
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- Coprocoltura feci per salmonella: perché e come si fa
- Batteriemia: cura, segni, sintomi, diagnosi ed antibiotici
- I cinque segni cardinali dell’infiammazione
- Differenza tra infezione ed infiammazione: sono la stessa cosa?
- Infiammazione: le alterazioni dei vasi sanguigni, permeabilità vascolare e migrazione leucocitaria
- Differenza tra infezione acuta e cronica
- Morte cellulare: differenza tra necrosi, apoptosi ed autofagia
- Infestazione: cos’è, da cosa è causata, come si cura
- Differenza tra infezione ed infestazione
- Differenza tra infestazione interna ed esterna
- Differenza tra infiammazione cronica granulomatosa e non granulomatosa
- Differenza tra granulomi asettici (da corpo estraneo) e settici
- Linfonodi: cosa sono, come riconoscerli, quando sono pericolosi
- Linfonodo sentinella: cos’è e perché è importante in caso di cancro
- Biopsia del linfonodo sentinella: a che serve, perché è importante
- Sistema linfatico e linfonodi: anatomia e funzioni in sintesi
- Differenza tra cisti e linfonodo
- Differenza tra cisti, pseudocisti, ascesso ed empiema
- Differenza infiammabile, combustibile, comburente e facilmente infiammabile
- Differenza tra aterosclerosi e arteriosclerosi
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Differenza tra edema localizzato, generalizzato e sistemico
Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere: Cos’è l’edema, come e perché si forma?
Con il termine “edema” si intende in medicina un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali dell’organismo, all’esterno dei vasi sanguigni e delle cellule. Tale accumulo anomalo può localizzarsi in:
- una zona specifica e circoscritta del corpo, più o meno grande, come un dito o un braccio: in questo caso si parla di edema localizzato;
- tutto il corpo: in questo caso l’edema è detto generalizzato o sistemico.
Un esempio di edema generalizzato è l’anasarca. La differenza tra edema localizzato e sistemico, non si fermano alle zone interessate, anche le cause che le determinano sono molto diverse.
Leggi anche: Anasarca, edema generalizzato, idropisìa: cause, sintomi e cure
Cause di edema localizzato
Le forme localizzate agli arti sono quasi sempre causate da patologie che interessano la circolazione venosa o linfatica, come per esempio una trombosi venosa. Casi particolari di edema localizzato sono quelli conseguenti a un trauma come un dito gonfio dopo uno schiacciamento, un bernoccolo dopo aver battuto la testa o un gonfiore dopo una puntura di insetto.
Cause di edema generalizzato o sistemico
Le forme di edema generalizzato o sistemico hanno come cause principali, patologie di interesse internistico, come ad esempio:
- le malattie cardiache che comportano uno scompenso;
- le affezioni che determinano una grave insufficienza renale;
- le patologie che provocano una forte riduzione dell’albumina, come sindrome nefrosica, grave compromissione della funzionalità epatica (come nel caso della cirrosi) o stati di grave carenza alimentare.
Leggi anche: Differenza tra acidosi ed alcalosi, metabolica e respiratoria
Edema infiammatorio e non infiammatorio
L’edema può essere di tipo infiammatorio (anche chiamato essudato) o di tipo non infiammatorio (trasudato). Per approfondire leggi: Differenza tra edema infiammatorio, non infiammatorio, essudato, trasudato, idropisìa e idrope
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