Differenza tra culla termica ed incubatrice neonatale

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Sulla sinistra una incubatrice, sulla destra una culla termica

Con “incubatrice neonatale” si intende un dispositivo medico chiuso, in uso fin dai primi anni del ‘900, che riproduce condizioni simili a quelle della vita intrauterina. Tale dispositivo è destinato ad ospitare neonati prematuri, sottopeso od in precarie condizioni si salute generale, assicurando loro il giusto grado di ossigenazione, temperatura, umidità, nutrimento, fino a quando non siano in grado di sopravvivere autonomamente nelle normali condizioni ambientali. L’incubatrice è quindi un utilissimo strumento, capace di elevare – anche di molto – le possibilità di sopravvivenza di bimbi che, in mancanza di essa potrebbero essere destinati a più gravi patologie e danni neurologici, se non – in alcuni casi – addirittura alla morte.

La “culla termica” è invece un lettino con contenitore trasparente apribile che permette al neonato sano di mantenere una temperatura corporea ideale, evitando ambienti freddi e sbalzi di temperatura eccessivi. Praticamente tutti i bambini, appena nati, anche se sani, vengono messi per un certo periodo nella culla termica, di solito alcune ore. Solo nel caso in cui le condizioni del nato sano peggiorino (ad esempio elevato caso di peso), può accadere che venga spostato dalla culla termica nell’incubatrice neonatale. I neonati pretermine che si sono stabilizzati, viceversa, possono essere spostati dall’incubatrice alla culla termica, dove comunque continuano ad essere monitorati.

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Incubatrice neonatale: funzionamento, prezzo, per quali neonati si usa?

MEDICINA ONLINE PARTO PREMATURO PRETERMINA NEONATO BAMBINO INCUBATRICE VENTILATORE SONDINO BAMBINO BIMBO GRAVIDANZA MATERNITA INCINTA Premature_infant_with_ventilator.jpgCon “incubatrice neonatale” si intende un dispositivo medico chiuso, in uso fin dai primi anni del ‘900, che riproduce condizioni simili a quelle della vita intrauterina. Tale dispositivo è destinato ad ospitare neonati prematuri, sottopeso od in precarie condizioni si salute generale, assicurando loro il giusto grado di ossigenazione, temperatura, umidità, nutrimento, fino a quando non siano in grado di sopravvivere autonomamente nelle normali condizioni ambientali. L’incubatrice è quindi un utilissimo strumento, capace di elevare – anche di molto – le possibilità di sopravvivenza di bimbi che, in mancanza di essa potrebbero essere destinati a più gravi patologie e danni neurologici, se non – in alcuni casi – addirittura alla morte. La mancanza di incubatrici in alcune regioni del Terzo Mondo, è una delle cause della elevata mortalità alla nascita di tali regioni.

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Caratteristiche dell’incubatrice

Una incubatrice neonatale moderna è costituita da un lettino per neonati circondato da una copertura realizzata in robusto policarbonato trasparente, sotto la quale viene mantenuta un’atmosfera arricchita di ossigeno e resa sterile grazie alla presenza di appositi microfiltri che trattengono le particelle dell’aria in entrata. La trasparenza della copertura permette di tenere in osservazione il bimbo in ogni momento. Su tre lati dell’abitacolo sono presenti due aperture rotonde attraverso cui un medico o un infermiere può introdurre le mani per prendersi cura del neonato, o attraverso cui i genitori possono interagire con lui, se le condizioni del piccolo lo consentono. La presenza di queste aperture evita gli sbalzi di temperatura che si verificherebbero se ogni volta venisse aperto il coperchio superiore dell’incubatrice e contribuiscono inoltre al mantenimento dell’atmosfera controllata e della sterilità. La struttura è provvista anche di un sistema di insonorizzazione che consente di limitare il rumore interno a meno di 60 dB onde evitare danni all’apparato acustico del neonato prodotti dai rumori delle ventole.
Il neonato è adagiato sul lettino costituito da un vassoio su cui poggia un materassino morbido. Il vassoio può essere inclinabile dalla parte della testa o dei piedi e può essere collocato su una bilancia, in modo da tenere sempre il peso sotto controllo, fattore estremamente importante per la sopravvivenza della maggioranza dei prematuri, che nascono con peso ridotto rispetto al normale (< 2,5 kg).
I parametri vitali del neonato (battito cardiaco, temperatura, attività respiratoria, peso, saturazione di ossigeno) e dell’atmosfera interna (temperatura, ossigenazione) vengono monitorati attraverso sistemi elettronici fisicamente connessi col neonato stesso. Nel caso di anomalie, entrano in funzione sistemi di allarme visivo o acustico che consentono all’operatore di intervenire tempestivamente per ristabilire le condizioni ottimali. Di solito l’incubatrice è collocata su un carrello che ne permette l’eventuale trasporto.

Quando serve l’incubatrice? Quali neonati sono destinati ad essa?

Generalmente necessitano dell’incubatrice i neonati che:

  • al momento della nascita sono sottopeso (meno di 2500 grammi);
  • al momento della nascita hanno un peso normale, ma successivamente perdono parecchio peso;
  • sono nati pretermine, cioè quando il parto avviene tra la 22ª e la 37ª settimana completa di gestazione;
  • hanno patologie che non permetterebbero loro di sopravvivere alla vita extrauterina.

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Per quanto tempo il neonato dovrà rimanere in incubatrice?

Il periodo di permanenza del bambino nell’incubatrice è estremamente variabile essendo collegato soprattutto alla gravità delle condizioni di salute del neonato. Il neonato dovrà rimanere in incubatrice finché:

  • il neonato non ha raggiunto il peso corretto, se nato o diventato sottopeso;
  • il neonato non ha raggiunto la maturità del sistema respiratorio e digerente.

In generale il bimbo dovrà rimanere nell’incubatrice finché non è in condizioni di salute tali da essere sufficienti per la sopravvivenza all’esterno di essa.

Cosa succede quando il bimbo viene tolto dall’incubatrice?

Quando il piccolo si è stabilizzato, viene generalmente sistemato in una culla termica dove viene comunque nutrito e monitorato ancora per alcuni giorni, al fine di un graduale adattamento all’ambiente esterno.

Perché è così importante l’incubatrice?

Per i neonati che rientrano nelle categorie appena elencate, l’incubatrice può – in alcuni casi – fare la differenza tra la vita e la morte. L’incubatrice, infatti, assicura loro tre fattori vitali:

  • una temperatura costante;
  • una corretta ossigenazione;
  • il nutrimento necessario per evitare ulteriori cali di peso.

Il mantenimento di una temperatura costante è uno dei fattori più importanti perché a causa della scarsa quantità di tessuto adiposo e dell’aumentata termodispersione, i neonati appartenenti a queste categorie non sono in grado di sopravvivere se non tenuti in un ambiente termico controllato. Secondo fattore importante è l’umidità, che deve essere portata a valori tali (in genere all’80-90%) da limitare la disidratazione del bambino.
L’ossigenazione è un altro fattore ovvimanete essenziale per la sopravvivenza dei prematuri. Il loro apparato respiratorio può non essere sufficientemente maturo da permettere una respirazione autonoma e necessita pertanto dell’introduzione in trachea di una cannula che permette di aerare continuamente le vie respiratorie.
Il nutrimento è somministrato direttamente in vena nei casi in cui l’apparato digerente del neonato non è ancora perfettamente maturo. Nel caso in cui il bambino abbia l’apparato digerente già in grado di funzionare, ma non sia ancora in grado di deglutire o di succhiare, viene introdotto invece un piccolo sondino naso-gastrico attraverso il quale si può somministrare anche latte materno in modo da abituarlo alla normale alimentazione.

L’incubatrice neonatale è pericolosa o dolorosa per il bambino?

I genitori possono stare assolutamente tranquilli: le incubatrici moderne sono del tutto sicure ed il loro uso è indolore per il piccolo.

Tipologie speciali di incubatrici

Per consentire agli operatori sanitari di monitorare al meglio i neonati prematuri, sono oggi progettate incubatrici destinate ai reparti di terapia intensiva, che consentono di compiere la maggior parte degli esami (analisi del sangue, ecografie, esami per la vista e l’udito, possibili TAC e radiografie) senza dover necessariamente spostare il neonato. In caso si rendesse necessario uno spostamento a grande distanza, esistono incubatrici adatte per lo spostamento da un ospedale all’altro e in grado di essere alloggiate in ambulanze, navi o elicotteri. Oltre ad essere più resistenti agli urti e più leggere delle incubatrici fisse, per garantire il corretto funzionamento durante il trasporto, queste incubatrici sono dotate anche di batterie e caricabatterie.

Quanto costa un incubatrice per neonati?

Il prezzo di una incubatrice è estremamente variabile in base a marca, modello ed eventuali offerte: si parte dai modelli base di circa 5000 euro, fino ad arrivare ai modelli professionali, usati negli ospedali, il cui valore può superare i 40 mila euro.

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Parto prematuro: cause, fattori di rischio, prevenzione e psicologia dei genitori

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Una bimba prematura di 26 settimane dal peso di 990 grammi

Si definisce “parto pretermine” o “prematuro” un parto il cui travaglio ha luogo tra la 22ª e la 37ª settimana completa di gestazione: in questo caso il neonato è detto “pretermine” o prematuro” e le sue possibilità di sopravvivenza si riducono tanto più precoce è stato il parto. Oltre ad un ridotta possibilità di sopravvivenza, il bimbo prematuro ha più elevato rischio di sviluppare una serie di patologie e condizioni, tanto più superiore quanto più è stata precoce la data del parto.

Parti pretermine: quanto sono diffusi?

La frequenza di parti pretermine è dell’ordine del 4-10% di tutte le gravidanze. Il periodo tra la 24ª e la 32ª settimana comprende l’1-2% ma il 65% di tutte le morti. La mortalità perinatale è un indicatore dello stato socio-economico e assistenziale di una nazione.

Cause di parto prematuro

Il parto prematuro può verificarsi a causa di svariate patologie e condizioni, tra queste l’eziologia infiammatorio/infettiva è la probabilmente la più diffusa. Tali modificazioni avverrebbero soprattutto alla giunzione deciduo-coriale (metabolicamente molto attiva) che, producendo interleuchine, farebbe scatenare l’aumento delle prostaglandine locali con successiva contrazione prematura dell’utero. Inoltre, in risposta allo stress il feto produce cortisolo che, arrivando al liquido amniotico, incrementerebbe ulteriormente la produzione di interleuchine e prostaglandine, alimentando così un circolo vizioso. Le pazienti con parto pretermine presentano più spesso vaginosi batteriche e un’alta concentrazione nel liquido amniotico di interleuchine e prostaglandine. Tuttavia, solo raramente sono presenti segni di infezione sistemici (febbre, aumento della VES…). Altri fattori eziologici coinvolti sono l’impianto anomalo, una placentazione non corretta, una placenta piccola o con trombosi al suo interno oppure una pre-eclampsia). Un ruolo potrebbe averlo, inoltre, l’alterazione dell’orologio biologico che regola l’inizio della contrazione uterina.

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Cause e fattori di rischio

Di seguito un elento di cause e fattori di rischio che rendono più probabile un parto pretermine:

  • malformazioni dell’utero;
  • gravidanze gemellari;
  • grave sottopeso della madre durante la gravidanza;
  • incontinenza cervicale;
  • distacco di placenta;
  • eccesso di contrattilità uterina;
  • eccesso di liquido amniotico (polidramnios);
  • età della madre inferiore a 20 anni;
  • età della madre superiore ai 38 anni;
  • fibromi uterini;
  • fumo di sigaretta (anche passivo);
  • alcol;
  • uso di droghe;
  • gestosi;
  • infezioni vaginali asintomatiche;
  • iposviluppo del feto;
  • malattie infettive;
  • infezioni placentari asintomatiche;
  • stress intenso.

Diagnosi di rischio di parto prematuro

Diagnosi di rischio di un parto pretermine (criterio necessario): più di quattro contrazioni al minuto o più di otto in un’ora e almeno uno dei seguenti segni:

  • raccorciamento del collo maggiore dell’80% (se minore di 2,5 cm la minaccia è avanzata);
  • rottura delle membrane;
  • dilatazione maggiore di 2 cm;
  • dopo un’ora la clinica della donna è modificata;
  • presenza di fibronectina.

Diagnosi di rottura prematura delle membrane:

  • ecografia;
  • esame speculare;
  • pH vaginale (basico);
  • fibronectina vaginale.

Trattamento del neonato prematuro

Il trattamento del pretermine viene effettuato all’interno dei reparti di terapia intensiva neonatale dove il bimbo viene solitamente trasferito in una incubatrice neonatale, la quale riproduce condizioni simili a quelle della vita intrauterina, assicurando al neonato il giusto grado di ossigenazione, temperatura, umidità, nutrimento, fino a quando non sia in grado di sopravvivere autonomamente nelle normali condizioni ambientali.

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Risvolti psicologici per la madre di neonato prematuro

La nascita di un bimbo pretermine ha un forte impatto psicologico sulla coppia di genitori, specie per la madre, che può sentirsi responsabile – anche se inconsciamente – del parto prematuro. Sentimenti come shock, disperazione, rabbia, senso di frustrazione e di colpa richiedono spesso lunghi tempi di accettazione ed elaborazione. Per esempio in una ricerca pubblicata su JAMA Pediatrics si è riscontrato che nelle settimane immediatamente dopo la nascita dei loro bambini, il 40% delle madri e il 36% dei padri ha sperimentato sintomi clinicamente significativi di depressione. Questo comparato con solo il 6% delle madri e il 5% dei padri di bambini sani, nati a termine della gestazione. La maggior parte dei reparti di terapia intensiva neonatale dispongono di psicologi per aiutare i genitori a superare queste difficoltà, specie se il bambino prematuro non è sopravvissuto: in questi casi la cura consigliata ad i genitori è la psicoterapia.

Prevenzione del parto prematuro

  • riposo a letto;
  • evitare stress intensi;
  • dieta ed idratazione corretta;
  • stile di vita sano;
  • evitare fumo di sigaretta, alcol e droghe;
  • identificazione precoce dei pazienti a rischio;
  • terapia della vaginosi batterica (clindamicina o metronidazolo) e di altre infezioni;
  • cerchiaggio della cervice uterina;
  • tocolisi.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Parto pretermine: conseguenze sul neonato prematuro

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA INCINTA IN ACQUA PERICOLOSO BAMBINA IN TERAPIA INTENSIVA parto_humanizado_mitos_e_verdades BIRTH WATER PICTURE WALLPAPER PICS HDSi definisce “parto pretermine” o “prematuro” un parto il cui travaglio ha luogo tra la 22ª e la 37ª settimana completa di gestazione: in questo caso il neonato è detto “pretermine” o prematuro” e le sue possibilità di sopravvivenza si riducono tanto più precoce è stato il parto. Oltre ad un ridotta possibilità di sopravvivenza, il bimbo prematuro ha più elevato rischio di sviluppare una serie di patologie e condizioni, tanto più superiore quanto più è stata precoce la data del parto.

Il non completo sviluppo di organi e apparati tipico del bimbo prematuro, comporta spesso dei problemi più o meno gravi di adattamento alla vita extrauterina, per questo motivo i neonati pretermine hanno necessità di essere posti in incubatore e possiedono un rischio di mortalità nel primo anno di vita più elevato di quelli a termine, la nascita pretermine costituisce la causa principale di mortalità e morbilità perinatale anche nei paesi occidentali nei quali l’assistenza sanitaria nei reparti di neonatologia ha raggiunto ottimi livelli.

Uno dei rischi maggiori dei nati pretermine è la cosiddetta Malattia respiratoria del neonato pretermine anche nota come Respiratory Distress Sindrome (RDS) o malattia da membrane ialine polmonari. I polmoni del pretermine non sono ancora in grado di produrre il surfattante fondamentale per il corretto svolgimento della respirazione. Per questo motivo in caso di rischio di parto pretermine alla madre viene somministrato un corticosteroide, solitamente il betametasone, al fine di accelerare la maturazione polmonare del feto.

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Il neonato pretermine potrebbe inoltre andare incontro a svariate patologie, sia reversibili che irreversibili e sia immediate (cioè che compaiono subito dopo la nascita) sia in fasi successive della crescita (adolescenza ed età adulta), come ad esempio:

  • alterato controllo della temperatura: il sistema di termoregolazione non è ancora sviluppato, per questo motivo i neonati pretermine vengono posti in culla termica (o incubatrice), una sorta di contenitore nel quale sono regolabili temperatura, umidità e ossigenazione;
  • elevato rischio infettivo: i neonati pretermine sono maggiormente soggetti a rischio di infezioni da virus e batteri in quanto lo sviluppo del sistema immunitario non è ancora completo;
  • anemia: la produzione di globuli rossi nel prematuro non è ancora “a regime”;
  • elevato rischio di patologie cardiache: bradicardia e conseguente rischio di apnee e desaturazione. Le apnee possono anche essere legate alla pervietà del dotto di Botallo;
  • patologie visive: retinopatia del prematuro (ROP);
  • ittero neonatale;
  • patologie cerebrali: è elevato il rischio di emorragia intraventricolare o  leucomalacia periventricolare con paralisi cerebrale, ritardo motorio e mentale, patologie psichiatriche;
  • alterazioni nutrizionali: fino al quando la suzione e la respirazione non sono coordinate il pretermine viene alimentato via endovenosa e successivamente tramite sondino orogastrico (gavage) con alimentazione frazionata o enterale continua;
  • patologie neurologiche: consistenti in ritardi nello sviluppo, difficoltà di apprendimento;
  • enterocolite necrotizzante.

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Percentuale di sopravvivenza del neonato prematuro: peso e prognosi

MEDICINA ONLINE NEONATO NEWBORN FOOT PIEDI BIMBO BAMBINO NATO PRETERMINE GIORNATA MONDIALE PREMATURI 17 NOVEMBRE AMORE PAPA MAMMA FIGLI GENITORI PRENDITI CURALa possibilità di sopravvivenza del neonato pretermine (parto precedente alla 37ª settimana), dipende fortemente dalla data del parto: più precoce sarà il giorno della sua nascita e minori saranno le sue possibilità di sopravvivenza (e maggiore il rischio di complicanze neurologiche), che raggiungono praticamente lo 0% in caso di nascita alla 20ª settimana di gestazione. Tuttavia la salute del neonato, non dipende solamente dalla data del parto, ma anche da innumerevoli altri fattori, tra cui il peso alla nascita, l’Indice di Apgar ed eventuali problemi accorsi durante il parto.

Sopravvivenza del neonato prematuro

  • Se il parto avviene oltre la 26ª settimana, se il peso è adeguato e l’indice di Apgar è elevato (> 7) la sopravvivenza del neonato è superiore al 90% ed il bimbo tende a non avere complicanze neurologiche.
  • Se il parto avviene nella 26ª settimana, la sopravvivenza del neonato è del 50-80% ed bimbo presenterà complicanze neurologiche nel 10-25% dei casi. L’ampia variabilità è dovuta all’eventuale presenza di un peso non adeguato e di un Indice di Apgar basso (< 7).
  • Il parto tra la 24ª e la 32ª settimana comprende solo l’1% di tutti i parti prematuri, tuttavia include il 65% di tutti i casi di morte del neonato.
  • Il parto tra la 23ª e la 25ª settimana determina una sopravvivenza del neonato del 10-50% con il 20-30% dei bimbi che presenta complicanze neurologiche.
  • Il parto tra la 20ª e la 22ª settimana determina una sopravvivenza infrequente (<10%) – ma non impossibile – del neonato. In caso di sopravvivenza il bimbo presenterà probabilmente delle complicanze neurologiche.
  • Il parto che avviene prima della 20ª settimana è invece purtroppo incompatibile con la sopravvivenza del neonato.

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Peso alla nascita

Considerando il peso alla nascita in senso assoluto, si distinguono:

  • neonati con normale peso alla nascita: il cui peso alla nascita è > 2500 grammi (cioè maggiore ai 2,5 kg);
  • neonati con basso peso alla nascita (o LBW cioè Low Birth Weight): il cui peso alla nascita è compreso tra 1501 e 2500 grammi (cioè tra 1,5 kg e 2,5 kg);
  • neonati con peso molto basso alla nascita (o VLBW da Very Low Birth Weight): il cui peso alla nascita è < 1500 grammi (cioè minore di 1,5 kg);
  • neonati con peso estremamente basso alla nascita (o ELBW da Extremely Low Birth Weight) il cui peso alla nascita è < 1000 grammi (cioè minore di 1 kg).

Considerando invece il dato più importante, cioè il peso alla nascita in rapporto all’età gestazionale, si parla di:

  • neonati appropriati all’età gestazionale (o AGA da Appropriate for Gestational Age): il cui peso è appunto appropriato all’età gestazionale, cioè compreso tra il 10° e il 90° percentile;
  • neonati con peso inferiore rispetto all’età gestazionale (o SGA cioè Small for Gestational Age): il cui peso è basso per l’età e inferiore al 10° percentile;
  • neonati con peso elevato rispetto all’età gestazionale (o LGA  da Large for Gestational Age): il cui peso è maggiore al 90° percentile.

Conclusioni

In base ai precedenti nati, un bimbo prematuro ha maggiori probabilità di sopravvivenza e minor rischio di complicanze neurologiche, se:

  • il parto avviene dopo la 26ª settimana di gestazione;
  • il neonato ha un peso appropriato all’età gestazionale (tra il 10° e il 90° percentile);
  • il neonato ha un indice di Apgar uguale o > 7.

Un bimbo prematuro ha minori probabilità di sopravvivenza e maggior rischio di complicanze neurologiche, se:

  • il parto avviene almeno alla 26ª settimana;
  • il neonato ha un peso appropriato all’età gestazionale (tra il 10° e il 90° percentile) o lievemente inferiore;
  • il neonato ha un indice di Apgar tra 4 e 6.

Un bimbo prematuro ha basse probabilità di sopravvivenza ed elevatissimo rischio di complicanze neurologiche, se:

  • il parto avviene prima della 26ª settimana;
  • il neonato ha un peso inferiore rispetto all’età gestazionale (inferiore al 10° percentile);
  • il neonato ha un indice di Apgar uguale o < 3.

Questi dati sono ovviamente variabili in base ad ulteriori fattori come la salute generale del neonato, l’eventuale presenza di malformazioni (ad esempio cardiache) e la presenza di eventuali problemi accorsi durante il parto

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In quale settimana di parto un neonato viene detto prematuro?

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìE MORTA LIQUIDOLa maggioranza delle gravidanze ha una durata di circa 40 settimane e se il neonato nasce entro tale limite (che si estende fino alle 42 settimane) viene detto “neonato a termine“; tuttavia circa il 10% dei parti avviene prima di tale durata. Non tutti i parti che avvengono prima della 40ª settimana sono prematuri: un neonato nato tra la 37ª e la 42ª settimana è considerato a termine.

Si definisce “parto pretermine” o “prematuro” un parto il cui travaglio ha luogo tra la 22ª e la 37ª settimana completa di gestazione: in questo caso il neonato è detto “pretermine” o prematuro” e le sue possibilità di sopravvivenza si riducono tanto più precoce è stato il parto. Ricapitolando:

  • parto tra la 22ª e la 37ª settimana completa di gestazione: neonato prematuro o pretermine;
  • parto tra la 37ª e la 42ª settimana di gestazione: neonato a termine.

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Sopravvivenza del neonato prematuro

  • Se il parto avviene oltre la 26ª settimana, la sopravvivenza del neonato è superiore al 90% ed il bimbo tende a non avere complicanze neurologiche.
  • Se il parto avviene nella 26ª settimana, la sopravvivenza del neonato è del 50-80% ed bimbo presenterà complicanze neurologiche nel 10-25% dei casi.
  • Il parto tra la 24ª e la 32ª settimana comprende solo l’1% di tutti i parti prematuri, tuttavia include il 65% di tutti i casi di morte del neonato.
  • Il parto tra la 23ª e la 25ª settimana determina una sopravvivenza del neonato del 10-50% con il 20-30% dei bimbi che presenta complicanze neurologiche.
  • Il parto tra la 20ª e la 22ª settimana determina una sopravvivenza infrequente (<10%) – ma non impossibile – del neonato. In caso di sopravvivenza il bimbo presenterà probabilmente delle complicanze neurologiche.
  • Il parto che avviene prima della 20ª settimana è invece purtroppo incompatibile con la sopravvivenza del neonato.

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Indice di Apgar 6-7-8-9-10: tabella e conseguenze se basso

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Con “Indice di Apgar” in medicina e neonatologia ci si riferisce al risultato di una serie di rapidi test effettuati di routine al bimbo appena nato per valutare la vitalità e l’efficienza delle funzioni primarie dell’organismo del neonato nei primi istanti di vita extrauterina. L’Indice di Apgar deve il suo nome a Virginia Apgar, un’anestesista  statunitense che per prima lo codificò nel 1952.

Quando viene valutato l’Indice di Apgar?

Il test di Apgar viene effettuato immediatamente dopo il parto, a circa 1 minuto di vita, e ripetuto generalmente una seconda volta a 5/10 minuti dal parto. Il motivo di tale ripetizione è che l’Indice di Apgar non è un valore necessariamente statico, bensì può migliorare (o peggiorare) nel tempo. In alcuni casi, se l’Indice è basso, va ripetuto altre volte nel tempo, fino a stabilizzazione, se necessario.

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Tabella di Apgar

L’indice di Apgar si basa su cinque parametri di base, a ciascuno dei quali si assegna un punteggio da zero a due:

  • il punteggio di zero indica maggiore gravità riferita al parametro di riferimento;
  • il punteggio di uno indica minore gravità riferita al parametro di riferimento;
  • il punteggio di due indica normalità del parametro di riferimento.

Il valore massimo possibile dell’indice è quindi 10, che indica neonato normale. Mentre punteggi al di sotto del valore 7 indicano una gravità tanto maggiore quanto più ci si avvicina allo zero.

Osserviamo in questa tabella i parametri ed i punteggi usati per determinare l?indice di Apgar:

Schema di Apgar per la valutazione della vitalità del neonato
Parametro 0 punti 1 punto 2 punti
Frequenza cardiaca: assente < 100 battiti per minuto > 100 bpm (normale)
Respirazione: assente a 60 secondi dalla nascita debole o irregolare vigorosa con pianto
Tono Muscolare: assente (atonia) flessione accennata movimenti attivi
Riflessi:
(risposta al catetere
nasofaringeo)
assenti scarsi starnuto, pianto vivace,
tosse
Colore della pelle: completamente cianotico o pallido normale ma con estremità cianotiche completamente normale

Parametri dell’Indice di Apgar

I parametri considerati per ottenere l’Indice di Apgar, sono i seguenti:

  1. Frequenza cardiaca. La frequenza delle pulsazioni cardiache al minuto è il primo fattore da considerare, perché è senza dubbio il parametro più importante per la diagnosi e la prognosi. Una frequenza cardiaca compresa tra 100 e 140 è considerata normale e corrisponde a un punteggio di 2, una frequenza al di sotto di 100 riceve 1 punto, e il punteggio è 0 se non può essere visto, sentito o ascoltato alcun battito, fatto che è indubbiamente prodromo di una diagnosi infausta, nel caso non si intervenisse tempestivamente. La palpazione eseguita due dita sopra l’ombelico è il metodo più efficace per determinare la frequenza cardiaca velocemente.
  2. Attività respiratoria. Un bambino che è in apnea a 60 secondi dalla nascita riceve 0 punti, mentre il bimbo che respira e piange abbondantemente riceve 2 punti. Tutti gli altri tipi di attività respiratoria (come debole o irregolare) ricevono 1 punto.
  3. Riflessi. Questo termine si riferisce alla risposta ad alcune forme di stimolazione. Il metodo più usato per testare i riflessi è l’aspirazione dall’orofaringe e dalle narici mediante un catetere soffice che causa una contrazione dei muscoli mimici (ad esempio il bimbo storce il naso), uno starnuto o la tosse.
  4. Tono muscolare, Questo è un parametro facile da giudicare: un bambino completamente flaccido riceve un punteggio pari a 0, e uno con un buon tono e una flessione spontanea di braccia e gambe riceve 2 punti.
  5. Colorito. Questo è senz’altro il segno più difficile da valutare perché differisce da osservatore a osservatore: tutti i bambini alla nascita sono ovviamente cianotici a causa della difficoltà respiratoria durante il passaggio dal canale del parto e la relativa bassa saturazione di ossigeno nel loro organismo. La sparizione di tale cianosi dipende direttamente da due parametri considerati in precedenza, l’attività respiratoria e la frequenza cardiaca. Un punteggio pari a 2 viene dato solo a quei neonati che si presentano completamente rosei.

Interpretazione dell’Indice di Apgar

Come già prima accennato, punteggi più elevati indicano normalità o minore gravità, mentre punteggi più bassi indicano maggiore gravità:

  • Indice di Apgar uguale a 7 – 8 – 9 – 10: il neonato è normale;
  • Indice di Apgar uguale a 4 – 5 – 6: il neonato è moderatamente a rischio;
  • Indice di Apgar uguale a 0 – 1 – 2 – 3: la sopravvivenza del neonato è gravemente a rischio.

I neonati con punteggio fra 4 e 6 sono moderatamente a rischio quindi sono/possono essere bisognosi di assistenza e vigilanza. Il test va ripetuto ogni 5 minuti. I neonati con punteggio alla nascita inferiore a 4 sono gravemente depressi e necessitano di intervento medico. Se tale intervento non è immediato ed efficace, la vita del neonato è purtroppo a rischio.

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Perché l’indice di Apgar è basso o medio/basso?

Esistono moltissimi motivi diversi, patologici e non patologici, che possono determinare un Indice di Apgar basso o medio/basso, tra questi i più diffusi sono:

  • il bambino è prematuro (cioè è nato prima della 37° settimana);
  • risulta piccolo per l’età gestazionale;
  • ha subito traumi nel corso del parto;
  • è stata rilevata sofferenza fetale;
  • il parto è stato eseguito tramite un cesareo.

In tutti questi casi un eventuale Indice di Apgar basso indica uno svantaggio iniziale che però quasi sempre viene recuperato nel giro di poco tempo grazie al progressivo adattamento del bimbo all’ambiente esterno: l’Indice di Apgar in questi casi tende generalmente ad aumentare col passare dei minuti.

Conseguenze sul bimbo di un Indice di Apgar troppo basso

Come appena visto, un Indice di Apgar basso o medio/basso indica certamente rischi maggiori per il bimbo, ma ciò non significa che sia un valore statico o una vera e propria “condanna” per nostro figlio: col passare dei minuti o con interventi medici adeguati, il neonato può stabilizzarsi fino a “totalizzare” un punteggio più elevato ed assolutamente normale. E’ tuttavia innegabile che un indice estremamente basso, al di sotto di 3, possa determinare conseguenze, anche gravi e permanenti, nel bambino. Tali conseguenze dipendono dai fattori che hanno determinato un punteggio finale così basso e sono difficilmente prevedibili. Nei casi più gravi è purtroppo messa a rischio la sopravvivenza stessa del bimbo.

Indice di Apgar basso (<3) e paralisi cerebrale

Da uno studio pubblicato da ricercatori norvegesi nel British Medical Journal risulta che un punteggio Apgar basso in bambini nati a termine o con un peso normale alla nascita è fortemente associato a traumi subiti durante il parto e a paralisi cerebrale. I ricercatori hanno utilizzato i dati dal registro norvegese delle nascite e il registro dei bambini affetti di paralisi cerebrale per valutare l’associazionetra punteggio Apgar a cinque minuti dopo la nascita e paralisi cerebrale in 543.064 bambini nati tra il 1986 e il 1995. Si è rilevato che la prevalenza di paralisi cerebrale nei bambini con punteggio Apgar inferiore a 3 è stato più di 100 volte superiore a quello dei bambini con un punteggio pari a 10. Un basso punteggio Apgar è stato anche associato a tutti i sottogruppi di paralisi cerebrale comprese la diplegia e l’emiplegia spastica, anche s el’associazione maggiore è risultata quella alla tetraplegia. Bassi punteggi Apgar sono frequentemente associati a lesioni perinatali, encefalopatia ipossico ischemica (asfissiaperinatale) e traumi da parto che possono causare lesioni al cervello fetale con conseguente paralisi cerebrale. A tal proposito, leggi anche:

“APGAR”per gli studenti di Medicina

Il pediatra Joseph Butterfield utilizzò le lettere del cognome APGAR per creare un acronimo inverso che facesse memorizzare meglio agli studenti i cinque punti da analizzare:

  • A → Appearence (colorito);
  • P → Pulse (frequenza cardiaca);
  • G → Grimace (riflessi);
  • A → Activity (tono muscolare);
  • R → Respiratory effort (attività respiratoria).

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Taping NeuroMuscolare in un bimbo nato prematuro di 32 settimane

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TAPING NEUROMUSCOLARE BIMBO PREMATURO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneApplicazione di Taping NeuroMuscolare in un bimbo nato prematuro di 32 settimane, con sofferenza perinatale. L’obiettivo del trattamento è di far raggiungere velocemente dei miglioramenti sulla mobilità della mano del bimbo, che si presenta serrata in chiusura con ipertono. Il trattamento è stato realizzato nel reparto di Neonatologia dell’Ospedale Federico II di Napoli. Forza piccolo!

Foto di “Taping NeuroMuscolare Institute Italia”

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