I “reticolociti” sono dei globuli rossi (eritrociti) giovani, privi di nucleo cellulare e non ancora considerati maturi, che sono stati appena immessi nel circolo sanguigno e conservano per qualche tempo (circa un giorno) un esiguo numero di ribosomi, prima di maturare in eritrociti. La conta dei reticolociti rappresenta quindi, per il medico, il principale indicatore dell’entità di produzione di nuovi globuli rossi da parte del midollo osseo, processo che prende il nome di eritropoiesi.
Struttura
I reticolociti si definiscono per la presenza di materiale citoplasmatico, costituito prevalentemente da mitocondri e residui di materiale genetico (acido ribonucleico ribosomiale), evidenziabili come granuli e filamenti alla colorazione sopravitale, come il blu brillante di cresile. Nei reticolociti possono essere visibili alcuni inclusi citoplasmatici: i Corpi di Jolly e gli anelli di Cabot. I ribosomi vengono conservati per continuare a produrre emoglobina. Con una particolare colorazione (blu cresile brillante) i reticolociti precipitano sotto forma di sostanza granulosa e filamentosa “reticolare”, fatto che ha determinato la loro denominazione.
Vita del reticolocita
Il reticolocita:
- nel midollo osseo è presente sotto forma di eritroblasto nucleato (proeritroblasto);
- viene rilasciato nel circolo sanguigno sotto forma di reticolocita;
- dopo circa 1 giorno di maturazione, diventa un globulo rosso vero e proprio;
- dopo 120 giorni sotto forma di globulo rosso, viene eliminato dall’organismo e sostituito da un nuovo reticolocita immesso in circolo dal midollo osseo.
Durante la maturazione della cellula, c’è uno stadio in cui il nucleo viene espulso, e che dura circa un giorno: questo stadio corrisponde appunto al reticolocita. L’intero processo di differenziazione da proeritroblasto a globulo rosso dura invece circa 10 giorni. In un adulto sano vengono prodotti circa 2 milioni di globuli rossi ogni secondo.
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Perché è utile conoscere la quantità di reticolociti?
La conta reticolocitaria è presente nell’emocromo ottenibile da un semplice esame del sangue venoso e fornisce il numero totale degli eritrociti circolanti nel sangue e la percentuale degli eritrociti rispetto ai globuli rossi. Questi dati vengono dal medico valutati insieme:
- all’anamnesi del paziente;
- all’esame obiettivo;
- ad altri valori ematici come ematocrito, emoglobina, eritropoietina (EPO);
- ad eventuali altri esami come biopsia od agoaspirato del midollo osseo.
L’insieme di tutti questi dati permette al medico di:
- valutare la corretta funzionalità del midollo osseo;
- valutare la corretta capacità del midollo di rispondere adeguatamente alla richiesta di maggior produzione di globuli rossi (ad esempio in caso di emorragia, o quando il soggetto si trova ad elevate altitudini con ossigeno rarefatto);
- indagare e diagnosticare tutte quelle patologie che interessano il sangue ed il midollo osseo, come vari tipi di anemia e di disfunzione del midollo osseo;
- valutare l’efficacia di trattamenti farmacologici e di integrazione, ad esempio in caso di anemie sideropeniche, anemie da carenza di vitamina B12 e folati, anemie da insufficienza renale (e relativa carenza di EPO), chemioterapia o trapianto di midollo osseo;
- fare diagnosi differenziale tra alcuni tipi di anemia.rispetto a quelle causate da ipofunzionalità del midollo (ad esempio nelle aplasie midollari, ipoplasie, pancitopenie).
Quest’ultimo punto è estremamente importante per il medico, specie in caso di anemie normocitiche (cioè con MCV normale quindi con volume eritrocitario normale), perché permette di distinguere:
- anemie senza reticolocitosi: causate o associate a ridotta o totalmente assente produzione di globuli rossi da parte del midollo (determinata da danno diretto midollare o comunque da alterazioni che non permettono ad un midollo sano di produrre nuovi globuli rossi, come deficit nefrogenico di EPO o deficit di elementi necessari per la loro costruzione);
- anemie con reticolocitosi: anemie che sono presumibilmente causate da perdita di sangue (ad esempio da emorragia cronica) e da distruzione periferica (emolisi) ma con progenitori integri ed efficienti, pur se insufficienti per riequilibrare il danno periferico. In questo caso il midollo potrebbe essere del tutto sano e funzionale e produrre addirittura elevatissime quantità di reticolociti ma che risultano insufficienti in caso di ingenti perdite di globuli rossi (pensate ad una emorragia copiosa).
Valori normali
La percentuale di reticolociti normale oscilla tra lo 0,5% e lo 2,5% dei globuli rossi circolanti. Ad esempio, in un individuo che possiede 5 milioni di globuli rossi per μl, i reticolociti saranno all’incirca 40-100 mila per μl.
L’intervallo di riferimento per il numero assoluto di reticolociti circolanti oscilla tra 25 e 75 ×109/L.
Cause di basso valore di reticolociti
Bassi livelli di reticolociti circolanti possono indicare varie condizioni e patologie, come ad esempio:
- Carenza di vari nutrienti, tra i quali ferro, vitamina B12 o acido folico;
- Anemia aplastica;
- Radioterapia;
- Insufficienza midollare causata da infezioni o cancro;
- Grave patologia renale (con diminuzione dei livelli di eritropoietina);
- Alcolismo;
- Cirrosi epatica;
- Patologie endocrine.
Cause di elevato valore di reticolociti (reticolocitosi)
Livelli troppo alti di reticolociti (reticolocitosi) possono essere assolutamente normali (fisiologici) in alcune condizioni, ad esempio in caso di emorragia cronica o acuta. Una reticolocitosi può anche essere correlata a varie patologie, come ad esempio:
- anemia sideropenica (da mancanza di ferro): l’organismo prova a compensare la carenza di globuli rossi, incrementando il ritmo dell’eritropoiesi; ciò si riflette nell’aumentato rilascio di reticolociti nel sangue da parte del midollo osseo;
- anemia perniciosa: vale lo stesso ragionamento appena fatto per l’anemia sideropenica;
- malattie renali.
Reticolociti alti con emoglobina, ematocrito e globuli rossi bassi, può indicare:
- perdita di sangue: come già prima accennato in presenza di un’emorragia acuta o cronica (ad esempio nelle anemie occulte da tumore), il numero di reticolociti aumenta fisiologicamente e ciò rappresenta il tentativo del midollo di compensare la perdita di globuli rossi;
- anemia emolitica: vale lo stesso ragionamento appena fatto per la perdita di sangue; il midollo osseo aumenta la produzione di reticolociti per compensare l’eccessiva distruzione periferica dei globuli rossi;
- patologia emolitica nel neonato: anche in questo caso vale lo stesso ragionamento già fatto nei due punti precedenti.
Reticolociti alti con elevati globuli rossi, potrebbe essere indicativo di una produzione eccessiva di globuli rossi da parte del midollo, presente ad esempio in:
- policitemia vera;
- tumori renali secernenti quantità eccessive di eritropoietina.
I reticolociti aumentano fisiologicamente nel corso della gravidanza. Anche i neonati presentano livelli elevati di questi precursori dei globuli rossi, che si normalizzano entro pochi giorni dalla nascita.
Un aumento del numero di reticolociti in circolo può verificarsi anche quando una persona si reca ad altitudini più elevate rispetto a quelle in cui vive. Anche i fumatori possono presentare un incremento del numero dei reticolociti.
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Reticolociti alterati: cosa fare?
La gravità di una alterazione del numero di reticolociti non dipende solo dal valore assoluto del numero di piastrine circolanti, ma anche da altri fattori come ad esempio:
- la sua durata (la condizione può essere acuta o cronica);
- l’eventuale presenza di anemia, leucopenia, piastrinopenia o pancitopenia;
- l’eventuale presenza di altre patologie o condizioni (ad esempio patologie delle pareti dei vasi sanguigni, della coagulazione, tumori, diabete, ipertensione arteriosa, traumi, malnutrizione, malassorbimento, gravidanza);
- l’età del paziente.
Ogni caso di alterazione della conta reticolocitaria è altamente soggettivo e la sua gravità non deve essere sovrastimata, ma neanche sottostimata. Quando l’alterazione percentuale è molto lieve, magari anche transitoria, non recidivante ed in assenza di sintomi, generalmente non deve preoccupare. Un’alterazione dei reticolociti che invece recidiva, che dura nel tempo e che arriva a determinare sintomi, necessita senza dubbio di ulteriori e rapidi accertamenti medici, perché potrebbe indicare patologie anche gravi. Sintetizzando e semplificando il contenuto dei paragrafi precedenti:
- reticolociti normali con emoglobina normale: il midollo funziona normalmente;
- reticolociti alti (reticolocitosi) con emoglobina normale o bassa: può indicare che sono stati persi (emorragia) o distrutti (emolisi) dei globuli rossi, ma che il midollo ha compensato (o sta attualmente compensando) aumentando la produzione di reticolociti o comunque indica che il midollo sta rispondendo bene ad una terapia stimolante;
- reticolociti normali o bassi con emoglobina bassa: può indicare che sono stati persi (emorragia) o distrutti (emolisi) dei globuli rossi, tuttavia il midollo NON ha compensato (o NON sta attualmente compensando) tale perdita, a causa di problemi diretti o indiretti che non rispondono ad eventuali terapie: la conseguenza dell’inefficacia dell’eritropoiesi è un peggioramento dello stato anemico.
Deve quindi essere chiaro al paziente che una reticolocitosi è una risposta fisiologica (normale) ad un evento che nella maggioranza dei casi è patologico. L’esempio tipico è una emorragia di relativa gravità che, entro 24 ore, determina una reticolocitosi che ha un picco entro una settimana di distanza. A questo punto si possono verificare tali situazioni:
- l’emorragia si arresta, l’emoglobina torna normale e la reticolocitosi si arresta (i reticolociti tornano normali): è la normalità ed indica un midollo efficiente;
- l’emorragia si arresta, l’emoglobina torna normale ma la reticolocitosi continua (i reticolociti rimangono alti): indica un eccesso di produzione patologico;
- l’emorragia è lieve ma NON si arresta (ad esempio c’è un sanguinamento interno occulto, non visibile macroscopicamente), l’emoglobina tenderà ad essere bassa ed i reticolociti alti: è la normalità ma il medico dovrà individuare la causa del sanguinamento, ad esempio cercando tracce di sangue occulto nelle feci;
- l’emorragia è copiosa, l’emoglobina è molto bassa ed i reticolociti alti: è la normalità ma il medico dovrà immediatamente bloccare una emorragia che potrebbe mettere a rischio la vita del paziente.
Sintomi
Non esistono dei sintomi della variazione dei reticolociti in sé, esistono invece una serie di sintomi e segni relativi alla condizione o patologia a monte che ha determinato tale variazione. Ad esempio se la causa di reticolocitosi è una anemia, i sintomi saranno quelli di una anemia; se i reticolociti sono bassi a causa di un deficit di eritropoietina da insufficienza renale, i sintomi saranno invece quelli di una nefropatia.
Se cercate i sintomi di anemia, li potete trovare qui: Anemia: significato, cause, grave, sintomi, occhi, cura e rimedi
Terapia
In caso di alterazione della conta dei reticolociti, la cura dovrà essere impostata in base alla causa a monte che l’ha determinata.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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